| LA
            PIÚ GRANDE ANTOLOGIA
            VIRTUALE
 DELLA POESIA ITALIANA
 Poeti
            contemporanei affermati, emergenti ed
            esordienti
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                 Poesie
               di Ines Scarparolo | 
      
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                     Una terra, il tuo
                     cuore  Tu sei cuore di
                  terrae ti amavo
                  già quandoquella notte
                  d'agostoracchiudesti per
                  me nella manouna pioggia di
                  stelle. Il tuo letto
                  serbava il profumodi corpi
                  allacciatie io accesi uno
                  a uno i tuoi sogninella danza
                  più dolce d'amore. Quando si spense
                  la nottenel lieve
                  respiro d'aurora,tu divenisti
                  lupoe con me libero
                  vagastitra boschi
                  selvaggie selve di
                  castagni,nel rovinio di
                  sassie
                  scrosciareimpetuoso di
                  cascate. Infine, nello
                  stuporedell'assolato
                  giornotu ancora
                  mutastiin orso
                  guerrierorivivendo con me
                  vecchie storie,già
                  tracciatein un tempo
                  incantato. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Grembo di nubi e
                     terra
 Mi sento nuvola,
                  staserache nel tuo
                  cielo muta:sopra il tuo
                  corpo stesodisciolgo i miei
                  vapori. Se affondi la
                  tua vangaper te divento
                  zolladi fertile
                  terrenoche trasuda di
                  sole. Quindi mi faccio
                  grembodi morbidezza
                  estremadove sosta, la
                  notteil tuo uccello
                  di fuoco.  
                  
                  
                     Guerriero  Tenero
                  muschiosfiorano le tue
                  ditalà, dove
                  bianco fuocobrucia la tua
                  linfa.Già
                  muoiono le stellead una ad
                  unaquando tu
                  estraidalle assopite
                  bracila tua
                  spada.E odorano di
                  muschioe terra, le tue
                  labbramentre si
                  accende il giorno. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Il
                     vulcano  Non chiedermi,
                  staseradi attendere con
                  teil risveglio del
                  vulcano:già ho
                  provato il suo impeto!Lo senti? Ancora
                  bruciasotto le mie
                  mani.Esplode, e non
                  so più sfuggirgli.Mi afferra, e
                  sono sua.Mi inghiotte e
                  mi trascina.Sono materia
                  inerme, orada accendere e
                  plasmare.Forzando ogni
                  pertugiomi invade e mi
                  consumafinché io
                  stessanon divento
                  "fuoco"!  
                  
                  
                     E fiorivano
                     incanti  E
                  cadevainsistente, la
                  pioggiasulle
                  gonfiee sinuose
                  colline.Con cristalli di
                  baciio scandivo il
                  tuo tempo.Impazientela terra si
                  aprivaalle avide dita
                  del cielo.E il tuo corpo
                  chiamavacarezze
                  suadenti.Poi l'Arciere
                  scoccavai suoi dardi
                  infuocati.E fiorivano
                  incantinel tuo antro
                  segreto.Mentre il sole
                  vincevala sfida, tu
                  sbocciaviall'Amore e alla
                  Vita. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Paura  Non cesserei di
                  amartianche se tu mi
                  gridassidi scomparire
                  dalla tua vita...Come
                  potreiora che briciole
                  di sognohanno spruzzato
                  un cielo nero?E non esistono
                  che i tuoi abbracciche, con ali di
                  tenerezzasanno cancellare
                  al mia paura.  
                  
                  
                     Disegno
                     stelle  Acquietoimmagini
                  d'angosciae muto spazi
                  d'ombrain caselle di
                  luna.Disegno
                  stellesopra un cielo
                  offuscatoe do ali al mio
                  pensierotessendo
                  arabeschidi fragile
                  filigrana.Alla
                  carezzadi ciò
                  che è stato, affidofinalmente, la
                  mia notte. 
                  
                  
 
                  
                  
                     E il
                     mattino  Ti ho
                  ritrovatonel respiro
                  della nottementre scherzava
                  la lunacon la
                  città addormentata.E il
                  mattinoho giocato con
                  il lenzuolodove il tuo
                  corpo avevastracciato
                  vecchi confini.Dai
                  vetrisi rispecchiava
                  il nuovo giorno.  
                  
                  
                     Una penna, un foglio
                     di carta  È quieto,
                  oggi, il lagoe mi
                  portacon crespe di
                  azzurrovoci di
                  bimbiin giochi
                  d'acqua intenti.Tra il verde dei
                  pini,il soffio vivace
                  del vento:mi alza la
                  gonna,io rido, lui
                  tace.Da
                  quant'è che ti ho perso,compagno?Già da
                  troppo non sentoil calore di un
                  baciouna complice
                  stretta di mano,non vedo uno
                  sguardoche dice, ma
                  senza parole.Or le crespe sul
                  lagosi fanno
                  più radee riflettono i
                  sassidel basso
                  fondale.Una coppia si
                  baciae dimentica il
                  mondo.E a me
                  restasoltanto una
                  penna,un foglio di
                  cartaper dire a me
                  stessache
                  esisteancora
                  l'Amore.  
                  
                  
                     L'ultimo
                     sogno  Quando
                  rialzerò il velodella
                  tristezza,mi
                  offrirò ancora a tesenza
                  pudore.Ti farò
                  dono di carezzevoluttuose.Saprò
                  eccitarti con malizia,violentarti con
                  lo sguardo,incatenarti
                  nella danzadei nostri corpi
                  abbracciati.Ma non
                  saprò più amarticome ti amo
                  ora.Non
                  riuscirò più a dirtiquanto mi sia
                  piacevolerestare
                  lì a pensartiper ore ed
                  ore.E i miei
                  bacinon avranno
                  più il saporedella
                  vita,perché si
                  sarà smarritoanche l'ultimo
                  sogno.  
                  
                  
                     San Michele, il
                     guerriero  È il
                  silenzioil padrone del
                  giorno,e il sole che
                  bacia il cortiledi ciottoli
                  bianchi.Va sfiorando, la
                  brezzale selvatiche
                  rosescreziate di
                  sangue. San Michele, il
                  guerrieronella stanza
                  proteggeuna dolce
                  Madonna di gesso. Tu, inforcando
                  la bicivai su complici
                  stradedove palpita
                  ancorail ricordo di un
                  bacio.  
                  
                  
                     Ed è
                     già Quiete  Ho amato
                  l'Albapiù di
                  ogni istantenel mio
                  giorno. Il Cielo,
                  l'Infinitocolmo di
                  presagi.E il Silenzio,
                  Parolache mi nasceva
                  dentro. Ma ora che
                  già stanchirisuonano i miei
                  passi,amo il
                  Tramontoche alla Notte
                  mi conduce. Ed è
                  già Quietedopo la danza di
                  Fuoco. 
                  
                  
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         | 
                     Buti de
                     Poesia
 
                   Se ga descoverto
                  'l tenpopar ti,
                  donache te
                  rancùri sogni.Le to rajse
                  fondeincricà
                  'te na terache paréa
                  inaridìaga
                  butà...Atimi
                  caldide tenaresse
                  scontega sbregà
                  la notede 'a
                  malinconia.Te ghé
                  capìo, donache ogni
                  làgrema, ogni sorisoxe on s'
                  ciantìso de l'ànemae vale par so
                  conto.La vita intiera
                  xe on buto... de
                  Poesia. 
                  
                  
                     
                  
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                  Traduzione
                  dal dialetto vicentino: 
                  
                  
                     Gemme di
                     Poesia
 
 Si è
                  realizzato il tempo/ per te, donna/ che raccogli
                  sogni./ Le tue profonde radici/ infisse in una
                  terra/ che sembrava arida/ hanno germogliato.../
                  Caldi attimi/ di tenerezze nascoste/ hanno
                  strappato la notte/ della malinconia./ Hai capito,
                  donna/ che ogni lacrima, ogni sorriso/ è una
                  scintilla dell'anima/ e vale di per sé./ La
                  vita intera è una gemma/ ...di
                  Poesia.
                  
                  
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         | 
                  
                  
                  
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         | 
                     Dona
 
                   Ti,
                  donaforsa de
                  Diobelessa de la
                  Madonaamore del
                  Cristolàgreme
                  de mama.A te si' par
                  l'omoco fa el
                  s'ciòco de on bazoel
                  s'ciantìso de na ridàdael molesin de na
                  caressael
                  gnarèto de do brassiel morbìn
                  de na strucàda.Ti,
                  donaa te ghè
                  drento l'ànemael mistero del
                  mondo.
 | 
                  Traduzione
                  letterale dal dialetto vicentino urbano:
                     Donna Tu, donna/ forza di Dio/ bellezza della Madonna/
                  amore di Cristo/ lacrime di mamma.// Sei per
                  l'uomo/ come lo schiocco di un bacio/ il lampo di
                  una risata/ il morbido di una carezza/ il piccolo
                  rifugio di due braccia/ l'esaltazione che dà
                  una forte stretta.// Tu, donna/ hai nell'anima/ il
                  mistero del mondo
 
 
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         | 
                  
                  
                  
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         | 
                     El to pozolo,
                     mama
 
                   Cò passo
                  par Santa Lussia, mamano vedo
                  più i gerani e l'oleandro rosa'tel pozoleto de
                  fero de casa tua. No ghe xe fiori
                  e gnanca strassepicà via
                  sugàre,i balconi de
                  legno no i sbate piùpa' l vento che
                  sùpiaa
                  primavera. A te me vien
                  inamene, setocò vedo i
                  buti che s' ciòpacò vien
                  zo 'n scravassòncò sento
                  torno sta aria stranbade
                  primavera. Te te metevi
                  fòra'tel pozoleto
                  coverto de giornàie te piantavi
                  fiori novismovendo la
                  tera, lustrandote le man'tel traverson
                  da cusina. E in pochi
                  giorni, a Santa Lussiarivava
                  primavera, mama.
 | Traduzione dal
               dialetto vicentino urbano: "
               
                 
                  Il tuo poggiolo,
                  mamma Quando passo per
               Santa Lucia, mamma/ non scorgo più i gerani e
               l'oleandro rosa/ nel piccolo poggiolo in ferro di casa
               tua./ Non ci sono fiori e neppure panni/ stesi ad
               asciugare,/ le imposte in legno non sbattono
               più/ per il vento che soffia/ a primavera./ Mi
               vieni a mente, sai/ quando vedo le gemme scoppiare/
               quando scende un acquazzone/ quando sento attorno
               questa aria strana/ di primavera./ Ti mettevi fuori/
               nel piccolo poggiolo ricoperto di giornali/ e piantavi
               nuovi fiori/ smuovendo la terra, pulendoti le mani/
               nel grembiule da cucina./ E in pochi giorni, a Santa
               Lucia/ giungeva primavera, mamma.
 
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                     Fiori de
                     bròsema
 
                   A gavarìa
                  vossudo, popàèssare
                  bastansa fortepar solevarte
                  almanco on pòcote' a to morte
                  tribolà. Dirte del ben
                  che te voévostarte rente fin
                  la fineinbrassarte e
                  parar viala paura pa' a
                  to sorte. E gavarìa
                  vossudo, popà'assarme 'ndare
                  al pianto'fa na picinina,
                  cò te ne ghè
                  lassà.Ma no so' sta
                  bona, popà. Zenaro intanto,
                  co fiori de bròsemate ricamava
                  maravéje su pa' i veri...
 | Traduzione
               letterale dal dialetto vicentino urbano:
               
               Fiori di
                  brina Avrei voluto, papà/ essere abbastanza forte/ da
               alleviarti almeno un poco/ al momento della tua morte
               tormentata.// Dirti del bene che ti volevo/ rimanerti
               accanto sino alla fine/ abbracciarti e scacciare/ la
               paura per la tua sorte.// E avrei voluto, papà/
               lasciarmi andare al pianto/ come una bimba, quando ci
               hai lasciato./ Ma non ce l'ho fatta, papà.//
               Gennaio intanto, con fiori di brina: ricamava per te
               meraviglie sui vetri...
 
 
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                     Al primo
                     amore
 
                   L'àrfio
                  del ventola to boca su la
                  miale nostre
                  manche sercava...
                  la vita. Persa 'te i oci
                  tuimi me
                  inmagavo,catàndo
                  el Paradiso. 'Te l'erba
                  altaingramegnà
                  de fiori,tra i grij che
                  saltavae i
                  pissacania ghémo
                  inparà prestoa far
                  l'amorelassando
                  drìo de l'àrzenericordiche 'ncora ga
                  profumo.
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                  Traduzione dal
                  dialetto vicentino urbano:
                     Al primo
                     amore  Il soffio del
                  vento/ la tua bocca sulla mia/ le nostre mani/ che
                  cercavano... la vita./ Persa nei tuoi occhi/ io mi
                  incantavo/ trovando il Paradiso./ Nell'erba alta/
                  tra i grovigli dei fiori,/ i grilli che saltavano/
                  e il tarassaco/ abbiamo imparato presto/ a far
                  l'amore/ lasciando lungo l'argine/ ricordi/ che
                  ancora hanno profumo.
 
 
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                     On cantosèo
                     de sièlo
 
                   A te tegnevo in
                  gàjae te
                  ninàvo chiètabasàndote
                  'a testina. Fòra,
                  drìo la muretai fiori se
                  vestivadel ciaro de' a
                  matina. Quanto ca
                  gavarìavossudo
                  èssare fioree
                  rovejàrme al solebrincàndoghe
                  la luse... Ti te ghè
                  verto i ocie te me
                  ghè vardà.On
                  cantosèo de sièlode pàca
                  go catàe là,
                  amorego
                  incolorìo i me sogni. 7
                  aprile 2002
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                  Traduzione
                  letterale dal dialetto vicentino urbano:
                     Un angolino di
                     cielo Io ti tenevo in grembo/ e ti cullavo piano/
                  baciandoti il capino.// Fuori, al di là del
                  muricciolo/ i fiori si vestivano/ del chiarore del
                  mattino.// Quanto avrei/ voluto essere fiore/ e
                  avvolgermi di sole/ catturandone la luce...// Tu
                  hai aperto gli occhi/ e mi hai guardato./ Un
                  angolino di cielo/ ho subito trovato/ e là,
                  amore/ ho intinto di colore i miei sogni.
 
 
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                     Giosse
 
                   Giosse de
                  lagome
                  sbiànsa,sguaràta
                  on putèo'te l'aqua
                  pì bassa,el sole me
                  scalda. E mi,
                  spetoche ste
                  giossede
                  Imensome
                  netacavando la
                  grostapì dura
                  dal còre.
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                  Traduzione dal
                  dialetto vicentino urbano: "
                     Gocce  Gocce di lago/
                  mi bagnano,/ sguazza un bambino/ nell'acqua
                  più bassa,/ il sole mi scalda./ E io,
                  aspetto/ che queste gocce/ di Immenso/ mi lavino/
                  togliendo la crosta/ più dura dal
                  cuore.  
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                     El me
                     istà
 
                   Inboressàcanta
                  l'amore,spigàssa
                  mondi nòvi'a
                  fantasia,ride 'l
                  pensierospacàndo
                  'e so cadéne. Fra
                  spenelàdede
                  colorel'erba se
                  inmàgaa catàr
                  sù s' ciantìsida on sòe
                  zugatolòn. E strosi
                  sperside
                  ranpegòn su la montagnaconpagna el me
                  silensio. Rancùro
                  armoniadescatéjo
                  emossione...
                  vivo!Vivo sto
                  istàfato de
                  gnìntespùre siòro.
 
 | Traduzione dal
               dialetto vicentino urbano: "
 La mia
                  estate Colto da lieta
               frenesia/ l'amore canta,/ scarabocchia mondi nuovi/ la
               fantasia,/ il pensiero ride/ spaccando le sue catene./
               Tra pennellate/ di colore/ l'erba si incanta/ a
               raccogliere scintille/ di un sole giocherellone./ E
               sentieri spersi/ inerpicati sulla montagna/
               accompagnano il mio silenzio./ Colgo armonia/ libero
               emozioni/ e... vivo!/ Vivo quest'estate/ fatta di
               niente/ eppure ricca.
 
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                     Fra mi e 'l
                     Creatore
 
                   Na caressa de
                  sole la sbusaon s'
                  ciàpo de nuvole grise.Par de
                  sòto, na strica de fogola
                  descànta le frasche
                  inlunà. Inmagà da
                  chél àrfio de celome
                  inbriàgo de vita e de pase.
 
               
               
               
 | Traduzione dal
               dialetto vicentino urbano: "
 Tra me e il
                  Creatore Una carezza di sole
               penetra/ una schiera di nubi grige./ Da sotto, una
               striscia di fuoco/ risveglia le rame imbronciate./
               Incantata da quel respiro di cielo/ mi inebrio di vita
               e di pace. | 
      
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         | 
                     A son solo na
                     formiga
 
                   A son solo na
                  formigaon sasseto, na
                  supiàdana pajéta
                  de sto gnarona giosseta
                  cascà lì 'te sto mondo
                  cussì belo'ndove
                  l'àrfio del Signorega
                  inbastìo, dal dito al fatoste montagne e
                  ste aque ciare. A son 'pena on
                  puntesèlona
                  sginséta del to panDio del celo e
                  de sti boschima par ti, rento
                  sto mondoson bastansa pa'
                  l to amor.
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                  Traduzione dal
                  dialetto vicentino urbano: "
Sono soltanto una
                  formica Sono soltanto una
               formica/ un sassolino, un soffio/ una pagliuzza di
               questo nido/ una gocciolina caduta lì/ in
               questo mondo così bello/ dove il respiro del
               Signore/ ha predisposto, in un attimo/ queste montagne
               e queste acque limpide./ Non sono che un punticino/ un
               pezzettino del tuo pane/ Dio del cielo e di questi
               boschi/ ma per te, in questo mondo/ sono abbastanza
               per il Tuo amore.
 
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         | 
                     Stasera
 
                   Case
                  svirgolà
                  par la colinae,
                  insimana ciesa, fra i
                  montiin
                  soàsa. Profumo de
                  rasa...Co canto de
                  anguàneel vento me
                  cuna. Me
                  incantarà la lunastasera,
                  ligàndo le oreco'l filo de i
                  sogni. 4
                  lujio 2001 
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                  Traduzione
                  letterale dal dialetto vicentino urbano: "
                     Stasera Case/ sghembe sulla collina/ e, sopra/ una chiesa,
                  tra i monti/ incorniciata.// Profumo di resina.../
                  Con canto di anguane/ il vento mi culla.// Mi
                  incanterà la luna/ stasera, avviluppando le
                  ore/ con il filo dei sogni.
 Anguane=
                  donne bellissime e dai lunghi capelli che si
                  riuniscono la notte per lavare i panni nelle acque
                  del Brenta; con il loro canto, ammaliano chi ha la
                  ventura di vederle ed ascoltarle.
 
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         | 
                     Canpagna de
                     ancò
 
                   Verde marso,
                  mùs' cioe
                  smeraldo,ocra, tera de
                  sienanaturale e
                  brusà. Sparpajà
                  soto el montefassoleti de
                  terade tanti
                  colorii se slonga e i
                  caressaon gropo de
                  caseco i copi rosso
                  maton. La chiète
                  se ronpe:na
                  fabricafis' cia le
                  sìee fuma i
                  motori. Soto el
                  celoblu de
                  cobalto,na capa de
                  smoggriso
                  fumo.
 | 
                   Traduzione dal
                  dialetto vicentino urbano: "
                     Campagna
                     d'oggi  Verde marcio,
                  muschio/ e smeraldo,/ ocra, terra di siena/
                  naturale e bruciata./ Sparsi sotto il monte/
                  fazzoletti di terra/ di tanti colori/ si allungano
                  ed accarezzano/ un nodo di case/ con le tegole
                  rosso mattone./ La tranquillità si spezza:/
                  una fabbrica/ fischia le sei/ ed i motori fumano./
                  Sotto il cielo/ blu di cobalto/ una cappa di smog/
                  grigio fumo.
 
 
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                     On Cristo de sti
                     ani
 
                   Go
                  vistoon porocristo,
                  ancòpassare par la
                  strada:facia da
                  desperàcorpo
                  patìo.El 'ndava vanti
                  curvoe a testa
                  bassacome se on gran
                  pesoel se tirasse
                  drìo.A
                  védarlo, chél tosono' l
                  gavéa trent' anima za
                  scominsiava, par elola stimana de
                  Passion.Onto
                  patòcoe coverto de
                  strassecome on
                  fabiòcoel ghe parlava
                  al ventoma sicome
                  nissunse
                  savariavala so via
                  Crucis, da soloel
                  continuava.
 | Traduzione dal
               dialetto vicentino urbano: "
 Un Cristo
                  d'oggi Ho visto/ un
               derelitto, oggi/ passare per la strada:/ volto da
               disperato/ corpo patito. Proseguiva curvo/ e a capo
               chino/ come se un gran peso/ si tirasse dietro./ Al
               vederlo, quel ragazzo/ non avrà avuto
               trent'anni/ ma già iniziava, per lui/ la
               settimana di Passione./ Completamente sporco/ e
               coperto di stracci/ come un povero balordo/ egli
               parlava al vento/ ma poiché nessuno/ si
               preoccupava/ la sua Via Crucis, da solo/
               continuava.
 
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                  Per
                  leggere la prefazione del libro "Quando fiorisce il
                  pesco" 
                   Per
                  leggere alcune poesie tratte dal libro "Quando
                  fiorisce il pesco"
  Per
                  leggere il racconto 7° classificato al
                  concorso Il club dei poeti 1997 sezione narrativa
  Per leggere un altro racconto
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               busta già affrancata. Noi scriveremo
               l'indirizzo e provvederemo a inoltrarla.Non chiederci
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