- Racconto breve
-
- ALL'OMBRA DELLE RADICI DI
UNA NEVROSI
- Sono
passati molti anni &endash;vesciche di
tramonti e disastri scricciolanti,
- forme disformi abbellite di lustri e lustrini-
eppure ogni sera ti sento
- bussare alla mia porta, lusinghe da venditore
d'enciclopedie, mi convinci
- ad aprirti e a restare.
- Appoggi la tua coppa di veleno sul mio comodino e,
seduto sulla logora
- poltrona del gatto, mi ipnotizzi con la tua
figura: ombra nera in
- silhouette affilata. Ancora una volta seducimi e
uccidimi con la tua
- storia.
- La mia mano piccola stringeva la tua e mi
conducevi in un paradiso
- prenotatoin una conca di quattro corolle:
- "Puoi avere il rosso del sangue, e il verde della
fede, possedere l'azzurra
- sorgente della mente e il giallo dell'oro al sole
di settembre."
- Ma io scelsi un fiore violetto, purpureo e sporco
come il biblico piacere,
- scelsi un capriccio e la lussuria di volere le
cose come se fossi un Dio.
- E tu mi legasti le mani e le braccia e mi
azzerasti il cervello, mi
- copristi le ali di fango e cemento, mi rasoiasti
le gambe e mi sbattesti
- dietro un cancello, così che potessi vedere
e agognare il mio Eden perduto,
- desiderato e, straziato, non poterlo
toccare.
- Così mi tenevi nella tua fetida soffitta e
quando in casa ti piombava
- inaspettato qualche curioso ficcanaso, sentivo le
scale cigolare e poi tu
- che mi legavi gli occhi con un laccio per paura
che potessero gridare
- aiuto.
- Le logore catene si ruppero ch'era pomeriggio, tu
mi frustavi con fruste di
- pelle e la pelle era la mia.
- Ed io scappai fino a corrodermi le gambe e mi
rifugiai nelle chiese e nei
- templi e nelle rocche diroccate dei ricordi dove
piove sempre.
- Eppure ogni sera tu sei sempre qui, un cadavere in
poltrona che racconta.
- E t'incontro la mattina per i vicoli, in un bar,
camminando lentamente e
- vedo il tuo viso riflesso nelle vetrine del mio
piccolo Eden artificiale,
- restaurato: non mi abbandoni mai, sei sempre
presente, e violenza.
- Provo a camminare nudo per i boschi e tu ci sei,
mi siedo accanto ad una
- fonte e nell'acqua vedo il tuo viso e le sponde
del mare e i rivoli di
- sangue e tu ci sei e quando di un albero io sfioro
la corteccia, tu mi
- leghi ancora le mani e le braccia e mi copri le
ali di fango e cemento, mi
- azzeri il cervello, mi chiudi dietro ad un tragico
cancello. E mentre mi
- frusti con fruste di pelle io leggo nei tuoi occhi
che mi hai tolto il
- Paradiso e non hai intenzione di rendermene un
po'
-
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-
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Poesie (parte prima)
-
- ASFODELI
VIOLETTI
- Cogliendo asfodeli lungo fiumi di
carta
- vedo frammenti d'umani
- navigare in superfice
- come foglie di catrame
-
- su quel che si pensa
- e non si dice.
-
- ***
- Portando gli asfodeli raccolti nei prati di
gesso
- sulle ceneri disperse, sullo specchio
dell'oracolo,
- frantumato in un destino
- desolato.
-
- Petali bruciati
- ardono nel falò
- dell'ombra accecante
- che accende lievemente
- l'immobile prato del nervo
-
- ***
- Schegge di rosso
- ticchiolate di bruno
- sono armonie del suono
- fra terra e sereno
- FULMINI DI SOLE
- Fulmini di sole
- rabbie di sale
- amare come il sodio
- l'alito di odio
- che hai sul collo
- del cavallo che sello
- Delusione
- distorsione
- di una chitarra senza corde
- che morde
- tutte le ire
- in un urlo di derisione
-
- AEREO-PENSIERO
- Passa un aereo
- circuito di pensiero
-
- placidamente appisolato
- in pleniluni a forma di cuore
-
- forze inumane mi afferrano le mani
- e mi gettano in dirupi fatti di salite e
solitudine
-
- Ascolta questo marciapiede
- asfaltato
- che ripete
- in sordina
- "La fine del Mondo è vicina,
- la fine del Mondo è
- vicina..."
-
- distrattamente graffiato
- su autostrade molto trafficate
-
- volo come un aereo
- circuito di pensiero
-
- SPIAGGE
STREPITANTI
- Sento la mia anima
- riecheggiare infuocata
- su spiagge strepitanti
-
- Io seduto sui sassi sfracellati
- ascolto il suo delirio
- implorarmi d'arrivare
-
- 0
- [zero]
- Il planisfero del crepuscolo
- è spalancato ai miei piedi
-
- libero come un orgasmo
- mi immergo
-
- risucchiato nel vortice
- mi immolo
-
- ammaliato dall'oscurità
- mi ammanto
- di zero
-
- QUADRI
- Ogni foglio sgualcito del
- calendario mio
- appeso
- alla parete crepata
- è un quadro composto
- da settemila colori impertinenti
-
- E la cornice è sempre la stessa
- d'oro violetto inciso con toni
d'inchiostro
- scarlatto
-
- Il mio quadro ha i colori di rugiada
- e un destriero dalle narici incrinate
- che passeggia indisturbato
- fra calcari e cemento armato
-
- Il tuo quadro ha il rumore del sole che
sale
- e baccanti nude frai tavoli d'un bar
- e lampioni accesi fino a scoppiare
- fra motori rombanti
- e scatole di mare
-
- Il suo quadro è sempre il più
bello
- uno stelo reciso
- una faccia da Narciso
- che si specchia nel fuoco azzurrino
-
- I nostri quadri sono coperti di grigio
- cortine di fumo,
- tendaggi di smog
- ombre di fog
- un sing
- e, rantolando,
- anche un sob
-
- I vostri quadri sorridendo apllaudono
- ai flashanti turisti giapponesi
- e sono pieni di scritte in carattere
bodoni
- o graffiti in bomboletta che parlano tre
lingue
-
- I loro quadri sono fatti dagli dei
- acquarelli composti insieme
- a pastorali e madrigali
- su foglie di seta sottile e colorati col
profumo
- della pelle di Eva
-
- Ma il mio quadro è pennellato nero
lutto
- sotto luce d'amaranto
- lo schianto
- d'una lacrima sanguinante
- cha fa crash nel vuoto più
assoluto
- fa breccia nei crani di tutti
- ma nei cuori di Nessuno
-
- Ogni quadro ratrappito nella
- cameretta mia
- appeso
- a un pelo di iena
- è un foglio sgualcito
- da un giorno di stupro di poesia TENDE
- Tende al vento
- tagliando l'aria
- disegnano poli
- di veli e circostanza
-
- Intatte tentatrici
- di voli suicidi
-
- aprire
- cadere
- volare
- e morire
-
- Essere semplici
- essere un martello di piombo e d'acciaio
ghiacciato
- schiacciato sulla testa
-
- Tende al vento
- sospiri d'inganni
- Agamennoni padri
- d'assenze di figli
-
- roditori di trame
- trucemente tritare
- l'ultimo fioreCRASH
- Timore
- d'amore
- passan le ore
- la fede mi muore
-
- Forse è un gioco del destino
- bambino
- cretino
- che io sia qui
- a imparare
- giocare
- soffrire
- morie
- remare
- nel mare
- affogare
- cercare
- l'appiglio
- un consiglio
- da seguire con fede
- per chi ci crede
- risalire la china
- dopo aver conquistato
- un po' di passato
-
- Crash in quest'anima
- vacilla la mente
- dice il Signore
- è timore
- d'amare
-
- FILI DI ARACNE
- Danzando
- su strani ponticelli
- sospesi
- su spazi
- abissali
- fili di Aracne
- fra orridi accidentali
-
- Non siamo creature del sole,
- oh, no, nemmeno creature della notte
-
- noi viviamo
- in un mondo di 2 vani
- con servizi, noi, e
- alle volte non arrriva
- nemmeno l'acqua potabile, qui da noi
-
- Non siamo creature della sera,
- oh, no, non apparteniamo a questa
terra
-
- Danziamo
- su spaghi di gesso
- territori di sesso
- e sguardi di piacere
- massacrante
- andante
- moderato
- lento
- rallentato
- fermato
- assaporato
- goduto
-
- E poi appagare un caffè
- servito davanti a
- magie e scenografi
- Sognare di danzare
- su ali di zanzare
- appartate dietro le porte chiuse
-
- di danzare e morire
- negli abissi di un bicchiere
-
- TRAGICI
REAMI
- Tragici reami
- lungo sponde
- di nervi gracidanti
- affogano-Atlantidi-
- in paure blu scure
- come la notte
- che agonizza sull'acqua
-
- STATALE 1 PER
TACOMA
- -Hey, Jack, ci arriveremo mai a
Tacoma?
- Chiudi il becco e torna a dormire
- nel cantuccio di un caravan crivellato
- mentre guido ognipotente
- sulla statale 1 per Tacoma
-
- Faremo un viaggio lungo
- lontano
- e nessuno ci potrà raggiungere
- nemmeno quei negri vestiti di grida
- che cantano in Main Street,
- nemmeno quei bianchi dai capelli
verniciati
- che razzolano nei cartastraccia
dell'Univesità
- nemmeno le sette sorelle del piano di
sopra
- che ti guardano minaccioso
- tutte le volte che rubi una caramella
-
- Tacoma
- sulla cartina
- una pallina
- colorata
- una cittadina
- da coma.
- Tacoma.
-
- -Hey, Jack, cosa faremo là a
Tacoma?
- Chiudi il becco e rimani sdraiato
- su quel sartiame di letto che hai
- mentre guido da Dio
- sulla Statale 1 per Tacoma
-
- Passeremo da Seattle,
- dall'Università di Olympia
- e vedremo loro tutti vestiti di bianco
- che ci salutano dalla riva sinistra
- dello Wishkah
- e con voce da cadaveri miniaturizzati
- e crisalidizzati in bottiglie di coca
- ci diranno:
- "Fate un bel viaggio
- voi che potete
- fuggiaschi
- che arrivate a Tacoma"
-
- Tacoma.
- Un'isola felice dove il barbiere
- ti taglia la gola
- il fornaio
- t'ammazza a palate.
- Ma si vive bene,
- laggiù,
- a Tacoma.
-
- -Hey, Jack, svegliati, siamo
già
- arrivati
- a Tacoma.
-
- PAURE
- Le paure
- escono di notte
- col favore dei guardiani
- dei nostri dei
- che sono traditori
- truffatori
- di sonno
- e soffiano vento siderale
- nel nostro lobo occipitale
-
- DEDICATA A K.
- Quando partoristi le nubi
- non eri così
- sepolto
- come adesso
-
- eri un fiore carnivoro
- che strillava a tutte l'ore,
- prima di sbattere la porta
- dipinta di dolce
- che lapidaria sormontava la tua soglia di
casa
-
- SIMBOLI
- Semi di Nutella
- nelle capsule bicolori
- e strani odori
- navigando su zattere e zolfare
frullate
- al di là del mare:
- cognizione
- paesaggio lunare
- luce sepolcrale
- ambiente posto in memoria duplicata
- azione
- killer in movimento
- verso di me
- corsa su scale
- troppo facili da scendere
- sbocco in cantina-pavimento d'acciaio-
- sotto le urla dell'Inferno
- luce d'eterno
- visione d'interno
-
- Simboli tradotti
- da cartilli marcati a fuoco
- sotto la mia pelle:
-
- sarò destinato a vivere
- le rose, le corolle
- e l'ondeggiare di betulle
-
- PENTAGRAMMA
- Note di fumo
- in parallelo
- c'è uno sguardo che
- ci tocca
- brandelli di cielo
-
- BRICIOLE D'APOCALISSE
- Nel tempio celeste
- dimorano dei
- e la madre
- ch'è terra
- si rispecchia
- sulle lame d'acqua
- fino a raggiungere
- un fresco spazio nel bosco
-
- Ma in questi giorni nessuno
- ha più pietà
-
- qui noi mortali
- assistiamo impotenti
- alle prime briciole d'Apocalisse
- che assale la stirpe
- noi, progenie
- noi, malati terminali dell'essere
- schiacciati dall'ultimo viso
- che ha immobili gli occhi.
-
- URLO VIOLETTO
- Viadotto per l'Inferno
- statale per il cielo nero
- vedo
- da una stanza insanguinata
- con vergini doloranti
- e moribonde partorienti
-
- e poi cammino su eccezioni ed
eccitazioni
- calpestando formiche di bile
- e scaragaggi dall'aria ostile
- come fossero nulla
-
- Rotture di silenzio
- squarci acrilici di un urlo violetto
- o porporaùo biancastro,
- comunque,
- in un altro posto
-
- L'INFERNO DI JACK
-
- Sono senza Dio
- senza Chiesa
- l'inferno dolce m'apre le porte
- all'eterno peccato originale
-
- Non c'è più Dio, Jack,
- qui ha cambiato residenza
- anche Cristo s'è preso la sua
croce
- ed è volato in un altro
Paradiso
-
- colore dell'Ade, calore
- bruciare, bruciore
- arrostire
- nell'ansia shokkata e schiacciata
- ridotta un dado
- che rotola giù
- per le scale cerebrali
- e quelle infantili
- di oggi
- e di ieri
-
- IL FUTURO è Già ARRIVATO
- Il Futuro è già arrivato
- su una macchina rossa come il sole
letale
- era vestito d'azzurro
- come il cielo della statale 52
- era fragile, aveva le mani fatte di
zucchero
- e le arterie di marzapane
- uno sciame d'api killer
- gli passava tra le dita
-
- Scolpita
- nel marmo di venature verdastre
- la sposa riposa
- divertita
- appassita
- dall'aspettare
- logorare
- occhi fatti di lucciole e luminare
-
- Ero stravolto e sconvolto
- da una manciata di giorni d'estate
- arrivata
- polverizzata
- nelle parole che non dicevo
- e che non udivo neppure
- seppure corressi e fuggissi
- su futuro d'altalene e di falene
- e piangessi
- i riflessi
- che non avevo
- e non potevo.
-
- IL GIORNO CHE IL SOLE NON C'ERA
- -Chi ha rubato il sole?-
- Mi domando affondando nelle nubi
- scremate di grigio
- azzurro reciso
- squallido, triste
- cielo severo
- sopra le macerie del pensiero
- in questa stanza
- piena di frantumi
- di speranza
-
- -E' passato un demonietto poco fa-
- risponde un giullare
- senza sorriso
- senza più viso
- -L'ha messo nella sporta della spesa
- e se lo cucinerà per colazione-
-
- Sì, certo, come no,
- ancora un'altra, disperata
- delusioneNella facile luce
- di un mattino soleggiato
- nel giardino della voce
- dove gli uccelli canterini
- si vestono d'azzurro
- e l'oleandro diventa droga di
leviatano
-
- io mi sveglio
- -cielo indifferente
- gente trasparente-
- e sono una flebile fessura d'essere
- infilata in un vaso affollato di fiori
- che sussurrano
- affilate paroline di rancori
- infamie trai dolori
-
- SIGARETTA
- Pallido, freddo turbamento
- che mi violenti nei giorni della
pioggia
- verdina d'erba e acqua nascosta,
divina
-
- Svanire soffuso
- di fruscianti desideri
- sull'onda di fumo
- di una sigaretta
- che si contorce
- nelle tue labbra rossettate
-
- Nei templi della stazione
- gli dei in partenza aspettano
- che qualcuno dia loro udienza
-
- Nel grande stordimento
- il fumo soffuso
- t'avvolge
-
- profumo
-
- TU, CRISTALLO
- Ho urlato tanto, sai
- malumori di tumori
- umorali e siderali
- immane demolizione
- di queste quattro mura martoriate
- gravose grandinate di fuoco
-
- io brucio
- nel fondo di quegli occhi scarlatti
- e maledetti
-
- aspirato da una fonte corrente
- nel ventre straziato
- di una mente
- che non sente
-
- io penitente pellegrino
- ricerco crude definizioni
- per suoni di metallo
- attraverso di te,
- cristallo
- io vedo, gelida,
- la paura di me
- 11.11
- Nella luce semichiara
- di questa stanza disfatta
- come fumo
- vaneggio ancora
- il tuo potere
-
- frattaglie di niente
- i tuoi occhi malandrini
- che drenavano
- dirupi di rancore
- crateri immaginari
- nel magma di ieri
-
- Sguardo- tu folle-
- decidi destini e dimentichi dadi
- sfuggi- respiri d'amanti
- riecheggiano
-
- e non li senti
-
- MOSCA
- Mosca chiusa
- in due vetri
- pareti che schiacciano
- io ronzo
- disperato
- negli squallidi odori di te
-
- Crocefisso sullo specchio
- del tuo segreto
- io piango
- sacrificato
- con la colpa d'amare
-
- E le ombre rabbiose
- ancora mi prendono
- con suoni distorti
- mi portano via
- vittima ancora di fantasia
-
- Da parti di follia
- Aborriscono
- ancestrali catene
- e cordoni ombelicali
-
- C'è chi viene
- costruisce distrugge
- scompare
-
- Altri parti di follia
- generano
- geni maniacali
- o maniaci sensoriali
-
- Assassini e pazzi
- che amano fin dall'intestino
-
- FUGA DAL PAESE DELLE MERAVIGLIE
- aria di ghiaccio da finestra aperta a lucidi
terrori
- l'abisso infinito nella tana del ratto
- l'inferno, il demonio
- il riso di un gatto
- profumo d'antimonio
- sogno sopito
-
- Folla
- Pazza
- sono un urlo in una campana di vetro
- sono il vetro della maschera di colla
- che sniffo
- in mezzo alla folla
-
- Impazzire seguendo uno stormo di
gabbiani
- fallendo sulle scale
- un libro universale
- e ancora folle folla
- gente senza mente
- ma vestita molto bene
- che marcia pigramente
- in cerca di poesia o eroina
-
- La meraviglia
- eiaculazione improvvisa
- avvisa avacuazione di ciniglia
- sopracciglia di morte trasparente
- innocente come una vela strappata
- un delirio minimale
- i passi sulle scale
- fra buio e l'ombra
- che fa male
-
- TREMORE
- Che i fulmini spirino nei corpi che non hanno
respiro!
- fascino di occhi
- di strani colori
- e gente esangue
- sul marmo disegnato di fiori
- scatto di nervi
- un viso un sorriso
- le menadi danzanti
- i mistici ronzanti
-
- FIORI DI CARTA
- Ed ero nell'abisso d'una rosa bianca
- scalando petali di lino tonale
- venato di sottile polvere stanca
-
- E il cielo sereno mi mandava lampi
- rossi di tormento
- turbando arrabbiato
- lo stelo d'un sentimento
-
- E non c'era niente alla mia vista
- e il cielo era fatto d'ametista
- e non mi restava altro che cantare
- mistici echi d'un canto tribale
-
- E mentivo nel barbaro disegno
- drogato, malefico,
- disperato ingegno
- per fuggire, ferito
- un tremendo tradimento
-
- E il lume violento d'oriente
- all'ovest lontano
- portava sei semi di carta
- in un palmo di mano
-
- FIRENZE
- Sarcofago di muta poesia,
- la mia città
- infestata di spettri ciclopici
- pantagruelici amanti d'un tempo
-
- Quando su queste strade
- Camminano i fantasmi
- Pittori d'uomini e d'anime
- Con pennelli di parole e scultorei
anelli
- Di notte sentiamo
- Un battito
- Inudito
-
- "Noi morti sepolti qui viviamo per
sempre
- e le nostre ceneri
- sono vostre fondamenta
- con ciringomme appiccicate
- e puttanate flashate sui muri
- noi duri di cuore
- noi artisti d'amore
- inferme signore dell'harem di Dio
- che su questa cometa e sulla sua scia
- in colloqui d'amore, giurando,
- promise di non andar via"FINE
- Già lo sentimmmo arrivare nell'occhio
esangue
- del nostro mistico ciclone.
- Era già spento prima di ardere
- l'albero nodoso che nessuno voleva
costruire
-
- L'abbiamo trovato secco
- verso l'alba d'ottobre
- un ponte
- tra odio e disamore
- una fronte stravolta di sudore e di
ombre
-
- Ma già lo sapevamo prima che
iniziasse
- che non saremmo mai giunti nella mia amata
Anarcadia
- e che Jack sarebbe morto
- sotto setacci simili a sudari
- impregnati di cherosene e di scintille
-
- ed erano falene nella notte
- ed erano fanali e sigarette
-
- puntini, lustrini, lentiggini e
sementi
- paradiso degli scontenti
- e delle menti bruciate dagli angeli
animali
-
- E quando Lucifero diceva che ci capivamo con
uno sguardo
- lui sì, che ragionava e ci
vedeva
- e neanche lui credeva che sarebbe finita
così.
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