| Oretta Bray 4°
            Classificato 
                Non solo
               sole "Non è possibile. Non può essere.
               Non ci credo."Tanti "non" per rifiutare la notizia, tra
               rabbia e lacrime, incredulità e paura."Abbiamo ripetuto il test per esserne certi.
               Adesso dovrà entrare in terapia. Questo
               è un libretto che spiega quali accorgimenti
               prendere. Le fisso un appuntamento con il mio collega,
               nel frattempo io sono qui, se dovesse servirle
               qualcosa. Abbiamo anche un servizio di supporto
               psicologico, sarà utile che lei segua gli
               incontri e
 signore? Signore, la prego, non se ne
               vada
".Presi di corsa il corridoio, mi sembrava di
               vivere in un sogno
 no
 sapere di avere la
               "nuova peste" non è un sogno, è un
               incubo e volevo svegliarmi, subito. Tra le mani il
               libretto che il medico mi aveva dato: pagine fredde,
               fredde, con le istruzioni per il mio nuovo "uso". Il
               cellulare suonava, ma io non rispondevo, non mi
               sentivo più l'uomo che gli altri cercavano, che
               gli altri volevano. Andai a casa, misi due cose dentro
               allo zaino e poi via in montagna, nel mio
               rifugio.Tutto questo è successo ieri.Adesso sono qui, da solo, davanti al camino,
               con l'illusione che la solitudine possa, anche solo
               per qualche minuto, immunizzarmi dalla peste che ho
               addosso.Fuori c'è un sole stupendo; ora il suo
               calore fa così male che decido di chiudere le
               persiane. Niente sole per oggi. La mia compagna e i
               miei amici mi hanno lasciato tanti di quei messaggi in
               segreteria, ma non ho parole per rispondere a domande
               semplici come: "Dove sei? Come stai? Perché non
               sei a casa?". No, no, da solo, da solo con la
               peste.Guardalo là il fuoco nel camino. Vorrei
               essere fuoco adesso e bruciarmela via questa malattia.
               Tra le luci delle fiamme mi perdo nei miei pensieri
               sulla vita che ti dà una cosa e te ne toglie
               un'altra, e uno sta qua sull'altalena e tenta di
               trovare un equilibrio in questo "ti dò, ti
               tolgo, ti dò, ti tolgo". Forse la peste mi ha
               colpito perché sono un debole. Sì sono
               un debole e sopravvivono solo i più
               forti.Da vigliacco come sono ho gestito tutta la mia
               vita andando sempre avanti, perché è
               più facile, piuttosto che faticare per tornare
               indietro e riprendere la parte di me persa per strada.
               C'è sempre così tanta confusione a
               guardare indietro! Non so neanche chi sono e adesso di
               certo non è più così facile
               andare avanti.Vorrei aggrapparmi a qualcosa, qualcuno mi
               sente lassù?Lanciatemi qualcosa
 questa è una
               richiesta di aiuto.Piango, sì, piango dentro e fuori
               perché la mia mente già mi proietta una
               chiara visione: un letto d'ospedale, un silenzio
               irrespirabile
 prima di
 prima
               di
Morire adesso? Non ne sono capace, come
               togliersi una vita che da sempre ti ha sorriso?
               Come
Sembra incredibile, sto fumando! Avevo smesso
               da dieci anni per dare jogging, fisico sano e asciutto
               e ora, com'è buona questa
               sigaretta
Sul giornale di oggi un articolo dell'ultimo
               morto
 dicono che ha infettato la moglie non
               raccontandole niente.Che carogna!
 Lui? E io che ci faccio qui da solo?
               Sono scappato! Sì, certo, è stata una
               fuga per non parlare, la paura della paura che ti
               isola. Paura di cosa? Di perdere la bella corazza
               costruita con tanta fatica, mattone sopra mattone per
               nascondere un carattere insicuro e tutto va bene
               finché questa vita non ti dice "Stop! Fermo
               amico, sei al capolinea". Suona il cellulare. Ma non
               l'avevo spento? L'ho pensato, ma non l'ho fatto
               evidentemente, strana la mente.Stupida la gente come me. Mi faccio paura,
               così come la gente stupida mi fa
               paura."Giovanna
 ciao
 sì, me ne
               sono andato di fretta
 poi ti spiego
 ma no
               Giò, non ce l'ho con te, davvero
               Giò non ti ho lasciata
 sì, sono in
               montagna
 beh, fa freddo, ma c'è il
               sole
 un sole stupendo
 ok, vieni, ti
               aspetto".Ok, vieni ti aspetto. E poi glielo dovrò
               dire, dovrò dirlo a tutti: amici non buttatemi
               nell'immondizia, sono malato, starò attento,
               guardate, c'è scritto qua che ci possiamo anche
               stringere la mano, non succede niente.E quante saranno le strette di mano decise? E a
               quanti "Dove? Come? Quando?" della mia donna
               dovrò rispondere?Sempre che non se ne vada prima.Mio Dio aiutami, mio Dio aiutami.Ho sempre pensato che i virus arrivano
               perché siamo troppi su questa terra e io
               anch'io sono di troppo
 e allora meglio
               così, se non si può vivere la vita
               liberamente, senza aver paura di questo o di quello.
               Invece no! Il mare no perché inquinato, l'aria
               no perché c'è troppo smog, sesso meglio
               se virtuale, sognare nemmeno
 beh
 ma questa
               è davvero colpa nostra.E dopo le dovrò anche dire di farsi il
               test!Qual è la mia paura più
               grande?Se decido di vivere non voglio rimanere solo e
               con questo intendo dire che voglio gli affetti di
               prima, profondi com'erano e non le volontariate e
               sconosciute crocerossine che ti stanno vicino in
               mancanza d'altro.Se mi concedessero di tornare indietro? Farei
               subito un bambino che mi giochi addosso e preparerei
               tutte quelle pappine per poi dirgli "Ciuff ciuff,
               mangia che arriva il trenino".Altro che super manager, altro che
               altro!Sento la macchina, è la sua, sta
               arrivando.Cosa posso fare, sono in lacrime, non ho
               nessuna maschera da mettermi, sono nudo
 con la
               peste.Forse capirà prima che glielo dica
               oppure, oppure non so, non
"Tutto buio qua! Marco, ma che diavolo ti
               è successo? Sei sconvolto!"."Giovanna
" non ce la faccio, il nodo in
               gola mi impedisce di parlare, sto inghiottendo le
               lacrime e sono così salate che
"Dimmi, ti prego, cosa c'è?"Devo essere onesto a tutti i costi, onesto con
               lei e con me stesso, non posso rinunciare all'amore e
               alla mia vita che, anche se sarà breve oppure
               lunga e dannata, mi spetta
 mi
               spetta
"Giovanna
 ho l'Aids
 Giovanna
               aiuto".Mi sta prendendo le mani!mi sta prendendo le mani e sta incrociando le
               sue dita con le mie e adesso mi stringe, forte,
               forte.nell'orecchio la sua voce che sussurra: "Per
               sempre, insieme".Dietro di lei la porta aperta e il sole che
               entra.Ed è un sole che scalda ancora. |