Ermano
Raso è nato il 24 maggio 1950 a Saluzzo (Cn) e
risiede a Racconigi (Cn). Queste alcune delle sue principali
affermazioni nei concorsi di poesia. Secondo nel premio Il
Portico una Poesia d'Amore 2003, La Spezia; primo nel premio
Lettere d'Amore 2004, Torino; secondo nel premio Kuliscioff
2004, Torino; terzo nel premio Città di San Bonifacio
2004, San Bonifacio (Vr); secondo nel premio Città di
Pinerolo 2004, Pinerolo (To); primo nel premio Città
di Voghera 2005; primo nel premio C. Pavese - M. Gori 2005,
Chiusa Pesio (Cn); secondo nel premio Pablo Neruda 2005,
Pinerolo (To); quarto nel premio Arte Città Amica
2005, Torino; secondo nel premio L'albero di Sicomoro 2005,
Orbassano (To); secondo nel premio Alfonso Di Benedetto
2006, Chiusa Pesio (Cn); secondo nel premio Città di
Savona 2006; secondo nel premio nazionale di Arti Letterarie
2006, Torino; primo nel premio Città di Pinerolo
2006; settimo nel premio Il Giro d'Italia delle Poesie in
cornice 2006. Segnalato in vari concorsi. Le sue poesie sono
inserite in varie antologie. Ha pubblicato, nel 2001, il
volume di poesia Sulle
ali del vento
con la casa Editrice Montedit e nel 2005 il volume
Le
prime ombre della sera",
sempre con la Montedit.
Raso Ermano, con
La
sera che incede
è risultato 8° classificato al Premio Age Bassi
Castiraga Vidardo 2003
Raso Ermano, con "L'eco
dei nostri silenzi
innamorati"
5° class. al Premio Marguerite Yourcenar 2003 sezione
Poesia
Ermano Raso nel mese
di giugno 2005 ha pubblicato con Montedit "Le
prime ombre della sera"
- Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) - 15x21 - pp.
68 - Euro 7,30 - ISBN 88-8356-897-4
Clicca qui per leggere la prefazione e alcune poesie tratte
dal libro "Le
prime ombre della sera"
|
- Primo
amore
-
- Come raggi di un
sole remoto
- m'investono
ricordi di un'era vanita;
- ancora brillano
negli spazi siderali del tempo
- al palpitare di
una stella lontana,
- di una fiamma
che pur più non brucia
- ma che pregna
è ancora di nostalgia sottile.
- I miei anni: tre
volte
- le dita di una
mano, o poco più:
- un po' ancora
l'età delle favole.
- Mi sovviene il
sentiero a tornanti
- che portava su
in cielo;
- Calcante, il
monte,
- l'amico
più vero,
- cui confidavo i
primi segreti,
- cui domandavo i
primi perché;
- e la sorgente
dall'acqua ghiacciata
- di luna
ricolma,
- che pur mai
spense la mia sete di lei.
- Rammento di
occhiate assassine
- affondate nel
cuore nell'anima
- scompigliare i
pensieri,
- stravolgere dei
giorni il fluire
- e delle notti la
pace,
- poi di coccole
brusite in punta di piedi
- salire fin su
tra le stelle.
- Ricordo l'amore
che ci innalzava potente
- spianarci la
vita,
- svelarci la
via,
- e di noi, il
dissolversi nel blu mare dell'alba
- al cader della
notte.
-
-
-
-
- Il profumo della
sera
-
- Cadono i fragori
del giorno
- si allungano le
ombre
- sbiadiscono i
colori,
- la sera diffonde
per ogni dove
- il profumo del
fieno maggengo:
- lieve il soffio
di vento
- che lo introduce
nelle case
- inarca le
tendine di lino
- che aggraziano
le finestre
- e con dita
leggere carezza la pelle.
- S'ode non lungi
il canto dei grilli,
- rimandano le
lucciole
- con giri di
danza e messaggi di luce.
- Parla d'azzurro
il lampione,
- un nuovo volto
rivela di te,
- e per colpo
d'ala di un angelo
- si spegne in me
l'ansia caparbia
- che mi spingeva
a correre.
- S'incamminano le
stelle,
- come rondini
alla primavera,
- in stormi a
inseguir la notte.
- Lontano le
sponde dell'alba,
- un batter di
ciglia, ed è già mattino.
-
-
-
- Siamo barche sul
fiume
-
- Siamo soltanto
barche
- in balia del
fiume,
- coartati ad
approdare dove ci spinge
- la corrente:
viandanti che sovente
- camminano
all'ombra del silenzio
- di promesse
mancate,
- di un domani che
già è ieri,
- con la zavorra
dei ricordi
- via via
più greve.
- E sempre
più freddo appare
- il sole rosso
del mattino
- allor che la
foce s'approssima
- e il senso
dell'età si palesa.
-
-
-
- Lascia che il tempo
scorra
-
- Non struggerti
oltre
- per quel male
dell'anima,
- non remare
contro corrente.
- La notte buia
già reca in sé
- il germoglio
dell'alba,
- il sereno poi
vincerà
- dopo l'eccesso
della tempesta.
- Lascia che il
tempo amico
- levighi il
dolore che ti strema
- come la battigia
appiana
- le onde
tumultuose del mare:
- cadrà il
male come l'erba
- sotto i fendenti
della falce.
- Lascia che il
tempo scorra,
- e sarà
come il fluire del fiume
- che libera il
letto
- dalle inutili
sterpaglie.
-
-
-
- Autunno
-
- Autunno nella
natura,
- autunno nella
vita.
- Piangono foglie
ingiallite
- i longevi
platani del viale
- che poc'anzi
ondeggiavano orgogliosi
- alle carezze
dell'amico vento.
- Piangono lacrime
silenziose
- gli occhi velati
di tristezza,
- fino a ieri
baciati
- dall'effimero
soffio della gioventù.
- Imbiancheran di
brina
- i rami
spogli,
- braccia protese
al cielo
- alla ricerca dei
raggi freddi
- d'un sole
dimentico.
- Coloreran
d'argento
- i capelli
radi,
- privi ormai
delle onde fluttuanti,
- fiero
vessillo
- di un'era ormai
scorsa.
- Sugli
alberi,
- come viandanti
in sosta,
- frettolosi si
poseranno i passeri;
- nel
cuore,
- come api
nell'alveare,
- tumultuosi
s'assieperanno i ricordi.
|