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            antologie dei concorsi de Il Club degli autori
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               Antologia del
               premio letterarioAge Bassi 2000
 
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               INDICE  Prefazione
               a cura di Loretta
               Pieri,
               Fabio Aldrighetti, Massimo Angelelli, Maurizio
               Balbiano,
               Ciro Canale,
               Simone
               Caniati,
               Pierangelo
               Cardalesi,
               Carlo Carrea, Caterina
               Rossi Mandrini,
               Nadia Corsi, Alessandra Crabbia, Roberta
               Degl'Innocenti, Dionisio Del Monte, Angelo Feggi,
               Davide Ferrari, Filippo
               Finardi,
               Stefano Fiumi, Marco Galvagni,
               Luciano Gatti,Giovanni
               Ghirga, Simonetta
               Gravina,
               Gianmario Lazzaroni, Giovanni Licheri, Livio
               Malusà, Giovanni Mangano, Giorgio Masolini,
               Lucia Maddalena Mastrosimone, Elena Matta, Marco
               Mazzoni, Dino
               Valentino Moro,
               Roxana Morsella, Vittorio
               Novelli,
               David Ortolani,
               Mauro Pedrazzoli, Maria
               Novella Perina,
               Emily Pigozzy Vaga, Raffaele Piras, Luciano
               Postogna,
               Elisa Righetti, Antonio
               Rossi,
               Francesca
               Rosso,
               Adriano Scandalitta, Diego
               Scandola,
               Maria Antonietta Sozio, Filippo Stampanoni
               Bassi,
               Gino Tigano,
               Carmine Verazzo  | 
                Come
               avere l'antologia | 
      
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                     Prefazione 
 
                  Racconta
                  una leggenda tramandata tra le popolazioni Maori
                  che il frangere del mare contro la spiaggia
                  è il respiro degli dei che fecondano la
                  terra donandole energia e vita.La
                  poesia è per l'uomo il respiro del suo animo
                  che, prigioniero ed immanente nel mondo quotidiano,
                  riesce a vivere oltre e tramuta l'esperienza della
                  vita reale in sublimate percezioni e
                  visioni.Ogni
                  uomo ha in sé la voce della poesia: talora
                  voce efficace e abbiamo un poeta; talvolta è
                  solo un'eco di ritorno e allora siamo ciascuno di
                  noi quando, leggendo una poesia, vibriamo
                  intimamente in sintonia col poeta.E
                  come il mare continua a frangere in ogni momento
                  adesso e domani, vicino o lontano senza mai
                  fermarsi, così la poesia continua a
                  respirare intorno all'uomo; non sai dove e quando
                  ma in questo momento qualcuno sta sentendo dentro
                  di sé una sorgente di emozione e incomincia
                  a trasformarla in parole, immagini e visioni
                  intense della vita. È
                  una fortuna per l'umanità che con pochi
                  strumenti semplici come una carta e una penna si
                  possa inviare un messaggio sublime a chi, con
                  sincero interesse e partecipazione, vorrà
                  aprire questo libro e, spegnendo attorno a
                  sé i rumori e le chiacchiere, potrà
                  immergersi nel mare delle emozioni, dei ricordi e
                  dei sogni. Ma
                  il mondo e il mare hanno un motore infinito; per
                  l'uomo ci vuole qualcuno che raccolga quelle voci
                  di poesia, le faccia sbocciare dall'intimo delle
                  vicende personali del poeta, le incoraggi a farsi
                  sentire e le vesta poi con pagine e inchiostro;
                  solo così le emozioni e i sogni viaggiano da
                  persona a persona superando i vincoli implacabili
                  della materia. Per fare questo ci vuole amore per
                  l'uomo, tanta cura e impegno, tenacia e competenza
                  imprenditoriale come sappiamo riconoscere agli
                  editori del Club degli autori che raccolgono ogni
                  anno una buona messe di poesie e danno forza e
                  incoraggiamento ai talenti timidi e nascosti, con
                  la collaborazione di Enti promotori come il Circolo
                  Incontro di Castiraga Vidardo che , facendo onore
                  nel territorio lodigiano alla dolcissima e nobile
                  voce di Ada Negri, ha creato le condizioni per
                  stimolare e premiare dinanzi alla Comunità
                  quelle onde di poesia che sembrano levarsi
                  più bianche e spumeggianti. Infatti è
                  stato attivato nel piccolo paese in fondo al viale
                  un Premio ufficiale di poesia dedicato a un'altra
                  voce del Lodigiano, Age Bassi, che della sua terra
                  e delle vicende agitate del quotidiano vivere ha
                  raccontato e tramandato. Loretta
                  PieriMembro
                  della Giuria del Premio 
                  
                  
                       
                  
                  
                      TORNA
                     ALL'INDICE
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                  Ciro
                  Canale Dolce
                  storia Voglio
                  una
                  notteper
                  amante.Voglio,nell'aurora,il
                  pettodel
                  mio rifugio.Voglio,del
                  tuo mare,le
                  labbrada
                  baciare.Voglio,calde
                  e lentigli
                  indugidelle
                  tue carezze.Vogliofondereanima
                  e corponella
                  sinfoniadei
                  tuoi sospiri.Voglio,nelle
                  mie mani,i
                  riccidei
                  tuoi capelli scuri.Vogliodonarti
                  il
                  fiore cremosodelle
                  mie passioni selvagge.Voglio,voglio,voglioperché
                  vogliooro
                  e fioridi
                  una dolce storiad'amore.
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                  Simone
                  Caniati Love Danza Danza
                  ancora tra pareti biancheStanze
                  vuote e pensieri nudi Sono
                  vivoPer
                  un momento sono vivoMi
                  riempiono i fiori del tuo vestitoIl
                  calore dei tuoi seni trasparenti perlati di
                  passione Sono
                  vivo per il rosa di labbra che si schiudono
                  sensualiper
                  capelli fluttuanti come nubi tra le
                  duneper
                  lentiggini sopra un corpo deflorato. Portami
                  con teDea
                  della vitaPortami
                  con tecon
                  il tuo calorenon
                  ci raggiungeranno maiTutto
                  gira mentre siamo fermiAnnodatitra
                  i fiori del tuo vestitoprotetti
                  dal motivo... Tutto
                  scorre ma resta se tutto urla il tuo
                  nomeE
                  il domani che ci guardati
                  saluta come Eva Madre del Mondocandida
                  ed espertagemente
                  e VIVA!!!...
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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                  Pierangelo
                  Cardalesi Il
                  mondo in un pensiero Spesso
                  un solitario pensiero penetrasilenziosamente
                  la miadisordinata
                  mente, cancellandoingordo
                  gli spasmi preoccupantidel
                  quotidiano mio procedere,allora
                  attonito m'assale intero il mondo.   Erranti
                  revisionismi Sei
                  esagerato. "Sei" è esagerato!Tronfa
                  affermazione di apodittica supponenza,sorda
                  al grido strozzato delle madri
                  disperategrigie
                  in gola della cinerea ingorda fornaceche
                  gli inconsapevoli agnellini ha
                  inghiottitiallegramente
                  destinati alla mattanza della razza.   Felice
                  fine di giornata Guardandoci
                  negli occhi attempati corriamofelici
                  e scalzi come una volta, verso il
                  pendio.Acque
                  profumate vi cascano, un dolce ventoemana
                  petali di rose, trecento violinistivolanti
                  intonano le nostre antiche melodie:sorridendoci
                  non ci fermiamo:"Addio
                  Amore Mio".
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                  Caterina
                  Rossi Mandrini 11/2/1994
                  (Conoscere
                  il dolore, conoscere la morte) Conoscere
                  il DoloreConoscere
                  la Morte,Tu
                  sei spirito vago,sei
                  venuto dal vento,da
                  un'alba senza stagioni,Hai
                  vissuto nel mare,nel
                  nebbia del cuore.Conoscere
                  il dolore,Conoscere
                  la morte,Muto
                  e pensosonavighi
                  nel Nulla-Tutto,Morte
                  non daie
                  luce non vedi,Nell'etere
                  fluttuisenza
                  corpo,Non
                  hai parolae
                  non hai sguardo,Vuoti
                  i tuoi occhiinesistentie
                  arido il tuo cuoreinvisibile.Anima
                  persa,Quanto
                  ancora il Dolore,Quanto
                  ancora la Morte?
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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                  Filippo
                  Finardi La
                  mia ragazza La
                  mia ragazza è alta,ha
                  sguardi lenti e fermie
                  lunghe mani, sottili come steli,compiono
                  cerchi aggraziatiintorno
                  alla sinuosità del corpoda
                  un morbido vestito carezzato.La
                  mia ragazza ha gambe lunghee
                  slanciate:quando
                  sul letto si stende per dormireo
                  amare o languidamente rivoltarsi,il
                  suo corpo accavalla su se stesso,con
                  mosse smaniose lo distende;se
                  amore è un luogo, qui,voglio
                  stabilirmi;qui
                  si ferma il mio tempo:per
                  danzare insieme la sua danza,il
                  gioco di profumi della pellerespirare,
                  sentirsi innamoratie
                  in noi l'amore ascoltarecome
                  l'arpa di un sognodalla
                  mente sonata,con
                  mani leggere, perché nessuno
                  s'accorga.
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                  Luciano
                  Gatti Luce
                  attesa Così
                  inizia il voloche
                  l'airone,in
                  questo dire,accorre
                  libero,senza
                  cantonello
                  spazio del cielo.Ora
                  tutto il mareriscuote
                  la tracciadi
                  quando ero paziente.Ferisce
                  la veritàdi
                  una terra indimenticabile,i
                  cedri ottomanidalla
                  scorza scuracome
                  la rugginecon
                  me in attesa di lucenel
                  ritaglio quotidianocarico
                  di vicendecon
                  la certezza di viverenella
                  buona fortuna...per
                  non appassire.
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                  Simonetta
                  Gravina L'orologio
                  del tempo L'orologio
                  del temposcandiva
                  le ore.La
                  radice del malechiudeva
                  il suo tempo.La
                  ragione infinitami
                  indicava la strada.La
                  pendola anticabatteva
                  le ore.Due
                  volte colpì.Come
                  a nostro Signore.La
                  favola anticanarrava
                  le fole.La
                  voce lontanaparlava
                  di me. L'attimo
                  fuggente Devi
                  carpirel'attimo
                  al vento.Non
                  ci pensarevivi
                  il momento.Il
                  tempo non ha frettae
                  l'ora scocca.Aspro
                  è il saporeche
                  ti resta in bocca.fugge
                  il momento.Non
                  farlo andare.Stringilo
                  stretto.Lasciati
                  amare.La
                  giovinezzacorre
                  velocee
                  più non torna.Questa
                  è la croce. Senza
                  perdono Tu
                  mi hai tradito, con te ho concluso.Non
                  ti crucciare, io ti sorridoPrendo
                  il tuo braccio e con te giocoMa
                  nel mio cuore, tu sei finito. 
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                  Dino
                  Valentino Moro Opera
                  3 classificata Mani
                  tremanti dipingono,giraffe
                  gialle lunghi colli,su
                  tele nere di seta cinese.Sott'arcate
                  di pietra,tra
                  mucchi di sassi,le
                  fanno pascere.Tutto
                  è immobilità.Pensiero
                  stagnante.Il
                  nuovo s'affaccia inatteso.Un
                  fanciullo raccoglie,con
                  pennello di setole d'agave,come
                  ciottolicoloree
                  lo scaglia sulla telaspaventando
                  giraffe,che
                  si disperdono.Correndo
                  all'impazzatadiventano
                  un tutt'uno,un'unica
                  macchiache
                  ruotae
                  crea,un
                  sole giallo,sulla
                  seta nera.
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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                  Vittorio
                  Novelli Il
                  campo della peste C'era
                  il grande campo, quello della peste,e
                  spasmodico vi ho atteso il tuo
                  passaggio,dentro
                  e dietro memorie di chi,senza
                  scampo alcuno, morì prima di te.M'attestai
                  su mille sogni, ricorrenzescrollai
                  le spalle della polvere del bisogno,sviscerai
                  l'attesa del passaggio tuo,pugni
                  sulle gambe, gomiti alle cosce avvinti,occhi
                  più sempre snervatia
                  guardar dentro ogni cosa per trovare una
                  te.Hai
                  addomesticato ogni presente,hai
                  addormentato ore trascorse ed ombrea
                  scendere proficue sulle case,su
                  teste e spalle di chi stremato
                  dall'attesa,riprendeva
                  incauto quella medesima vitache
                  per un attimo aveva sperato di salvare.Al
                  di là del canale si lavava la peste e
                  tracimandoconduceva
                  morte come te, schiacciata nelle spalle
                  strette,porti
                  accarezzando quello scialle tetro,ectoplasma
                  d'altro mondo che ci scruta.C'era
                  il mare dietro la Madonna che ho
                  dipinto,il
                  rosso e il bianco delle maglie dei
                  bambini,il
                  sudore dei bambini appresi ad una
                  palla,c'era
                  il morso profondo d'un cane nero,grande,
                  per quanto potesse esser grande il
                  sogno.Ho
                  intravisto ancora la casa dei pensieri
                  straniche
                  s'affolla della mente di chi la segue
                  rassegnato,il
                  rimorso della cattura innocente,il
                  dolce con il miele e le nocciole d'una nonna ormai
                  sparita,il
                  solco delle corse d'una porta
                  d'ospedale,le
                  tracce ed il passaggio delle tante mani sul tuo
                  corpo:e
                  la tua immagine scalfita nei ricordimai
                  più apparve in quell'ebbra e insana
                  scenadondolante
                  dalla luce traspirante d'immobili
                  pioppi.
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                  David
                  Ortolani Vorrei
                  andare là Vorrei
                  andare làdove
                  gli alberi sfiorano il cielo,il
                  sole si tuffa nel silenzio,la
                  cascata non ha rumore,làdove
                  la preda è sicura,le
                  razze convivono,le
                  armi un brutto ricordo;vorrei
                  andare laggiùper
                  vedere se è veroche
                  la lucesconfigge
                  il buio,che
                  la paceregna
                  eterna,che
                  il malese
                  ne va sconfitto.Vorrei
                  andare làa
                  trovare i miei cari,a
                  ricordare il passato,a
                  immaginarmi il domani,a
                  riappacificarmi l'animo.Vorrei
                  andare làe
                  ritornare quipiù
                  forte di adesso,conscio
                  di aver abbattutole
                  mie paure.
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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                  Maria
                  Novella Perina Inverno
                  1967 Abbracciati
                  nel mare biancodi
                  silenzi senza fine.Fischia
                  solo il ventosui
                  nostri visi uniti.Brilla
                  la perla raradell'ostricaper
                  la prima voltaschiusa. Vicenza,
                  giugno 1998 Saluto
                  all'estate 1998 Danze
                  intorno al fuoco,al
                  saluto per l'estate,vibra
                  la mia pelleal
                  tuo bacio sconosciuto.Non
                  ricordavo più:il
                  mio cuore era di ghiaccio.Dammi
                  la mano ancora,la
                  musica non è finita. Dicembre
                  1998 Inverno
                  1968 a Ferrara Nella
                  città sconosciutala
                  tua mano toccò la mia,e
                  camminammo uniticontro
                  il vento freddoche
                  puliva palazzi e strade.Con
                  occhi avididi
                  meraviglie antichevivemmo
                  l'età del principesul
                  ponte del castello.Dolce
                  ragazzo triste,io
                  non ti dimenticherò. Vicenza,
                  21 giugno 1998   
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                  Luciano
                  Postogna Stelle
                  morte Quando
                  le comete artificialis'accendono
                  nelle vie affollatee
                  gli abeti acarpis'ammantanodi
                  gingilli alluminati,allora
                  la tristezza,asperrima,m'attanaglia.Dal
                  brusio rifuggoe
                  sulle scogliere bigieascolto
                  mutola
                  risacca,che
                  mi risucchia le visceree
                  mi rapisce l'anima.L'acqua
                  gelida s'infrangesulle
                  pietreed
                  investe le tiepide stelle:ultimi
                  rifugidei
                  miei pensieri.Allora
                  brancicandotra
                  i diverticoli costieri,coperti
                  da una bruma densa,giungo
                  alla fontana spenta,dove
                  le stelle morentiemettono
                  ormail'ultimo
                  respiro di lucenella
                  poca acqua marcia.Il
                  mio cuore si fermaall'acuto
                  di un violinoe
                  si frantumano gli amorfi cristalli.Ora,piango
                  lacrimedi
                  polvere adamantina. 
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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                  Antonio
                  Rossi Nella
                  notte dei sassi rossi Nella
                  notte dei sassi rossi arrivammo ai confini del
                  sogno,lieti
                  e selvaggi come cavalli adornati dei
                  meteore,oltrepassammo
                  il mare delle navi incatenateper
                  poi raggiungere la casa degli specchi
                  arcobaleno. Lì
                  trovammo un aquilone di velluto che
                  piangevae
                  tanti angeli di cera verderame
                  irriverenti,sorgenti
                  di lumache cavalcanti onde di nevee
                  ragni di corallo abbarbicati ad una
                  stella. La
                  luna era salita sopra un corvo e vide i nostri
                  volti stupefatti,lasciò
                  cadere polvere di acqua illuminata di
                  farfallee
                  cinse i nostri corpi di allodole spruzzate di
                  confetti,poi
                  prese il nostro intimo soffrire e lo nascose
                  ingorda. Nella
                  notte dei sassi rossi arrivammo al colle dei
                  segreti,lieti
                  e confusi come arpe di miele
                  aristocratico,percorremmo
                  in silenzio il sentiero dell'auroraper
                  poi raggiungere la valle dei gigli
                  liquefatti. Lì
                  trovammo un'antracite umana che ridevae
                  stuoli di usignoli dalle iridi
                  scarlatte,cascate
                  di coriandoli intrisi di rugiadae
                  volpi di alluminio innamorate di un
                  fagiano. La
                  luna era salita sopra un corvo e vide i nostri
                  volti stupefatti. 
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                  Francesca
                  Rosso Poesie
                  del silenzio Silenziorespirodi
                  un mondosempre
                  più stancodi
                  battersi. La
                  notte scende,la
                  gente dorme,il
                  mondo respira,in
                  silenzio... Silenzio:fine
                  di una guerra,respiro
                  di un bambino. Mare Affogo
                  nel tuo blumi
                  perdo tra le tueonde,immagino
                  esseresirena,appartengo
                  a te,sono
                  tua per sempre. Immenso Senso
                  di libertàlo
                  sguardoche
                  si perdelontanooltre
                  ciòche
                  gli occhipossono
                  vedere.È
                  l'infinitoche
                  c'è in me... 
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               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                  Diego
                  Scandola Vedo
                  le tue manipercorse
                  da logore corde di spagoe
                  scheggiate di legno. Due
                  pietre grezze in un volto di sacco avvertirmi e
                  parlarmi. Un
                  passo che il tempo ha reso incertotracciare
                  solchiin
                  forme d'argilla. Una
                  schiena di ferro battuto, più dura del
                  ferro. Sento
                  una voce roca di terra vibrareed
                  il corvo accovacciarsi sulla spalla di una
                  madre,e
                  vomitare sangue. Odo
                  l'assordante silenzio corrompersi e
                  comporsi. Il
                  tempo sfibrare le tue carni,senza
                  dolorené
                  passione. ...e
                  ancora t'amo
 | 
                  Gino
                  Tigano Quale
                  forza? Il
                  foglio biancoal
                  volo di colombe dietro i vetrisi
                  è svuotato di segni e di paroleriportando
                  indietro un mondo stanco. Poi,
                  d'improvviso, al battitopiù
                  forte delle ali e voci di bambinitutto
                  si frantuma...:ritorni
                  al tuo tempo e sentiche
                  non puoi accettare più il tuo
                  silenzioe
                  che la ribellione al provvisoriodel
                  disegno tenue che ti circondaè
                  l'unica arma per andare avanti. Riprendi
                  a scrivere con rabbia...e
                  poi ti accorgi cheil
                  tuo reale non potrà incidere il
                  presente...:perché
                  ti avvolge come una prigioneti
                  condiziona anche nelle ideetende
                  ad ignorarti come persona. E
                  quale arma, dunque, alla "ribellione"?quale
                  forza, per rompere le cordeche
                  ti fanno immobile?...Forse
                  partecipare ai voli e agli stessi
                  suoni,aggrapparti
                  al filo di ogni tua azionelibera
                  da ogni condizione,autonoma...
                  coerente...ignorando
                  le sconfitte e le delusionie
                  i tuoi problemi e affanni. Ma
                  se la risposta è questopartecipare
                  al gioco, se gioco è,e
                  alla finzione, se tale è la
                  vita,prima
                  di giungere col tuo vero voltoalla
                  vera prova,non
                  hai, né vuoi più armie
                  la ribellione si spegne...e
                  torni inevitabilmente soloin
                  cerca di te stesso e altro sole.
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            TORNA
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                  RISULTATI
                  DEL CONCORSO AGEBASSI 2000
RISULTATI
                  DEI CONCORSIRITORNA
                  ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei
                  mesi)RITORNA
                  ALLA PRIMA PAGINA DEL
                  CLUB
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