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- PROVE DI
TEATRO
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- Sul palcoscenico del teatro popolare Emilia
riciclava versi presi in prestito, intanto Nico fumava
una sigaretta dietro l'altra senza fare troppa
attenzione alla cenere dispersa. Lo spettacolo avrebbe
avuto luogo tra qualche giorno e gli attori recitavano
le loro battute tra l'ansia e l'emozione. Tutto
sembrava essere pronto, almeno così diceva
Maurizio, ma in Antonio cresceva l'angoscia di ora in
ora.
- Il soggetto da mettere in scena era difficile:
ne era autore lo stesso Maurizio, giovane regista ed
uomo acuto: la trama voleva sostanzialmente
rappresentare una metafora della vita oltre la morte,
basata su dialoghi al confine tra il bene ed il male,
per giungere infine alla verità.
- Non v'era dubbio che Luca era adatto al ruolo
assegnatogli: un ingegnere in carriera strappato alla
vita nel fiore degli anni; in realtà l'attore
l'aveva scampata più di una volta con la moto,
e nelle pause di caffè bollente, raccontava ai
compagni, come da copione, le sensazioni ed i ricordi
del periodo di coma: rimaneva il fatto che si era
risvegliato integro nel cervello anche se la sua
donna, la bella Marzia, giurava che poi tanto bene con
la testa non fosse mai stato.
- Gilda arrivò in ritardo investendo sul
palco un paio di inservienti, lanciò il
cappotto che finì per scivolare sul tavolo come
una tovaglia, e con uno 'Scusate il ritardo' detto per
formalità, cominciò a recitare la sua
parte senza alcuno sforzo.
- Maurizio adorava Gilda e quella sua aria da
primadonna, le sue irruenze da e fuori il
palcoscenico, ma, soprattutto il suo modo di amare
sotto le lenzuola.
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- Non riusciva a separarsi dall'immagine di quel
corpo sinuoso e caldo che sembrava arrendersi e poi
aggredire. Il pensiero delle sue mani maliziose ed
esperte, lo faceva impazzire, ma più di tutto
amava la sua bocca, dalle labbra carnose e
morbide.
- Gilda finì la sua battuta, si volse
verso di lui arruffando il naso come una gatta: si
creò una smorfia ruffiana sul viso, poi
sgattaiolò fuori scena dirigendosi verso la
toilette.
- Luca assaporava le sue ultime battute come se
fossero uscite da un fumetto, Nico, accorgendosi di
questa spersonalizzazione, lo richiamò
all'ordine: Luca gli sorrise benevolo, con un cipiglio
di superiorità. 'Il povero Nico che non poteva
capire, non poteva sapere...'.
- Antonio riuscì a recitare la sua parte
senza neanche una pausa, ma lo sforzo lo stremò
notevolmente: sentiva che questo lavoro gli stava
rubando energie, infatti ad ogni prova era sempre
più fiacco, ma gli altri lo rassicuravano che
la prima volta era sempre così.
- Sarà, pensava, ma intanto si sentiva
sempre più debole, come se fosse vittima di un
virus e non se ne potesse liberare; non volle
diffondere queste sensazioni, gli altri lo avrebbero
sicuramente canzonato e questo gli avrebbe fatto
ancora più male. Il suo ruolo lo stava
inghiottendo: lui era il malato terminale, e sembrava,
per davvero, che di giorno in giorno il suo pallore
diventasse evidente.
- Improvvisamente il vento spalancò una
finestra delle quinte, arruffando violentemente le
tende in un vortice.
- Si fermarono tutti un istante ad osservare il
fenomeno: Gilda uscendo dalla toilette rimase
imprigionata nella
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- tenda, che avviluppandola le fasciò il
corpo. Gilda non si lasciò andare ad isterismi
: non chiamò nessuno, restò ad attendere
pazientemente che il vento si placasse e sciogliesse
la morsa della tenda: così accadde, ma nel buio
si sentì stringere alle spalle dalla stretta di
Luca, che la baciò sul collo. Lei lo
lasciò fare, a dispetto degli altri che avevano
ripreso le prove. La voce di Maurizio li
richiamò all'ordine, e loro rientrarono in
scena, sparpagliandosi indifferentemente tra gli
altri.
- Emilia non ce la faceva proprio a sostenere la
sua parte: doveva essere la compagna di Antonio sulla
scena, fuori era stata la sua amante; la storia
sembrava essersi conclusa di comune accordo, ma lei
aveva mentito per salvare la sua
dignità.
- Antonio invece era tranquillo: fin dal primo
momento in cui irruppe inaspettato, presentato da
Maurizio come il nuovo elemento del gruppo
teatrale.
- Antonio, memore della sua disponibilità
aveva ricominciato a scherzare, osando a riprovarci,
ma Emilia lo aveva rifiutato. L'uomo però,
senza scomporsi, era tornato sui suoi passi come se
niente fosse accaduto.
- Emilia odiava flirtare con lui sulla scena,
perché Antonio cercava, comunque, di baciarla e
stringerla ogni volta più forte.
- Marzia veniva ad assistere ad ogni prova,
cercando di far colpo su Maurizio, di cui era
segretamente innamorata, ma percepiva la passione di
quest'ultimo per Gilda; tutto ciò non la
infastidiva, anzi, restava a spiarli durante le pause,
osservava Gilda ammaliarlo con i suoi
sorrisi.
- Provava stima ed un pizzico di invidia per
lei.
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- Luca nella storia era l'elemento cattivo, ma
anche l'uomo più affascinante e fortunato: a
lui toccava il ruolo di latin lover ed Emilia doveva
soccombere al suo fascino.
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- Accadde all'improvviso, durante quell'ultima
prova.
- Fuori copione Luca aggredì la partner,
gettandosi sulla donna che lo supplicava di fermarsi:
ma Luca, come in trance, le sollevò la gonna
scoprendo le sue magre cosce.
- Emilia, intanto, si lamentava, piangeva
cercando di liberarsi scalciando, ma l'uomo più
forte di lei, la teneva immobile. Con una mano sulla
bocca le impediva di gridare, mentre con l'altra si
introdusse tra le sue gambe: si udì prima lo
strappo dei collant poi quello dello slip, un rumore
netto di cerniera lampo, poi un gemito. Infine il
silenzio. Emilia rimase ad occhi spalancati: lacrime
cominciarono a scorrere rigandole il viso.
- I presenti rimasero immobili, come se avessero
perso il contatto con la realtà: Luca era stato
vittima di un raptus. Dopo lo stupro si sollevò
frettolosamente il jeans, lasciando in parte fuori la
camicia. Intorno a lui, sul palcoscenico, in quei
pochi attimi regnò un silenzio di morte:
intanto Emilia raccolse brandelli di calze piangendo
silenziosamente. Marzia, dal fondo del palco, fu la
prima a reagire: si alzò urlando 'Porco, che
hai fatto?', poi, gli andò incontro, ma Luca
aveva gli occhi fissi nel vuoto, e la superò
senza ascoltarla ritirandosi nelle quinte.
- Maurizio saltò sul palco, giungendo a
lui col sangue agli occhi, lo scosse violentemente, ma
fu inutile, Luca non diede segni di ripresa, aveva la
bava alla bocca; Maurizio
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- decise, allora, di seguirlo in
camerino.
- Sulla scena, intanto erano rimasti Antonio, con
un viso incredulo, e Gilda, che biascicò tra
sé qualcosa tipo '...una gabbia di matti'.
Così parlando, si ravviò con le mani i
suoi capelli neri, raccolse il cappotto e si
incamminò verso l'uscita. Ma il braccio di Nico
l'afferrò bloccandola 'Dove vai?' - le chiese -
'A respirare - rispose senza batter ciglio, poi
liberatasi della stretta, dopo qualche passo, si volse
e gli chiese &endash; vieni via anche tu?'.
- Nico annuì e si avviarono insieme verso
l'uscita sul fondo. Erano trascorsi pochi secondi da
quando si era chiusa la porta del teatro alle loro
spalle, che echeggiò un colpo di rivoltella per
tutto il teatro: partì dal camerino di
sinistra, giunse fino al proscenio, attraversò
il palcoscenico, risalendo su lungo le cordature delle
scene, poi riuscì dalla destra andandosi a
schiantare contro la porta del deposito. Tutto in
pochi istanti, poi l'urlo sospetto di Antonio
riempì tutto lo spazio del teatro vuoto,
andò oltre, fuori, e raggiunse i fuggitivi in
auto. Nico e Gilda si guardarono, provando un forte
peso al petto: scesero simultaneamente dall'auto e
corsero nuovamente in teatro.
- Lì, intanto, si stava svolgendo l'ultimo
atto della tragedia. Gilda e Nico non avrebbero potuto
dare soccorso, responsabili in parte, pupazzi
vigliacchi, del loro menefreghismo. Maurizio stava
rientrando in scena: era sconvolto e disperato, si era
distratto solo un istante &endash; disse - quello
fatale, e così dicendo depose il corpo di Luca
sul palcoscenico.
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- Antonio pianse, si accasciò e
cominciò a dondolarsi: piangendo riuscì
a calmarsi e in quella nuova lucidità acquisita
disegnò un sorriso ebete sul volto.
- Emilia osservò il suo repentino
cambiamento: sembrava che in lui la sofferenza e la
gioia avessero la stessa espressione e non comprese:
certamente non riconobbe in Antonio l'uomo che aveva
amato. Per questo non gli chiese nemmeno di
soccorrerla.
- Maurizio intanto si disperava, allora gli si
avvicinò Marzia, rimasta fino ad allora
pazientemente nell'ombra; lo abbracciò
avvolgendolo di calore, cominciò a coprirlo di
carezze, giocando con le dita tra i suoi capelli; lo
baciò, delicatamente sulla fronte, poi sulla
guancia. Maurizio sentì un rinnovato tepore
salirgli in viso, ancora un altro bacio più
vicino alla bocca, che lo solleticò; infine le
loro labbra si sfiorarono, quelle di lei si aprirono,
le sue cedettero benevole. Quel bacio nato
consolatorio, assunse un significato diverso: i due si
lasciarono andare ad un abbraccio complice che li
isolò dalle poche anime presenti in
teatro.
- Antonio osservò le due figure
estraniarsi, se ne rallegrò, e cercò in
Emilia un simile sguardo d'intesa: ma venne deluso,
allora chinò il capo e si avviò
mestamente nel camerino.
- Gilda spiando la scena si era eccitata, e
nascosta dal buio della platea si lasciò
prendere da Nico, che la spinse contro il muro,
baciandola e toccandola con passione
repressa.
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- Emilia sembrò essere l'unica a restare
con i piedi per terra: afferrò la cornetta del
telefono invocando un'ambulanza, poi stremata per le
troppe e rapide emozioni vissute si accasciò
sull'unica sedia in scena e restò lì,
immobile, fino al momento in cui le sirene la
riportarono alla realtà.
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