LA
PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti
contemporanei affermati, emergenti ed
esordienti
|
- Maria
Rosa Bertellini
Ha
pubblicato il libro
|
Maria
Rosa Bertellini - Fonte
d'amore
Collana
Le schegge d'oro (i libri dei
premi)
14x20,5
- pp. 64 - Euro 6,30
ISBN
88-8356-948-0
|
-
Pubblicazione
realizzata con il contributo
de
IL
CLUB degli autori in quanto l'autrice
è segnalata
- nel
concorso letterario «J.
Prévert» 2005
|
Prefazione
Poesie
|
-
|
-
Prefazione
-
- Le liriche di Maria
Rosa Bertellini seguono cadenze malinconiche eppure
con mano premurosa sempre riesce a non oltrepassare la
soglia d'un facile abbandono che non prevede
più l'indispensabile entusiasmo ma al contrario
ricerca con tenacia le parole e le immagini che le
permettano di recuperare e far rivivere un sincero
colloquio con la vita e le meraviglie che regala
quotidianamente.
- Ecco allora la
nostalgia sulla soglia d'una porta spalancata sul
mondo, una donna vestita di sogni, i ricordi che
sembrano danzare nella mente, dai giochi di bambini in
strada o nel cortile della scuola, i burattini in
piazza, lo zucchero filato, gli aquiloni colorati che
volavano liberi in alto nel cielo, i soffi di vita
goduti in chissà quale occasione, i gesti, le
parole, insomma la felicità. Erano i tempi in
cui la mente non era assediata dalle preoccupazioni e
si poteva volare liberi, fantasticare, contare le
stelle, sognare.
- Tornano alla mente
l'antica corte con il suo brusìo, i lampi di
gioventù con l'allegria innocente, e poi la
gioia d'un incontro: era bello vedere il mondo
promettere bagliori e gioia amorosa con gli occhi di
una donna che non si è persa nel vortice del
tempo eppure ora soffre a vivere quella sensazione di
vuoto, la struggente nostalgia e un velo pare
offuscare ogni cosa anche la luce degli occhi.
- Tutto si fa
melodia, spartito esistenziale, preghiera, lampo di
speranza e non v'è dubbio che l'entusiasmo
è ancora presente: sempre insegue lo spiraglio
di luce, "corre incontro alla vita vestita di sogni",
cercando di cancellare le sconfitte, le delusioni e
gli errori e ancora una volta tirare fuori da una
magica scatola poetica le illusioni luminose, cercando
granelli di fiducia per la vita.
- Le avventure e le
passioni non vanno chiuse nei cassetti e segregate
nell'oblìo perché in quello spazio
ristretto e buio non avranno mai modo di tornare a
vivere, di riaccendere i colori e le fiamme interiori
delle stagioni passate. La parola è semina, il
verso è respiro che tenta di catturare
frammenti esistenziali, schegge d'una
vita.
- Gli occhi guardano
al presente e al passato, e vi possono essere lacrime
di dolore come di gioia, perché questa è
la partita doppia della vita: possiamo sentirci come
fortunati sopravvissuti ad un tremendo naufragio con
al collo ghirlande di fiori che emanano un profumo
intenso e immensa felicità tutt'intorno e
dentro di noi oppure al contrario possiamo renderci
conto che non siamo altro che mendicanti d'un soffio
d'amore che errabondano in una vita crudele tentando
disperatamente di cicatrizzare o tamponare le ferite
che ancora sanguinano.
- Le poesie di Maria
Rosa Bertellini sono autentici "pensieri in volo" che
si nutrono di soffi di vita e sempre inventano nuove
acrobazie o giravolte mentre mirano verso il sole: le
intime dolcezze, i giochi emozionanti, gli incanti, al
di là d'ogni delusione o sogno infranto, devono
fare i conti con il tempo che sbiadisce i colori
più vivi, consuma e fa dimenticare.
- Un lento ricamare
sogni davanti ad una realtà odierna che
è anonima, fredda come immagine computerizzata,
artificioso sorriso e lacrime di coccodrillo: niente a
che vedere con la parola, calda e sensuale, d'una voce
che sa cosa significa amare.
- Non siamo che
superstiti, in continua lotta e, come scrive Maria
Rosa, ci dibattiamo per accendere lampi di speranza,
per alcuni soccorre una preghiera celeste, un sipario
divino, una litania da innalzare al cielo chiedendo
perdono; per altri è sufficiente avere il pane
quotidiano (inteso come denaro) e non ha nessuna
importanza se sono "anime morte".
- L'albero di Giuda
Iscariota è sempre carico di frutti eppure non
può offrire che un incasso prestabilito: trenta
denari.
- Nel silenzio
dell'altare qualche anima buona può trovar
ciò che cerca, può lenire le sue pene,
può offrire amore, può guardare negli
occhi un'altra persona senza doverli abbassare per
l'infamia.
- E Maria Rosa sa
bene cosa fare, abbracciare il giorno senza guardare
l'orologio, e quel che più conta, nel silenzio
della sua stanza, far rivivere le emozioni e i
sentimenti, coraggiosamente e tenacemente, per nutrire
la vita con dolci parole mentre inesorabilmente "si
allineano i pensieri/sul foglio immacolato/e
lentamente prende forma/l'universo segreto" d'una
donna che sa parlare al cuore.
-
Massimo
Barile
|
-
Febbre
d'amore
- I BAMBINI, I
GIOCHI
-
-
- Impressi
nella mente antichi giochi:
- numerati
quadratini di "mondo",
- disegnati col
gesso sulle pietre,
- e i sassolini
levigati, chiusi
- in barattoli
di latta.
-
- Io giocavo
con Miro,
- gatto
soriano, signore dei coppi,
- paziente
vittima della mia fantasia:
- lo coprivo
col grembiule a quadretti
- di una
piccola bambola di pezza.
-
- Erano luoghi
di festa l'Oratorio,
- il cortile
della scuola, la strada:
- "Beis,
rulé, guardie e ladri",
- giochi di
squadra e canti di vittoria
- nei giorni
caldi di sole.
-
- Una ventata
di felicità
- i burattini
in piazza, il castagnaccio,
- lo zucchero
filato e gli aquiloni,
- grandi
farfalle di carta colorata,
- in volo verso
il cielo.
- Gli occhi dei
bambini erano stelle.
-
- SERA IN
PIANURA
-
-
- Siepi e
vigneti
- sapevano a
memoria
- i giochi
d'erba e di carta,
- i canti delle
donne.
- Rintocchi di
campane
- annunciavano
la sera
- lungo il
pendìo
- della
collina.
- Dalla cucina
veniva
- profumo di
polenta
- e di
castagne
- crepitanti
sul fuoco.
- Dialoghi
essenziali,
- massime e
proverbi
- colorati dai
campi,
- rallegravano
il pasto.
- Era un
linguaggio
- rude e
sincero
- che attingeva
saggezza
- al dizionario
della terra.
- Cori di sogni
divisi,
- fuggiti
all'orizzonte
- in sella a
nubi rosa.
- Di quel tempo
lontano
- restano
fiocchi di ricordi
- nella sfera
di cristallo.
-
- SULLA SOGLIA
DESERTA
-
-
- Scordata
l'arte
- di aprire
serrature
- al forziere
dei giochi,
- dirada
l'infanzia
- in trame
nebbiose.
- Fotografie
seppiate
- filmano
anniversari
- condannati al
sonno
- dall'ansia
incalzante
- di svelare
misteri
- nel vortice
del mondo.
-
- Sulla soglia
deserta
- s'intravedono
forme,
- forse ali di
angeli
- a custodire
cimeli
- di giorni
sereni.
- Indugia lo
sguardo
- sul giardino
selvaggio,
- dove antiche
chimere sono
- grafie di
vita compiuta.
- È
inciso sulla pelle
- il sigillo
del nido
- a cui sempre
ritorni,
- con occhi
malinconici,
- per
ritrovarti.
-
- E
RICOMINCIO
-
-
- Cerco aroma
di pace
- fra petali di
incertezza.
- Spargo
essenze
- nell'aria
inquinata
- per animare
un po'
- l'entusiasmo
ripiegato.
-
- Ignoro
sguardi beffardi
- celati dietro
veli di seta
- e tempro lo
spirito aperto
- al colore del
giorno
- finché
sbiadisce e scivola
- come acqua
dalle dita.
-
- E
ricomincio
- e mi
emoziono
- davanti al
ritmo
- insistente
dell'onda
- che si frange
e mi avvolge
- in turchese
trasparenza.
-
- Mi sorprende
la vita,
- la sua trama
sottile
- di fugaci
istanti
- e cerco di
vivere
- come il breve
fuoco
- di una stella
cadente.
-
- NOSTALGIA
-
-
- Arde il
meriggio sulla corte antica
- e sul
frutteto saturo di sole.
-
- L'insistente
brusìo fende il silenzio
- e tu cerchi
il suo volto, le sue orme,
- ma la sua
voce è suono affievolito,
- struggente
nostalgia, dopo l'addìo.
-
- Nell'ammiccante
richiamo del prato
- vedi ancora
l'incontro palpitante,
- fatto di
gesti tesi a edificare
- amore e vita
insieme.
-
- Dal verde
fosso chiama
- un canto
d'acqua insonne che trabocca.
- Senti il
vuoto, l'accorato abbandono
- per un
miraggio che lo portò
lontano.
-
- Poi
scenderà la bruma come velo
- ad attutire
il battito dei sogni,
- ma
brillerà una luce nei tuoi
occhi,
- pensando al
suo ritorno.
-
- L'INCONTRO
-
-
- Il nostro
incontro
- ha evocato
ricordi,
- lampi di
gioventù
- e l'allegria
innocente
- fra i banchi
della scuola.
- Un mondo
popolato
- da tensioni
di voto:
- un problema
irrisolto
- o un tema da
inventare.
- Alla finestra
batteva
- il
brusìo della vita,
- la luce
volteggiava
- nelle pupille
del giorno
- che sapeva e
taceva
- di convegni
segreti.
- Nelle terse
vetrate
- il mondo si
specchiava
- promettendo
bagliori,
- dolce brezza
alitava
- connubio di
evasione
- e di gioia
amorosa.
- Il nostro
incontro
- sempre ha
rinsaldato
- anelli di
amicizia
- nel vortice
del tempo,
- perché
fu vera scuola
- di valori di
vita.
-
- VESTITA DI
SOGNI
-
-
- Corro
incontro alla vita
- vestita di
sogni.
- Inciampa il
passo in salita,
- ma
l'entusiasmo è intatto.
- Fra grigie
trame
- inseguo lembi
di luce
- con occhi
attenti
- per non
cadere
- nelle maglie
del tempo
- a mani
vuote.
- Cancello
dalla mente
- sconfitte e
cedimenti
- per sentirmi
lontana
- dal
ghetto
- delle anime
spente,
- dove si
consumano
- le fiamme del
giorno,
- senza
scaldare il sangue.
- Vestita di
illusioni
- luminose,
- incedo a
braccia tese,
- cercando
granelli di fiducia
- per la
vita.
-
- LE PAROLE DEL
POETA
-
-
- Non
rimpiangere, poeta,
- le romantiche
storie,
- le corolle
schiacciate
- a
segnalibro,
- reliquie del
passato.
- Non chiudere
i desideri
- nel buio che
spegne i colori,
- mentre sulle
labbra
- palpitano
come lucciole
- fuochi di
vita.
- Ogni parola
buona seminata,
- prima o poi,
splende
- come fiore
brado
- fra sterpi e
sassi.
- Non
arrenderti.
- Se le
macchine moderne
- falciano le
parole,
- riscrivile,
- diffondile
nell'aria
- che spreme
echi
- di tenere
voci.
- Il tuo verso
è respiro
- che
cattura
- frammenti di
universo,
- è la
fiamma del bene
- sull'altare
delle idee.
-
- DICEMBRE
-
-
- È
spumeggiante il vento di Dicembre
- che mi
riporta il tempo dell'attesa,
- l'innocente
stupore dei piccoli,
- l'ansia del
dono sul volto dei grandi.
- Lungo le vie
di borghi e di città
- suoni di
campanelli e cornamuse,
- intrecci di
ghirlande luminose
- come anelli
di solidarietà.
- Profumo di
candore e di umiltà
- si sente fra
i re Magi ed i pastori,
- guidati nella
notte da una stella
- alta e
splendente sulla mangiatoia.
-
- Da tempo
cerco luoghi ove sostare,
- prima che la
fatica spenga i sogni
- sotto una
coltre di sera delusa.
- Sembra
annuire il cielo...
- Come regalo
di Natale vorrei
- che tutti i
bimbi fossero felici
- in questo
mondo sordo, profanato,
- chiuso al
seme della serenità.
- Soltanto
allora nascerà una luce
- da occhi
spenti di chi trema al buio
- perché
non vede orizzonti di vita.
- Da quel
momento Dicembre sarà
- alba di fede
per l'umanità.
-
- BRINDISI A
MEZZANOTTE
-
-
- Gettiamo
dentro un sacco
- gli affanni
quotidiani,
- tutti gli
umori
- dell'insofferenza.
- Chiudiamo
dentro il petto
- il volto e il
nome
- di amici
perduti
- - mai
dimenticati -
- Intrecciamo
le braccia,
- colme di
nobili intenzioni,
- brindando e
sorridendo
- spensierati e
felici.
-
- Spensierati o
illusi
- sentiamo
crescere
- fantasie
d'amore al ritmo
- di romantiche
note,
- mentre
scintille colorate
- esplodono
nell'aria
- come petali
di fiamma.
- Tintinnano di
gioia
- le coppe a
mezzanotte
- e noi
spingiamo avanti
- il carro del
giorno,
- vestiti a
nuovo
- di lucide
speranze.
-
- Danzano I
ricordi
-
-
- Amo
vagabondare
- per strade
rumorose
- quando il
vento esalta
- il colore del
cielo.
- Da un
marciapiede
- all'altro si
parla,
- si cammina,
si ripete
- ogni
giorno
- il racconto
della vita.
- Cerco nella
memoria
- orme di
gesti,
- suoni di
voci...
- danzano i
ricordi,
- piccole nubi
bianche
- nell'azzurro.
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