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               LA
               RAGIONE DEI SENTIMENTI Come
               giornata di marzo, era diversa dalle solite; un sole
               tiepido tentava di sciogliere l'ultima neve rimasta in
               cima alle montagne, quelle stesse che sembravano
               inginocchiarsi sul mare. Esse creavano una surreale
               cornice sul golfo, facendolo apparire stretto e chiuso
               come un abbraccio d'addio.Miriam
               era sul lungomare con lo sguardo fisso e triste. I
               ricordi le sfioravano la mente, mentre una dolce
               sensazione le accarezzava il cuore. Si stava
               innamorando e la cosa le faceva incredibilmente paura!
               Ripensava con insistenza, quasi per scacciare via il
               presagio, alla sua vita trascorsa, all'amore che aveva
               già vissuto e che le aveva contorto il senso
               dell'amore stesso. Aveva dato tanto ma altrettanto le
               era stato tolto. Innmorarsi significava rimettersi in
               gioco, rischiare ancora una volta la sua
               stabilità emotiva; si sentiva combattuta ma
               nello stesso istante, avida di sentimenti puri, di
               voglia di ricominciare, di lasciarsi andare come un
               aliante a cielo aperto! Guardava oltre il mare e
               l'orizzonte che le appariva era pieno di buoni
               propositi e di ricche emozioni; nonostante ciò,
               i suoi pensieri tornarono inaspettatamente indietro
               nel tempo e un ricordo lontano si risvegliò
               dentro di lei. Prese il suo diario e cominciò a
               scrivere: "I
               ricordi più sofferti si appartano silenziosi
               nel cuore! Sento d'essere come un animale che,
               sofferente, si allontanta dal branco, ritirandosi in
               solitudine con il proprio dolore. Quello che adesso
               provo, non mi permette di lasciare spazio a nuove
               sensazioni, se pure incantevoli e inebrianti. Un
               tempo, ero diversa, cercavo, sempre il lato buono
               d'ogni cosa, ora invece i buoni propositi non mi
               appagano più, credo che facciano parte di una
               categoria Divina e fare la volontà di Dio
               momentaneamente contrasta con i miei bisogni
               sovrapposti alla mia razionalità, ad una
               logicità ormai priva di vigore. Non mi sono mai
               sentita così fragile come adesso, così
               sconnessa nei pensieri. Riconosco che ogni emozione
               è un dono, una conquista in più, anche
               se, in questa terra "straniera" arida di sentimenti e
               spoglia di reali certezze, le emozioni così
               come arrivano se ne vanno! So per certo, che, se
               volessi aggrapparmi al ricordo più sublime di
               ognuna di loro non tornerebbero più, o se
               dovessero tornare, non sarebbero mai le stesse! Non
               per questo però, si devono ignorare! Può
               sembrare un'assurdità ma in alcuni casi il mio
               perggior nemico è proprio la speranza,
               perché talvolta è stata capace
               d'ingannarmi e disorientarmi. Ho capito che la
               speranza spesso cammina di pari passo con l'illusione
               e distinguerle è difficile; tuttavia non posso
               permettere ad un dolore passato di sovrapporsi ed
               annullare un nuovo e tenero sentimento lacerandone
               tutto l'incanto"... Miriam
               chiuse il diario e scoppiò in un pianto
               liberatorio. Il dolore che sentiva era contradditorio
               e il suo stato d'animo incoerente e irrazionale,
               rispetto al sentimento che le stava nascendo in fondo
               al cuore. Non riusciva a rimuovere dai suoi pensieri i
               "fantasmi" del passato e questo la dilaniava dentro,
               impedendole di vivere appieno la sua vita.Si
               avviò verso il viale alberato che costeggiava
               la strada.C'era
               tanta gente ma si sentiva più sola che mai; le
               voci le giungevano come echi lontani, le persone che
               passavano, come ombre oscure e indecifrabili. Mancava
               poco al tramonto e dentro il suo cuore sembrava
               scendere la notte.Giunse
               finalmente a casa, preoccupata sua madre le venne
               incontro: "Che visino pallido hai" le disse. Miriam le
               passò davanti senza rispondere, quasi fosse
               incorporea; salì le scale lentamente e si
               chiuse nella sua stanza. La necessità di
               rimanere sola con se stessa oltrepassava ogni
               espansività del cuore.Riprese
               il suo diario, lo faceva ogni volta che dei pensieri
               tempestosi le attraversavano la mente. Annotò
               su una pagina pulita: "Dio,
               è l'unica e sola certezza! E' l'unico che
               può attaversarmi il cuore e depurare la
               mente... Dio è lo "spazzino" dell'anima, Lui
               non illude né delude"... Poi
               si adagiò sul letto, abbracciò forte il
               suo cuscino e tra le lacrime cominciò a parlare
               con Dio. Si affidava spesso a Lui nei momenti di crisi
               profonda; Dio era per lei un amico invisibile e
               tangibile nel contempo. Era Colui che la sosteneva e
               confortava senza chiederle nulla in
               cambio.Solo
               Lui era in grado di sbiadire i contorni contrastanti
               della sua anima e trasformarli in azzurro. Finì
               di pregare, rimase distesa sul letto fissando il
               bianco soffitto, ma il suo sguardo era vuoto e spento.
               Poco dopo sentì nel suo intimo come una forza
               misteriosa che le sfiorava l'anima. Un brivido
               l'attraversò. Una dolce sensazione di
               serenità le trattenne il fiato mentre i battiti
               del suo cuore acceleravano rapidi. Smise di piangere,
               si asciugò le guance bagnate e con uno scatto
               fulmineo si ritrovò dinanzi allo
               specchio.La
               sua bellezza era incantevole, i suoi occhi grandi
               luccicavano come due stelle, i suoi capelli mossi e
               spettinati, facevano da cornice ad un volto rimasto
               bambino. Sorrise compiaciuta. Capì che era
               giunto il momento della sfida con se stessa, di
               combattere contro quelle ostilità che le
               paralizzavano le ali già da diverso tempo! Era
               giunta l'ora di librarsi leggera, di regalarsi alla
               vita! Si trovava in bilico sul confine tra cielo e
               terra, non poteva rimanere ancora lì, non era
               quello il suo destino! Spesso
               era sprofondata dentro silenzi tombali, dove soltanto
               le grida dell'anima riuscivano ad
               echeggiare.Nulla
               le permetteva di sgusciare via da quel labirinto
               ossessionante che le imprigionava i pensieri
               rendendole la vita invivibile ed insignificante.
               Troppe volte aveva pensato che l'amore fosse solo
               un'utopia su cui l'illusione fantasticava senza avere
               grandi riscontri, lo paragonava ad una gran ruota che,
               lungo il suo percorso, la riportava al punto di
               partenza, calpestando ogni valore esistenziale, come
               il rispetto, l'autenticità, la
               reciprocità, pilastri di un vero sentimento
               leale e profondo! Era solita dire a se stessa che, in
               ogi caso, vivere senza amore, o con l'illusione di
               possederlo, era come un ergastolo dell'anima, una
               condanna a morte per l'anima stessa. Le sue
               contraddizioni erano innumerevoli e aggrovigliate, ma
               dall'espressione che le era nata sul volto, sembrava
               decisa e pronta a riscattare del tutto il tempo
               perduto! La sua energia sbocciava dall'alleanza con
               Dio, il deserto in cui viveva fino a poco prima, si
               era per incanto trasformato in uno splendido giardino
               pieno di colori e fiori profumati.Annotò
               sul suo diario: "Ci
               sono momenti in cui non merito la comprensione del
               Signore! Spesso, ho preso da Lui senza riconoscenza
               né discrezione prevaricando il necessario
               appropriandomi del superfluo. Ora sento la fede
               ancorarsi al mio cuore e anche i dispiaceri più
               grandi sembrano svanire nel nulla! Questo continuo
               ricevere senza alcuna riserva, mi disarma a tal punto
               da sentirmi indegna! In queste occasioni, comprendo
               l'immensità dell'Amore di Dio e di come ne sono
               poco consapevole quando nella disperazione mi affanno
               a riemergere da sola!"... Accarezzò
               con tenerezza la pagina scritta e chiuse il
               diario.Rimise
               in ordine il letto sgualcito, si avvicinò allo
               specchio e si aggiustò i capelli facendo
               scivolare le dita tra le lunghe ciocche bionde. Il suo
               sorriso riapparve raggiante; aprì la finestra e
               si affacciò sul mondo, i suoi occhi riuscivano
               a vedere in tutta la lloro maestosità, le
               meraviglie del creato.Sentiva
               il cuore in gola, tanta era l'emozione che le dava la
               gioia di ricominciare. Il profumo del mare, sparso
               nell'aria, rigenerava in lei l'amore per l'estate, che
               sentiva annunciarsi intensa e frizzante. Non aveva mai
               provato a risalire la china quando si sentiva afflitta
               e scoraggiata, la sensazione che provava era quella di
               chi era riuscita a giungere in vetta ad una
               montagna!Afferrò
               lo zaino e corse giù per le scale lasciandosi
               le inquietudini alle spalle. Si avviò verso il
               mare; giunta sulla costa, prese un gran respiro e
               scese sulla spiaggia. La sabbia era umida e fredda ma
               nonostante ciò, si tolse le scarpe e a piedi
               nudi si diresse verso la riva. Le onde fragorose si
               spingevano impetuose sulla battigia, ma non la
               impaurivano, gli schizzi dell'acqua erano senz'altro
               più divertenti delle lacrime che aveva da
               sempre versato.Sorrise
               divertita. Ripensò a quel solletico strano che
               sentiva in fondo allo stomaco. Succedeva ogni
               qualvolta che permetteva ad un'emozione di prendere il
               sopravvento...ed ecco che un'immagine si sovrappose
               fra i suoi pensieri e l'orizzonte del mare, il suo
               ricordo era dolce e confortante.No,
               non serviva a nulla rinnegare l'amore che stava
               lentamente sbocciando come un fresco germoglio. Era il
               momento di coglierlo, di prendersene cura come di un
               bimbo in fasce, di coccolarlo e vezzeggiarlo senza
               timori né incertezze. Corse indietro a prendere
               lo zaino lasciato sulla spiaggia e tirando fuori il
               suo diario terminò: "L'amore
               non si affida ad una rappresentazione idilliaca della
               realtà, ma trova forza e indicazione nelle
               motivazioni che accompagnano la mia vita e nei valori
               che la qualificano; questa è una valida ragione
               per ricominciare ad amare!" 
               
               
                  
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