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               UMBRIA
 Terra ricca di energie
 e di sottili armonie
 
 
 
 
                      
                     
                     
                        UMBRIA
Unica regione dell'Italia
                     peninsulare
a
                     non avere contatti con il mare.Una
                     terra particolare e diversa,alla
                     quale un popolo anticoe
                     quasi mitizzato, l'etrusco, ha impresso
                     il
                     suo marchio peculiare.Una
                     terra che infonde gioia e
                     serenitàe
                     che offre, a piene mani,i
                     suoi doni semplici, ma generosi.Terra
                     ricca di energie positive,terra
                     di autentici e antichi sapori,terra
                     che emana il fascinodi
                     un'armonia sottile e inusuale.Talvolta
                     è tutta silenzioe
                     talvolta un solo grido di festa.La
                     varietà del paesaggione
                     fa una delle zone più
                     interessantidel
                     nostro Paese, una terra,dove
                     il fascino della storia e dell'artesi
                     aggiunge a quello delle zone naturalisticamente
                     più importanti.Non
                     c'è, forse, altra zona
                     d'Italia,dove
                     a ogni passo ci si trovi davantialle
                     emozioni più intense e sorprendenti:
                     il
                     boschetto intriso di primule, il
                     casale di pietra arenaria,l'edicola
                     sacra deliziosamente affrescata, il
                     campo fiammeggiante di papaveri, la
                     torre romita, il pianoro carsico.Terra
                     che la mano dell'uomoha
                     saputo plasmare con maestria,cercando
                     di conciliare le
                     opere con l'ambiente naturale,la
                     cultura con la natura,il
                     sacro con il profano.Il
                     passato è stato qui sempre il
                     tramiteper
                     capire e per valorizzareil
                     tempo presente.Si
                     respira, infatti, nelle costruzioni,un
                     meraviglioso equilibrio tra le
                     forme,risultato
                     dell'operare umano,e
                     il paesaggio che le accoglie.Esempio
                     palese di come l'uomopossa
                     costruire strutture audaci,senza
                     ferire e sconvolgere la natura,continuando
                     anzi a farne partee
                     a vivere con essa in dolce armonia.La
                     pittoricità della natura
                     umbraè
                     data dalla straordinaria
                     combinazionedella
                     spazialità aperta con
                     i fondo valle,armonica
                     cornice che comunicagradevoli
                     sensazioni di sicurezzae
                     di amabile riposo.Sensazioni
                     che i pittori hanno trasferitonelle
                     loro opere immortalie
                     che proprio alla natura hanno
                     affidatoil
                     senso dell'accettazione,serena
                     e consapevole,della
                     drammaticità dell'esistenza.
 
 
 
                        DALLA
                        VALNERINA AI MONTI SIBILLINI L'Umbria
                     del silenzio,
l'Umbria
                     rude dell'ascetismo estremo, terra
                     di aspri pendiie
                     di alte vette innevate,paesaggio
                     di gole strette e imperviee
                     di piane che si allarganoin
                     improvvisi miracoli di sognate
                     dolcezze. L'Umbria
                     dei borghi antichi,l'Umbria
                     delle favole e delle leggende,terra
                     di sacri misterie
                     di remote tradizioni,paesaggio,
                     un tempo, del lupoe
                     del solitario orso bruno,che
                     il progredire inesorabile dei tempinon
                     ha ancora cancellato del tutto. L'Umbria
                     dei folti boschidi
                     querce e di lecci,l'Umbria
                     delle rasserenanti ginestre,terra
                     degli argentei ulivie
                     del grano biondo e rigoglioso,paesaggio
                     di antiche semplicità,punteggiato
                     da umili e isolati caseggiati,dove
                     ogni gesto sapiente si ripete,immutato,
                     da secoli e generazioni. L'Umbria
                     dei vagabondi,l'Umbria
                     degli stregoni e dei ciarlatani,terra
                     dei venditori di speziee
                     di elisir di lunga vita,paesaggio
                     che ha dato i natalia
                     san Benedetto, a suor Scolasticae
                     alla santa fra le sante,Rita
                     di Cascia e di Roccaporena.
 L'Umbria dell'armonioso travaso
tra
                     paesaggio e sentimento,terra
                     dagli alterni sapori, che riesce, miracolosamente
                     ancora,a
                     donarci la dolcezza estrema del
                     vivere,alternando
                     il delicato profumo del sacroall'aspro
                     piacere del gusto profano.
 
 
                        CASCIA
                        E ROCCAPORENA Le
                     origini di Cascia ci riportano
all'antica
                     e romana "Carsule",anche
                     se ebbe nel medioevoil
                     suo massimo fulgore,tanto
                     da poter battere moneta propria.Posta
                     sul pendio di un colle che culmina,a
                     più di seicento metri
                     d'altezza,con
                     i bastioni di una rocca in rovinae
                     con il pennacchio di un rozzo
                     campanile.Del
                     vecchio centro medioevalerimane
                     oggi un solo quartiere,intimo
                     e raccolto, colorito e genuino,nel
                     quale le antiche case s'affaccianosu
                     strette stradinee
                     creano un'atmosfera di intima
                     sacralità.Cascia
                     si identifica oggisoprattutto
                     con santa Rita,la
                     santa dell'impossibile. Il
                     suo corpo, mummificato,è
                     esposto in una teca di lucente
                     cristallo,nella
                     basilica a lei dedicata,costruita
                     nel 1937, sul
                     luogo dell'antica chiesa
                     agostiniana,annessa
                     al monastero, dove
                     lei, nel 1457, era morta.Nella
                     basilica sono pure conservatii
                     corpi dei beati agostinianiSimone
                     Fidati da Casciae
                     di madre Teresa Fasce,costruttrice
                     della basilica stessa.Vengono
                     da tutti i paesi del mondoa
                     venerarla, a chiederle grazia,protezione,
                     consolazione, aiuto.Vicino
                     a Cascia, ecco Roccaporena,il
                     suo raccolto paese natale,con
                     la vertiginosa rupe che dominae
                     quasi schiaccia l'abitatocon
                     la sua ardita mole incombente.Qui
                     soleva ritirarsi, giovanissima,
                     in preghiera,quando
                     il destino non
                     l'aveva ancora toccata con
                     le sue dolorose vicende.La
                     casa dove nacque è
                     stata trasformata, nel 1630, in chiesa.
                     Vicino
                     alla chiesa,dove
                     la santa si sposò e
                     dove riposano i corpi dei suoi familiari,
                     è
                     stato eretto, nel 1946, un
                     piccolo santuario,con
                     annessa Casa del pellegrino.
 
 
 
                        NORCIA L'antica
                     Nursia, placidamente adagiata
su
                     una vasta e placida piana,è
                     attorniata da un anfiteatro di montialti
                     e maestosi: i Sibillini.Patria
                     di san Benedetto, fondatore del
                     più grande ordine monastico occidentale,
                     e
                     della sorella Scolastica.Sulla
                     piazza principale spicca,oltre
                     alla chiesa e alla statua dedicatea
                     san Benedetto, la rocca della Castellina,
                     il
                     palazzo fortificato voluto da
                     papa Giulio IIe
                     costruita su progetto del Vignola.Memorie
                     storiche: la sua "severitas",la
                     fama dei suoi medici medioevali.Oggi
                     famosa per i suoi insaccatori,i
                     manipolatori di carni suine,nutrite
                     con le ghiande di
                     cui erano ricchi i suoi foltied
                     estesi querceti.I
                     pregiati salumi e il tartufo nerohanno
                     fatto di Norcia una delle capitaligastronomiche
                     d'Italia.Il
                     territorio circostante offre poii
                     prodotti tipici dell'economia
                     montana:il
                     farro e le lenticchie.Centro
                     di un'area che conservala
                     testimonianza dell'uomogià
                     nell'età del Paleolitico
                     Medio.Le
                     possenti mura di cinta, costruite
                     nel quattordicesimo secolo,e
                     ancora oggi soprendentemente
                     integre,le
                     conferiscono la forma di cuore.Porta
                     verso la catena dei Sibillini,dove
                     i verdi paesaggi montani si sposano con
                     i relitti dell'era glaciale.Di
                     natura calcarea,con
                     notevoli fenomeni carsici,con
                     forme tondeggianti che
                     si alternano a pareti ripidissime e
                     a strettissime gole,è
                     un tipico ambiente di alta montagna,con
                     boschi di faggio e
                     ariosi pascoli montani.Nel
                     corso dei secoli, l'uomo, legato
                     a questi monti,che
                     lo dominavano con la loroinaccessibile
                     imponenza,li
                     ha resi protagonisti di
                     numerose e avvincenti leggende.Uno
                     dei più fulgidi gioiellidella
                     dorsale apenninica,una
                     visione di splendida e
                     austera bellezza.
 
 
 
                        SPOLETO Il famoso compositore, Giancarlo
                     Menotti,
cercava
                     negli anni cinquanta una
                     città,posta
                     nel cuore d'Italia, tra
                     Roma e Firenze,fuori
                     dai percorsi turistici
                     internazionali,ma
                     facilmente raggiungibile;cercava
                     una città medioevale, ancora
                     intatta,con
                     teatri dalla grande acustica.In
                     realtà cercava una città da
                     amare.Trovò
                     inaspettatamente Spoleto e
                     la riempì di musica, di
                     artisti,di
                     uomini di teatro, di
                     folle di gente curiosa e plaudente.Poi
                     trovò Thomas Schippers, il
                     direttore d'orchestra,il
                     divo, l'uomo affascinante.E
                     Spoleto divenne il centro d'Italia.La
                     capacita espressiva della città
                     germogliòe
                     l'arte divenne spettacolo grande.Arrivarono
                     artisti da ogni dove: Visconti,
                     Pound, Cocteau, Moore, Calder,Hemingway,
                     Jonesco e tanti altri.Da
                     allora Spoleto è una città dai due
                     volti:nel
                     pieno del festival dei Due mondi,a
                     cavallo tra giugno e luglio,caotica,
                     rigurgitante, debordante;da
                     metà luglio in poi svuotata, recuperata
                     al godimento visivo degli spazi,restituita
                     alle sue dimensioni reali.A
                     ciascuno la Spoleto che
                     più ama e più preferisce.
                     Ma
                     attenzione, Spoleto
                     è fatta per confondere.Se
                     cerchi di mettere a fuoco l'insieme,
                     lo
                     sguardo, come per incanto, si
                     perde nei mille doviziosi
                     particolari.In
                     questa città tutto convive: il
                     teatro e la casa romana, la
                     piazza medioevale e il duomo
                     romanico,il
                     teatro seicentescoe
                     l'imponente rocca albornoziana,con
                     le sue otto torri,che
                     ghermisce la città come
                     un' imponente aquila reale. Ma
                     è nell'ora del tramontoche
                     Spoleto si tinge dei suoi colori più
                     veri.Le
                     costruzioni sembrano attiraree
                     dolcemente assorbire i
                     raggi del sole,accendendo
                     incantevoli giochi di luce.L'impareggiabile,
                     assimetrica
                     piazza del Duomo, ne
                     è il centro e il cuore senza
                     eguali.L'armonico
                     gioco dei rosonisulla
                     sua facciataimpreziosisce
                     il mosaico del "Cristo
                     in trono"e
                     sembra sorgere direttamentedagli
                     intrecci retrostanti degli ulivi.Il
                     Duomo conserva poi il
                     famoso affresco absidale di Filippo
                     Lippi,restaurato
                     recentementein
                     maniera davvero esemplare,e
                     le spoglie stesse del pittore,morto
                     proprio durante la laboriosae
                     geniale esecuzione.
 
 
                        LE
                        CASCATE DELLE MARMORE Fin dai tempi più remoti e
                     primordiali
le
                     cascate danno l'idea della foza
                     vitale:turbinosi
                     tumulti di acque, fragori
                     assordanti,vapori
                     impalpabili e nebulizzanti.Luogo
                     sacro, nell'antichità, nume
                     tutelaree
                     severo da temere e con cui venire a
                     patti.Unico
                     caso conosciuto, fin dall'antichità
                     classica,di
                     una cascata costruita dalla mano
                     dell'uomo.Nel
                     terzo secolo avanti Cristo il console
                     romanoManlio
                     Curio Dentato ideò la
                     costruzionedella
                     cascata per bonificare i malsani
                     terrenidei
                     piani reatini, facendo confluire il
                     fiumeVelira
                     nel Nera con tre salti successivi,con
                     un dislivello totale di ben 165
                     metri.Il
                     maestoso scenario delle Marmoreha
                     sedotto molti pittori, scrittori e
                     poeti:Ross,
                     Vanvitelli, Corot, Ducros,Virgilio,
                     Plinio, Cicerone, Byron, Belli,
                     Secci.La
                     più grande cascata d'Italiae
                     l'unica artificiale esistente al
                     mondo.Luogo
                     di grande e intensa magia, ci ricorda
                     inconsciamente
                     le nostre stesse origini.Uno
                     spettacolo omerico, un'esplosione di
                     vita,di
                     movimento, di ritmo incessante, di
                     danza.Il
                     tempo sembra qui sciogliersi e
                     annullarsi,inghiottito
                     dall'eterno scorreredelle
                     sue acque tumultuose e spumeggianti.
 
 
 
                        NARNI Sorge
                     su uno sperone roccioso,
con
                     splendida vista sulla conca ternana e
                     sulla gola del fiume Nera.L'antico
                     centro umbro, è
                     ubicato in posizione invidiabile,circondato
                     da acque, da boschi e
                     da una fertile pianura.Nequinum
                     era il suo nome antico. Esercitò
                     una fiera opposizione all'espansionismo
                     romano,che
                     ebbe però il sopravvento nel 299 a.
                     C.,conquistandola
                     e ribattezzandola in Narnia,da
                     Nar, l'antico nome del fiume Nera.Roma
                     ne fece una città ricca e
                     fiorente.Passò
                     diverse dominazioni: dai
                     romani ai barbari,dal
                     ducato langobardo di Spoletoa
                     quello del ducato romano, dal
                     possesso della contessa Matilde di
                     Canossaa
                     quello della Chiesa romana;subì
                     le ire di Federico II e,dopo
                     il sacco di Roma del 1527, che
                     la impoverì a lungo, subì
                     il rovinoso assalto delle milizie tedesche
                     di
                     Carlo V; da qui ebbe inizio la
                     sua progressiva e inarrestabile
                     decadenza.Narni
                     ha preservato splendidamente il
                     proprio carattere medioevale, con
                     fontane, piazze, piazzette,antichi
                     palazzi patrizi e superbi monumenti.Nella
                     sala consigliare del Palazzo del
                     Podestàsono
                     esposti vari dipinti, tra
                     cui una pala di notevole fattura di
                     Domenico Ghirlandaio.I
                     monumenti più notevoli di Narni
                     sonola
                     rocca di Albornoz e il ponte di
                     Augusto.La
                     rocca è un maestoso edificio del
                     Trecento,unica
                     tra le fortezzecostruite
                     dall'Albornoz,a
                     essere rimasta in piedi nel territorio di
                     Terni;forte,
                     massiccia, possente, ha
                     ospitato papi, imperatori, cardinali
                     e
                     personaggi famosi.Il
                     ponte di Augusto fu fatto invece
                     costruireda
                     Augusto, nel 27 dopo Cristo; nell'antichità
                     era ammirato per
                     la sua lunghezza (160 metri) e
                     soprattutto per la sua altezza (30
                     metri).Famosa
                     è la sua "Corsa dell'anello",
                     rievocatrice
                     storica del palio cittadino, che
                     si disputa dal 1370,e
                     che ha luogo la seconda domenica di
                     maggio,preceduta
                     da due settimane di
                     intensi e fervorosi festeggiamenti.Aperta
                     dal corteo storico, paludato
                     in ricchi costumi medioevali,si
                     svolge su un circuito a "8";i
                     cavalieri in gara,lanciati
                     a tutta velocità, devono
                     cercare di infilare con la lancia un
                     anello dal diametro di 8 cm.
 
 
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