- Inserita
nell'Antologia del Concorso Letterario Città
di Monza 2004
SOLSTIZIO
D'ESTATE
Questa
prima sera d'estate,
così
generosa di luce
Sotto
la volta d'azzurro e blu
trapunta
di chiare stelle,
ferve
ancora l'uomo nel suo anelito di
vita.
Sospeso
a mezz'aria nel mio limbo,
mi
rassegno alla eterna paralisi
di
sentimenti e desideri, alla fine di
questo
ennesimo giorno insulso.
Eppure
all'alba era vergine,
non
ancora vissuto da nessuno,
nuovo,
ricco di possibilità.
La
vita - lo so - è una scuola
che
sovente
impartisce dure lezioni,
e
dal suo rigore non ci possiamo sottrarre
(sarebbe
questo il vero "peccato").
E
mi chiedo:
questo
giorno cosa è servito,
cosa
ho imparato,
cosa
ho sbagliato,
quali
opportunità ho buttato
Temo
le possibili risposte.
Solo
non vorrei trovarmi,
distillata
tutta la mia lenta atra agonia,
ancora
sciocco e ignorante fanciullo,
impegnato
soltanto a saltare la scuola.
- Inserita
nell'Antologia della IX Edizione Premio di Poesia
Poeti dell'Adda 2004
A
MONTEROSSO
Monterosso
marina,
il
mio pensiero ti abbraccia grato
e
il mio ricordo si bagna nelle tue
acque
e
nel profumo della tua brezza di
mare.
Ancora
oggi, m'incanto agli odori
di
focaccia fritta, di fiori, e di sabbia
che
si spandevano nei tuoi carrugi,
che,
lieto nei miei vent'anni,
traversavo
sereno.
Di
sera, le vie illuminate
di
luci e di bambini incoscienti,
di
mercatini e di feste in piazza.
E
poi la spiaggia umida e il manto
stellato,
e
il buio mare
come ci appariva diverso dal
giorno,
col
suo accecante bagliore che infiammava
l'aria.
Allora
capivo di essere
-
almeno un po' -
felice
di questa mia vita?
Vi
rimpiango, luoghi ameni,
preziosi
depositari
della
mia gioventù.
- Luglio
2004
- Inserita
nell'antologia della IX Edizione Premio Letterario
Internazionale CITTÀ DI MELEGNANO
2004
ESAME
DI COSCIENZA
Maestro,
accolgo
triste il dono
del
mio volgere terreno
e
la mia anima si stampa
in
veste umana.
Solitari
anni malinconici e laboriosi
mi
portarono all'età saggia e
seria.
Ma
tanta dottrina, tanto sapere
non
mi potranno mai rassegnare
alla
mia aspra perduta gioventù.
Non
avrò mai dunque pace
per
la mia vita non vissuta,
solo
letta, sognata da lontano.
Ma
il cammino della mia
anima
prostrata è ancora lungo,
vero
Maestro?
Noi
sappiamo entrambi bene
che
le mie cicatrici sanguineranno
abbondanti
ancora a lungo,
che
parteciperò nell'agone della
vita
sempre
fuori concorso.
Ho
imparato, mio malgrado,
a
non lamentarmi, a non sperare
più
(è
forse un bene?)
Navigo
a vista, stanco e sfiatato
nel
mio guscio di noce per forza
d'inerzia,
nell'oceano
di nebulose stagioni,
cariche
di tempeste improvvise,
di
lividi bagliori e di
cupe,
interminabili bonacce.
- Agosto
2004
- Inserita
nell'antologia della V Edizione Concorso
Internazionale di poesia Olympia Città di
Montegrotto Terme 2005
ECLISSI
Volava
alto e lontano il mio sguardo,
pur
nelle quiete more dell'infanzia,
sitibondo
di vita e di ebbrezze giovanili,
come
un cavallo su un'altura, fremente
a
sottomettere il vasto verde.
La
tarda primavera schiudeva
dolci
fragranze di fiori che
risvegliavano
appetito ai miei sensi,
l'oscurità
a me amica
non
regalava però parole,
ma
solo fantasmi
per
vivere i sogni di giovane adulto.
Vivevo
sensazioni presenti e future,
certo
che presto sarei entrato
nella
foresta, assaporando ogni
suo
frutto, fiore e foglia,
giocando
a piedi nudi sul prato.
Poi
un osceno pianeta maligno
irruppe
spegnendo odori e sogni
e
a testa bassa fui schiavo di paure
e
infinite cure e timori.
Oppresso
e gravato dal buio
e
dalla nebbia ormai nemici,
procedevo
blindato,
ma
la vita non sentiva più
il
dolce ebbro sapore di prima.
Ancora
oggi sono cieco
per
quell'eclissi.
- Ottobre
2004
- Inserita
nell'Antologia della VIII Edizione Premio di Poesia
Comune di Candia Lomellina 2005
SOGNO
D'ESTATE
Sognavo
di danzare sul mare
accarezzato
da onde eterne sempre uguali.
Il
sole asciugava le mie lacrime e i miei
rimpianti,
il
pensiero liberato in un cielo
azzurro
familiare
ed amico sfiorava scogli e flutti
e
si riparava all'ombra
di
alberi antichi e saggi.
Seguivo
gli scoiattoli saltellare
secondo
misteriosi itinerari
su
un tappeto di croccanti foglie,
i
gabbiani grigiobianchi
sfrecciare
a stormi nell'aria salata;
vedevo
bambini giocare con stelle marine
e
giovani intrecciare i loro nodi
d'amore.
Il
giorno declinava, ma i raggi
ancora
scaldavano il corpo e il cuore.
Volavo
sopra il mare arancione,
scorgevo
le barche e il porto.
Mi
si faceva incontro
la
gente di un tempo e di oggi:
quante
persone mi salutavano ridendo,
liete
del comune incontro.
Anch'io
brillavo ai loro sorrisi.
Tutto
questo sognavo
e
non volevo svegliarmi.
Sapevo
che mi sarei trovato
nelle
brume invernali,
confortato
solo dall'odore
del
mandarino sulle dita.
Come
sei lontana estate!
- Inserita
nell'Antologia della IX Edizione Premio Letterario
Internazionale IL CLUB DEI POETI
2005
MAESTRO
ASCOLTA
Ascolta,
o mio Maestro.
Tu
hai affidato questa vita a me,
perché
io imparassi e crescessi
in
luce di conoscenza e di amore.
Ho
accettato il patto
-
potevo fare altrimenti? -
e
sono sceso fin quaggiù.
Ho
avuto, come tutti, la mia razione
di
gioie e fortune,
di
pene e sofferenza,
ma
mi è sempre stato compagno
il
male di vivere.
Comprendimi
o Maestro.
Tu
mi esorti ad andare nel mondo
e
a scoprire nuovi sentieri:
"Vai!
Nelle tue bisacce hai
tutto
il necessario! Osa! Va!"
Ma
a me, o Maestro, cedono le gambe,
la
gioia e la speranza scivolano dalle
braccia,
la
bocca si fa amara e sputa veleno.
Perdonami
o Maestro.
Lo
so, la vita è una scuola che
spesso
impartisce
dure lezioni e
tu
hai ragione: non bisogna
buttarla
in vano cincischiare.
Ma
io rimango chiuso nel mio bunker
voltando
le spalle al mondo,
e
conto i giorni lenti di questa preziosa
fin
troppo lunga esistenza.
- maggio
2004
- Inserita
nell'Antologia della VIII Edizione Premio di Poesia
Francesco Moro - Comune di Sartirana Lomellina
2005
A
RENATA TEBALDI
Dal
suo stellato soglio
ormai
tutti ne guarda quaggiù,
ov'è
stata molti anni, anche
dopo
la fine della sua carriera.
Ora
la signorina Renata,
rimpianta
da tutti i melomani
e
dalla fedele governante Tina,
è
"salita a Dio".
"Non
ho avuto la fortuna
di
avere un uomo che mi amasse"
disse
una volta.
E
a chi le complimentava la sua voce
rispondeva
"non è merito mio,
è
un dono del Signore".
Sarà
pure così, anzi, senz'altro.
Resterebbe
capire se,
potendo
scegliere,
avrebbe
preferito da Dio
a
quel dono così bello e puro,
quell'altra
fortuna:
un
Vero Amore Terreno.
- Inserita
nell'Antologia della II Edizione Premio di Poesia
M.° Raffaele Burchi - Biblioteca di Tromello
2005
IL
CIGNO DI PESARO
Sublime
cantore di infiniti affetti,
acuto
narratore di umane vicende,
meraviglioso
cesellatore di
inquieti
gioielli melodico-ritmici,
avevi
tutto scritto e dato
all'età
in cui altri cominciano appena a
fiorire.
Non
hai voluto cercare le melodie
che
un tempo frequenti ti visitavano.
Da
buon pigro non hai più rincorso
le
note e la vita, a differenza dei
tuoi
inesausti
personaggi.
Un
dignitoso silenzio
-
con qualche péchés de vieillesse -
ti
ha scivolato in un grigio limbo.
E
allora è stata la
Melanchonia,
quale
tetra visitatrice,
tua
compagna fino alla fine.
L'ULTIMO
DEI CASTRATI
- Marietta
Alboni
Estrema
propaggine del bel canto,
"ultimo
dei castrati",
per
la fulminante definizione
del
tuo Maestro Rossini.
Nobile
Matrona, hai concluso
la
tua carriera dando concerti
su
una grossa sedia.
Il
tuo androgino tono
riportava
- certo ne sono -
per
li rami alla pura bellezza
degli
spiriti d'indifferenziato sesso,
quali
siamo tutti noi
prima
di rivestirci di polpe.
Marietta
Alboni (Maria Anna Marzia Alboni- Città di
Castello 6 marzo 1823 - Ville D'Avray, Parigi 23
giugno 1894) contralto. È stata l'unica vera
allieva del Cigno di Pesaro, ossia di Gioachino
Rossini (Pesaro 29 febbraio 1792 - Passy, Parigi 13
novembre 1868) di cui ebbe la stima e l' amicizia e
per il quale nutrì sempre riconoscenza.
Cantava con la stessa facilità e
disinvoltura con cui si parla, sia che spiegasse la
voce nel fraseggio largo e vibrante, sia che
affrontasse lo stile di agilità. Fu un raro
esempio di voce sonorissima e dolcissima insieme e
la sua gamma partiva dal "fa" sotto il rigo per
giungere all'acutissimo "do" del soprano. Fu
famosissima e celebrata in tutto il mondo e amata
particolarmente in Francia, ove si stabilì e
morì. Graziosa di viso ma di "taglia forte"
fu spiritosamente definita "Un elefante che ha
ingoiato un usignolo".