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- La
positività della negazione
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- Il neonato cerca attraverso
il contatto fisico, cerca di valutare se un oggetto
può essere utile ai propri interessi-bisogni.
Essendo la bocca, cioè le labbra, il primo
organo sensoriale che gli rivela un contatto positivo,
quello con la mammella della madre è ovvio che
cerchi, da subito, di utilizzare le sue labbra per
"tastare" un oggetto comunque contattato e lo
assaggi.
- Vista e tatto sollecitano il
neonato a muoversi, tende verso le cose, quelle che
più lo attraggono.
- Realizza così un
circuito sensorio quasi interdipendente in cui
visione, e contatto, spingono all'azione, cioè
al movimento.
- Impara a rassegnarsi quando
è impossibilitato a muoversi, a raggiungere
l'oggetto e sente il desiderio di arrivare ad avere
l'oggetto ugualmente.
- Lasciato libero quando
è in grado di muoversi, rischia anche dei
contatti dannosi che gli procurano dei dolori
immediati, sono necessari perché impara a
distinguere le differenze fra gli oggetti medesimi e
così capire quali accettare.
- Ecco, da subito, si
può e si deve aiutarlo a scoprire l'ambiente
aiutandolo, anche "casualmente" a risolvere casi
motori facili ma che ritenga essere lui a scoprirli:
soluzioni già preparate.
- Attraverso il gioco, la luce,
il suono.
- Solo dopo l'accertamento
della sua capacità interpretativa dell'ambiente
preparato solo al "positivo", si potrà
procurare incontri con piccoli traumi, modesti
ostacoli da affrontare.
- Deve imparare ad aprire le
"porte", non trovarle sempre aperte.
- Non è vero che quando
sarà grande imparerà, magari studiando
italiano o matematica: l'intelligenza è un
prodotto della materia, abbiamo detto, occorre
sviluppare la capacità percettiva, sensitiva,
addestrando la Sensibilità del ragazzo, solo
così potrà dopo usarla anche per altri
interessi (mestieri, arti); se non si addestra,
l'intelligenza rimarrà così inespressa:
un sacco bello, ma vuoto e l'individuo, pure
percependo l'ambiente, non se ne renderà
ragione del perché esiste, delle differenze,
cioè non capirà.
- Così osservando il
comportamento del bambino come risolve le
contrarietà "predisposte", se ne rivela la
forma d'intervento, od interventi così da
maturarlo come futuro uomo, responsabile delle sue
azioni perché comprende il valore delle scelte
fatte.
- Il ragazzo comunque è
totalmente sincero delle sue intenzioni (anche
nell'uso dei primi "trucchi") e un attento osservatore
saprà le cause vere del suo
rifiutarsi.
- Il "No" dimostra che
l'individuo pensa, e pensando valuta i presunti
vantaggi o svantaggi di una proposta che lo coinvolga:
cibo, movimento, ascolto, visione, ecc.
- È però il
pensare, significa che si può dare inizio ad un
dialogo, ad un confronto perché nel momento in
cui lui si riconosce in una sua indipendenza, in una
sua capacità di scegliere per interesse
ritenuto tale, cioè si riconosce in una sua
individualità, riconosce anche che all'esterno
ci sono altre individualità.
- Logica vuole che bisogna
prevenire eventuali scontri valutando le dissonanze e
giustificare proposte alternative che evitino il
confronto diretto in cui una parte si impone all'altra
dando inizio a vittorie che poi sono sconfitte per
l'altra parte, da cui usciranno alterati gli equilibri
emotivi nelle memorie visive e ricordo.
- Quindi il dialogare, aggirare
l'ostacolo, sviluppo culturale, confronto valutativo
indiretto prima preparatorio di quello diretto poi
quando il tempo si impone per una maturazione che deve
essere graduale e "dolce" ma rispettosa di tempi
certi.
- Il simpatico e il sentivo
tecnico possono risolvere il confronto in soluzioni
positive così che non si realizzino degli
eventi eccessivamente traumatici.
- Sappiamo che normalmente
l'adulto si impone al ragazzo con disposizioni
perentorie, degli ordini spesse volte non "capiti":
lui è forte e grosso e alto mentre il ragazzo
è piccolo e debole ma quale effetto può
produrre il dover compiere forzatamente
un'azione?
- Ogni forzatura produce nel
ragazzo, comunque, un'emotività Contro: contro
se stesso e contro chi la impone, anche contro chi la
permette, al quale o ai quali si rivolge, magari anche
solo con lo sguardo, per ricevere aiuto.
- Ecco perché i traumi
necessari devono essere preparati con cura,
personalizzati con finalità allo scopo da
raggiungere e "dolci" indotti con il
gioco.
- Non solo, ma si potrà
scoprire eventuali imperfezioni organiche.
- L'osservatore, l'addestratore
ideale è il genitore, soprattutto quello
Simpatico ma può essere anche un "tecnico":
maestro, insegnanti.
- Se ha rapporti simpatici
sensitivi sarebbe l'ideale istruttore perché
abbinato alla tecnica, può interpretare anche
le emotività più profonde, il profondo
"Io" del ragazzo (che non è ancora del tutto
veramente "profondo" data l'età) e così
inserire dei correttivi emozionali (memoria-ricordo,
memoria-visivo) capaci di contrastare ed anteporsi in
quanto proposte perturbanti positive, ad altre
già presenti ed attive ritenute negative ed
"asociali", anche se in prospettiva una regola deve
sempre essere tenuta presente: il ragazzo inizia a
"Ragionare" quando "Rifiuta" o rinuncia a qualsiasi
titolo un'offerta, una proposta di
contatto.
- Perché? Nel momento in
cui decide di rifiutarsi, riconosce due valori: il suo
e l'altro.
- Riconosce un'avversità
ad una sua aspettativa, ad una sua speranza:
quantifica il suo valore e quello che protegge
l'obiettivo o che quello stesso esprime.
- Bisogna scoprire le sue
ragioni del suo rifiutarsi.
- Il cibo non è di suo
gradimento, oppure si è sviluppata un'anomalia
fisica, anche psichica (ma ciò è un
problema più delle giovani...)?
- Non vuole attivarsi in
attività motorie: è perché
prevalgono produzioni tossiche eccessive (i movimenti
del fanciullo devono essere "dolci", invitanti: un
gioco) oppure non viene interessato di desideri di
raggiungere oggetti quali controparti?
- Cerca il contatto fisico
materno e non vorrebbe staccarsi, dimostrando effetti
irritanti e nervosi quando si forza perché si
distacchi: è perché qualche sua parte
fisica ha bisogno di quelle energie che prima,
all'interno del ventre della madre, aiutavano a
maturare, a formarsi così che ora, immaturati,
propongono il contatto materno? O
quant'altro?
- Comunque il suo rifiuto
dimostra che l'individuo valuta le differenze e fa
delle scelte di comodo, più o meno
giustificabili.
- La forzatura produce pensieri
ribelli che, comunque, è un'elaborazione "dati"
emotivi così che il risultato dovrebbe essere
come risolvere a suo vantaggio e contro gli "Altri",
compreso anche solo un "lui" un'eventuale reazione:
c'è ricerca di una soluzione.
- Il ragazzo è costretto
a pensare, ad elaborare soluzioni
possibili.
- Ad una scontrosità
iniziale subentra la logica del vantaggio preminente
come il vivere in funzione del "lui" e del "lei".
Degli altri.
- Inizierà così
il compromesso "sociale" ma riconoscerà
comunque la sua debolezza, la sua impotenza, la sua
eventuale dipendenza che, se costantemente accentuato,
cioè privato di spazi di libertà, di
autonomia, possono danneggiarlo nella sua formazione
psicofisica e quindi definire dei comportamenti,
presenti o futuri, asociali.
- A questo punto entrano in
concausa altri fattori, altre opportunità
occasionali o "Locali", cioè diversi da
ambiente ad ambiente con le quali si decideranno
definitivamente le sue caratteristiche decisionali: il
suo carattere.
- Se il padre è
violento, il primo rifugio è quello cercato
nella madre e poi in altri soggetti.
- Se è un coetaneo e non
può allontanarsi dall'ambiente, cercherà
in altri l'aiuto e se tutti lo condizionano
finirà per impecorirsi: se trova aiuto
costruirà con chi l'aiuta un gruppo reattivo di
difesa e anche di attacco; così si formeranno
alleanze, amicizie, ecc.
- Se crescerà forte pure
lui "si" ricorderà di quelle forzature e
sarà in funzione dei suoi Stati di
necessità, anche usare i medesimi traumi per
trarne vantaggi ed interessi personali convinto come
è che ciò che lui ha provato
emotivamente si possa ripetere "senz'altro" negli
altri soggetti.
- Come dire che se lui ha paura
del fuoco, dell'acqua, delle "botte", anche gli altri
li temeranno.
- Ecco allora l'importanza
della Cultura Etica successiva e della medesima Etica
dell'ambiente più ampio, cioè la
società. Se invece di crescere forte,
crescerà debole o normalmente più debole
cercherà in forme aggregate convenienti la
soluzione del suo esistere.
- Anche l'uso di tecnologie che
sopperiscono alla sua debolezza.
- Cercherà il quieto
vivere rinunciando ad aggregarsi, sociali
rivendicative se "allora" gli "altri" non l'hanno
aiutato.
- Cercherà di nascondere
le due debolezze, le sue paure nei più svariati
modi offerti dalla società, anche l'alcool, il
gioco, il sesso differenziato, rinunce sociali per
paura di dimostrare le sue incapacità o
giustificare quelle sue incapacità come lo
è per l'appunto il rifugio nell'alcool,
ecc.
- Ecco, per l'adulto, quello
Normale sociale sapere che il ragazzo è una
controparte che ragiona, anche se all'inizio,
cioè che pensa, che riconosce le differenze
alle proposte che gli si fa, dovrebbe indurre
quell'adulto a produrre rapporti di dialogo, di
confronto, usare l'intelligenza espressiva e di
esempio comportamentali, piuttosto che la forza,
l'inganno.
- Come dire: usare la forza
dell'intelligenza.
- La Negazione è
l'opportunità positiva per l'individuo in
quanto dimostra di distinguere le
Differenze.
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- Il capitolo "La
positività della negazione" è tratto dal
libro "Costruire l'uomo del terzo millennio..." edito
nel 1988 dal Centro Programmazione Editoriale di San
Prospero (Modena)
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