-
- Novembre
-
- Ti
cercavo
- nel
crepuscolo annegato dal dolore
- tra volti
sconosciuti
- brama di una
preghiera,
- ti
cercavo.
- Tra i miei
passi lenti sul viale
- e i cipressi
come scudieri
- tra stelle
tremolanti in terra
- unico fuoco
all'imbrunire.
- Ti cercavo
mia dolce amica
- tra i ricordi
che grondano lacrime
- un brivido,
un sussulto, un viso angelico,
- all'improvviso
un sorriso spezzato
- e in terra i
suoi balocchi
- conficcati
nel mio cuore.
- Ti
cercavo
- tra le mie
mani tremanti
- a ghermire
polvere sollevata dal vento,
- un contatto
rassicurante
- i capelli dei
figli miei tra le dita.
- Ti
cercavo,
- qui tra le
stelle tremolanti
- che ancora
illuminano il sentiero
- ed in fondo
oltre il cancello
- dove
lentamente si fa notte.
-
-
- Il
coraggio di vivere
-
- Il coraggio
di vivere,
- è il
brivido di un attimo
- la scintilla
oltre la morte appesa,
- come chiave
di una idea distorta,
- in un mazzo
di rose dimenticate
- ormai
impolverate dietro la porta.
- È la
fredda consuetudine
- che ci
riporta, a masticare
- il duro pane
e l'orribile scorza
- la pallida
malinconia
- di piccoli
corpi martoriati
- i sorridi
sbiaditi sulle foto
- e manine, che
non si scalderanno più
- davanti al
fuoco.
- Il coraggio
di vivere
- è
l'amore che si prova,
- come un
gioco
- la mano
distesa senza scopo
- e il cuore
aperto ancora
- oltre il buio
che s'inghiotte
- la notte
senza luogo.
-
-
-
- Battito di
ali
-
- Ali si
agitano nel cielo
- non
c'è squarcio di sereno,
- non
c'è aria oltre il grigio
- senso di
disgrazia.
- Ali si
affannano senza respiro
- nervose
evoluzioni
- di un'airone
senza più grazia,
- corpo senza
più ombra.
- Ali
squarciate da un'equivoco
- la pena
infinita è un abbaglio,
- la sofferenza
che ti adombra
- il breve volo
di uno sbaglio.
-
-
-
- La
preda
-
- Lo vedo, sei
più radiosa
- il cielo che
più non s'affossa
- sotto il peso
delle nubi
- e strali neri
di perplessa
- inquietudine
volano via
- come rondini,
ad arruffarsi
- nel tiepido
umore dei loro nidi.
- Io vorrei
essere preda dei tuoi artigli,
- ma è
la tua ombra che mi sorvola
- e nella terra
i crampi distruggono
- ciò
che resta della mia fantasia.
- Lo so ti ho
già persa
- senza neanche
averti avuta mia,
- tu unica
rondine sopra la tempesta
- così
gaia e così eletta,
- mi guardi e
risoluta voli altrove
- mentre solo
rimango
- disteso nella
mia stessa utopia
- la fine mesta
di una preda
- che neanche
tu hai voluto portarti
- via.
-
-
-
-
- Leggerezza
di un sogno
-
- L'ho
inseguita
- nel
crepuscolo fiammingo
- di un quadro
di Van Gogh
- e cadevano
d'insieme i miei panni
- le fragili
certezze, le solide paure
- il corso
degli affanni.
- L'ho
inseguita
- e
respirata
- l'emozione
breve di un vichingo
- sulla terra
nuda di conquista
- la carezza
inaspettata
- per il cuore
di un mendicante.
- L'ho
inseguita sulle note
- di un valzer
dimenticato
- il peccato di
un minuto
- per i
pensieri distolti
- dal
quotidiano e monotono incalzare
- dei doveri
programmati.
- L'ho
inseguita
- e nudo di
ogni altro pendente
- l'ho
raggiunta e mi sono sdraiato insieme a
lei
- sull'erba
bagnata di gelo incombente
- la leggerezza
di un bambino
- lo sguardo
sul suo aquilone.
- Ancora mia
per questa volta
- la
spensierata età
dell'innocenza
- il sapore di
un sogno infantile
- mentre
lontano scorrono in fila indiana
- le meste luci
della routine.
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