- Un
altro giorno di vento
-
- Il coraggio di cui
oggi dispone, Micaela, lo deve ad un uggioso
pomeriggio di Settembre segnato da grandi nuvole nere
che portavano avvisaglie di pioggia e primi freddi
autunnali.
- Dalla finestra
della sua cameretta, poteva vedere l'orgogliosa
vivacità dei colori spegnersi, piegarsi ed
arrendersi giorno dopo giorno al cambiamento di
stagione.
- L'estate stava
morendo, in una lenta agonia appena percettibile: le
serate più corte e il raccolto degli ultimi
risi non le lasciavano scampo.
- Micaela era solo
una bambina, ma si stava già rassegnando a
vivere di ricordi.
- Micaela era
malata.
- Non sapeva
esattamente di cosa ma le bastava sapere che, la
"malattia", le toglieva crudelmente tutto ciò
che l'aveva resa felice fino a quel momento. Si
sentiva debole, svogliata e tanto, troppo
triste.
- Come se non
bastasse, ecco l'avanzare imperterrito del Grigio,
giunto, come ogni anno da che lei ricordava, a
reclamare la sua reggenza.
- Aspettò che
i suoi genitori uscissero di casa per delle
commissioni e balzò giù dal letto rosa
pastello.
- Rimase un attimo
ancora seduta sul bordo del materasso e tese
l'orecchio per assicurarsi che mamma e papà
fossero davvero partiti, e, udito il rumore della
macchina che si allontanava, si diresse verso la
finestra.
- I suoi non volevano
che si alzasse troppo spesso, lo facevano di certo per
il suo bene, ma lei non poteva sopportare tutta quella
noia e, nonostante la debolezza, voleva assolutamente
guardare il mondo all'esterno.
- Passava le poche
ore in cui era sola (o in cui mamma era impegnata a
fare altro) ad osservare il piccolo giardino della
casa animarsi e mutare con il passare dei
giorni.
- Erano già
lontani i giorni in cui correva per quelle aiuole poco
curate e sull'erba verde e corta come un tappeto
soffice.
- Là fuori,
intanto, il temporale era praticamente arrivato sul
posto e pareva avere tutta l'intenzione di scaricare
la furia che portava con sé. Un cielo plumbeo
le faceva da padrone e all'orizzonte non si riusciva a
scorgere un solo millimetro di sereno. Il suo bel
giardino era sotto la minaccia di un acquazzone
memorabile e Micaela passò in rassegna con lo
sguardo ogni cespuglio, ogni fiore e ogni ramo di ogni
pianta; come sarebbero cambiati quando la pioggia
forte e dritta li avrebbe colpiti senza il minimo
riguardo?
- In quel momento lo
vide.
- Lo notò in
una frazione di secondo ma lo perse subito di
vista.
- Con il massimo
impegno si concentrò alla sua ricerca e lo
ritrovò quasi immediatamente. Soddisfatta,
rimase ad osservarlo per alcuni minuti tralasciando il
suo particolare censimento di cespi e fiori per il
confronto del "prima" e del "dopo".
- In quella manciata
di minuti, la brezza mutò rapidamente in vento
fino a crescere spaventosamente di intensità
catturando totalmente la sua attenzione e coinvolgendo
la sua fantasia di bimba nelle vicissitudini
altrui.
- Immaginò
onde di un'altezza terrificante infrangersi
violentemente su di un'esile barchetta,
paradossalmente inaffondabile; immaginò un
grosso fiume in piena spazzare intere città e
accanirsi contro un sassolino, inutilmente; vide il
vento fare tutto questo contro di "lui" e contro il
suo "mondo" circoscritto nel giardino.
- In quella
realtà trasfigurata da scenari fantastici, lo
vide arrancare con fatica, cercare velocemente un
temporaneo rifugio per ripararsi dalle folate
più intense e poi ripartire a spron battuto con
una tenacia a lei assolutamente ignota.
- Cosa lo spronava?
Quali speranze poteva mai avere contro il Soffio della
Natura?
- Le foglie degli
alberi cominciarono a staccarsi dai rami, abbandonate,
strappate, alla volta di una fine già scritta
da un imperturbabile Destino.
- Ma lui non era
ovviamente come le foglie, lottava con tutte le sue
forze per opporsi a quell'ennesima avversità
soffrendo visibilmente ma mai rassegnato a
cedere.
- Micaela, ebbe un
tuffo al cuore quando le prime gocce di pioggia
cominciarono a cadere: un ulteriore pericolo che
rischiava di porre fine alla sua nuova battaglia per
la sopravvivenza ma, nemmeno la pioggia, riuscì
a piegare la sua ferrea volontà.
- Non resisteva a
favore di un qualsivoglia ideale, non difendeva una
giusta causa o cercava di salvare il mondo da alieni
spietati come accade nei cartoni animati eppure la sua
ostinata resistenza era davvero da
ammirare.
- Il duello
proseguiva nel Tempo che pareva essersi fermato a
guardare quella sfida così banale ed epica
insieme. Cinque minuti erano diventati
un'eternità e tutto si muoveva con il ritmo e
la fatica dell'eroe che aveva catturato la sua
attenzione ed alimentato il suo sogno ad occhi
aperti.
- Era quello, che
intendeva papà raccontando le gesta di chi si
batte per qualcosa in cui spera o crede
davvero?
- Avrebbe voluto
sporgersi di più, essergli vicino e, se
possibile, dargli una mano ma per farlo avrebbe prima
dovuto imparare a volare dal suo davanzale fino a quel
lungo ramo nodoso: solo un paio di metri li separavano
ma era come se fossero centinaia di chilometri
perché, in qualsiasi caso, non avrebbe potuto
raggiungerlo o essergli in alcuno modo
d'aiuto.
- Micaela era, come
sempre, una semplice spettatrice.
- In quel particolare
momento però, si sentì vivamente
partecipe, come se fosse direttamente interessata o
coinvolta nell'epilogo ormai prossimo di una strana
scommessa in cui contavano solo cocciutaggine e
sprezzo del pericolo.
- Anche se non
serviva a niente, stava sulle punte e incitava a bassa
voce, così vicina al vetro che quasi lo
appannava.
- L'ansia divenne
palpabile, non si permise neppure un fulmineo battito
di ciglia pur di vederlo raggiungere il suo obiettivo
a discapito del volere contrario di vento, pioggia e
chissà quale altra
avversità.
- Il suo cuore di
bimba batteva forte che poteva sentirlo in
gola.
- I colori
turbinarono la gravità si fece illusione e la
meta certezza.
- E ci
riuscì.
- Sollevata, stette
ad osservare il piccolo ragnetto portare al sicuro,
non senza difficoltà, la sua preda, la sua
unica garanzia di vita.
- Rimase ancora alla
finestra, fino a che il temporale non cessò ed
il suo piccolo eroe non poté uscire allo
scoperto per riparare, con il tocco di un grande
artista, la sua tela danneggiata.
- Micaela
sentì nascere dentro di sé un'emozione
sconosciuta.
- Quell'esserino, che
aveva vinto la sua stessa indole uscendo dalla tana
con la pioggia, le aveva dato una lezione
indimenticabile.
- Forse valeva la
pena di resistere, forse la vita vera era come quella
che animava il piccolo giardino di casa: ricca di cose
belle e brutte ma, nel complesso, meravigliosa e degna
di essere vissuta in pieno. Al di là dei vetri
della sua finestra c'era sicuramente qualcosa per cui
lottare.
- Al piano di sotto,
intanto, i suoi rientrarono. Non sarebbero stati
felici di vederla giù dal letto perciò
si infilò di volata sotto le coperte morbide e
rosa.
- Prima di chiudere
gli occhioni castani e profondi, ripensò al
ragnetto e alla sua incredibile
determinazione.
- Poi, un pensiero lo
volle dedicare anche a sé stessa
raccomandandosi di non cedere. Mai.
- Perché ogni
giorno, è un altro giorno di vento.
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