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               L'ultimo
               desiderio La
               macchina, infuocata dall'ira e dall'incomprensione
               viaggiava sinuosa e ribelle lungo l'infido percorso.
               La strada ghiaiosa e la notte nefasta avrebbero in
               poco tempo "rapita" un'altra vita dalla landa terrena.
               L'angoscia dilaniava la ragazza, violentata da un
               branco di sciacalli: nella serata dedicata alle
               debuttanti. La vergogna agguantò la giovane
               incapace di vivere una vita tormentata dal turpe
               ricordo che, l'avrebbe agghiacciata e resa schiava
               all'infinito. La morte, irradiò la sua essenza,
               desiderosa di purificarsi dal puzzo donatogli da
               rampanti maiali. Tutto ebbe fine e la vita
               s'annullò: dopo il tremendo impatto contro il
               guardrail. La fiammante mercedes e la giovane
               debuttante in un connubio di morte s'infuocarono e
               volarono al di sotto della tetra scogliera. Il giorno
               dopo, la notizia del suicidio di una diciottenne
               troppo sensibile, avrebbe scosso momentaneamente i
               mass media. Dopo una settimana, costei fu posta nel
               cestino della dimenticanza: mentre barbari sciacalli
               multicolori continuavano a violentare altre
               dignità... Seguirono altri suicidi di giovani
               ed avvenenti ragazze. Seguirono altre interrogazioni
               senza discernere i veri motivi, che fanno compiere
               gesti drastici ed inconsulti. Seguirono altre
               barbarie... Da
               cinque ore, leggevo il primo romanzo di una giovane
               scrittrice. Costui, mi rapì la mente e con la
               fantasia volavo verso spiagge dorate dall'amore.
               L'ultimo desiderio... era stato tradotto in molte
               lingue. L'ultimo desiderio, aveva venduto in pochi
               mesi cinque milioni di copie. Il cartaceo, era stato
               scritto da una mia amica che, in gioventù aveva
               abitato nel mio spoglio paese. L'agghiacciante
               romanzo, ... consacrò nel mondo Letterario la
               mia amica balbuziente.Non
               vedevo Manuela da quindici anni. Costei era oramai
               irraggiungibile. Manuela era una donna che,
               riuscì a fuggire da una realtà infida ed
               insensibile. Ricordo ancora le sue ultime parole prima
               dell'addio definitivo e la sua voglia di riscatto in
               un posto solare. "Caro amico, non piangere", mi
               ripeteva con il volto rigato dalle fredde lacrime
               della falsità umana: che la bruciavano. "Come
               farò senza di te? Come andrò avanti
               Manuela...? Quando uscirò... dal baratro della
               timidezza?!". Lei a quel punto espresse il mio ultimo
               desiderio! Il motivo di restar vivo, e continuare a
               sperare che, dal firmamento un coro d'angeli giungesse
               ad alleviare le sofferenze dalla mia caduca
               persona."Oramai
               sei un uomo..." mi ripeteva."Tornerai
               a trovare un tuo pezzo di cuore?""Ormai
               hai ventitré anni... ed il motivo del nostro
               distacco: lo analizzerai soltanto tra molti anni.
               Allora... capirai!""Non
               ti capisco", farfugliavo amaramente."Capirai,
               capirai. Sappi soltanto che, l'ultimo desiderio lo
               dovrai esprimere al momento opportuno. L'ultimo
               desiderio, lo dovrai rivelare ad una persona amata. Lo
               dovrai cullare, per lustri... anni, fino al fatidico
               momento! L'ultimo desiderio è...? ...
               Addio!"Queste
               furono le ultime parole della mia amica balbuziente.
               Come d'incanto, Manuela svanì dalla vista di un
               ragazzo timido fino all'inverosimile... timoroso della
               vita e del suo veleno o gaudio.Si
               dissolse e volò lontano da un paese colmo di
               pregiudizi che, invece d'aiutare le persone deboli: le
               lasciano in balia dei mari impetuosi
               dell'emarginazione. Manuela, abbandonò la mia
               anima che, viveva soltanto per vedere la luce
               infinita: insita in una ragazza elevata. Manuela si
               stemperò dalla mia vita, ed al suo posto,
               comparve lo spettro della tristezza e l'amica
               malinconia... ammaliò la mia
               esistenza.Col
               passar degli anni e grazie all'amica bottiglia che,
               distoglieva dalla mente: l'immondizia insita nella mia
               città! Cominciai a dimenticare l'amica amata.
               Cominciai ad obliare le sue ultime parole ed esecrai
               il suo messaggio. Era bello bere in compagnia fino
               all'ultima stilla di vino e "giornalmente" navigare il
               bel mare dei vari liquori o cocktail. Quando bevevo
               m'ergevo al di sopra della mia timidezza e dimentico
               dei pregiudizi altrui: viaggiavo verso lidi diafani ed
               avventurosi. Nella cosmica notte, scrivevo poesie e
               racconti di vita di un ragazzo timido che, sperava di
               diventare "qualcuno!" Nell'alba rinascente, scrivevo
               poesie e racconti da inviare a qualche casa editrice.
               Nel vespro serale, con la comparsa delle prime nubi
               infernali... affogavo nel rhum e nel bacardi i miei
               desideri infranti. La scrittura, fin dalla tenera
               infanzia, fu il mio deterrente, nei confronti di un
               mondo: dominato dall'ostentazione e
               dall'indifferenza.La
               lettura, era da sempre, la mia migliore amica. Con lei
               navigavo le amene vette: dominate dalla saggezza di
               uomini immortali.Affondai
               la vita reale: ed innalzai un mondo di sogni che, mi
               portavano verso l'annullamento. Continuai a
               bere... a sbronzarmi di rabbia ed alienazione nei
               confronti di un mondo superficiale. Continuai a
               frequentare l'amica malinconia ed abbandonai l'amata
               lettura... impossibile da decifrare nelle
               catastrofiche condizioni che, ti crea l'alcool. Nel
               contempo, continuai a scrivere versi lamentosi:
               rivolti alla mia esistenza. Rimembrai il passato ed i
               calci inferti ad un pallone; l'amata scuola,
               abbandonata per l'incomprensione: creata dalla
               timidezza. "È brutto arrossire e
               dimenticare le lezioni studiate!" Rimembrai i
               verdi campi, dove correvo in compagnia d'amici e le
               speranze di un ragazzo timido che, solo come un cane
               bastonato... Affogava nel suo strazio interiore la
               mesta vita!Impossibilitato,
               suo malgrado, ad aprire la porta del dialogo. Ricordai
               il paese oramai spoglio d'anime giovanili. Pensai alla
               vita sognata da ragazzo: m'alienai alla non vita cui,
               la mia anima fu destinata. Ricordai, rimembrai: lodai
               la morte che, divenne un'amica ed odiai la vita. Nella
               stamberga della stazione, era normale bere in
               compagnia di uomini e donne senza ricordi. Era normale
               cercare il conforto di donne disponibili. Donne che,
               senza amore, t'aiutano ad ore a sbarcare le pene
               terrene. "È facile, giungere in fondo al
               dirupo... difficile è risalire l'irta roccia
               della moralità umana." Arenavo,
               affondavo... ed alla fine del naufragio; uno spiraglio
               Divino, una illuminazione Superiore: mi rammentarono
               le parole dell'amica, dimenticate nei tetri meandri
               della mia anima. Anima invasa da anni da alcool ed
               inedia... che, all'improvviso: ritrovò la
               luce!."L'ultimo
               desiderio!" Ripetevo a me stesso."L'ultimo
               desiderio!..."...Ed
               ancora, per ore ed ore...: "L'ultimo
               desiderio!"Non
               riuscivo a capire... non riuscivo a decifrare la
               persona che lanciò quella frase. Sospeso nel
               baratro dell'emarginazione, aggrappato allo scoglio
               della speranza: cominciai a ricordare la dolce e
               balbuziente Manuela. Cominciai a rimembrare le mie
               note stonate che, dal momento della sua partenza
               atterrirono la mia vita! Cominciai a ricordare le
               sofferenze morali: inferte alle nostre anime di
               diversi!?!... Cominciarono a sgorgare lacrime calde
               dal cuore di un clochard, intrise, a mille frecce
               infuocate d'ira. La voglia di rivincita, nei confronti
               di un mondo crudele: cominciò a trafiggere la
               mia timidezza.Il
               giovane albero, bruciato dal fulmine della
               moralità umana, da insani e lividi problemi
               dovuti alla sua irrequieta adolescenza: rivide, lo
               sprazzo di luce donatogli dall'amica balbuziente;
               seguì i consigli e le virtù di costei.
               Ricordai, che Manuela era lo zimbello del paese e le
               mie pene, al suo confronto, erano problemi veniali.
               Manuela era derisa e del suo handicap, si beavano
               bambini incoscienti. Manuela andò via,
               perché della sua balbuzia si beavano ragazzi
               deficienti. Io, ero soltanto una timida
               radice! Avevo
               vinto la scommessa con me stesso. L'uomo emerse dalle
               profondità della mente, ed il clochard barbuto
               che, aveva abbandonato da anni "tutta la benamata
               famiglia", in un bel pomeriggio di maggio... nel mese
               dei fiori dai mille colori che ammantavano i verdi
               campi del suo paese... riabbracciò la vecchia
               madre. Portò dei garofani rossi, sulla tomba di
               un uomo: al qual chiese perdono! Inviò fiele, a
               gente colma di paura e di pregiudizi. Portai amore, a
               vecchi amici, cui raccontai l'avventura di un uomo:
               partito alla ricerca del successo e ritornato senza
               sogni. Dopo anni di sbandamento; anni di costrizione
               morali: ed un lungo periodo d'adattamento ad una
               condizione sociale ristretta! Soltanto
               un libro avevo salvato dalla mia avventura. Costui,
               l'avevo dattilosritto molti lustri precedenti. Per
               costui, lasciai il paese alla ricerca di un editore.
               Il libro, avvolto in un ritaglio d'un consunto
               giornale, s'intitolava: "Gnòti Sautòn!"
               Il libro, era un saggio filosofico che, prendendo lo
               spunto dall'ammonimento delfico... affondava le
               barbarie umane e proclamava la gioia
               terrena.Lo
               scartocciai, dal lurido pezzo di giornale.
               L'abbracciai al minuto petto e con lui trascorsi la
               prima notte di quiete:dopo
               anni d'inumane privazioni.Quella
               notte, era libera dal freddo e dalla paura di morire,
               per colpa di uomini senza cuore. Quella notte, le
               calde coperte materne avvolsero le mie membra e la mia
               anima riassaporò la gioia di una casa. Mi
               svegliai all'alba ed intravidi: l'aurora rosata..
               Piansi, col tormento, che mi portavo dentro. Amai, il
               piccolo e consunto ritaglio di giornale; servito a
               proteggere il saggio, dalla polvere:
               dell'inafferrabile tempo. Dal ritaglio, gettato sul
               pavimento: spuntava un abbagliante
               elzeviro......
               dove era scritto a caratteri cubitali: "La nuova
               stella della letteratura e della suspense mondiale si
               chiama Manuela Savion". Ed ancora: "Col suo primo
               romanzo, intitolato: l'ultimo desiderio e dedicato ad
               un suo vecchio amico scomparso da quindici anni. La
               scrittrice ha venduto cinque milioni di copie in tutto
               il mondo.""Amico
               scomparso", balbettai! "Dov'ero, in quel lasso di
               tempo?" Ed ancora: "Allora è vero che l'alcool
               "alla lunga" brucia il cervello."La
               cara madre mi delucidò sugli innumerevoli
               accadimenti: sulla disperata voglia di Manuela di
               appurare una bella o brutta realtà. L'amica
               della pubertà e la silhouette di una
               balbuziente, mi cercavano invano da molti anni. Per
               molti ero morto... per altri non ero mai esistito! Per
               lei, ero rimasto il suo unico amico."Hallo...
               Pronto... Hallo... Pronto...?""Ciao
               sono Roger" risposi sommessamente."Se
               è uno scherzo, è di cattivo
               gusto!""Manuela,
               come sta il tuo "bel" Rogerino?"Rogerino,
               era l'appellativo che diedi al fondoschiena della mia
               amica scrittrice. Le piaceva molto il mio nome! Ed
               allora..."Allora
               sei pronto Roger! Soltanto Roger conosceva quel
               nome!""Chi
               credevi Siddharta o Cappuccetto rosso!""Ma
               sapevo!... Credevo! Hanno detto che eri..."
               seguì il silenzio."Che
               ero morto? C'è mancato poco!...""Dove
               sei stato? Dove sei? Roger, sono anni che ti
               cerco.""Ora
               sono a casa. Per anni ho naufragato nella
               melma...Ero
               partito per diventare uno scrittore. Ero fuggito da un
               posto colmo d'ipocrisia per, detergere il mondo di
               sogni. Sono tornato a casa, da emerito fallito. Senza
               un soldo e confuso dalle gioie momentanee ed
               ingannevoli dell'iridescente bottiglia.""Non
               dire così! Non ti affliggere...""Cara
               Manuela, soltanto una cosa ho capito: dopo aver
               sofferto e vissuto anni nefasti! Soltanto l'ironia e
               l'autoironia: ... m'hanno salvato
               dall'autodistruzione.""Roger,
               domani mattina prenderò il primo volo per Roma
               e nel pomeriggio ti raggiungerò.""Fai
               presto a venire, altrimenti riprendo il viaggio.
               Questa volta, invece di fare lo scrittore,
               diventerò un illustre poeta, alla ricerca della
               sua "vera" dimensione.""Aspettami
               ironik... ho delle grandi novità per
               te!""Okay
               Manuela... okay amica. Ci vediamo domani.""A
               domani, poeta senza patria.""A
               domani, scrittrice famosa. Un abbraccio da un
               poeta-scrittore senza un soldo ma, con la coscienza
               pulita e la vista autoironik."Riattaccai
               la cornetta e m'accinsi a rincontrare le inutili e
               vuote esistenze d'esseri ipocriti. Erano quindici
               anni, che avevo lasciato un piccolo paese: circondato
               dalle insensibili montagne e battuto dai freddi venti.
               Nulla era cambiato, l'ipocrisia e l'invidia, che
               albergavano nei vacui corpi d'esseri stolti: erano
               ancora lì! Ed io, chiedevo ed elucubravo alla
               mia anima ribelle... il senso del mio ritorno in una
               landa dimenticata da Dio; lo scopo della mia vita; il
               senso della gente che, viveva in un contesto sociale
               altamente falsificato. Gente, che con l'odio e
               l'arroganza creava elaborati ed arzigogolati pensieri,
               destinati a compromettere la dignità altrui.
               Gente, che cercava il potere politico e religioso e
               con bui sofismi: riusciva a fare il bello e cattivo
               tempo, a discapito dell'inerme popolazione. Fece, che
               riformava articoli e dettava legge, come al tempo del
               nero flagello. Era il tempo della falsità che
               cambiava la moralità e la dignità ed
               imputridiva i veri sermoni dell'uguaglianza etnica. Lo
               spoglio paese, prolificò di pece straniera,
               fuggita da malsane carceri. Pece che sfruttava,
               violentava, inermi ragazze straniere. Clan maledetti
               che, vendevano al miglior offerente corpi
               d'adolescenti, rapite e rivendute! Costrette a
               soddisfare: schifose voglie d'esseri che, formavano la
               società globale. Grazie all'aiuto dei mafiosi
               nostrani... ed altri sporchi animali a due
               zampe..."i
               malfattori stranieri la facevan da padrone in un paese
               destinato alla rivoluzione dell'anima!" Ricordai, la
               mia gioventù ed il tempo perduto. Ricordai, la
               mia vita ed il tempo bruciato. Lodai il mio cuore che,
               in una cinerea alba; decise di ripartire; decise di
               fuggire: da un paese che, gli faceva schifo. Decise
               d'andar via da un'epoca malsana... innalzante al
               funesto vento: le ingiustizie. Terra, che detestava
               le calde parole di scrittori e vati: intrise di
               diritti paritari.Ed
               alla fine di montagne cariche di fiele. Alla morte di
               sogni infranti e mix di carichi depressivi. Alla fine
               di ansie affogate nei caldi ma, ingannevoli fiumi
               alcolici. Percepii, che l'esistenza è soltanto
               una spirale anormale. Capii, che la vita, comunque
               nasca il solco: val la pena d'esser vissuta...
               soltanto per elevare al mondo i veri ideali che
               giacciono in noi. L'aria di Parigi, era densa di smog
               e bruma mattutina.Manuela,
               abitava al centro della bellissima città.
               Viveva in un superattico dal quale intravedeva la
               Torre che Aiffel, decise d'erigere. Scrutava le altre
               bellezze architettoniche... Intravedeva la vita fluire
               e la frenesia, con la quale alimentava la
               città. Palpava l'ansia e lo stress mattutino:
               d'operai e finanzieri d'alta quota. Amava, la calma e
               la pacatezza di artisti che dipingevano: opere
               surreali, in via della libertà. Manuela
               arrivò a Fiumicino, alle 15,30 d'un infuocato
               pomeriggio. La gaiezza ed il suo sorriso: ammantarono
               di vita il mio viso! Un caldo abbraccio e due baci
               prolungati m'invasero: trafiggendo i miei tristi
               pensieri. Una sorpresa desiderata ed a lungo cercata
               in terra; mi sollevò dalla mera e fosca
               realtà... in cui, da anni... ahimè:
               soggiacevo!"Ti
               ricordi le mie ultime parole?" Mi disse."Vagamente...
               ricordo che dovevo esprimere un desiderio e rivelarlo
               ad una persona amata!" Risposi.Lei,
               con gran pacatezza ed un sublime savoir-faire,
               rispose: "va bene Roger... sei pronto?! L'ora è
               giunta!""Pronto!
               Pronto per cosa...? Amica non ti capisco.""Quale
               desiderio esprimi! Sbrigati... È ora di...!
               ....""Non
               ho nessun desiderio... ormai è tardi per
               sognare!""Ormai
               è ora di cominciare a sognare... amico che
               proclami: la caduta dei valori morali e del
               sommo sogno!""Cara
               Manuela, è facile sognare!? Forse, è
               facile sognare per una persona senza problemi
               impellenti: d'adattamento alla vita?! È facile
               sognare, quando lavori e non hai problemi quotidiani!?
               È facile sognare, quando sei potente e non te
               ne frega niente della massa!" Continuai, nel mio
               impeto: emanante rabbia e ribellione: "È facile
               sognare... quando stai bene, e non vuoi capire le
               sofferenze altrui!?"" Sempre, con un'irreale
               pacatezza... Manuela rispose: "caro Roger, credo, che
               il tuo ultimo desiderio: a questo punto lo
               esprimerà Dio!" Proseguendo nel discorso,
               una luce radiosa cominciò a fluire dalla sua
               bocca. Un fascio fulgente avvolse le nostre
               identità. Fu allora, alla vista di una donna
               infuocata da suoni aritmici, che provenivano
               dall'alto. Allora compresi... dissi: "Sei un
               Angelo!" Lei, sempre con una lentezza
               invidiabile... Senza destare: paura, fragilità,
               ipocrisia ed altre negatività, mi portò
               al di sopra della spoglia brughiera terrena. Mi
               lasciò sopra una candida nuvola, carica di Luce
               Divina. Con lei, galleggiai lontano dalle perpetue
               ingiustizie!."Ero
               a letto. Un tremendo scossone, mi riportò
               nell'insulsa realtà! All'improvviso, mia madre
               mi svegliò, ed urlò all'orecchio:
               "Alzati... sbrigatiiiii! È ora d'andare al
               lavoro! Sono le 6,30..." Ed io... risposi: "È
               ora del robot... è ora di timbrare un lurido
               cartellino. È ora di fare la rivoluzione!
               È ora di morire per gl'ideali." Mi vestii, mi
               lavai e nel frattempo: una macchia rossastra
               infuocò d'ambrosia (il nettare degli Dei), un
               romanzo già letto nel mondo onirico. Il titolo
               era cambiato ed era scritto col sangue coagulato:
               d'etnie emarginate. Il titolo del romanzo era: "Uomo
               del terzo millennio... qual è: il tuo ultimo
               desiderio terreno?!". Ricominciai a sognare...
               ricominciai a scrivere... ...ricominciai... ...a
               vivere!?!". Dedicato
               alla mia anima! |