LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Renato Gambuli Con questo racconto si è classificato sesto parimerito al concorso Parole in Movimento Fonopoli
Storia di una lacrima - Una donna ed una formica sullo stesso marciapiede.
- Pensieri che si incrociano senza incontrarsi.
- "Cammino lentamente.
- Ascolto il rumore dei miei passi disordinati su questo marciapiede che da tempo conosce i miei tacchi.
- Gli sguardi dei passanti, curiosi, li conosco a memoria.
- Potrei disegnarli ad uno ad uno i loro occhi, modello standard, che osservandomi mi incollano addosso il giudizio della società.
- Non ci penso neanche più. Li ignoro.
- Altre immagini affollano la mia mente nell'attesa del prossimo cliente".
- "Correre, correre, sempre correre.
- Ancora una dura giornata di lavoro. Ah! Povera me!
- Anche un'infaticabile operaia come me ha il diritto di lamentarsi di fronte a tanto lavoro.
- Questa enorme mollichina di pane, questo macigno da sezionare, preparare, trasportare
- Ah! Povera me!
- Che il cielo mi aiuti ad evitare tutti i pericoli di questa interminabile pianura d'asfalto.
- Se almeno le altre venissero ad aiutarmi. Ho consumato le antenne a forza di chiamarle.
- Niente.
- Mi hanno lasicata sola".
- "Mi appoggio al lampione, forse è meglio.
- Mi sento come un'attrice stanca prima ancora di iniziare la rappresentazione.
- Se potessi non alzerei mai più questo sipario.
- I ricordi sfilano come un treno rapido sul binario della mia vita.
- Mariolina e Giacomino a casa dei nonni.
- I soldi per i libri scolastici. Tommaso dove sarà?
- Ritornerà prima o poi?
- I volti degli amici al tempo del liceo, tutti in fila.
- Ma sei pazza? Cosa ci fai con uno come Lui?
- Quante speranze. Quante illusioni".
- "Non è possibile, non ce la farò mai.
- Sotto il sole poi diventa atroce.
- Mi sembra che il peso mi schiacci al suolo, definitivamente, come una di quelle enormi piattaforme nere che ogni tanto ci assalgono per mettere fine a questa dura vita.
- Come vorrei potermi riposare e profittare di un poco d'ombra, lasciandomi cullare dal vento seduta su una foglia.
- Ma cosa fanno le altre? Perché non vengono?
- Forse ha ragione la cicala che pensa solo a cantare. Se almeno sapessi cantare, se almeno ".
- "I miei capelli. Com'erano belli, prima
- Morbidi come l'acqua ed il vento.
- Adesso sono bionda, bionda di notte.
- Bionda, quanto prendi?
- Avrei voluto dirgli: «Non sono bionda e non prendo niente».
- Siete voi che mi avete preso tutto.
- Rispondere? A cosa serve?
- Puttana, puttana, sei soltanto una puttana.
- Le sue urla mi attraversano l'anima.
- E tu? Povero imbecille, tu chi sei?
- Gente per bene.
- Tutti i giorni si infila nel mio letto questa gente per bene, e mi giudica, condanna, punta il dito.
- Siamo tutti figli della stessa morale: l'ipocrisia".
- "Il dovere, il dovere prima di tutto.
- Ecco cosa mi hanno insegnato fin dalla nascita.
- Come se vivere fosse un obbligo e sopravvivere una necessità.
- Chi si ferma è perduto!
- Lavorare, lavorare e non fermarsi mai.
- Magari chi si ferma ha il tempo di riflettere.
- Riflettere? A cosa serve?
- Forse a trovare un senso a questa corsa senza fine.
- Non ce la faccio più. Se almeno il cielo ".
- "È strano.
- Oggi nessuno viene a bere alla fontana del piacere.
- L'attesa fa ancora più male.
- Vorrei scappare. Vorrei
- Che strano dolore la rassegnazione.
- Trattengo il pianto agli occhi, ma ma, una sola lacrima è fuggita, è scappata contro la mia volontà.
- Dove è andata?
- Non ha importanza, era la mia libertà".
- "Cos'è?
- Limpida e trasparente questa gigantesca bolla di cristallo.
- È caduta dal cielo.
- Mi ci specchio dentro e all'improvviso mi sembra di ritrovare tutte le mie forze.
- Lo sapevo, lo sapevo
- È il cielo che l'ha mandata da me.
- Mi ci specchio dentro e sono un'altra.
- Sono libera. Che bello.
- Dove vado?
- Non ha importanza, sono libera".
- Fu così che, come per miracolo, quel giorno dal dolore nacque la gioia.
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