LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Paolo La Torre

È nato il 5 giugno 1944 a Cerignola (Fg). Studia al liceo classico della sua città, interrompe gli studi per trasferirsi a Sesto San Giovanni nel 1961, ove risiede. Contribuisce a dare un aiuto alla sua famiglia. Pubblica un volumetto Carmina nel 1969 presso l'Editrice Mondo Letterario di Milano. Dopo il servizio militare e varie esperienze lavorative, approda alla Magneti Marelli SpA il 15 giugno 1970, per terminare il suo ciclo lavorativo alla Fiat Gesco SpA il 31 dicembre 2001. Ha scritto un Acrostico a Sua Santità Giovanni Paolo II, Sempre sognatore. Ora da pensionato cerca di recuperare il tempo perduto leggendo e scrivendo delle poesie, per offrire delle emozioni a chi legge.

Inserito nell'antologia del Premio
Olympia Montegrotto Terme 2003 e del Premio Il Club dei Poeti 2004
Un cane bastardo
 
Un campo non arato,
ai lati delle querce;
un cane in giro.
Sono un cane bastardo,
un cane bastardo,
in cerca di un osso;
il mio osso sei tu.
Ti rincorro,
mi fai fiaccare,
fin quando vuoi tu.
Lentamente mi avvicino a te,
per essere accarezzato,
e tornare a cuccia:
mentre navighi nei miei sogni.
 
 

 
 
Noi giovani
 
Mani si agitano
mani parlano
un mondo nuovo invocano
un amore nuovo chiedono.
 
Grida di giovani
risuonano
volti d'ogni colore
si cercano
un mondo vecchio
contestano.
 
Son grida d'amore
son canti di libertà
son voci contro la guerra
son voci per la vita.
 
Son battere di ali
verso cieli azzurri
son rose che mettono spine
son canti nuovi
siamo noi giovani.
 
 
 
 

 
 
 
Il destino
 
Il mondo gira
da solo
incurante del tuo dolore.
 
Le tue mani
le guardi sudare
la vita inizia
a farti paura.
 
Il tuo volto
cambia colore
mentre il mondo
gira sempre e solo
da sé.
 
Non le preghiere
più ascetiche
non i pianti
più umili
non battendoti
il petto
riesci a fermare
il tuo destino.
 
 
 

 
 
 
Avola
 
Mille braccianti
han scioperato:
le sirene invano
han chiamato
senza voce i campi
sono restati.
 
Un corteo han formato
e anche i passeri
han protestato.
Molte volte han gridato
e l'urlo il vento
ha gonfiato.
 
All'improvviso
tutt'intorno di spari
è risuonato e sangue
sul selciato e colato.
 
Due braccianti sono morti
e il corteo senza lacrime
ha pianto.
 
Il contratto ha rinnovato
ma i morti lo han firmato.
 
I giornali
grandi parole han riportato
ma l'azzurro del cielo
il verde dei loro campi
i baci dei loro bimbi
l'abbraccio delle loro donne
mai più loro avranno.
 
Il contratto han firmato
ma il sangue l'ha sigillato.
 
 
 

 
 
 
 
Rivado lì
ora la nebbia sulfurea
il mare
offre come cibo
ad un monte ed ai suoi alberi.
RIvado al Faito
e sono triste.
 
 
 

 
 
 
Sogno
 
Solitario, vago
nei miei sogni -
e
rivado a Torre di Rivoli;
osservo l'Ofanto
baciare il mare,
le onde scontrarsi,
i cavalloni schiumosi.
Mi sveglio:
non sono più un ragazzo.
 
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Agg. 23-08-2006