
 
GIORDANO GALLI, Il cammino della speranza, Le schegge d'oro (I
libri dei premi-poesie), Montedit, ottobre 1997, pp. 48, LLit. 12.000
- ISBN 88-86957-19-X
Prefazione di Bianca
Cerulli
   - "ll cammino della Speranza": è un titolo impegnativo
   che esprime sinteticamente, ma in modo piuttosto chiaro, le
   intenzioni dell'autore. Il cammino della speranza è quello
   che porta l'uomo, smarrito in un mondo incomprensibile, a
   riscoprire se stesso, a ripartire dall'inizio per dare un senso al
   passato e vivere in modo più autentico il futuro. E cosa
   può accompagnare l'uomo in un percorso tanto impegnativo se
   non la poesia? Bistrattata, ignorata, ormai passata decisamente in
   secondo piano in quanto forma d'arte; pure, è sempre a lei,
   alla poesia, che l'uomo ricorre per dare voce al proprio disagio,
   al proprio dramma esistenziale.
- Chi sono? Perché mi trovo qui? Che significato hanno
   gli incontri, le azioni, le cose che accadono? Domande vecchie a
   cui è probabilmente impossibile trovare una risposta
   soddisfacente per tutti. Ognuno, se ha il coraggio di porsele,
   deve poi scavare in se stesso, con pazienza e tenacia, per
   elaborare le proprie privatissime risposte.
- È quello che fa Giordano Galli, poeta lodigiano che
   ha di recente ottenuto ottimi risultati in diversi concorsi
   letterari e che ora propone questa silloge che già dal
   titolo, come si anticipava prima, si presenta come un'opera
   impegnativa, quasi un bilancio di una vita già cominciata e
   ora sul punto di ricominciare. La scelta della poesia come forma
   espressiva è avvenuta, come si intuisce dai pensieri
   premessi dall'autore all'opera, d'istinto e per necessità.
   D'istinto perché solo nella potenza espressiva della
   poesia, nei suoi silenzi, nei suoi ritmi, Galli ha trovato lo
   strumento ideale per dare voce e corpo al proprio male di vivere;
   per necessità in quanto le parole e le idee, come un fiume
   in piena, hanno travolto ogni ostacolo per riversarsi sulla carta
   dove si sono fissate in immagini più autentiche, in una
   sorta di diario del viaggio di un'anima alla ricerca, e alla
   scoperta, di se stessa.
- "ll cammino della Speranza" è dunque, sotto certi
   aspetti, un diario; e, come tale, estremamente autobiografico.
   Ciò non toglie, tuttavia, che ognuno possa ritrovare una
   parte di sé in queste poesie; che ognuno possa sentirsi in
   viaggio con l'autore, e riconoscere nelle sue angosce, nelle sue
   paure e nelle sue speranza anche le proprie. D'altro canto, la
   poesia ha esattamente questo privilegio: nel momento in cui sono
   scritte, le sue parole diventano patrimonio di tutti gli uomini,
   facendoli sentire meno soli.
- E Galli ne è tanto consapevole da rivolgersi
   direttamente all'esterno, ai possibili interlocutori, con un tu
   che ricorre spesso nelle sue poesie; come ad esempio in chiusura
   della bella "Tramonto toscano: lascio libero il mio cuore di
   raggiungerti"; oppure, e qui la volontà di comunicare con
   l'esterno si fa esplicita, nei versi finali de "Il termine: il mio
   augurio / una preghiera elevata al cielo. / Per un domani migliore
   / per ognuno"; e, ancora, in "Carmit", che significativamente
   chiude la raccolta: "hai portato con te / il richiamo d'amore /
   col lento scorrere del fiume". Ed è tanto più
   intenso il richiamo alla magica immagine del fiume, così
   densa di significati simbolici, proprio perché posto come
   suggello alla raccolta. Il "lento scorrere del fiume" come
   metafora della vita stessa che fluisce e rifluisce senza posa,
   tutto mescolando in se stessa: passato, presente e futuro; io e
   gli altri; tutto questo non è che una cosa sola. Il tema
   della circolarità dell'esistenza, del costante "ritorno
   all'inizio" domina del resto, ed è programmatica
   volontà del poeta, tutta la silloge. Lo si riscontra sia
   nei contenuti che nello stile delle liriche, che spesso assumono
   proprio un andamento circolare, con versi che si ripetono -
   modificati nel senso con suggestivi spostamenti delle medesime
   parole - a distanze costanti conferendo un ritmo lento, cadenzato,
   quasi salmodiale, alle poesie. Si pensi a "Il tempo", dove le
   parole "scorre, tempo" e "vita" sono collocate con precisione e
   perizia, e proprio in virtù di ciò assumono una
   nuova densità di significato e propongono, anche
   visivamente, l'idea del cerchio che non ha inizio né fine.
   Tanta cura nella scelta delle parole, della loro posizione e degli
   eventuali spostamenti, tradisce una certa dimestichezza con la
   pratica della poesia, o almeno con la sua lettura; ed è
   davvero incoraggiante incontrare un poeta emergente che dedica
   attenzione alla forma della poesia, e non solo al contenuto.
   Troppo spesso, nella poesia moderna, si privilegia il significato
   rispetto al significante, dimenticando che la poesia deve nascere
   dalla sapiente combinazione di entrambi.
- Nel suo cammino di introspezione, poi, Galli non manca di
   soffermarsi davanti alla natura: ne nascono allora poesie vivide,
   grondanti colori gettati nei versi a piene mani e con pennellate
   decise (si veda ad esempio la vigorosa "L'approdo" o la policroma
   già citata "Tramonto toscano"); anche gli agenti esterni
   vengono però sempre ricondotti all'io, alla condizione
   esistenziale dell'uomo che resta il tema dominante di una raccolta
   affascinante, come affascinante e drammatica è la domanda
   con cui si chiude la prima poesia presentata: "realtà /
   esisti o sei un sogno impossibile?"
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         - Bianca Cerulli
 
 
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