Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
- Francesco Sinibaldi - Luci d'invernale fiocco
- Collana I gigli (poesia) 15x21 - pp. 40 - Euro 6,50 - ISBN 88-8356-337-9
Introduzione - Francesco Sinibaldi è sempre ispirato e tesse con sapienza le immagini soffuse che si presentano davanti ai suoi occhi, le preziose parole che nascono dai pensieri dispersi nelle profondità dell'umano sentire. Sempre in ascolto di respiri e sussurri, immerso in atmosfere incantevoli, sedotto dai silenzi perpetui, estasiato dai profumi e dalle fragranze di questa vita, gode della meraviglia e della magia ch'aqquieta. Raffinato e soave, con sussurrata maestria, inventa ricordi e soffuse magie facendosi cullare dal desiderio di creare, o solo evocare, dichiarazioni d'amore per la vita.
Massimo Barile
LE VISIONI DI BERNADETTE - Il gocciolio discendente dall'altezza di un masso umido e scivoloso picchia sul terreno bagnato di quella grotta adagiata su di un dirupo nei pressi di Lourdes, città natale delle magie ispirate al culto della cristianità, ed il passo candido della fanciulla baciata dal destino penetra nelle ombrosità di quel luogo lugubre e ricco di nostalgia per le gioie perdute tra le fiamme di un focolare; Bernadette, questo il nome della futura Santa, unisce le mani sudate disegnando con movimenti lesti il profilo della fede ristoratrice mentre le labbra inventano il luccichio di una preghiera umile e densa di consolazione: in questo attimo ella inizia a riconoscer la divinità della Vergine avvolta in un manto biancastro, e quelle parvenze le segnano il cammino maestoso sussurrandole l'arcano di un mistero lodato tra i chiarori dei raggi provenienti dal cielo che divengon rivoli di quiete al penetrare nella cupa caverna, divenuta la culla della felicità interiore. Il suono dei rivoletti d'acqua fluenti sin al termine di quei meandri pacifici svolazza ondeggiano di sasso in sasso per giungere poi, dopo aver assaggiato il candore dell'aria, alla foce di una fontanella minuta sgorgante brilli d'inusitato colore, e tutto intorno l'atmosfera par luccicare con splendidi ed incantevoli sussurri ricolmi d'amore.
TOMORROW IS TODAY - Col passo simile all'avvicinarsi di un mite pensierino di morte nell'attimo della rinascita, si nota, nei pressi di una panca legnosa e circondata dalla lucentezza della schiera lì giacente, una bambina con gli occhi tristi e le candide guancette ad emanare nell'aria la sensazione di una dolcezza assopita e perduta nella profondità dei pensieri, divenuti ora presagi d'eterno, tale è la loro intensità mista a diniego per il futuro. Le sue mani, sgraziate e vinte dalla pesantezza di un'adolescenza ricca di solitudine, si muovono con gesti veloci fendendo la chiarezza dimorante nel chiaro del cielo, e tutto ciò che la circonda, in quei luoghi spensierati, dona al suo viso l'amarezza della felicità fuggitiva nel corso di un corrente e furioso fiumicello ricolmo di suoni e baciato dalla muta voce dei mille dolori; ella siede accanto ad una vite da cui discendono i profumati odori della novella ed appena giunta stagione, e poco sopra quei rametti dalle tante aspirazioni si notano frotte di nidi intinti col rumore di miti e leggiadri cinguettii, a regalare all'immensità della fanciullezza un respiro di quiete ed un anelito di certezza e tranquillità interiore. Le sue ciglia, baciate dall'infinita luminosità dei raggi cadenti dal sole e fluenti nel cuore d'un rimando gioioso, battono al ritmo incessante del rimbombo dimorante nel bronzo di un vetusto scampanio, e tutti quei brusii le fanno tornare in mente i ricordi della tanto amata e desiderata infanzia, nel tempo in cui solo i ticchettii dei ridenti spassi del sole riuscivano ad intontirla col rumore della voce del vento e nel nome di un morente pensiero. Ed ora, ammirando il gocciolare dei primi boccioli nati e lodati dal mattutino picchio delle fronde cadenti nel vuoto di un'ombra, il suo viso si dipinge coi colori della dimorante quiete mentre intorno, tra i respiri dei querci e nel cuore dei faggi, si disperde il fiatar di un cantore felice.
LA TORRE DAL CRINE SMUSSATO - Al centro del paesello, situata ove fiori di profumata fragranza si assiepano a formare un quadretto insolito di fallace rincorsa nel vago, sorge una torre dai contorni splendidi, con al capo un mattone un po' più grande di quelli che lo circondano e che appare smussato. Dalla sommità di essa, tra frotte di uccellini che svolazzano assai lieti e un dolce venticello soffieggiante, è possibile abbracciare con la vista le distese immense che si aprono poco oltre le meraviglie del paesello, ridente al passeggiar degli zappatori i quali, fischiettando, si dirigono con passo veloce e sguardo felice verso i campi: tutto, da quella altezza simile alla sudata fronte di un gigante dagli occhi colorati, si presente nella atmosferica lampa dei mattini, allorché gruppi di miti galli con sul crine variopinte attività di fantasie si acquietano al limitare del laghetto, rilucente di un attonito suono. Battendo le ali, allo scoppiar del temporale, ecco le ochette paesane: poste una in fila all'altra, e con gli sguardi a fuggire nel ridente poggio che sorge poco oltre una lunga schiera di faggi, esse si dilettano a baciare col pensiero il cammino del lungo sole che lascia dietro a sé una scia luminosa con sprazzi di gioventù. E codesto, mentre la pioggia picchia sulle persiane dei balconi, è l'attimo in cui tutto il paesello, ancora addormentato, si risveglia. Allora, in un momento, si spalancano frotte di sorrisi dalla vastità inquieta e dalla enorme mole, le donzelle si stendono con le braccia sudate a mostrare ciglia dal sapore pulito, e i cagnolini, sin a quell'attimo tranquilli, iniziano a rincorrersi tra mandorli in fiore e bocci di infinito profumo e perpetuo canto. La mattutina pioggia, ora trasformatasi in cupo temporale, lascia di nuovo che il sole risplenda: si odono ritornare dai campi i carri gaudenti per la ritrovata serenità di un barlume di festa, e la gallina, ponendo il suo passo alla mercé dei chiari, s'inventa il versetto del sole. E lasciando un sorriso s'invaghisce serena.
IL GROVIGLIO DEI VESPRI - Con l'occhio luccicante ed il petalo di colore acre e misterioso, nasce, tra i profumi di un praticello abituato a vender messaggi agli sguardi degli attoniti passanti, la risplendente virtù di un antico girasole, e dal suo odore simili alla leggiadria delle rose sbocciate in primavera sorge il viso della fulgida Palermo.
- Il sapore intenso e ricco di nobiltà proveniente dal ricordo delle dominazioni arabe e normanne si trasforma, giungendo alla cima di una tela raffinata e baciata con suoni fuggitivi nel vago, nella cera cingente con estrema cura le pareti dei sepolcri svevi, luoghi imbelli ove regnano i silenzi perpetui della tranquillità e della quiete morenti tra i rimbombi di un'alba coperta di sogni; il vociferare delle marmoree intarsiature goccianti dall'altezza della Cattedrale si diverte a passeggiar tra le rimanenze di un'età dal colore informe ma dalla passione intensa, mentre la sporgenza del canaletto d'origine antica della Chiesa dei vespri si muta in mille rivoli simili alle lingue d'acqua piovana che a notte, allorché le luci dimoranti tra le facciate di una villa s'aprono emettendo bagliori dal chiaro intenso e maliardo, penetra nel cuore dei sentieri e tra le ombre dei fuggitivi amori. Le pitture contenute tra le mura giallognole del Palazzo Chiaromonte fan bella mostra donando agli sguardi più attenti sensazioni polvere d'illusione ma gracili nel loro presentarsi all'occhio profano, mentre i profumi nascenti tra le primule assiepate a formare un coro di marmorei dal brusio purpureo disegna, tra i colori della magica atmosfera i profili di una pace da sempre desiderata dall'indole portata per l'avventura dei sensi.
LE URLA SGRAZIATE DELLA SOLITUDINE - Le prime ombre della sera compongono, una accanto all'altra, un disegno ricco di atmosfera e di tenerezze al medesimo tempo, ed il rumore quasi muto del dirigibile proveniente dal suolo tedesco rompe quell'incantesimo di silenzio così creato; a Lakerhust nell'attimo in cui il sapore del maggio odoroso di fieni si sparge a inondare di candida quiete i profili di un paesaggio illuminato, si disegna il disastro del dirigibile Hindemburg, simbolo della perfezione tedesca e della vittoria della scienza sulle altre dottrine umane. Giungo, con moto sonnolento, nel punto dell'attracco, ed avvicinatosi al pilone d'ormeggio, esso, d'un tratto, si ricopre di fiamme fulgide come il colore del sole e fluenti in ogni dove, cingendo con un ammasso di fuoco impazzito lo scheletro che diviene la prigione degli sventurati passeggeri, alcuni dei quali si lanciano nel vuoto vincendo le sbarre di alluminio roventi e contorte. Siamo nell'attimo della tragedia ed in quell'inferno, mentre i lapilli cascano a minacciare gli aiuti provenienti da terra, una giovane donna lancia urla sgraziate tenendo per mano la figlioletta piangente e coperta da mille bruciature, fondi di dolore e di rassegnazione. A tal sventura la voce ed il cuore dell'America reagiscono con pianti e mormorii d'angoscia, ed anche i più astiosi tra i politici divengono tristi, con le lacrime agli occhi ed un brusio di saggezza cullata dal profondo di un mite pensiero.
- E mentre tutto s'infiamma di passione odo, provenir dal cielo, un sussulto d'amore.
IL NOBILE NOME DEI PREDILETTI - Dalla soavità di un rametto cadente nei suoni del passato e nel grembo degli interessi di parte nasce l'immagine della nobiliare e raffinata Firenze, culla dei sospiri amorosi e degni di virtù, e da un pensiero germanico sboccia la leggiadria di due fazioni mosse dalla passione e viventi nella continua ricerca di un punto di certezza e di solidarietà; la credente atmosfera in cui si dibatte il gruppo dei Guelfi, da sempre assertori del primato Papale e di concetti Cristiani, si scontra col fervore secolare e di origine dinastica dei prodi Ghibellini, mossi dall'amore per le imprese imperiali nate e vissute col cuore palpitante e la mente insicura e gelata. Quando gli animi furiosi perdono il contatto con la realtà lasciandosi trascinare da sussulti di emozioni trattenute e covate nelle ombre di una quieta nottata, è possibile fermarsi accanto ad una fine casupola coi tetti spioventi nel vago e da lì osservare gli scontri quotidiani tra questi due partiti medioevali: urla e grida di dolore si intrecciano con lo scalpitio delle sciabole emananti nella linearità e tra le limpidezze di un barlume mattutino, rumori vuoti ed inquieti, mentre frotte di fiumicelli sanguigni si sparpagliano nel terreno disegnando i contorni di una nuova tragedia. Da lontano si notano sempre drappelli di giovani donzellette coi trecci uniti dal filare di una canzone ed accanto a loro, ammirando la tenacia di quelle braccia battagliere, due vecchiette intente ad incontrarsi maledicono la bramosia di quegli animi vinti dall'odio sgorgante dagli sguardi indiavolati e ricolmi d'ira.
- E mentre il fascio del tramonto fiorentino si posa tra i profumi di un girasole, là, nel chiaror della vita, s'ode una cantilena.
RIDENTE D'ORGOGLIO - Penetrando tra i gelidi muri di un cascinale che a notte, quando mormorano le ombre, s'illumina con le astrattezze di un disegno avvolto nell'aria, una fiamma dal colore, sprizzanti rigagnoli verdicci danza tra le braccia di un caminetto e, con l'orgoglio di un bambino baciato dalla dea della volontà, emette tra i suoi bagliori la maestosità della nobile Windsor.
- La leggiadria inconsueta e vispa dei mattini gareggianti in virtù col sapore incantevole delle acque fluenti tra le rive del Tamigi dona alla cima del castello, residenza reale, il cinguettio di una coppia di miti passerotti, usi a varcare le immense distanze esistenti tra la culla centrale del paese ed il prato ove da sempre dimorano i sogni delle fanciulle; tra respiri suadenti e aneliti d'eterno splendore si ergono le sommità erette dalla intelligenza di Guglielmo il Conquistatore e le pareti di quel costrutto dal nobile passato paiono soffi lanciati dalla vanità dei raggi provenienti dal cielo e cadenti tra le varietà di una chimera ove dimorano le illusioni ed i vissuti ricolmi di tristezze. Dal castello diparte, come per incanto, una lingua di prato dalla lunghezza che pare infinita e che giunge, dopo aver sorseggiato il profumo delle rose assiepate lungo tutto il percorso, ai piedi di una statua maestosa e dominante l'intero paesaggio con sguardo austero.
- Qui i sorrisi dei visitatori fuggono, come augel di bosco, tentando di raggiungere i limiti dell'immensità rifulgente tra i vociari del terso mattino, mentre una banda dai mille colori imita, col sussurro di un'armonia, i profili d'un perduto passato.
PIOGGERELLINA DI MARZO - Ancor bagnato dal piovo, che esulta forte
- picchiando alla soglia dei vetri e nell'ampio atrio,
- odo passi duri provenir dai campi già rinati
- all'odor del frumento, ormai postilla d'amor.
- Scendi pioggerellina di marzo, ti adagi come un
- cagnolino annusante tra i ceppi di radicale
- vecchiaia e brilli di un tempo assai felice, di un
- vanto ancor festeggiante e di un treccio giammai
- furioso per mille rincorse tra prati ed ameni
- ricordi. Ti svaghi, all'accader del piovo, schivi
- i passati amori, e di te e del manto nevoso si
- duole il fior degli anni miei.
PIFFERO D'INNATA LEGGIADRIA - Nella soavità di un mattino nato tra le cadute libere delle dolci fronde ricolme di linfe profumate e negli spassi di un sole di panna, nasceva la storia di un gruppo di farfalle dalle ali più soffici di un barlume di quiete e con gli occhietti minuti e pensierosi; esse svolazzavano di bosco in bosco saltellando alla ricerca di una ruota emanante un profumo dolcissimo, e da cui nasceva un liquido azzurrognolo che donava, a chiunque, avesse la fortuna di assaggiarlo, una sensazione di quiete simile a ciò che si provava adagiandosi nella leggiadria di un giunco ricoperto coi sapori di una vetusta fanciullezza, e mentre facevano questo, tutto il paesaggio rifulgeva con scintillii di intese passioni e di meditati ed ammirati concetti d'amore. Le loro ali battenti nell'ombrosità del futuro erano talmente vive da apparire simili al perpetuo palpitare di un cuoricino inquieto, e le antennine poste alla sommità di quei minuscoli corpicini ricoperti con i brilli dorati di una felicità repressa, si drizzavano nell'attesa di un venticello ricco di amore e che, in genere, soffiava all'avvicinarsi delle prime ombre del tramonto, segnato dall'accalcarsi di rosei purpurei posatisi sulle pelli dei peri. Quando la notte calava dimorando tra le siepi di more e le ceste zuccherate di mirtilli dal colore pannoso e dal sapore un po' appassito, dopo aver assaggiato la linfa discendente dalla sommità di un piccolo prato ricolmo di magiche creme, intonavano le melodie di una stagione perduta inventando, con dei pifferi, armonie leggiadre e visioni d'un passato remoto. E allorché i fuochi della speranza si cingevano nella cupidigia di un pensiero d'autunno, esse regalavano una culla di sorrisi al morire perpetuo delle fronde cadenti.
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Inserito il 18 giugno 2002