ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti |
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Sergio Barbieri, Al crepuscolo, Montedit (coll. Le schegge d'oro, i libri dei premi), 1996, pp. 64 , Lit. 12.000. ISBN 88-86039-86-7 di Olivia Trioschi. Sergio Barbieri non ha, ormai, bisogno di presentazioni. La sua ricca bibliografia e i numerosi riconoscimenti ottenuti sono infatti indice di una vena lirica feconda e di una qualità poetica che non può più essere messa in discussione. In questa nuova raccolta propone un'antologia della sua produzione, offrendo al lettore alcuni tra i suoi risultati migliori che, cronologicamente, coprono un decennio di vita. È quindi un'ottima occasione per incontrare un autore che ama definirsi un saltimbanco dell'alfabeto. Curiosa - e azzeccata - definizione di sé che suggerisce l'idea di una poesia vissuta come gioco liberatorio dalle costrizioni dello spazio e soprattutto del tempo. E qui vorremmo soffermarci un istante. La qualità del tempo è qualcosa di estremamente soggettivo: si dilata o si rapprende seguendo i moti dell'anima. È quindi un segreto celato nel cuore di ogni uomo, nascosto quasi sempre persino al suo custode. Attraverso la poesia - un sogno ad occhi aperti, uno sprazzo di luce benedetta - è possibile avvicinarsi, finalmente, alla comprensione della vera essenza del tempo nel suo articolarsi e dipanarsi in quelle tre categorie - passato, presente e futuro - che solo un'esigenza, per così dire, organizzativa, ci ha fatto disporre in metodica successione. La poesia, che è più inconsapevolmente saggia dell'uomo, impone il ripristino di una confusività tra i tre livelli: li riporta sullo stesso piano, mescolando le carte come in una partita a poker. Così avviene che un fruscio sulla sabbia / di due piccoli piedi inermi si confonda per un attimo al tum / di un vecchio cuore stanco; che un vetro rifletta il viso bambino dell'uomo che si specchia un secondo prima che l'immagine svanisca, forse per sempre. Abbiamo in tal modo introdotto un altro motivo ben presente nella poesia di Barbieri: l'altalena del tempo compie giri sempre più ampi, e ogni volta è più grande il dolore del distacco dall'infanzia - mitica età dell'oro in cui il bimbo, come un dio in miniatura, può tutto - e dalla giovinezza. Il rimpianto disegna ora una lacrima sul volto del saltimbanco, ripiombato in un corpo vissuto talvolta come pesante gabbia dell'anima, presagio di morte: Come se dormisse, la lirica che apre significativamente la raccolta, è un sogno di libertà che in gabbia appassisce sino a morirne; ne Lo stupore della libertà il corpo, incapace di voli, osserva impotente il librarsi dell'anima verso spazi infiniti: povero corpo che da sempre / non ha che lei. |
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