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- Iolanda Narciso
nasce e vive a Napoli dove ha insegnato per
ventotto anni.
- Ha pubblicato
tre libri di poesia: "Granelli di sabbia al vento",
Ed. U.N.A.), pref. Ada Sibilio Murolo; "Nel
trascolorar dell'ora", Ed. Art. Berisio, pref. V.
Amedeo Caravaglios; "Brevi giorni lunghi", Ed. T.
Marotta, pref. Franco Piccinelli.
- Ha al suo attivo
poesie e brevi racconti in varie
antologie.
- Si interessa di
pittura figurativa e si è presentata in due
personali e in svariate collettive.
- Ha ottenuto
moltissimi lusinghieri riconoscimenti in molte
parti d'Italia e anche all'estero: Marocco, Cipro,
Turchia, Cina.
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- Tu,
uomo
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- La forza
dell'uomo:
- progredire,
avanzare
- non
arrendersi mai,
- creare
nuove civiltà
- agire
come se fosse eterno.
- La
debolezza dell'uomo:
- la vita
labile
- attaccata
a un filo sottilissimo
- spazzata
via come un fuscello.
- Precarietà
dell'attimo fuggente,
- paura
dell'ignoto domani.
- La
ricchezza dell'uomo:
- l'amore
come base
- e
propulsione di ogni azione.
- Bisogno
di donare
- di
ricevere, di prendere, di
dare.
- La
povertà dell'uomo:
- odio,
vendetta,
- egoismo
e avidità,
- vertici
dell'abisso
- di ogni
azione ignobile.
- La
sublimità dell'uomo:
- l'ardente
desiderio di sapere,
- lo
spaziare del pensiero,
- la
cultura, le scoperte,
- le
intuizioni, le invenzioni.
- Il limite
dell'uomo:
- le
impossibili vittorie
- sui
mali, sulla morte,
- le
esigenze della carne,
- l'assoggettamento
ad essa.
- La
salvezza dell'uomo:
- l'intersezione
tra favola e realtà
- la Fede
al di sopra
- dell'indagine
logica,
- la
speranza dell'eternità
- perché
il passaggio sulla terra
- non sia
stato un transito
- occasionale,
inutile, fine a sé
stesso.
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- Fiori
finti
Non amo il
fiore finto
perfetto e
inanimato.
Il suo
colore esalta,
ma non
nasce piano piano,
non ha
breve e luminosa vita.
Non muore,
ma presto invecchia.
Il suo
nemico: la polvere
e l'altro
l'abbandono.
Tanto
somiglia
a quelle
signorine
senza
età che non hanno mai
amato
né
mai sono state amate,
che mai
hanno avuto
né
giovinezza, né bellezza,
né
sprazzi di gioia,
né
lievi follie.
Solo
intente sono state
a ricamar
coperte
con l'ago
aguzzo tra le diafane mani
o i ferri
per la lana,
o a
confezionar sciroppi
e conserve
di frutta, di petali di rosa,
o maturi
pomodori per le fredde stagioni,
nelle
avite dimore.
Quasi
figure d'altri tempi
e pur
tuttavia sparse qua e là
nel
tumultuoso mondo
Figurine
da museo
o fiori
finti da vetrina,
senza
profumo
e
destinate all'abbandono.
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- Lungo la
scala
Quella
lunga scala
che sale
che sale,
quasi
d'oro al mattino
quando
ciuffi verdi
qua e
là vestono gli scalini,
pare
conduca lassù
oltre il
cielo, lassù in paradiso.
Ma
numerosi,
sparsi a
tappeto,
aghi
sottili,
quasi fili
d'acciaio
e accanto
siringhe
fiorite
all'estremo
di rosso,
rosso vermiglio:
son
vestigia evidenti.
Con la
complicità della luna,
delle
stelle, dell'oscurità,
delle
nuvole nere,
quella
scala che sale
dà
mille paradisi
e di
notte, notte per notte
conduce
alla morte.
- Similitudine
Lascia la scia
il motore
che naviga
sull'acqua;
lascia pianto e
dolore
la fine di un
amore.
Presto si
ricompone l'onda
non così
l'anima
che la scia non
seconda.
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