Oretta Bray
4°
Classificato
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- Non solo
sole
-
- "Non è possibile. Non può essere.
Non ci credo."
- Tanti "non" per rifiutare la notizia, tra
rabbia e lacrime, incredulità e paura.
- "Abbiamo ripetuto il test per esserne certi.
Adesso dovrà entrare in terapia. Questo
è un libretto che spiega quali accorgimenti
prendere. Le fisso un appuntamento con il mio collega,
nel frattempo io sono qui, se dovesse servirle
qualcosa. Abbiamo anche un servizio di supporto
psicologico, sarà utile che lei segua gli
incontri e
signore? Signore, la prego, non se ne
vada
".
- Presi di corsa il corridoio, mi sembrava di
vivere in un sogno
no
sapere di avere la
"nuova peste" non è un sogno, è un
incubo e volevo svegliarmi, subito. Tra le mani il
libretto che il medico mi aveva dato: pagine fredde,
fredde, con le istruzioni per il mio nuovo "uso". Il
cellulare suonava, ma io non rispondevo, non mi
sentivo più l'uomo che gli altri cercavano, che
gli altri volevano. Andai a casa, misi due cose dentro
allo zaino e poi via in montagna, nel mio
rifugio.
- Tutto questo è successo ieri.
- Adesso sono qui, da solo, davanti al camino,
con l'illusione che la solitudine possa, anche solo
per qualche minuto, immunizzarmi dalla peste che ho
addosso.
- Fuori c'è un sole stupendo; ora il suo
calore fa così male che decido di chiudere le
persiane. Niente sole per oggi. La mia compagna e i
miei amici mi hanno lasciato tanti di quei messaggi in
segreteria, ma non ho parole per rispondere a domande
semplici come: "Dove sei? Come stai? Perché non
sei a casa?". No, no, da solo, da solo con la
peste.
- Guardalo là il fuoco nel camino. Vorrei
essere fuoco adesso e bruciarmela via questa malattia.
Tra le luci delle fiamme mi perdo nei miei pensieri
sulla vita che ti dà una cosa e te ne toglie
un'altra, e uno sta qua sull'altalena e tenta di
trovare un equilibrio in questo "ti dò, ti
tolgo, ti dò, ti tolgo". Forse la peste mi ha
colpito perché sono un debole. Sì sono
un debole e sopravvivono solo i più
forti.
- Da vigliacco come sono ho gestito tutta la mia
vita andando sempre avanti, perché è
più facile, piuttosto che faticare per tornare
indietro e riprendere la parte di me persa per strada.
C'è sempre così tanta confusione a
guardare indietro! Non so neanche chi sono e adesso di
certo non è più così facile
andare avanti.
- Vorrei aggrapparmi a qualcosa, qualcuno mi
sente lassù?
- Lanciatemi qualcosa
questa è una
richiesta di aiuto.
- Piango, sì, piango dentro e fuori
perché la mia mente già mi proietta una
chiara visione: un letto d'ospedale, un silenzio
irrespirabile
prima di
prima
di
- Morire adesso? Non ne sono capace, come
togliersi una vita che da sempre ti ha sorriso?
Come
- Sembra incredibile, sto fumando! Avevo smesso
da dieci anni per dare jogging, fisico sano e asciutto
e ora, com'è buona questa
sigaretta
- Sul giornale di oggi un articolo dell'ultimo
morto
dicono che ha infettato la moglie non
raccontandole niente.
- Che carogna!
-
Lui? E io che ci faccio qui da solo?
Sono scappato! Sì, certo, è stata una
fuga per non parlare, la paura della paura che ti
isola. Paura di cosa? Di perdere la bella corazza
costruita con tanta fatica, mattone sopra mattone per
nascondere un carattere insicuro e tutto va bene
finché questa vita non ti dice "Stop! Fermo
amico, sei al capolinea". Suona il cellulare. Ma non
l'avevo spento? L'ho pensato, ma non l'ho fatto
evidentemente, strana la mente.
- Stupida la gente come me. Mi faccio paura,
così come la gente stupida mi fa
paura.
- "Giovanna
ciao
sì, me ne
sono andato di fretta
poi ti spiego
ma no
Giò, non ce l'ho con te, davvero
Giò non ti ho lasciata
sì, sono in
montagna
beh, fa freddo, ma c'è il
sole
un sole stupendo
ok, vieni, ti
aspetto".
- Ok, vieni ti aspetto. E poi glielo dovrò
dire, dovrò dirlo a tutti: amici non buttatemi
nell'immondizia, sono malato, starò attento,
guardate, c'è scritto qua che ci possiamo anche
stringere la mano, non succede niente.
- E quante saranno le strette di mano decise? E a
quanti "Dove? Come? Quando?" della mia donna
dovrò rispondere?
- Sempre che non se ne vada prima.
- Mio Dio aiutami, mio Dio aiutami.
- Ho sempre pensato che i virus arrivano
perché siamo troppi su questa terra e io
anch'io sono di troppo
e allora meglio
così, se non si può vivere la vita
liberamente, senza aver paura di questo o di quello.
Invece no! Il mare no perché inquinato, l'aria
no perché c'è troppo smog, sesso meglio
se virtuale, sognare nemmeno
beh
ma questa
è davvero colpa nostra.
- E dopo le dovrò anche dire di farsi il
test!
- Qual è la mia paura più
grande?
- Se decido di vivere non voglio rimanere solo e
con questo intendo dire che voglio gli affetti di
prima, profondi com'erano e non le volontariate e
sconosciute crocerossine che ti stanno vicino in
mancanza d'altro.
- Se mi concedessero di tornare indietro? Farei
subito un bambino che mi giochi addosso e preparerei
tutte quelle pappine per poi dirgli "Ciuff ciuff,
mangia che arriva il trenino".
- Altro che super manager, altro che
altro!
- Sento la macchina, è la sua, sta
arrivando.
- Cosa posso fare, sono in lacrime, non ho
nessuna maschera da mettermi, sono nudo
con la
peste.
- Forse capirà prima che glielo dica
oppure, oppure non so, non
- "Tutto buio qua! Marco, ma che diavolo ti
è successo? Sei sconvolto!".
- "Giovanna
" non ce la faccio, il nodo in
gola mi impedisce di parlare, sto inghiottendo le
lacrime e sono così salate che
- "Dimmi, ti prego, cosa c'è?"
- Devo essere onesto a tutti i costi, onesto con
lei e con me stesso, non posso rinunciare all'amore e
alla mia vita che, anche se sarà breve oppure
lunga e dannata, mi spetta
mi
spetta
- "Giovanna
ho l'Aids
Giovanna
aiuto".
- Mi sta prendendo le mani!
- mi sta prendendo le mani e sta incrociando le
sue dita con le mie e adesso mi stringe, forte,
forte.
- nell'orecchio la sua voce che sussurra: "Per
sempre, insieme".
- Dietro di lei la porta aperta e il sole che
entra.
- Ed è un sole che scalda ancora.
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