- Amanti
temporali
-
- Monologo
in atto unico
-
- Un'abitazione
di legno riproducente una casetta segnatempo
costituisce il palco: il tetto rosso, le pareti di
legno a vista, un balconcino al primo piano con una
portafinestra verde. Tutti i colori sono vividi ed
eccessivi. La parte frontale è caratterizzata
da due ampie aperture ad arco dalle quali
muoverà la protagonista. Davanti all'abitazione
un prato inevitabilmente sintetico ospita un pino di
piccola fattura e cespugli di improbabili fiori rossi,
eventualmente pitturati direttamente sulle pareti
della casa.
- Il
tutto rigorosamente fuori proporzione!
- Nella
penombra, all'interno dell'abitazione, si scorge la
sagoma scura di un uomo col bavero alzato
(manichino).
- La
protagonista indossa uno sgargiante vestito stile
contadino domenicale d'altri tempi, con immancabile
copricapo ortofrutticolo a tesa esageratemente larga.
Durante la sua declamazione appare meccanicamente
controllata e composta, con sporadiche concessioni
all'isteria che si sommano verso il
finale.
-
- Entra
la protagonista. Ha l'incarnato pallido, contrastato
da due vistose chiazze rosse sugli zigomi, sostiene
uno sguardo fisso di fronte a sé ed espressione
assente. La sua voce è alquanto monocorde e
poco espressiva, con pause frequenti.
-
- "È
una vita particolare quella che si conduce alloggiata
in un vecchio barometro di legno, a forma di casetta
alpina, ma può divenire penosa se ci si scopre
innamorata dell'omino residente nello stesso
segnatempo.
- I
miei ricordi hanno inizio d'estate e, nei primi mesi
della bella stagione non mi accorsi neppure della
presenza dell'altro inquilino che condivideva con me
l'abitazione, perché io adoro il sole e, nelle
giornate serene amo stare all'aperto.
- La
prima estate che vissi fu molto bella e si protrasse a
lungo, sino alla metà di settembre quando
avvertii l'approssimarsi di una perturbazione e mi
apprestai e rientrare. Non so spiegare razionalmente
perché, ma avviene che è bello e sono
fuori, viene brutto ed io rientro: non ho mai subito
acquazzone in vita mia.
- Era,
quella, la prima volta che mi succedeva di entrare in
casa, ed ero anche curiosa di visitare il luogo dove
avrei trascorso i brutti giorni invernali, sta' di
fatto che, quando fui giusto sulla soglia di casa, mi
voltai verso l'altro ingresso e lo notai. Fu una
visione fugace perché un attimo dopo ero gia
entrata, ma sentii il cuore battermi forte nel petto
e, ci scommetto, se avessi avuto a disposizione uno
specchio avrei trovato le pupille straordinariamente
dilatate. Chi era quell'uomo? E perché si
apprestava ad uscire proprio adesso che arrivavano le
brutte giornate?"
- La
protagonista si produce in un profondo respiro.
Solleva le spalle un po' legnose e le riabbassa
stancamente, con evidente sconforto. Senza mai
distogliere lo sguardo dal pubblico riprende con
rinnovata energia.
- "L'inverno
arrivò implacabile ed io non lo rividi
più, tanto che, dopo un poco, cominciai a
dubitare di averlo mai incontrato. Del resto mi pareva
veramente strano che qualcuno potesse uscire col
brutto tempo? era contro natura. Sarebbe stato
immorale come pensare di compiere un percorso
differente da quello a semicerchio stabilito dal
creatore o, che so... muoversi su un piano che non
fosse quello orizzontale.
- Se
non ci si attiene a certe regole di base allora salta
tutto, il bello della vita, ciò che le da un
senso, è proprio viverla secondo questi
principi sui quali è basata tutta la mia morale
e la mia fede. A dire il vero non è
squisitamente una regola religiosa, una dottrina, ad
impormi la via da seguire, sento proprio che certe
cose sono giuste ed altre no, è una questione
di etica." Alza le mani con i palmi rivolti verso
l'alto, convinta di ottenere la scontata comprensione
del pubblico. Improvvisamente, si abbandona ad un
movimento a semicerchio, vincolata in vita da una
vistosa fune rossa e fissata all'interno della casa.
Poi, rapidamente, si ricompone, abbandonando la
momentanea espressione di gioia e riacquistando
un'impassibilità forzata.
- "L'ho
rivisto. Era un pomeriggio di novembre e sentivo che
il clima stava migliorando, quindi mi apprestavo ad
uscire per godere del bel tempo. Ero sull'uscio di
casa, a metà del semicerchio da percorrere
quando è riapparso dietro la colonnina che
separa i due ingressi. Questa volta lo guardai bene in
volto e riprovai quel dolce trasporto verso di lui che
sentii la prima volta. Era proprio un bell'uomo, coi
capelli scuri e la fronte corrugata che gli conferiva
un vezzo riflessivo e lo rendeva ancora più
interessante. Indossava un impermeabile marrone, ora
aperto sul davanti, un po' trasandato e col colletto
rialzato, da investigatore dei vecchi polizieschi.
Stavo per sorridergli, sicura che anche lui mi avesse
notata ma non ci riuscii.
- Stava
inequivocabilmente rientrando in casa."
- Pur
restando rivolta verso il pubblico, estende il braccio
sinistro puntando l'indice verso la casetta in legno
ribadendo il concetto.
- "Nonostante
il tempo tendesse al bello, infrangeva tutte le regole
e si rinchiudeva al coperto. Come potevo allacciare un
rapporto con un uomo così: senza pudore, senza
morale, senza Dio?
- Poi
venne il sole ed io stetti due giorni a godere della
sua presenza cercando di pensare, con la mente
rasserenata, a quanto era accaduto.
- Quale
vita mi avrebbe atteso in compagnia di un uomo del
genere? Quale affidabilità poteva garantirmi
colui che si ostinava a condurre la propria esistenza
al di fuori delle leggi di natura?
- Un
domani ci sarebbero stati dei figli da allevare, e
gravoso sarebbe stato il mio compito di educarli da
sola, mascherando il cattivo esempio del padre. Forse
avrei potuto dedicare il periodo iniziale del nostro
rapporto per condurlo nella direzione giusta,
facendogli capire quello che era bene e distinguere
ciò che non lo era. Ma più ci pensavo,
più riflettevo sul suo modo di condurre la vita
e più mi convincevo di quanto fosse ardua
l'impresa, improbo il compito. Così, giorno
dopo giorno, anno dopo anno, feci assopire nel mio
cuore i sentimenti di giovane donna
innamorata.
- Ora,
nei rari momenti in cui lo scorgo, non provo
più quegli slanci emozionali, quelle frivole
palpitazioni cardiache che, in precedenza, sorgevano
istintive, e sono felice della decisione maturata
tanto tempo fa che mi ha condotto a
questo.
- Avere
abbracciato completamente la fede, mi ha consentito di
appagare ugualmente la mia esistenza, sentendomi in
pace con me stessa ed in armonia col mondo in cui
vivo.
- Ogni
tanto mi capita ancora di pensare a lui, non
più con quel sentimento d'affetto che provavo
prima, ovviamente, ma, piuttosto, avvertendo per lui
della compassione, della pietà per la scelta di
vita scellerata che dimostra d'avere fatto. Per
alleviare certi pensieri dolorosi vado allora con la
mente agli inverni freddi e piovosi che, io,
trascorrerò al caldo, protetta dalle mura
domestiche e al corrispondente benificio che ottengo
uscendo nelle giornate di sole, inebriando lo spirito
della grande bellezza che mi viene offerta, e mi
consolo delle poche restrizioni a cui debbo
sottostare, divenendo sempre più consapevole di
aver fatto la scelta giusta."
- Con
le braccia abbandonate lungo i fianchi, reclina la
testa da un lato. Le luci che illuminavano il palco si
spengono. Resta solo un occhio di bue su di lei che,
lentamente, restringe il suo fascio. Infine tutto
è inghiottito dal buio e, solo allora, si ode
un debole singhiozzo.
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