LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Sergio Barbieri
Poesie dal libro

Ultima Thule

Sergio Barbieri, Ultima Thule, ed. Montedit (Le schegge d'oro, i libri dei premi), febbraio1998, pp. 80, lit.10.00, ISBN 88-86957-31-9
 Un cantico d'amore
 
Sono tornato dove tu avevi posato
il tuo volto sulla mia spalla.
 
Sono tornato dove insieme avevamo
cosparso letto e guanciali
con petali di sogni e polline dorato
di voluttuose speranze.
 
Sono tornato per riudire la mia voce
e la tua voce bisbigliare
nella penombra un cantico d'amore.
 
Sono tornato - sono tornato da solo
nel deserto arido delle mie illusioni.
 

 
 
 
Una traccia rossa
 
Una traccia rossa.
È il tuo fiore
nella mia mente.
 
Un profumo ardente.
È la tua gioventù
che chiama.
 
Un corpo appena velato
dalla penombra.
È la tua offerta
di acqua sorgente.
 
Ed io bevo misticamente
ogni stilla.
Aspiro ad occhi chiusi
il polline ed il nettare
della tua giovinezza.
 
Poi mi abbandono al sogno
con un piccolo fiore
rosso
posato sul guanciale
che ricorda la tua
infinita lontananza.
 
 
 
La ragazza del deserto
 
Nel sogno la ragazza del deserto
ha occhi di pietra ed il sorriso
di Sfinge.
 
La ragazza del deserto è un miraggio
nel bianco calore della sabbia
senza orme.
 
La ragazza del deserto mi ha
chiamato a sé ed io giro intorno
a me stesso per trovare il sentiero
- lastricato di illusioni -
che mi porterà a viverle accanto
come un sasso consumato
dal tempo.
 
 
 
Brillanti primavere
 
Avevo la gola riarsa e tu hai dissetato
questo abitante di deserti.
 
Avevo gli occhi bruciati dal riverbero
del sole: e tu hai aperto le palpebre
a nuovi e freschi orizzonti.
 
Avevo le mani ferite per aver troppo scavato
nei ricordi acuminati di un passato
che tu - ora - hai trasformato
nel cielo azzurro e terso che ci attende
un poco più avanti nel futuro.
 
Avevo la mente chiusa ai richiami
di un nuovo modo di esistere:
ma tu hai dissipato tutte le incognite
- hai proposto solo alternative
dagli occhi brillanti primavere
che saranno.
 
 
 
Il volto del passato
 
Ho sognato che il tuo volto
aveva due occhi senza iridi
scolpiti su arenaria
dai venti del passato.
 
Ho sognato che il tuo volto
aveva due labbra
serrate nella roccia del deserto
che ti ha nutrito.
 
Ho sognato che il tuo volto
portava ancora i segni dipinti
in carbone ocra e porpora
per nascondere il basalto
e donarti alterigia e fulgore.
 
Ho sognato che il tuo volto
non era più celato
nell'ombra che cade
da stelle lontane
ma aveva il pallore cinereo
di un frammento di luna.
 
Ho sognato che il tuo volto
era la luna.
 
La luna che segue da sempre
il mio cammino errabondo
lo fa di nascosto
fuggendo il brivido del buio
inseguendo la luce
di un giorno di pietra
bianca calcinata.
 
 
 
Devi esistere - Uno -
 
Devi esistere: sento la tua presenza
accanto a me.
 
Ho riempito il vuoto che ci divide
con sogni ad occhi aperti e con fantasie
che ti rendono una entità quasi reale
- appoggiata alla mia spalla
mentre ti scrivo... -
 
Riesco a farti esistere: agito un fiore
- appassito da tempo - ed esorcizzo
una immagine che ha le tue sembianze.
 
Poco a poco emergi da un passato
- esisti in un presente -
e diverrai reale in un futuro.
 
Però ti ho nascosta così bene
nei labirinti della mia mente
che occorrerà molto filo luminoso
per aiutarti a trovare il passaggio giusto:
la strada per evadere
dal mio gelido fuoco interno.
 
 
 
Forse a te piace
 
Forse a te piace ancora il ricordo
di quando eri onda di mare
- t'infrangevi contro la mia voluttà
in mille rivoli di desiderio.
 
Forse a te piace ancora il ricordo
di quando eri sabbia cocente di spiaggia
- prendevi forma e sembianza
sul mio corpo che giaceva sul tuo.
 
Forse a te piace ancora il ricordo
di quando eri falce bianca di luna
- spandevi la mia figura in cento
e cento ombre luminescenti d'ardore.
 
Forse a te piace ancora il ricordo
di quando eri alga e salino:
pitosforo in piccole nicchie di scoglio
in cui nascondevi - vorace -
il mio corpo ignudo e indifeso.
 
Forse a te piace ancora e sempre
il ricordo di quando eri soffio caldo di vento
- spargevi sui sassi roventi le rauche parole
che le mie labbra assetate di te
sussurravano al tuo corpo.
 
 
 
In ritardo
 
Il mio amore si è solidificato
in un fiore rosso con stelo verde.
 
Percorro il deserto per portarti
il mio dono carminio. E quando giunge
alla sorgente del tuo volto fanciullo
poso un fiore appassito sotto l'ombra
di un solitario palmizio.
 
Tu sorridi tristemente. Come triste
è il mio giungere sempre un poco
in ritardo col tempo dell'amore.
 
 
 
Le orme
 
Le orme che lasciano i miei sogni
sono talmente lievi che un battito
di ciglia li cancella dal tuo
sentiero fiorito.
 
Tu non sai più sognare con me.
 
Il fiume della notte ha gettato
sulle rive dei nostri guanciali
respiri affannosi - mani artiglianti
- sussurri rochi - labbra frementi.
 
Ma non ha portato un sogno comune.
 
Presto sarà l'alba e avremo
inutilmente bruciato le lente ore
della notte a gettar sassi di voluttà
nello stagno dei desideri.
 
Fra non molto sorgerà il sole
a dar calore a due corpi che
- pur avvolti in lenzuola appagate -
tremano sempre quando restano soli
insieme.
 
 
 
Ultima Thule
 
È giunto mattino.
 
ho svegliato mente
corpo sensi intuizioni
sperduti nei deserti
lontani irreali fantastici
dei sogni notturni.
 
È giunto mattino
per un cuore
che ha sussurrato
flebili aritmici battiti
ad un sogno
che insegue voluttà
carezze abbandoni appagamento.
Labili eterei illusorio.
 
È giunto mattino.
E torno cosciente
della mia nudità.
 
Sono ancora indifeso...
 
Ho perso corazza
scudo lancia cavallo.
 
È giunto mattino.
E come sempre
mi affaccio solo
al balcone sul
deserto della solitudine.
 

 

Prefazione del libro Ultima Thule

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Aggiornato il 5 agosto 1998