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               Le
               antologiedei concorsi de Il Club degli
               autori
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               Antologia
               del premio Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone
               2003 | 
      
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               SommarioPrefazione
               a cura di Umberto De Agostino - Marco Angella -
               Antonia Astarita - Elena Auddino - Paola Baccin -
               Maurizio Bacconi - Alessandro Bacigalupo - Sergio
               Baldeschi - Maria Rebecca Ballestra - Sergio Barbieri
               - Umberto Belardinelli - Claudio Bellini - Giuseppe
               Bertola - Elena Besostri - Maura Besostri - Vincenzo
               Bolia - Francesco Cacciotto - Marinella Caffa - Laura
               Calafiore - Gabriella Cantoni Bravi - Sara Capizzi -
               Sergio
               Caponera -
               Barbara Caprari - Rosanna Carabellese - Carlo Carrea -
               Antonella
               Chinaglia -
               Ferdinando Colzani - Cristiano Comelli - Carmelo
               Consoli - Maria Rosaria D'Alfonso - Andrea
               d'Amore -
               Maurizio D'Armi - Massimo
               De Mellis -
               Roberto
               Del Duce -
               Massimo
               Di Caro -
               Luigi
               Di Miceli -
               Gloria Di Salvo - Roberto
               Duca -
               Luigi
               Diego Eléna
               - Lucia Elli - Alessandro Fanfani - Anna
               Fazio -
               Marilena Ferla - Giacomo Ferretti - Paolo Fiore -
               Giuseppe
               Gambini -
               Maria Rosa Gelli - Vittorio Gelsomino - Piera
               Giangravè - Simone Grandi - Mariano Grossi -
               Federico Guardo - Maria Rosaria Guarini -
               Marisa
               Iacopino -
               Angelo
               Jonas Imperiale
               - Maria Antonia Jannantuoni - Antonio Lacquaniti -
               Diego
               Laurenti -
               Milvia
               Lauro -
               Chiara Antonella Lodeserto - Alessandro Maffei -
               Gabriella Manzini - Francesco Marcotuli -
               Maria
               Gabriella Meloni
               - Maria
               Grazia Molinelli
               - Sonia
               Morichi -
               Liliana Paparini - Chiara Perlini - Michele Piacenza -
               Aura
               Piccioni -
               Maria
               Grazia Pietroletti
               - Giulio Piras - Pietro Pisano - Paolo Ranghino -
               Ermano Raso - Luciano
               Ridolfi -
               Mariagabriella
               Ridolfi -
               Cristina Risso - Milena
               Rodella -
               Matteo Rolleri - Daniela Rusconi - Adriano Scandalitta
               - Giuseppe Scapellato - Laura Scaramellini - Giovanni
               Scilio - Rita Claudia Scordino - Paolo
               Serra -
               Giuseppe
               Sorrentini -
               Rosanna Spina - Stefano
               Tonelli -
               Michela Tucci - Mario Vecchione - Maria Teresa Zara -
               Elena Zasa
               
               
 Antologia del premio
               Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone 2003 - formato
               14x20,5 - pagg. 100 - Euro 18,00 - ISBN
               88-8356-816-8
 
Risultati
               del Premio Antologia del premio Ottavio Nipoti Ferrera
               Erbognone 2003 | 
               
                 Come
               avere l'antologia | 
      
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               Prefazione
                Poesia è il
               suono dell'anima tradotto in parole, è un
               sussurro che fa battere il cuore, è la musica
               che alita dalle labbra. Sentimenti, emozioni, pensieri
               profondi hanno animato i poeti dell'ottava edizione
               del concorso nazionale di poesia "Ottavio Nipoti":
               ancora una volta l'iniziativa culturale della
               biblioteca comunale ha fatto centro.Per commentare la
               lirica del vincitore, Claudio Bellini di Valenza, non
               ci potrebbe essere testo migliore di quello del poeta
               dell'infinito, Giacomo Leopardi, che nello Zibaldone
               scriveva: «Le rimembranze che cagionano la
               bellezza di moltissime immagini non solo spettano agli
               oggetti reali, ma derivano bene spesso da altre
               poesie, vale a dire che molte volte un'immagine riesce
               piacevole in una poesia, per la copia delle ricordanze
               della stessa o simile immagine veduta in altre
               poesie».Presentando alla
               giuria "La rotta degli aquiloni", l'autore di Valenza
               ha scavato nelle pieghe più intime dell'animo
               colpendo per i sentimenti più reconditi, per il
               desiderio di pace e di infinito. L'ottava edizione
               della competizione letteraria, promossa dalla
               biblioteca comunale con la collaborazione tecnica de
               "Il Club degli autori", ha colto nel segno: decine e
               decine di autori, provenienti da tutta Italia, si sono
               sottoposti al giudizio dell'organismo preposto a
               individuare il testo vincente. Anche quest'anno non
               è stato facile, malgrado Claudio Bellini abbia
               saputo catturare i sentimenti dei giurati in maniera
               convincente. La giuria composta da Carlo Pusineri,
               Maria Santina Sozzani, Giuseppina Di Giovanni, Chiara
               Sala e Umberto De Agostino ha classificato al secondo
               posto Gabriella Cantoni Bravi (Gardone Riviera,
               Brescia), con "Solitudine", e al terzo Sara Capizzi
               (Cesano Maderno, Milano), con "Africa". Ecco gli
               autori dal quarto al decimo posto: Elena Auddino
               (Polistena, Reggio Calabria) con "Stella che non
               c'è più", Massimo Di Caro (Savona) con
               "Un uomo", Giuseppe Bertola (Torino), "Prima che il
               sole sorga", Francesco Cacciotto (Messina) con "Oltre
               il ponte rosso", Rosanna Spina (Venturina, Livorno),
               con "Senza parole", Elena Besostri (Sommo, Pavia) con
               "Esilio", e Sergio Barbieri (Voghera) con "Ho passato
               la mia vita". Dieci anche i segnalati: Alessandro
               Bacci (Tavarnelle Val di Pesa), Paola Bavera
               (Vigevano), Pompeo De Bernardi (Terranuova
               Bracciolini), Giuseppe Gambini (Garbagnate Milanese),
               Simone Grandi (Mordano), Giovanni Scilio (Scicli),
               Maria Antonia Jannantuoni (Napoli), Angelo Jonas
               Imperiale (L'Aquila), Maurizio D'Armi (L'Aquila) e
               Maria Gabriella Meloni (Morena).Sabato 26 giugno
               2004, alle 17.30, la biblioteca comunale di via Roma
               ha ospitato una cerimonia sobria, ma efficace,
               destinata a far prevalere il soffio dell'anima.
               È stato lasciato spazio alla poesia, al
               sentimento: la soddisfazione del sindaco Giovanni
               Fassina, dell'assessore alla Cultura Michele Bellesso
               e di tutti coloro che hanno lavorato per approntare al
               meglio le sale affrescate di palazzo Strada è
               stata unanime e sincera.La biblioteca
               comunale è orgogliosa di proseguire sul cammino
               tracciato nel 1995: un cammino di poesia e di
               cultura. Umberto
               De Agostino Presidente
               della Biblioteca Comunale di Ferrera
               Erbognonee
               Segretario del Concorso 
               
               
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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                  SERGIO
                  CAPONERA  
                  
                  
                     29
                     Giugno  prigioniero di
                  tenotte
                  incantatalunga
                  intensanotte
                  d'estate magiche
                  stellestanno a
                  guardarel'alba
                  schiarisceè ora di
                  andare 
                  
                  
 
                  
                  
                     Piove  Mi scivola
                  addossodolce,
                  leggerami
                  sussurraricordi
                  lontani correvo felice,
                  era,pioggia di
                  primavera. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Alba
                     d'inverno  Piano, spegni le
                  stelle,Dai scintillio
                  alla brina Dall'uscio del
                  mio cuoreAspetto che
                  sorga il sole    
                  
                  
 | 
                   ROSANNA
                  CARABELLESE  
                  
                  
                     Villaggio
                     alpino  AbbandonodesolazionesilenzioEquilibrio
                  dinamicodi tegole, di
                  tetti, di rami secchiDetritiTracce di neve
                  ancoradisegnano le
                  cimesolitarie,
                  silenti, mai stanche Villaggio
                  alpinodi un tempo che
                  furifugio
                  selvaggiodel pastore
                  errantedel turista
                  smarritodel mio animo in
                  fugaImmobile
                  persisti
                  
                  
                     nel
                     tempo più paura
                  non hai
                  
                  
                     delle
                     intemperie  A una domanda
                  solarisponditra le chiare
                  luci del giornoRiferimento
                  certocalore
                  mattutinopunto di
                  incontro
                  
                  
                     sei pel
                  viaggiatorequale tutt'ora
                  anch'ioalla
                  ricerca
                  
                  
                     di una
                     dimensionedella
                     lucedi un punto
                     fermoo
                     semplicemente di un sasso su cui
                  sostare
                  
                  
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         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                ANTONELLA
               CHINAGLIA  Al frutto del
               nostro melograno Nell'ottobre
               fogliutotra uva e
               crisantemida un
               floreale imbutocento
               rubini qual seme.In Te, mela
               incoronata,dal rutilo
               fioreper
               foscoliano amorericordo di
               dolore,sull'esile
               pelle è tatuatala Vita
               sanguigna:un giorno
               un chiccoasprigno e
               ricco.Mela
               granatain palmo
               celestialedi Bimbo, e
               di Madre,cui il
               sacrifico è Sposo e Padre:dai gigli
               cerchiataqual prece
               virginaledel
               Botticelli vocata;marmorea
               Passione nutritaa peccato
               originaledal Della
               Quercia scolpita.Aspro succo
               della Vitaspremuto in
               coppa ambitaè
               citino amaroper Chi di
               cor è avaro.Anche nel
               Tuo cortile,posto a
               fondo callasi abbia un
               melogranoerto alla
               Vita che Noi rimpalla.Il
               dì avanti sarà men
               gramocon
               danzanti Angeli a file,che tra
               foglie e ramiti
               ricordino chi ami.  
               
               
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                   ANDREA
                  D'AMORE  Stilla la
                  goccianella
                  venasale la
                  bolla guardo la
                  farfallasul polso di
                  plasticaimmobile
                  conducela goccia che
                  stillanella
                  venasale la
                  bolla gli occhi
                  ritensicade la
                  gocciatraccia la
                  guanciasale il
                  sospiro la donna
                  prostrataguarda la
                  bollache
                  salestilla la
                  goccianella
                  vena sale la
                  bollastilla la
                  goccianella
                  venasale la
                  bolla...    
                  
                  
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         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                      MASSIMO
                     DE MELLIS
 
                    
                  
                  
                     Fontana
                     alpina  Disseti e
                  rinfreschicon getto
                  sincerochi a te si
                  rivolge,semplice nel
                  cuore,attingendo acqua
                  chiara. Vedi sorridere
                  giovani,schiette figure
                  riflessenel vago
                  tremoliodella rustica
                  vasca.Li ascolti
                  pazienteporgersi posate
                  parole;s'allontanano in
                  brevecon passo
                  emozionato. E vanno
                  vianel tempo del
                  poi,mentre il tuo
                  frusciare,i monti, i forti
                  boschiscolorano
                  rapidamentefermi in
                  quell'attimoormai già
                  trascorso. Nei cassetti dei
                  ricordiresti fissa
                  anche tucol tuo canto
                  sussurrato,quale immoto
                  dipinto. Solo un abete si
                  chiedeove mai
                  sarà giuntoquel getto
                  d'acqua limpida,scorso in
                  frettasui declivi
                  della vita.  
 
               
               
               
                  
                | 
                   ROBERTO
                  DEL DUCE  Nel raro
                  giornoche spalanca la
                  pianuradalle foschie
                  cinereesvela colori
                  giovaniil
                  granofino allo scuro
                  dei filarial netto delle
                  poche vignee tutto si
                  mostrainenarrabilmente tradite da
                  questalimpidezzasacre
                  montagnes'apprestanooltre ogni
                  veritàe sgomenti ed
                  assolutiattimi di
                  luceprecedono la
                  mente le
                  casesono tutte
                  presentidove
                  l'azzurronon risparmia i
                  marginilontanie il sole di
                  disfa soffuso quando
                  arrivala sera si
                  perdonacome un
                  apprododi meritato
                  declino cade
                  tramortitala
                  penombrain una folla
                  incancellabiled'impressioni  
                  
                  
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         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                   Massimo
                  Di Caro Opera 5^
                  classificata 
                  
                  
                     Un
                     uomo  Siede curvo nel
                  buio di una stanzaaccarezzando le
                  rughe di un visosolcato ancora
                  da un vago sorriso.Siede in braccio
                  al futuro, il quale avanzaormai solo nel
                  nome del passato,gli affievolisce
                  piano il respiroe come in un
                  torbido raggirosi va
                  riprendendo ciò che gli ha dato.Siede ora,
                  è stanco di speculare,non ha
                  più un frammento su cui
                  imbastirela verità
                  sopra ogni altro diree non rimane
                  niente da affermare,niente che non
                  sia già stato negato,a un uomo
                  vissuto per il passato.  
                  
                  
 | 
                  Luigi
                  Di Miceli  
                  
                  
                     Rocce
                     antiche  Rocce
                  anticheDi basalto
                  brunoL'unaSull'altraPer sconfiggere
                  il tempoNuraghiMisteroNel
                  misteroOrigineDi un
                  popoloAnticoRocce
                  anticheFrustateDa un
                  ventoMillenarioLevigateModellateMa
                  lìInnalzateComeImpavideTorriSu
                  cimeDesertePer
                  proteggereQueste
                  terreDai
                  nuoviInvasoriChe
                  nonLascianoStoriaIn
                  questoNuovoMillennio. 
                  
                  
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         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                Roberto
               Duca   Telegramma da
               Ribelle Detestochiritiene
               necessariorisolver
               questionicon
               logichededuzioni.(Vittoria-realizzata-attraverso-barricata)Lo
               Spiritoche
               orla
               conquistaanelacon
               sgomentorilevacomea pancia
               obesail
               rivoluzionariosia
               spentoe
               reazionario.   
               
               
 | 
                  Luigi
                  Diego Eléna    
                  
                  
                     Mamma e
                     Papà  Mentre il tempo
                  scolpisce il suo corso,al canto della
                  vita che mi segna dentro,mi sento
                  esplodere l'emozione d'esservi figlio,mi lega forte il
                  ricordoa voi e per
                  voie sarà
                  ansia per una gioia,più solo
                  non mi coglierà il pianto,all'alba al
                  tramontopronto nella
                  preghiera, aspetterò la carezza
                  dell'appuntamento, per correrea raggiungervi
                  lassù, dove sorrideremo sempre. 
                  
                  
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         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                   Anna
                  Fazio  
                  
                  
                     Volando...  Come una
                  rondinevolo verso il
                  mio cielo,mi nutro della
                  sua ariae felice,
                  volando, vado.Immersa nel suo
                  coloremi
                  perdo...non sono
                  più neraappartengo
                  all'immensoazzurro! 
                  
                  
 
                  
                  
                     Danza  Il vento
                  sussurracol suo alito
                  caldo,nell'afa estiva
                  diurnae fresco
                  è in serata.Il mare
                  rispondecon onde
                  spumeggiantiche nel
                  moriredanno vita ad
                  altre.Il vento soffia
                  più forte,le onde si
                  alzanoe si intrecciano
                  in essoin una
                  danzadi passione e
                  d'amore. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Notte  Notte,compagna di
                  paure,ansie e di
                  lunghe insonnie;amica,capace di far
                  vedere cose mai vistedentro e fuori
                  di me.Notte,che nel tuo
                  buiofai vedere la
                  luce,e nel tuo
                  silenziofai ascoltare
                  dolci musichemai
                  sentite.  
                  
                  
 
               
             | 
                  Giuseppe
                  Gambini Opera Segnalata
                  dalla Giuria 
                  
                  
                     Ho
                     visto...  Questa
                  mattina, con tanta allegria,felice ho
                  lasciato casa mia,sono andato
                  in giro per il mondoper cercare
                  qualcosa di più profondo! 
                  
                  
                     	Ho visto un
                     leone aggredire uno gnu	perché
                     morir di fame non voleva più...
                     
                     
                            
                        		Ho visto un cacciatore con il fucile
                        sparare    
                        		perché un uccello aveva voglia
                        di cantare... 	Ho visto una
                     nave sul mare scoppiare	e dal suo
                     ventre petrolio vomitare...
                     
                     
                            
                        		Ho visto sul mare nere macchie
                        allargarsi    
                        		e tanti uccelli nel cielo non
                        più sollevarsi... 	Ho visto le
                     spente stelle un po' soffrire	perché
                     gli uomini non vedevano più
                     gioire...
                     
                     
                            
                        		Ho visto nella notte la luna aver
                        timore    
                        		perché non sentiva più il
                        mondo parlar d'amore... 	Ho visto una
                     bandiera di pace sventolata	ma dal tutto
                     il mondo purtroppo ignorata...
                     
                     
                            		Ho
                        visto un esercito andare ad
                        ammazzare    
                        		perché il proprio fratello si
                        voleva ribellare... 	Ho visto un
                     nudo bambino piangere disperato	perché,
                     tra le rovine, i genitori non aveva più
                     trovato...
                     
                     
                            
                        		Ho visto un uomo chiedere la
                        carità    
                        		perché di lui nessuno aveva
                        più pietà... 	Ho visto un
                     uomo un bambino sfruttare	perché
                     la propria lussuria voleva soddisfare...
                     
                     
                            
                        		Ho visto intorno a me tanta
                        ipocrisia    		e
                        disperatamente sono scappato
                        via!...  
                  
                  
                        Questa
                        sera, con tanta malinconia,triste
                        sono ritornato a casa mia,mi sono
                        chiuso nel buio della mia
                        camerae sul
                        viso è scesa una lacrima
                        amara!
 
                  
                  
 | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
 | 
      
         | 
               Marisa
               Iacopino  A mio
               padre I tuoi
               occhi di pietraInseguivano
               il mio terroreChe li
               forgiava umaniNella
               crudeltà Apparivi
               all'improvviso,Frugavi in
               quella stanza,Rubando
               pure l'odore della miseriaIn
               subaffitto E la vita
               fluiva nell'accozzagliaDi letto
               comò armadio tavola e
               stoviglieDi
               carità, in cambio dei nostri
               miglioriPignorati Arrivavi
               frusciante nella setaDi camicie
               e cache-col parisienPrigioniero
               di bisogni urlati sulle nostre
               schienePiegate Poi
               ammansito dal poco argentoChe
               tintinnava nelle tue tasche
               zingareTornavi
               libero, distratto appena dalle nostre
               viteSpogliate E a noi
               restava il decoroso nienteApparecchiato
               sull'ara del sacrificio, colla
               croceDepredata
               pure del suo Cristo, in quella
               stanzaIn
               subaffitto 
               
               
 | 
                   Angelo
                  Jonas Imperiale Opera Segnalata
                  dalla Giuria 
                  
                  
                     Forse una
                     parola...  Vivo in un
                  perenne statodi razionalismo
                  innamorato.Quanto una
                  parola può cambiarequel ch'hai
                  dentro?Ora come un
                  lento corso di mare,brucia nel
                  tormento	 - di una
                  disperata solitudine -... sì,
                  forse una parola:è il
                  cuore che ti salta in gola,soffoca quel
                  lamento-- e piange e
                  ride in un momento -... è
                  giunta l'oradi stringerci
                  forte nella magia,- follia
                  -di un umano
                  sentimento. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Lampi di
                     vita  Vento di
                  ombretra i ruderi di
                  un teatro,resti
                  intrappolatoin nuvole di
                  gelo.Freddo di
                  "inumanità"congela le mie
                  vene eresto
                  immobile.Vivo tra i
                  lampidi un tentativo
                  di vita chedalla
                  quotidianitàspesso troppe
                  voltescivola oltre
                  l'infinito o......
                  s'incantanella bellezza
                  di questo mondo finito.Realtà
                  chetuona
                  eterna                
                    - nell'indefinito -di un
                  paradosso,di un
                  sorriso.  
                  
                  
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                     Diego
                     Laurenti  
                     
                     
                        Primo
                        vere  Di
                     nuovoil sole di
                     primaverabatte le
                     cortiin
                     cercadi schiamazzi
                     di giochie le nutrite
                     erbedei
                     fossibradodileggia il
                     vento... Quante
                     memorie mossenell'intentodi sedar
                     vecchi rancorisordi
                     d'inedia,agri di
                     sapore... La
                     terragiace
                     crudain solitaria
                     attesad'un dio che
                     la fecondie la
                     rinnovi. E in una
                     sacca di ventosi ridesta
                     l'animascoprendol'alba
                     dischiusadi un
                     ciliegio in fiore.   
                     
                     
 | 
                  Milvia
                  Lauro  
                  
                  
                     La
                     selva  Gli uccelli
                  delle torrihanno
                  recisoi gigli della
                  selvatra volti senza
                  occhisotto lividi
                  ponti.La
                  selvaquella che
                  custodivala guancia delle
                  viole,quella del
                  sognoe dei
                  misterinon ha
                  svegliato,col suo grido
                  verde,i tamburi del
                  sangue,le braccia
                  moltiplicatee il miele della
                  luce.Ha lasciato
                  assassinarei
                  giglisenza un
                  sospiro.Indifferente. 7 dicembre 2002)
 
                  
                  
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               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                  Maria
                  Gabriella Meloni Opera Segnalata
                  dalla Giuria 
                  
                  
                     Caleidoscopio  Vorrei fermarmi,
                  sostareper cogliere il
                  riflessodi
                  un'immaginesul prisma
                  sfaccettato del mio cuore.Notare il
                  rifrangersi del ricordo,lo scintillio
                  fatuo della memoria,il gioco
                  variegato di questo caleidoscopio.Ma non è
                  il momento,non è
                  l'ora.M'incalza un
                  lungo cammino,una voce
                  imperiosa mi vietaogni
                  indugio. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Precarietà  Non essere
                  altroche il sogno di
                  un'ombra,avere la
                  consistenza impalpabiledella nebbia
                  lattiginosache in un
                  mattino d'autunnoavvolge ogni
                  cosa,che la luce del
                  sole disperde.Rimanere in
                  baliadi una folata di
                  vento.Voler
                  esorcizzare la fragilità,tentare di
                  sottrarsialla condanna
                  della precarietà,protendersi
                  verso l'altoin uno slancio
                  disperato,inseguendo
                  qualcosache sottragga
                  alla condannacui l'uomo
                  è ancorato.Coagulare
                  l'attimo,travestirlo col
                  sembiante dell'eterno.Illudersi di
                  arrestarequesto flusso
                  all'uomo destinato,annientare la
                  vertiginedell'essere
                  stato.
                  
                  
 | 
                  Maria
                  Grazia Molinelli  
                  
                  
                     Giocoliere di
                     memoria  E anche se ti
                  odioio non ti
                  uccideròparte di
                  meche sei visione
                  e poesia.Combacia la tua
                  manocon la
                  mia,uguale è
                  il solcodelle nostre
                  vite. Quando tu
                  odoriil vuoto delle
                  voci,gli occhi si
                  cerchianodi replicanti
                  io,le labbra sono
                  avidedi subito e
                  ancora.Non vedi strada
                  e lucinei tuoi
                  occhie solo
                  presagiscipaure
                  d'abbandono. Ma se
                  plasmatariposi in vele
                  gonfie,l'anima
                  navigaappesa al
                  cuore.La pelle si fa
                  ambrata,si unisce ai
                  pescatorie sonda i sogni
                  nel blu del mare. Ti chiami
                  ansiae ad ogni mio
                  risvegliosei giocoliere
                  di memoria.
                  
                  
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         | TORNA
            ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                  Sonia
                  Morichi  
                  
                  
                     Calde emozioni... mi
                     sfiorano  Ineguagliabile
                  rifugiod'emozioni... il tempo si
                  fermae tu mi
                  accarezzi ancora una volta...un bacio eterno
                  sfiorale mie labbra e
                  poi...interminabili
                  noterisuonano tutte
                  intornocome canto
                  d'angeli,una sola
                  parola...tranquillità,racchiude il 
                  sentimento che provorestandoti
                  accanto,quando anche
                  solo se per un breve attimomi
                  sfiori...giustizia e
                  ingiustizialottano fra
                  loro,ma nessuno
                  potrà mai saperei caldi e dolci
                  sentimentiche mi
                  avvolgonoquando mi
                  stringi forte a te...non lascerei che
                  passassenemmeno un
                  secondoper bloccare
                  l'istante magico,ma poi tutto
                  scoloracome in un
                  fantastico "SOGNO"...e
                  svanisconoqueste calde
                  emozioni che mi sfiorano. 
                  
                  
 | 
                  Aura
                  Piccioni 
                  
                  
                     Le nostre
                     parole  La luna,
                  spettrale presenza...Abbiamo le
                  parole per comunicarel'Eterno e
                  l'Universale,ma non
                  bastano.Nascono dalle
                  labbra,si
                  sfiorano;suonano la
                  musica dei poeti,le melodie dei
                  Serafini.Ma il cuore,
                  perché non vola?Dovrebbe
                  allargare la ali,il
                  cuore...Ha paura delle
                  lusinghe,il
                  cuore,e si perde nella
                  notte,tra il vento,
                  inascoltato.Le parole
                  restano,allora,
                  lì;mute,
                  silenziose...Anche quando
                  pregano il Cielo,anche quando
                  vogliono centrareil
                  Sole. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Avrei vissuto
                     secondo il mio
                     cuore...  Se sapessi
                  cantare,canterei
                  l'elogiodi questo
                  cieloche
                  dischiudeabissi di
                  serenitàinattingibili...Se sapessi
                  volare,volerei fra le
                  stelleper fugare ad
                  esseun
                  raggioche
                  rischiarii freddi
                  abissidella
                  morte...Se avessi potuto
                  vivere,avrei
                  vissutosecondo il mio
                  cuore...  
                  
                  
 
 | 
      
         | TORNA
            ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                   Maria
                  Grazia Pietroletti 
                  
                  
                     Cantico d'Amore al
                     Creatore  Tu sei nella
                  letiziadell'animo di
                  chi sifa Tuo
                  servitore.
                  
                  
                     	Tu sei nel
                     suo cuore, nel suo occhio e
                  nelsuo orecchio Tu
                  sei,e nella sua
                  mano.
                  
                  
                     	Tu sei nei
                     suoi piedi, che vanno al
                  lebbrosoo battono strade
                  allacerca per chi
                  non ha.
                  
                  
                     	Tu sei nella
                     sua voce, che tutti chiama
                  in amore,e nella Luce
                  sei, Cheillumina la
                  sua
                  
                  
                     	preghiera.
                     Tu, sei, Amore.  
                  
                  
 
                  
                  
                     Ritorni
                     d'azzurro  Il prato
                  brillanteda un raggio
                  d'oro...odore di
                  erbabagnata...da oscuri
                  abissilievi
                  salgonoimmagini
                  azzurredella mia
                  infanzia,quando erano
                  mieigli
                  Infiniti...trasparentiluminositàempivano le
                  oredei miei
                  giorni...e la mia
                  casaera una
                  bolladi
                  cristallo...si era
                  leggeri...e si
                  volava...alti...  
                  
                  
 | 
               Luciano
               Ridolfi  TU E mi
               dissi:un giorno
               l'amore verràe
               porterà il colore dei tuoi
               occhi. Quando la
               tua mano stringerà la mia,quando le
               tue labbra si schiuderannocome una
               rosa al sole del mattino,quando mi
               scriverai t'amo sulla sabbiae le onde
               non potranno più
               cancellarlo,allora il
               cielo si spalancheràalle mie
               lacrime di gioia. Sarò
               felicecome un
               fiore che in autunnoinvece di
               morire comincia a vivere,come un
               gabbiano che radiosogrida in
               aria la sua libertà. In quel
               giorno,finalmente
               unite,le nostre
               anime volerannooltre le
               montagne della paura e della
               razionalità. In
               teil mio
               cuore s'annulleràper
               risorgere a nuova vitain un mondo
               fatto d'emozioni e sensazioni
               purissimeche
               doneranno al mio spirito l'agognata
               pace. In
               tem'abbandoneròed i tuoi
               occhi saranno le stelleche mi
               guideranno sul mare della vita. Sì,
               oggi l'amore è venutoed ha un
               nome: il tuo nome.
               
               
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                  Maria
                  Gabriella Ridolfi 
                  
                  
                     La
                     vita C'è un sole, che scalda le viscere della
                  terra.
 C'è una luna, che illumina le tenebre della
                  notte.
 C'è una stella, che dà speranza
                  all'avvenire.
 C'è il calore dell'azzurro del mare.
 C'è il verde affettuoso della collina.
 C'è il canto soave d'un usignolo.
 C'è il pianto dolce di un bambino.
 C'è l'affetto di due mani, che ti
                  accarezzano.
 C'è il sorriso, che gonfia il cuiore.
 Ci sono i tuoi occhi, che sono la mia vita.
 
(a
                  mio figlio Leonardo)
                  
                  
 | 
                  Milena
                  Rodella Sciogli le
                  parole dal tuo disordine,nuota dalla
                  dimensione muta verso la luce,sgrovigliati dai
                  fantasmi,esci solenne dal
                  cuore del bosco 
                  
                  
 
                  
                  
                     Sacrificio  Lago che
                  immagini,Lago che
                  sognifra verdi
                  collinememoria di faggi
                  centenari,e di verdi
                  castagni.Lago che
                  celi,lago che
                  sogninascondi i
                  sussurri dell'ondali risucchi e li
                  riporti fra l'erba Lago,fulgida impronta
                  di antiche saghe,risvegli
                  saporiagli elfi ed
                  alle montagne;ti coronano di
                  cosema tu ancestrale
                  forza paganati liberi di
                  loroe ti prendi al
                  solstiziola tua vittima
                  sacrificale 
                  
                  
                     
                     
                     
  
                  
                  
                     Ad un'amica
                     scomparsa  Mentre lento si
                  rifrange l'eco dell'ondarespiro di mare
                  sulla notte d'alabrastrocospargo i miei
                  petalilacrime di
                  oggipozzanghere di
                  sogni,ricordi Ancora ti tengo
                  la manomentre il tuo
                  sorriso caldo rimanesplendida luce
                  in una sera d'inverno...So che sei
                  qui,splendida
                  stellaanche se mai -
                  forse mai più -rivedrò
                  piùil tuo
                  viso 
                  
                  
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                  Paolo
                  Serra  
                  
                  
                     Un'era  Me ne vado
                  silenziosamentePoiché
                  l'uomo può salire e scendereNella scala del
                  ventoPieno di
                  ritratti e di specchiPoiché
                  può aprire e chiudereIl
                  silenzioIl libro dei
                  SalmiO quello
                  delCalcolo
                  Infinitesimale. Salirò
                  sulla cresta,Come
                  prima,Leggendo sui
                  solchi pietrosiDi madrepore
                  astraliPazienti atti
                  quotidianiBuche per
                  l'ulivoDiscorsi fissati
                  con l'acqua. Non mi siedo
                  sulla vetta,Voi lo
                  sapete.Io canto solo
                  per lo spazio.Nel tempo
                  inveceRitrovo le
                  auroreAvvolte di
                  morbide penne,Sogni pesanti e
                  tronchi millenari. Me ne vado
                  silenziosamenteE lungo la
                  crestaGuarderò
                  ancoraCome
                  prima,Con
                  amore,Come
                  sempreIl vostro
                  cammino quotidianoVerso il sorriso
                  dell'anima. 
                  
                  
 | 
                  Giuseppe
                  Sorrentini  
                  
                  
                     Cime  Cime
                  lontane,vette
                  biancastredi roccia e
                  neve...Cime
                  lontane,occhi che
                  scrutano,cuori che
                  vibranoe,
                  nell'oscurità,menti che
                  pregano. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Ricordi  Ricordi e sogni
                  in dissolvenza;ansie nel buio e
                  nel ventosospinte dal
                  passatocon tenere
                  speranze...e ricammino
                  lento verso l'altofra il
                  bisbigliar dell'acqua,come di
                  preghiere. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Elegia  Brandelli di
                  ricordiilluminati da
                  sogniricorrentie ingenui
                  tormentipropongono
                  silenzidi
                  felicitànel sole che
                  tramonta.  
                  
                  
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                     Stefano
                     Tonelli  
                     
                     
                        Il
                        temporale  Fuori
                     è temporale forte.Scrosci
                     d'acqua e nuvole nerein questa
                     oscura mattinasbattono
                     imposte e spingonole fronte
                     degli alberiin una folle
                     danza macabra. A letto
                     piango e tremo,bambino
                     impaurito,povera anima
                     rapita dal ventosacchetto
                     vuoto impazzito nella bufera. Non
                     vorrà dunque qualcuno di voi- Padre,
                     Madre, Fratello -accogliermi
                     nella luce solare di un abbraccio?Non
                     potrò addormentarmi appesoal vostro
                     collo, sul vostro petto,cullato dal
                     vostro respiro? 
                     
                     
 
                     
                     
                        Epigramma  Ero un
                     bambino dagli occhi profondi e
                     pensosi,bellissimi -
                     mi dicevano tutti.I miei occhi,
                     la mia bocca, i miei capelli non ho mai saputo
                     di chi fosseromia madre mi
                     abbandonò appena nato.Ho sempre
                     vissuto di pensiero, di immaginazione, di
                     speranze,in attesa di
                     una vita che non è arrivata
                     mai.Ora sono
                     stanco, la mia gioia giace scordata,
                     lontana,inaridita nel
                     limbo delle vane attese.Quest'esistenza
                     sta svanendo tra le mie manianch'io
                     vorrei un po' di luce.Angeli,
                     Maestri, molto mi volgo a voi, molto vi
                     invoco,ma voi a
                     lungo mi lasciate solo.Vorrei
                     dissolvermi trafitto dai vostri
                     raggiin un
                     abbraccio rigeneratore, che tutto
                     sanerebbe. 
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 Agg.
                  07-03-2005  
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