Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Ottavio Nipoti - Ferrera Erbognone 2001

Sommario
Prefazione, Paola Ambrosio, Paola Barni, Luigi Basile, Alda Belletich, Egidio Belotti, Annamaria Bini, Carmelo Cappadona, Giuseppe Carnabuci, Omar Castellotti, Renato Cavagnero, Marco Chiavistrelli, Rachela Chiodo, Angelo Colucci, Alessandra Crabbia, Eduardo Delehaye, Luigi Di Miceli, Anamaria Dumitrascu, Giovanni Esaltato, Michele Favaretto, Sara Frangini, Sandra Giacobbi, Mattia Kolletzek, Carlo Alberto Manfredini, Ileana Mel, Claudia Minchiotti, Laura Panighel, Francesca Pantalei, Michele Papadonopoulos, Mara Penso, Massimo Petruzziello, Giovanni Pirari, Rosa Rita Pirovano, Maurizio Pivatello, Pierpaolo Poggi, Luigi Ragucci, Laura Ranzi, Silvia Regnicoli, Gabriella Rolli Fantini, Michele Rossi, Micaela Sansevero, Marco Saya, Adriano Scandalitta, Rosa Schiariti, Andrea Selva, Michele Stuppiello, Danilo Tabacchi, Antonio Traverso, Serena Trentin, Sergio Vallarino, Rosa Zanotti
 
Come avere l'antologia
Prefazione
La vita è un'irruente cascata di gocce di inquietudine, ma un vestito scintillante farà da corazza contro questo malessere: la «pioggia di infinitesime gocce» verrà fermata e legata insieme con tenui ma resistenti fili di speranza. Quest'anno la giuria del concorso letterario Ottavio Nipoti ha voluto premiare la speranza, la fiducia nel futuro di una giovane autrice, che solo dopo la comunicazione del testo vincitore alla segreteria de Il Club degli autori si è scoperto essere una nostra conterranea, una lomellina.
Fra i quasi novanta autori partecipanti alla sesta edizione del premio la sensibilità di Claudia Minchiotti, poetessa di Mortara e autrice appunto di Gocce, ha fatto breccia nel cuore della giuria, composta come di consueto da docenti di scuole locali. Vedere al di là della quotidianità, visitare luoghi sconosciuti ma accoglienti, andare con la mente verso un mondo armonioso, sereno, senza lutti o tragedie: forse a questo ambisce la giovane poetessa quando, nei suoi pochi ma incisivi versi, parla delle gocce cucite insieme con fili di speranza. Con molta probabilità il segreto del successo della poesia, l'immediatezza con cui i versi hanno colpito la sensibilità del giurato risiede nella semplicità, nel desiderio di azzerare una realtà che scivola via sotto forma di "infinitesime gocce".
Più di L'arcobaleno e di Vigilia, liriche giunte rispettivamente al secondo e terzo posto, Gocce possiede la forza di suscitare emozioni inconsce, di far salpare la nave della speranza verso lidi lontani e inviolabili, dove la crudeltà del quotidiano sarà smarrita, senza bussola, e noi saremo al sicuro protetti dalla speranza.
La biblioteca comunale, organizzatrice dell'evento culturale, si è comunque rivelata attenta anche alle sensazioni espresse da Rachele Chiodo di Grottaferrata (Roma), Laura Panighel di Motta di Livenza (Treviso), Angelo Colucci di Lodi, Luigi Ragucci di Gravina (Bari), Luigi Basile di Avellino, Danilo Tabacchi di Carpi (Modena), Renato Cavagnero di San Mauro Torinese, Egidio Belotti di Fossano (Cuneo) e Rosa Schiariti di Vibo Valentia, giunti dal quarto al decimo posto.
Al di là di un asettico elenco dei classificati, nella giuria resta intatta la gioia che, ancora una volta, a trionfare sia stata la poesia, l'uomo con le sue speranze e le sue inquietudini.
 
Umberto De Agostino
 
Presidente della Biblioteca Comunale di Ferrera Erbognone

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Giuseppe Carnabuci
 
Baci rubati
 
Baci rubati in una notte d'Estate,
come piccoli sussulti a carezze
di pelle contro pelle,
attimi fuggenti carpiti
su una bocca sconosciuta,
piattaforma predisposta
all'ascolto d'una confidenza
emessa dal cuore:
palpiti crescenti
su un pianeta lontano,
con assonanza di traiettorie,
orbite di mondi diversi
fuse in geometrie improvvisate,
in contingenti contatti,
meteore che spariscono in una notte,
potenza d'un destino non preveduto:
richiesta di consenso ad uno sgarbo
sgradito ma sincero.
Debolezze umane in transito
su una spirale di sogno.
E tanto affanno addosso.
 

 
Femminilità
 
Linee esitanti aggrovigliano
percorsi da tracciare:
orizzonti inesplosi,
incognite di fughe improvvise,
addolciti sguardi d'intesa,
piccole sfide di mistero,
di paura d'ignoto.
Aggiungono:
spazi vuoti da scoprire,
spalle al muro
dominate dalla paura di piaceri,
rese senza condizioni,
note di femminilità.
Ma la vera attrazione
è nuda.
 
 
Omar Castellotti
 
Divento Divenire
Dipingendo invenzioni verso l'esterno incontro
Appoggiato al più sicuro passaggio frenetico
Rilassato tra braccia importanti, stringenti ogni giorno una nuova mia pelle
Si cambia. Ogni giorno
Si diventa pelle, mani,
braccia stringenti
Velo rigato incisivo
Il passato era vivo
Scorreva su fascino
Scorreva
Cielo non ero insieme ad un corpo
Nato nel seme, salito in lenta fame su pianta
Divento Divenire
Succhiando mele verdi infastidite dal rumore
Creatore senza musica
Insieme alle mie unghie che non si possono abbronzare
Divento Divenire
Strofinando il nero su gambe sedute
Piccoli passi su tappeti privati
Contorte figure, esempi per un movimento progettato e mai svolto
Ogni giorno vorrò chiedere scusa
Avrò così una meta fissa
Ogni giorno vorrò chiedere scusa ad un ragazzo costretto ad agitarsi nel
tempo
Coperto di abiti non bene allacciati ma elegante lo stesso
Divento Divenire

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Luigi Di Miceli
 
Non ho parole
 
Non ho parole
Sono
Le tue parole
La tua
Frase magica
Quella
Del tuo sorriso
Che
Non dimentico
Non ho parole
Quante volte
L'ho dimenticata
Ma adesso
La porto dentro
Scritta col fuoco
Come il
Tuo nome
Scolpito
Su quelle rocce
Di granito rosa
In mezzo al mare
Che non mi
Stancherò mai
Di guardare.
Giovanni Esaltato
 
Chi sei Tu
 
Chi sei Tu
Gentil Seniora adulta appena
tanto amante della mamma, bimba che fu
Chi sei Tu
nelle contrade avverse del contado,
del Destino, pien di freddo
sola e raminga preda
di vetusti e conturbati
Chi sei Tu
bianca un tempo
ora solo nell'aspetto di quel roseo visetto
adombrato dall'unguento,
la borsetta con di dentro...
Chi sei Tu
senza il Segno della Croce
eppure ammiri la grandezza
dello Spirito, l'altezza
di quel Tempio, dei Pilastri, di Maria?
delle Fiaccole che accese son vicine e son protese,
e lavori, e non dormi, e infondi tenerezza
e d'un tratto fumi e bevi nell'ebbrezza...
Che tristezza! questo Mondo
che schifezza!
- Quando penso a quei momenti
tra il calore degli amici
nel soffuso dei cin cin
l'allegria delle menti -
Chi sei Tu
che per Te
ho io colpito quei malvagi
ho colpito ho colpito
sconquassato e sparpagliato per chi Ti ama...
Ma chi sei
- Tu -
Svetlana

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Michele Favaretto
 
Senza nome
 
Ti vedo passare e mi chiedo come
hai potuto donare ai miei sogni il tuo nome
ti vedo incosciente nella grande avventura
sotto la divisa la tua ingenua paura
sotto la pioggia marci e ti bagni
dividi la fatica coi tuoi compagni
ti fermi la notte e monti le tende
durante la guardia il ricordo ti prende
il fuoco ti scalda e tra le sue braci
ritrovi il calore degli avidi baci
lacrime riflesse nella luce del sole
odore di una donna che per sempre ti vuole
prega in ginocchio sola con Dio
che l'ultimo abbraccio non divenga un addio...
Colpito a morte il tuo corpo stramazza
sognavi un figlio con la tua ragazza
sognavi la vita com'è giusto che sia
mentre il respiro sussulta e va via
rubato da un altro letamaio di guerra
mentre il tuo sangue feconda la terra
sparisce il tuo corpo assieme ai tormenti
inghiottito dalla smania di tutti i potenti...
L'eco del cannone ancora rimbomba
mi siedo nel freddo della tua tomba
ti sento vicino ti dono una rosa
accarezzo il tuo corpo che ora riposa
e mentre il mio sguardo si perde nel vuoto
ti ringrazio per sempre Milite Ignoto
sottovoce ti grido nell'eternità
sei stato padre della mia libertà...
Sara Frangini
 
Convivenze conflittuali,
pensieri ospiti,
ingombranti,
transitano in ogni nostro confine.
 
L'incoerenza,
di partecipazione
a ritmi impazienti,
di esclusioni
insane e soffocanti,
crea linee perimetrali ferrate
e noi, complici esasperati in attesa.
 
Al chiuso l'aria è viziata di quiete.
 
L'impotenza
è dolore e vergogna
malattia e salvezza.
L'impotenza
è indegno privilegio.
 
Vita degna di essere incompresa
che si giustifica,
sbadatamente,
con l'amore.
 

25 ottobre 2001

 

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Mattia Kolletzek
 
Il vampiro
 
Un lampo:
luce di sogno
ambiguo
nel suo mantello
nero
rossi
i denti
pasteggia inquieto
il Vampiro
sulle spoglie inerti
Laudanio e assenzio
confondono e seducono (circondano)
il principe della notte
e mentre tuoni
bagnano l'orizzonte
sugge fiele
e sprofonda
la sua agonia
 

 
Dal diario di un suicida
 
Il ritmo sempre uguale
(ormai lo conosco)
schiavo di un sentimento totale
perso nel mare oleoso e in un bosco.
Marinaio empio
o albatro bugiardo.
Immagine di genio, esempio
figlio d'un re bastardo
 
ricettacolo di sordide malattie
cenotafio di verità, casa di bugie
fitte puzzolenti, algide poesie.
Poi il nulla diventa il mio tutto
mi scopro solo odiato farabutto.
 
Morte, salvami col tuo bacio di lutto!
Carlo Alberto Manfredini
 
Nulla
 
Approdo allo scudo
del tuo sorriso
nel semicerchio irto
del ventre mio gonfio...
La luce tua mozza
nel declino supplizia
e questo passo divarica,
raccogliendo l'usura
del nostro amore
che sbriciola...
 

(maggio 2000)

 

 
Assenza
 
Mi copro da questo sole
schiacciato sulla lente,
mentre credo di sentire
la mia pelle nell'orlo d'acque.
Il frastuono del fondo
scavato dal mio ritratto
n'è la prova, fingo
nel barlume dell'occhio
che soffoco...
 

(maggio 2000)


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Michele Papadonopoulos
 

Tra le braccia di un

inverno cereo
 
Ci ingrandiamo
ci cambiamo
ci sbraniamo
affondiamo le nostre ferite nel silenzio
sentiamo i primi denti della felicità
profondamente nella nostra pelle.
Gettiamo ponti alle stelle
incateniamo i cometi
ci dondoliamo con edonismo in un valzer di ricordi deboli
sotto i colorati e quelli dell'alba riflessi della pioggia
tra le braccia di un inverno cereo.
 

 
Eternità
 
L'eternità sgorga tra le tombe
dei nostri peccati,
scorre sulle ali consacrate di un
bianchissimo cigno
portando ovunque il dolore
dei poeti d'inferno,
sfocia furiosa come la lava nelle acque
del fiume Acheronte, *
una fessura sul tenero cadavere
di un'allodola.
 
* Fiume dell'antichità attraverso il quale,
secondo la leggenda, le anime si recavano
ad Ade, cioè al regno dei morti.
Pierpaolo Poggi
 
 
11 settembre 2001
 
L'incubo
aereo
pugnala
una giovane luce...
è sordo
è oscuro
 
è l'odio!
Tra squarci di fuoco
tra nubi di fumo
tra flutti di calce
la vita
è distrutta!
Frastuoni e tormenti,
divorano
gli innocenti...
affogo di rabbia
affogo.
Taccio d'attesa;
poi,
triste,
mi chiudo d'ascolto...
 
bisbigli d'amore...
ti prego, Signore!
Ti prego.
Continua ad amarci,
se puoi.

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Silvia Regnicoli
 
 
Gelido sonno
 
Immagini in corsa
dal treno confuse
di canto lontano
un solo colore
 
Scolpite nel cuore
stazioni di fango
è tempo d'azzurro
in gelido sonno
 

 
Il fiume
 
Superbo gabbiano di fate e mulini
tu labirinto di boschi e bastioni
tu salamandra di brina pungente
tu messaggero di fiumi lontani.
 
Tre passi nell'acqua
dolce memoria.
 
Castello di nebbia e sogni rigati
comete ricolme d'acerbo grano.
 
Rosa Schiariti
Opera 10° classificata
 
Il viaggio
 
Era chiaro il cielo quella mattina,
e limpido,
e terso,
e cristallino,
non sembrava avere segrete,
né ordire tranelli,
o nascondere insidie.
Nell'aria la fragranza delicata delle rose
e quella più voluttuosa dei gigli,
e quei colori brillanti,
e quel sole caldo, quasi materno.
E tu iniziavi il tuo viaggio,
breve, ma doloroso,
niente fu mai più doloroso per la tua anima,
per la mia anima,
forse la meta era vicina,
non so, ma quanto cielo ci separa ormai,
e quanto mare divide le nostre sponde.
Ora i mesti cipressi ti fanno compagnia,
vegliano su di te,
custodiscono il tuo tesoro,
gemono sotto il vento freddo
e si piegano sotto la pioggia battente,
quasi a voler proteggere il tuo gelido giaciglio.
All'alba li senti sussurrare dolci parole
e al tramonto recitare accorate preghiere,
le loro vette carpiscono i segreti del cielo
e le loro radici robuste entrano nelle visceri della terra,
vedono cose che noi non capiamo.
Ma l'anima mia vaga smarrita,
non conosce la via, non trova il sentiero,
si perde tra le ombre del bosco,
ha paura delle lunghe sagome che la seguono
sotto il chiarore spettrale della luna,
non ode i rumori del silenzio notturno
e sfinita si addormenta tra gli ospitali rovi.

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Andrea Selva
 
Arrivederci mamma
 
Sin da piccola
mi sei sempre stata vicina
e mi hai aiutato a crescere.
Anche nei momenti peggiori
mi hai sempre sopportato.
La tua pazienza sembrava infinita.
Qualunque cosa facessi,
qualunque cosa dicessi,
il tuo sguardo
restava sempre pieno d'amore,
le tue parole
erano sempre tranquille,
il tuo sorriso
era sempre caldo,
la tua tenerezza
mi riempiva il cuore,
la tua dolcezza
ammorbidiva ogni dolore.
Un giorno lontano
un bambino mi chiese
"Come sono fatti gli angeli!"
allora non seppi cosa rispondere...
Frugando nei miei ricordi
mi son resa conto che oggi lo so,
ho avuto la fortuna
di avere un angelo vicino a me
ed ora so
che non mi ha abbandonato,
io non lo posso più vedere,
ma lui
mi resterà sempre vicino,
come starà vicino
a tutte le persone che le volevan bene.
Arrivederci mamma.
Antonio Traverso
 
 
Poesia
 
Come un seme nell'oscura terra,
nell'oscuro dei miei cupi sogni germogli.
Un poco veglio e scorgo, come giostre
di vaghi colori roteanti, vaghe parole.
 
Mentre ti modelli e danzi
in un torpore di liquidi spiriti,
prendi forza e squisitamente sbocci,
armoniosa corolla di frasi incantate.

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Serena Trentin
 
Al di là delle mie montagne
 
Al di là delle mie montagne
C'è un giardino segreto.
Là, dove nidi di passeri
tagliano rami d'ulivo,
dove regna l'etere eterno.
Al di là delle mie montagne
C'è il mio giardino segreto,
un luogo dove nulla è scalfito dalla cattiveria,
dove stanche farfalle
posano le loro ali.
Sprofondano nell'azzurro cielo,
tramonti di primavera.
Rosa e colore, tutto si fonde
Dietro alle montagne.
Ed è l'aria che vi respiro
A darmi la forza di andare avanti,
facendomi spazio tra folle impazzite,
tra corpi che, lenti, si trascinano per il mondo.
Il profumo dei prati color bottiglia,
s'inala nel mio corpo, e ogni attimo,
ogni nudo pensiero,
scorre dentro al mio cuore.
Non lascio fermare i miei passi,
mi portano verso quel mondo
in cui tutto è natura,
dove ombre, libere,
lasciano le loro vesti,
e trovano pace.
Rosa Zanotti
 
Sentire le voci
che alla finestra giungono
innumerevoli
con i ricordi
Tutti i miei sensi aperti
alla magia infedele
delle dolci inquiete mani
 
Come potrei spiegarti
- sei quasi sconosciuto -
il fluire della trasparente anima
nel tuo abbraccio
come fossi
acqua onda
oscillante balsamo
per le ferite dell'ardua ventosa vita
 
Oh!
Come farti sentire
la forza d'antica pietra
giù in fondo alle scoscese vie
Come farti capire
quanto profondo dolce lento fermo
è
 
questo cuore.

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Ins. 19-08-2002