Elena Bartone è
nata a Torre di Ruggiero (Cz) il 30 marzo 1962 e vive a
Roma. È laureata in Giurisprudenza e in Lettere
Moderne con una tesi sull'opera di Cesare
Pavese.
Ha pubblicato le prime
poesie sulla rivista piemontese "Le Colline di Pavese"
dove tuttora scrive saggi di letteratura e poesie
varie.
È stata premiata
con un Diploma di merito rispettivamente al Concorso
Nazionale di poesia "Città di Foligno" e al
Concorso di poesia "Città di Mesagne" nell'anno
2003.
Nello stesso anno ha
partecipato all'Europremio Letterario "Città di
Corato" con la silloge poetica dal titolo "Il rintocco
delle ore", arrivando tra le opere finaliste. Una delle
sue recenti poesie dal titolo "Solitudine" è stata
inserita nell'antologia "Poetici Orizzonti" edita da
Aletti editore. Sempre quest'ultimo editore ha inserito
due poese rispettivamente "Vola l'anima nel sole" e "I
sogni come zampilli" in altrettante antologie. Anche la
casa editrice Montedit ha pubblicato nelle sue antologie
alcune poesie di Elena Bartone.
Con la poesia "I sogni
come zampilli" si è classificata tra i vincitori
del concorso letterario "Sogni e desideri" bandito da
Aletti editore. Nel concorso "J. Prévert" 2004 la
sua silloge è risultata finalista. Nel 2004 ha
vinto il primo premio del concorso di poesia "Cesare
Pavese" organizzato dal Cepam e dal Grinzane-Cavour.
Sempre nello stesso anno ha vinto la medaglia d'argento
nel premio internazionale di poesia "Maestrale-San Marco"
di Sestri Levante.
Elena Bartone nel mese di dicembre 2004 ha pubblicato con
Montedit "Sonagliere
di corallo" -
Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 14x20,5 -
pp. 36 - Euro 5,20 - ISBN 88-8356-813-3 in quanto
l'autrice è finalista nel concorso letterario "J.
Prévert" 2004
Clicca
qui per leggere
la presentazione e alcune Poesie tratte dal libro
"Sonagliere
di corallo"
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- I sogni come
zampilli
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- Nelle pause
del dolore rinasce la voglia di
sognare
- per ridare
alla vita
- spuma di
colori
- e tinte rosa
nella luce del mattino.
- Si innalzano
i sogni come zampilli
- per guardare
da lontano
- i percorsi
della vita
- mal celati da
risposte senza senso
- e domande
inopportune.
- Si
rischiarano nella mente
- vasti cieli
ricolmi
- di
speranze
- di un futuro
scolpito
- su chiare
ghirlande
- e incantesimi
di luna.
- Riesplode
l'infinito
- volteggiare
dell'universo
- in un'ansia
senza resa
- e polvere di
luce.
- Sfumano le
nebbie e i torpori
- di una
giornata senza storia.
- Si rincorrono
i pensieri come ombre
- impazzite di
tramonti
- nell'illusione
che il battito di un sogno
- rischiari il
percorso dell'esistere.
-
-
- Laudes
Francisco
-
- Ti voglio
cantare su nuove corde
- anima sempre
presente
- tra le
allodole e i mandorli.
- Esulta il
creato al tuo passaggio:
- cantano i
ruscelli, si innalzano le rondini,
- spariscono le
nuvole.
- Anima
prediletta del Signore
- dalla
Porziuncola al cielo sei volata.
- Sei pane
sapido che sazia,
- fonte di
eterna giovinezza,
- primavera che
fiorisce al mattino
- quando
l'anima raccoglie i rottami
- della vita e
si dà forza
- per
affrontare il nuovo giorno.
- Sei luna che
rischiara coi suoi raggi
- le tenebre
della notte.
- Sei il sole
che riscalda i cuori dei più
poveri
- e dei
più soli.
- Tu mensa
della vita,
- nuvola che
addolcisci il mio passaggio,
- vaso che
profumi,
- acqua della
mente.
- Hai colmato
le profondità,
- spianato i
fossi,
- rinverdito i
deserti.
- Dai vigore
alle membra stanche
- e alito di
nuova vita alla mia anima.
- Sei voce che
chiama,
- lanterna
nella notte,
- acqua per gli
assetati,
- vaso di
elezione e di riscatto.
- Zattera del
mio naufragio,
- doni pace al
mio cuore
- e speranza di
vita eterna.
-
-
- Sono la mia
poesia
-
- Vivo in
bilico, tra le crepe
- di un
orizzonte evanescente
- e i sussulti
dell'anima.
- Trascuro i
sogni e lascio lievitare
- la
realtà intorno a me
- in un
succedersi di eventi
- e stanchi
presagi.
- C'è da
chiedersi di ogni cosa
- il suo
perché,
- di ogni
minuto la sua vanità
- e delle
nuvole che vagano
- la loro
meta.
- Ma tutto vive
nell'ombra,
- nell'enigma
straziante,
- in un essere
incerto e solitario.
- Tace la
speranza
- tra le crepe
dell'azzurro
- e ritorna il
desiderio di un altrove
- che dia voce
alle essenze mute
- e ai battiti
discordi della vita.
- È
facile essere il nulla, non essere
- ma è
la mia poesia la vera essenza:
- sono la mia
poesia.
-
-
- Tutto fugge
via
-
- Tutto passa,
tutto finisce
- in una fuga
senza sosta,
- in un vortice
di attimi e stagioni.
- Tutto quanto
fugge via,
- gli uomini, i
tramonti e le nuvole,
- le albe
chiare e senza vento,
- i pensieri
vaganti all'orizzonte.
- Rimugina
l'anima il passato,
- inafferrabile
dominio
- dei giorni
che furono,
- imprigionato
per sempre
- tra i muri
del nulla.
- Come petali
di rosa
- in una stanza
chiusa
- svaniscono
gli anni,
- le
gioventù, le illusioni
- rincorsi di
scoglio in scoglio,
- alle cui cime
aggrappate
- inevitabilmente
- le braccia
afflosciate,
- un fiume
lento ci trascina
- laddove tutto
tace,
- tutto muore
nel vento,
- tutto osa
dire fine.
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