Ha pubblicato il
libro
Giusy Gallucci, L'oasi del
risveglio, ed. Montedit, 1997, pp. 128, Lit. 14.500. ISBN
88-86957-01-7
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Presentazione di Carla
Pellucci
- «É basta entrare in una stanza
qualunque di una qualunque strada perché ci
salti agli occhi quella forza estremamente complessa
della femminilità».
- Virginia Woolf
- (Una stanza tutta per sé)
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- «Le donne sono state sedute in queste stanze
per milioni di anni, cosicché ormai perfino le
pareti sono pervase dalla loro forza creativa»,
così continuava il saggio della scrittrice
Virginia Woolf, quando nel 1928 delineava le
caratteristiche di una scrittura femminile.
- È quanto si addice all'autrice di questi
testi teatrali: una donna si racconta, mettendo in scena
un mondo interiore di ricerca, di autoanalisi, di
autocoscienza. Le stanze di una casa &endash;
palcoscenico della vita &endash; divengono la fabbrica di
un lavoro introspettivo di trasformazione. Questa volta
le mura non tacciono, non si chiudono nel mutismo
complice, nei secoli, del vissuto muliebre. Le mura
partecipano al laboratorio alchemico e creativo per
assistere al sorgere della nuova coscienza di una delle
due metà dell'essere.
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- Un monologo interiore segue fluido il flusso della
coscienza, un duro, vigile scavo nell'accadimento
quotidiano per strapparne la trama É un disegno, una
trascendenza. È il risveglio di un prorompente
potenziale femminile, delle sue facoltà di
sensibilità, di penetrazione, di contatto con
ciò che è invisibile agli occhi.
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- L'orizzontalità della vita a due si
racconta nel dramma di una nostalgia di un amore
ascensionale, l'amore della rosa bianca, che va oltre il
possesso, quel possesso che riduce l'altro ad un semplice
prolungamento di sé.
- La donna celebra la riappropriazione della propria
vita, il riprendere in mano le redini. Si ritrova ad
attingere la propria forza da se stessa:
- «Chi mai potrà darmi di più se
non io stessa?».
- I luoghi della casa diventano l'ambientazione
teatrale e il teatro viene a rappresentare la vita
autentica, dove lo spirito femminile si dibatte per
ritrovare il suo originario modo di essere e di
sentire.
Carla Pellucci
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agggiornato il 3 marzo 1998
