- AUTUNNO
-
- Autunno nella
natura,
- autunno nella
vita.
- Piangono foglie
ingiallite
- i longevi platani
del viale
- che poc'anzi
ondeggiavano orgogliosi
- alle carezze
dell'amico vento.
- Piangono lacrime
silenziose
- gli occhi velati di
tristezza,
- fino a ieri
baciati
- dall'effimero
soffio della
gioventù.
- Imbiancheran di
brina
- i rami
spogli,
- quali braccia
protese al cielo
- alla ricerca dei
raggi freddi
- d'un sole
dimentico.
- Coloreran
d'argento
- i capelli
radi,
- privi ormai delle
onde fluttuanti,
- fiero
vessillo
- di un'era ormai
scorsa.
- Sugli
alberi,
- come viandanti in
sosta,
- frettolosi si
poseranno i passeri;
- nel
cuore,
- come api
nell'alveare,
- tumultuosi
s'assieperanno i ricordi.
-
-
- MATTINO
-
- Il sole
nascente
- dipinge
l'aurora;
- poi nella
mente
- un pensiero
affiora:
- "Mattino sul
mondo
- mattino nel
cuore".
-
-
-
- QUALCOSA NELL'ARIA
-
- C'è qualcosa
stamane nell'aria:
- più allegri
cinguettano i passeri,
- che festosi
stormeggiano
- sui rosei rami del
pesco
- antistante al
giardino;
- più
cristalline appaiono
- le gocce di rugiada
che lacrimano
- dalle neonate
foglioline degli alberi.
- V'è,
racchiusa in quelle stille,
- tutta
l'incontenibile felicità delle
piante,
- ora che la carezza
della primavera
- le ha destate
dall'incantesimo
dell'inverno.
- I fiori del
giardino paion sorridere,
- mentre dal limitare
della recinzione i
lillà,
- e dalla
prossimità della gradinata i
limoni,
- delicatamente
espandono
- la loro dolce
fragranza
- che si fonde
nell'aria
- di questo magico
mattino.
- Non s'ode
più il vento
- stormire tra le
fronde dei pini:
- ecco: s'è
arrestato per consentirmi
- di udire il
palpitare del creato.
- Col cuore, non
già con l'udito,
- ascolto il sussurro
dei fiori,
- i dialoghi degli
animali,
- e, dalla fontana
del cortile,
- il silenzio
dell'acqua che scorre.
- C'è qualcosa
stamane nell'aria...
-
-
- FRAMMENTI DI CIELO
-
- Raccoglierò
gocce di luna
- in una notte di
stelle
- e lacrime di
stelle
- in una notte di
luna.
- Allo spuntar del
giorno
- ruberò
briciole di cielo
- adagiate
sull'erba
- quali stille di
rugiada.
- Nello scrigno dei
ricordi
- poserò il
fuoco dell'alba,
- l'incanto del
tramonto,
- la pace della
sera.
- Nel turbine dei
pensieri
- deporrò la
quiete del silenzio.
-
-
- LA CAREZZA DEL MARE
-
- Seduto sulla
spiaggia deserta,
- remando contro la
solitudine,
- mi raggiunge il
ricordo di te
- sulle ali
dell'ultimo gabbiano
- che vola solitario
nell'aria imbrunita
- abbandonata dal
giorno.
- Nell'impero del
silenzio
- odo distinto un
batter d'ali che,
- ora dispiegate,
fendono l'aria
- sfrecciandomi
accanto rasenti,
- quasi a volermi
strappare
- quell'assiduo,
sottile dolore
- che spense sul mio
volto il sorriso.
- Ha colto, il
pennuto, la mia tristezza
- che ora grida al
cielo
- liberandola dalla
prigionia del cuore.
- Anche il mare, come
l'alato,
- vuol portarmi
conforto: lambisce
- i miei piedi
accarezzandoli pietoso
- con le mani delle
onde,
- poi si veste di
lutto
- indossando la
notte.
- Grazie gabbiano,
messaggero del cielo,
- per aver dotato di
ali i miei pensieri;
- grazie mare,
foriero di pace,
- per avermi cullato
stasera:
- il tocco del vostro
amore
- ha scongiurato il
vanire di un sogno,
- ha ridestato in me
la poesia.
-
-
- IL SOFFIO DI EOLO
-
- Vedi?
Laggiù,
all'orizzonte,
- si son spenti gli
ultimi bagliori,
- ed oltre quei
monti,
- con la calma dei
saggi,
- ormeggia la
sera.
- Lo senti il
vento
- srotolarsi tra gli
abeti?
- Il vento
amico,
- il soffio di
Eolo,
- che ci
porterà la notte.
- E l'erba danza nei
verdi pascoli.
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- TRAMONTO
-
- Il sole che fugge
tra i lontani monti
- ed io a rincorrerlo
con veloci pensieri;
- l'imbrunire che
prevale sul chiarore del
giorno
- spargendo cenere
sull'azzurro del cielo;
- a grandi passi
s'approssima la sera
- che
illuminerò accendendo la
luna.
-
-
- SUL FAR DELLA SERA
-
- Sul far della
sera
- i miei pensieri si
disperderanno
- nel vento di
tramontana
- spazzati via come
foglie morte:
- fogli di un
calendario vissuto,
- raminghe
pagine
- strappate al diario
della mia vita,
- che la spugna del
tempo
- ha ormai
sbiadito.
- Forse alcuni
saliranno in cielo
- sulle ali delle
rondini
- accompagnati dal
canto degli alberi
- e dalla dolce
fragranza
- dei fiori di
tiglio:
- dapprima
imporporati
- dal sole
calante,
- poi
cullati
- dall'incipiente
imbrunire.
- Allora lasceranno
il mondo,
- saran onde
nell'etere,
- silenti messaggi
scagliati nell'infinito:
- della luce assai
più veloci,
- fino a giunger
colà
- dove dimorano gli
angeli.
-
-
- CAMMINANDO, VOLANDO
-
- Ho camminato, la
notte,
- per i sentieri del
cielo
- mano nella
mano
- con la dea
dell'amore,
- complice la
luna
- a rischiararci la
via.
-
- Ho volato, il
giorno,
- dopo il buio senza
stelle,
- sulle ali del
vento
- incontro ai
bagliori dell'aurora,
- per raccogliere
frammenti di speranze
- scagliati nel cielo
dal sole nascente.
-
- Ho rincorso, al
declinare della luce,
- sulla scia dei
pensieri,
- il disco infuocato
dell'astro calante
- fin là dove
muoiono i sogni,
- per tentar di
arrestare
- il fuggir della
vita.
-
- Vorrei varcare la
soglia del tempo
- e lanciarmi nel
passato
- per mutare il
presente,
- poi balzare nel
futuro
- per osservare
l'oggi
- con gli occhi di
poi.
-
- Vorrei essere una
goccia di rugiada
- posata sui petali
della rosa
- per potermi
dissolvere, domani,
- ai primi raggi di
sole.
-
-
- IL CANTO DELLA VALLE
-
- S'ode un fremito
percorrere la valle
- allo spirare del
vento tiepido di primavera.
- Vedo, sui monti che
svettano in lontananza,
- le prime nevi
sciogliersi al dardeggiare
- sempre più
assiduo dei raggi solari.
- I vertici dei pini
ondeggiano
- in una danza di
benvenuto
- alla nuova stagione
che bussa,
- mentre il mugghiare
del fiume
- si muta in
canto,
- per destare dal
sonno gli abitatori dei
boschi,
- per allietare le
ore agli abitanti dei
borghi.
- Anche il vento
dell'amore
- ha ripreso a
soffiare sulle vele del
cuore:
- soffia sulle grigie
ceneri di speranze
bruciate,
- su quel fuoco che
tempo addietro
- disintegrò
tratti della mia vita.
- Echeggiano i miei
pensieri
- tra le propaggini
dei monti
- alla mercé
dello zefiro.
- E ancora mi preme
il ricordo di allora;
- di quell'alba che
ci colse sugli argini;
- dell'erba alta che
ci nascondeva,
- complice, amica del
nostro romanzo;
- del lento scorrere
del fiume,
- dapprima canterino,
come oggi,
- poi silenzioso,
quasi ad ascoltare
- i nostri delicati
sussurri. E intanto,
- lo sguardo steso
sulla lunga valle,
- la mente persa in
ere passate,
- mi sorprende il
crepuscolo: più
tardi
- si leverà
l'astro della notte: suo
sarà
- il compito di
dipingere il paesaggio
notturno
- rischiarando
pallidamente le montagne,
- aspergendo
d'argento rivoli, laghi e
cascate.
-
- TU
-
- Ho alzato le vele
del cuore:
- tu sei il vento
della speranza.
- Figlia della
luce,
- goccia d'estasi
stemperata
- nell'oceano della
mia tristezza,
- nel mio cuore
poserò
- la memoria di
quegli attimi,
- profusi
nell'aria
- dalla tua magica
fragranza.
Tu scriverai dentro di
me la poesia.
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