- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del premio letterario
Città di Melegnano 2003
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- Sommario
- Prefazione
a cura di Benedetto di Pietro - Stefania Abdel Sattar
- Marco Angella - Elena Auddino - Alessandro Bacci -
Alessandro Bacigalupo - Sergio Baldeschi - Elena
Bartone - Marco Nicolò Besana - Alessandra
Biundo - Antonio Capriotti - Marco Caroni - Carlo
Carrea - Ilaria Castelli - Angelo Cermola - Patrizia
Chelini - Nadia Chiaverini - Graziano Ciacchini -
Cristiano Comelli - Francesco Contardi - Livia
Corona - Pierluigi
Curcio -
Maria Rosaria D'Alfonso - Maurizio d'Armi -
Alessandra Daga - Anna Di Biase - Francesca Di Cesare
- Emanuele
Donofrio -
Giovanni Du Jardin - Marco Falsetti - Gianni Fassina
- Vanes Ferlini - Carmine Ferrara - Claudio Fichera
- Federico Fieri - Cecilia Fubiani - Giacomo
Fumarola - Nando Giangregorio - Patrizia
Ginoble -
Caterina
Gramaglia -
Diego
Greco -
Mariarosaria
Guarini -
Vincenzo Guastella - Gabriella Maddalena - Antonio
Maldera - Andrea Mancuso - Gabriella Manzini -
Ferdinando Massarelli - Emiliano
Mazzoncini -
Claudio Moruzzi - Daniela
Ori -
Rosamaria
Pavan -
Eliana Perotti - Michele Piacenza - Maria
Teresa Piccardo
- Manuela Porpiglia - Francesco Quacquarelli -
Ermano Raso - Matteo Rolleri - Daniela Rusconi -
Andrea Sacchetti - Massimiliano Sacchi - Francesca
Salvia - Samuele Sambusida - Manuel Santini - Adriano
Scandalitta - Rita Claudia Scordino -
Paolo
Serra -
Remo Smacchia - Giuseppe Sorrentini - Silvana
Stragliati - Maurizio Tantillo - Arnaldo Taverna -
Giuseppina Terranova - Federica Tisato - Stefano
Tonelli - Valeria Tovo - Mario Vecchione - Stefano
Venturini - Linda Verginella - Cristiano Vitale -
Michele Zanella - Mariateresa
Zara -
Elena Zasa - Maria
Chiara Zippel
-
-
-
- Antologia del Premio
Città di Melegnano 2003 - formato 14x20,5 -
pagg. 92- Euro 18,00 - ISBN 88-8356-699-8
- Risultati
del Premio Città di Melegnano
2003
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-
- Come
avere l'antologia
|
- Prefazione
- Ancora
una volta il poeta si rivela specchio dei tempi, una
cartina di tornasole capace di rivelare i malesseri
dell'umanità. Di fronte al generale
appiattimento della società civile egli diventa
intreprete sensibile dei sentimenti migliori che la
gente nutre, in special modo nei confronti dei
più deboli. Ma quando certe scelte degli uomini
non trovano riscontro nel campo della
solidarietà e della convivenza civile, il poeta
s'interroga anche sul senso delle cose e la mancanza
di risposte lo porta a rifugiarsi nei suoi sentimenti
più intimi, nei ricordi del tempo passato,
della sua infanzia, quando non aveva l'incombenza
delle scelte.
- Anche
in questa edizione del Premio «Città di
Melegnano», troviamo qualche poesia coraggiosa.
Alessandro Bacci in forma antitetica e con andamento
oscillante tra le varie problematiche sociali, propone
un'analisi culminante nell'affermazione ossimorica che
«la pace è la guerra più
lunga». Sul senso delle cose s'interroga Andrea
Sacchetti che partendo dall'affermazione eraclitea che
tutto scorre, approda alla rassegnata affermazione e
monito che, nonostante tutto sfugga alla comprensione
umana, il migliore dei mondi è questo in cui
viviamo e che «ogni momento della nostra breve
storia /.../ viene scritto in un libro invisibile
/.../ che dura per sempre». Maria Rosaria
D'Alfonso si interroga sul senso dell'esistenza
dell'anima, se essa sia una «vacua presenza / di
chi delle proprie vicende / fa strumento di un Essere
Supremo / più giusto.../ mentre l'inazione
impera e affonda», oppure «solo verbo sia /
alibi di un'ingiustificata esistenza / di chi lotta
per la sopravvivenza».
- Nel
frastuono del vivere quotidiano c'è chi si
rifugia nel silenzio. Vanes Ferlim lo definisce
«edificio consacrato / ai navigatori senza
bussola nel mare della banalità» dove la
parola non esiste. Una bella definizione, ma anche una
ricerca interiore che solo chiudendosi nel proprio Io
può aprire il libro della verità. Il
silenzio è visto come negazione della parola
«scorza / che riveste la polpa pulsante
dell'esistenza».
- Tra
le tante sfaccettature che coinvolgono ogni poeta,
ecco quindi entrare negli aspetti diversificati di
analisi sociale e di meditazione sul senso della
presenza umana in questo mondo. Non manca chi si
rivolge al presente momento contingente della storia
umana e lo rimarca con un certo estraniamento
provocatorio. Lo fa Remo Smacchia che vuole lasciare
«fuori dalla finestra / questo mondo di miserie /
per tornare a dormire / quel tranquillo sonno
occidentale», evitando così di farsi
coinvolgere da tutto ciò che, primo fra tutti,
sta succedendo a partire dal vicino
Oriente.
- Dunque
anche questa edizione del Premio ci propone temi
tradizionali come i sentimenti intimi ed esistenziali,
ma anche temi di attualità, e la poesia si
conferma elemento catalizzatore delle contraddizioni
che affliggono l'umanità dei nostri tempi,
nonché sommo rimedio contro l'alienazione,
nella lotta interiore di ogni individuo.
-
- Benedetto
Di Pietro
- Presidente
di Giuria della Sezione
Poesia
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- PIERLUIGI
CURCIO
-
-
- Vuoto -
intorno il vuoto.
- Anima -
suono sommesso di un pianto nella
notte.
- Amore -
l'inganno più grande.
- Gira
questo pazzo mondo, gira
indifferente.
- La vita
è il fiume, io sono la
morte.
-
- Dal buio
una luce:
- il primo
pianto ed il primo dolore.
- Età
dell'incoscienza
-
- Nasce il
primo eroe ed
- il primo
amore...
- Tutto
è possibile:
- l'età
dell'oro.
-
- Il velo
cala lento sugli occhi...
- Trema la
mano,
- logora
è la parola,
- senile
la mente.
-
- Vuoto -
intorno il vuoto.
- Anima -
suono sommesso di un pianto nella
notte.
- Amore -
l'inganno più grande.
- La morte
è il fiume
- Lui, la
vita.
-
- Passaggio
- transito:
- io
vedo.
- Le
nebbie si schiudono sottili.
- Torna la
luce.
-
-
-
|
- MARIA
ROSARIA D'ALFONSO
-
- OPERA 5^
CLASSIFICATA
-
- Non so se
l'anima
-
- Non so se
l'anima ospite sia
- di un corpo
atomico-perfetta simbiosi
- di materia
con materia, finito con finito-
- come quando
gli occhi si nutrono
- di un dio
pagano e mai si saziano di oro
- e
danaro
- nemmeno
esalando l'ultimo
- e ancora
ultimo malaugurato respiro.
-
- Non so se
l'anima spirito sia
- impercettibile
essenza, vacua presenza
- di chi delle
proprie vicende
- fa strumento
di un Essere Supremo
- più
giusto, più abile,
più...tutto
- mentre
l'inazione impera e affonda
- frutto di
egoismo insensato, sfrenato.
-
- Non so se
l'anima mente sia
- una ghiandola
pura e semplice
- femmina e non
maschio
- sentimento e
non ragione
- puro dolore,
alienazione del piacere
- che muore...
lentamente
- scacciando
della vita gli eroici furori.
-
- Non so se
l'anima solo verbo sia
- alibi di
un'ingiustificata esistenza
- di chi lotta
per la sopravvivenza
- di chi si
redime con la penitenza
- di chi
protagonista della Storia si sente
- nel
vittimismo di un peccato insanabile e
perenne.
-
- Non so se
l'anima sia qui dentro
- quando chino
la testa in disprezzo
- quando inetta
il sangue umano osservo
- quando
invecchio con sdegno e interrogo il
pensiero
- quando il
Cielo si oscura e volo via lontano.
-
- Non so se
l'anima abbia voce
- per chi la
cerca in ogni facie e mai si stanca
- in questa
perduta valle di aprirsi una foce
- dove ognuno
si disseti e ogni mio desìo si
plachi.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- EMANUELE
DONOFRIO
-
- ...
Dolore...
-
- Quando
- ridere
- di noia
infranta.
- Quando
- sbocciare
- fiore
egoismo
- tra tulipani
muti
- di
quotidianità.
- Quando
- tuonare
- cielo di
parole
- e gesti
vuoti,
- grida
- il
dolore
- vestito di
morte
- ma
- pulito di
vita
- nudo di
pianto
- ma
- sporco
d'umanità,
- vedi
- una mano
sparare,
- vedi
- un occhio
stupire,
- vedi
- un volto
pensare,
- vedi
- una lacrima
cadere,
- vedi...
- È il
dolore
- in un
cuore.
- ...
Villaggio...
-
- Villaggio,
- fantasmi,
- questi
passati melodrammi
- suonano
d'infinito
- infinite
esistenze
- come essenze
di bosco,
- frutti
- mangiano
- melodie
profumate.
- Villaggio
- con paludi e
rocce,
- lune
piene
- e solstizi di
primavera,
- ma questo
cuscino
- dormiva di
pace
- e nella
brina
- sveglierà
- una candida
orma.
- Villaggio
- ed ora
città
- ...
- Antica
modernità
-
-
|
- MARCO
FALSETTI
-
-
- Visi
1
-
- Volti
differenti
- racchiudono
lo stesso animo.
- Le piume di
una donna
- sono sempre
invisibili,
- si mostrano
solo all'andata
- e alla
partenza.
- Giungono
flebili
- cariche di
immagini,
- evadono
svuotate
- e piene di
parole.
- Le donne
hanno ali che volano imperfette
- perdono
piume
- lasciando
profumi
- avvitando
risate
- incidendo
scie di pensieri
- che
lasciano tracce
- solo a chi
non le insegue.
- Visi
2
-
- Il viso
è l'invisibilità del
corpo,
- il suo
silenzio
- silenzio
che chiede d'essere ascoltato.
- È
tutte le sembianze che può
assumere
- è
tutti i pensieri che suscita
- tutte le
luci di cui si riveste.
- Un viso
è tutto questo
- più
quello che si porta dentro.
- Il viso
è fatto da due profili.
- Un profilo
è la metà
dell'infinito,
- quello che
non si vede
- è
già volato via.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- PATRIZIA
GINOBLE
-
-
- Il mio vecchio
baule
-
- Custoditi,
- nel vecchio
baule
- di noce
invecchiata,
- come una
dote
- di pizzi e
trine
- di una sposa
mancata,
- stanno i miei
sogni
- quelli
avverati
- e quelli
ancora
- soltanto
sognati.
- Cigola la
scala
- che sale
all'abbaino,
- velato di luce
riflessa
- scoperto di
luce
- portata,
- dove sonnecchia
il
- vecchio
baule
- pieno di
gioielli
- gentili
- di stoffe di
luna
- di merletti di
stelle.
- Non c'è
logorio
- nella
trama
- del tessuto dei
sogni
- poiché
- anche quel
solo
- divenuto mai
vero
- ha dato
chiarore
- al solitario
abbaino
- i giorni
d'Inverno
- che la
sera
- veniva al
mattino
-
-
-
|
- CATERINA
GRAMAGLIA
-
-
- Pace
-
- PACE... se ti si
è rotta un'unghia, se caschi dalle scale, se
incontri uno
- che ti sta
antipatico...
- PACE... se ti
scappa la pipì e non ci sono
bagni
- PACE... se la
mattina ti alzi e non ti parte il motorino...
- PACE... se ti
senti triste perché il tuo fidanzato ti ha
lasciata... a piedi
- PACE... se sei
nata bianca anziché scura
- PACE... se sei
di destra o di sinistra
- PACE... se non
conosci lo spagnolo
- PACE... se ti
si rompe la cerniera del vestito
- PACE... se la
macchina ti abbandona per strada
- PACE... se non
passi un esame e i tuoi ti fanno il
culo
- PACE... se ti
innamori di un uomo sposato con sette
figli
- PACE... se ti
devi svegliare presto e hai ancora
sonno
- PACE... se
sorridi ad un uomo ed hai una foglia d'insalata tra
i denti
- PACE... se ti
piace la cioccolata e non la puoi mangiare
perché ingrassi
- PACE... se la
sera a cena ti chiama il tuo capo per dirti che sei
licenziata
- PACE... se non
hai una lira e devi sbatterti per cercare
lavoro
- PACE... PACE...
PACE... MA BASTA CHE CI SIA!
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- DIEGO
GRECO
-
-
- Stralci del
nulla
-
- Effusioni di
gelo.
- Gambe
immaginarie
- di favole
selvagge,
- di germi
fantasma,
- fuggiti
all'ultima cattura.
- Frammenti di
raggi
- spezzati in
fiamme lente.
- Luce,
- lampo informe di
un fuoco che non c'è.
- Gioco di
uomini
- che spaccano lo
sguardo;
- di
facce
- scagliate contro
gomma esatta
- di condotti
vanescenti.
- Forme
irradiate
- di salvezze
assopite
- in un terreno
distorto
- da un canto di
cicale,
- deragliate
- in un tuffo di
orizzonte già raggiunto.
- Finzioni di
salamandre dalle palpebre
- cucite
aperte,
- dai figli di una
caduta.
- Giovani
aquile
- Sfiorano i bordi
di un labirinto,
- schivando la
fine di uno sguardo.
- Informi spirali
di un'adiacenza fatale.
- Spoglie di
faraoni lisergici
- In mani
calde,
- in spazi che
fremono l'istante.
- Anelli,
- gocce di
ferro
- di una storia
smarrita
- in una storia
persa.
- Ritrovata
- negli stralci
del nulla.
-
-
|
- MARIAROSARIA
GUARINI
-
-
- Come un
orologio
-
- Scorre il
tempo
- e scorre
lento,
- come le ore di
un orologio
- che non
passano
- e quasi non si
muovono le lancette
- se continui a
fissarlo
- aspettando
quell'ora che non arriva...
- e, intanto, la
malinconia ti prende
- e ti fa
sua...
- ma tu non farla
vincere.
-
- Corre il
tempo
- e corre in
fretta,
- come i minuti di
un orologio,
- quando hai mille
cose da fare
- e non puoi
aspettare
- per
rimandare...
- e le tue mani
parlano
- mentre avanzano
quei pensieri
- che tu non puoi
fermare.
-
- Sfugge il
tempo
- e scappa
via
- come i secondi
di un orologio
- che non puoi
rallentare...
- e non hai
più vent'anni:
- non li puoi
recuperare...
- ma tu non
guardarti indietro,
- resta qui,
accanto a me
- (perché
anch'io ho bisogno d'amare)
- per vivere
questa vita
- in un sogno
senza età.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- EMILIANO
MAZZONCINI
-
-
- Uomo di
mare
-
- Il meriggio ha
sete
- di mani
corrose
- e membra tirate
all'arsura
- brucia la fatica
che non paga
- in questo
silenzio stretto
- della
marina
- dagli umori
raffermi sotto il pontile
- la voglia
comunque di andare
- nel getto di
reti perse
- ed in arrese
attese.
- Tiro una corda
che avanza
- ed a tratti non
basta
- e conta le
fioriture
- di queste rughe
invecchiate
- un tacito
sciabordare di anni
- e di attese
affilate
- a sbucciare il
pane duro dei giorni.
- Poi la fame di
qualche gabbiano
- taglia il
ritorno
- in riprese
ripide poi basse
- ed incagliate
sulle scogliere
- in turgido
turbinio di sale;
- sembra quasi non
mi attenda
- neppure l'ultimo
vespro serale.
-
-
-
- Poesia
-
- Ti rileggo
ancora una volta
- pagina di fatica
e di miseria
- prima di
dormire
- per vedere se
appaghi il sogno
- di questo
piccolo poeta
- e la rima non ha
sfondo
- nell'animo
cavo
- giusto un'eco di
ritorno.
-
-
-
|
- DANIELA
ORI
-
- Il sole di
novembre
-
- Tu nei miei
pensieri.
- Io nei
tuoi.
- Le tue
parole,
- le mie
parole.
- Oltre il tempo e
lo spazio.
- I sentimenti
sono liberi da convenzioni.
- Ascoltati.
- Ascoltami.
- Ti
mostrerò qualcosa di buono.
-
-
-
- Teatro
-
- Lo spettacolo
è finito,
- gli applausi
piano piano svaniscono,
- il pubblico
lascia il teatro.
- Sipario.
- Si spengono le
luci.
- Ed è di
nuovo notte. Buio, silenzio.
-
- Nel grande
teatro della vita un altro spettacolo è
finito.
- Un momento di
gioia, in mezzo a questa noia.
-
- Ma il grande
regista non dorme ancora.
- Guarda, per
l'ultima volta, la platea vuota e...
ricorda.
- Un minuto prima
soltanto, le risate, la gioia, l'armonia, la
pienezza.
- E ora...
silenzio.
-
- Ma un altro
sogno si fa strada, un'altra idea, nel pensiero del
regista.
-
- Perché la
vita è teatro e noi siamo gli
attori.
- Ma il copione, o
ce lo scrivono gli altri, o ce lo scriviamo
noi.
-
- Escogiterò
qualcosa d'altro.
- Prima o
poi.
- Io sono il
regista, io sono l'artista, io scrivo la
storia,
- la
mia...
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- ROSAMARIA
PAVAN
-
-
- A mio
padre
-
- Non è
ancora salita la luna
- ma buia non
è la notte;
- sopra i tetti
scuri arde
- allegra una
Stella Bianca.
-
- È la mia
compagna stanotte
- come tutte le
notti serene
- che trascorro
sognando
- una stella
lontana non veduta.
-
- O forse
m'inganno, stanotte
- sei Tu la Stella
Bianca lassù?
-
-
-
-
-
-
-
|
- MARIA
TERESA PICCARDO
-
-
- Roma nella
Storia
-
- Sui sette colli
sorgi maestosa
- e il Tevere
inargenta le tue rive,
- dagli archi
trionfali in Te rivive
- l'antica
civiltà sempre gloriosa.
-
- Tu, sacro centro
sei di religiosa
- Fede e di eterni
doni. Di Te scrive
- la Storia per le
tue vestigia, or prive
- di vita e che ti
resero famosa.
-
- Sorgi nel cuore
della bella Italia,
- ove c'è
clima dolce, almo di sole;
- sei presso il
mare azzurro del Tirreno,
-
- redimita di
fiori e di poesia.
- Immortalare il
Tempo ognor ti vuole
- poiché
del mondo sei il materno seno.
-
-
- A mio
padre
-
- Venero la fronte
ampia e pensierosa,
- il tuo sguardo
profondo e sorridente,
- la saggezza
poiché paternamente
- dà luce
alla ragione mia dubbiosa;
-
- la tua parola
facile e briosa
- che d'allegria
corona vivamente
- le tue virili
doti della mente
- rendendola
mirabile e preziosa.
-
- Miro l'onesta
immagine del volto
- che sempre mi
incoraggia alla bontà
- e tocca il cuore
e l'animo avvalora.
-
- Ammiro inoltre
il tuo sapere colto,
- la versatile
vena, la lealtà
- che fulgida
negli occhi brilla ognora.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- PAOLO
SERRA
-
-
- Vorrei
essere
-
(Ad
Anna)
-
- Vorrei essere un
essere possibile
- Attraverso mondi
infiammati
- Veglie senza
rumori, adii.
- Ti ho persino
conquistato e perduto nel sogno.
- Perdonami di
amarti così
- Senza respiro,
come un grappolo immaturo.
- Perdonami se non
ho potuto
- Asciugare tutte
le tue lacrime
- Perdonami se non
piangerò
- Con te che
avvolto nello scialle
- Di pietra
dell'utopia che popola
- La storia del
mio tempo.
-
- Perdonami se
potrai amarmi
- Perdonami se non
potrai amarmi
- Perdonami di
aver paura di esistere
- Perdonami di non
aver paura di esistere.
- Vorrei toccare
il passato
- Il presente e il
futuro
- Sepolto nel
suono di un cristallo
- Che il vento
delle mie parole
- Ogni tanto
tintinna.
-
- Perdonami.
Vorrei soprattutto amarti
- Come un essere
che ritorna
- Da un viaggio
disperato
- Nell'ipocrisia
del tempo e trova
- Un passaggio
nell'ala
- Di un passero
ferito
- Nella nebbia di
scintille d'ombra
- Nel tuo sorriso
senza gioia.
- Vorrei essere,
ai tuoi occhi,
- Un essere
possibile.
|
- GIUSEPPE
SORRENTINI
-
-
- Canto
-
(A
mia moglie)
-
- Ho rubato le
note
- che i
fiori,
- vibrando
nell'aria,
- affidavano al
vento;
- ho raccolto i
pensieri
- fugaci e
più belli
- e ho composto il
mio canto
- d'amore per
Te.
- Poesia
- Talvolta
- faccio finta di
dormire,
- ma scrivo coi
pensieri
- una
Poesia
- che puntualmente
affido
- al
cuore
- e preferisco
correre da Te.
- Cantico
d'amore
- Vanno i
pensieri
- e scorrono
veloci,
- prima
sommessi
- e poi
possenti,
- a formulare
dolci fantasie;
- a inebriare
sogni e desideri
- di fuggitivi
amori
- ritrovati
- poi a cantar
l'AMORE.
- oltre la
vita.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- STEFANO
TONELLI
-
- Toby
-
- Dittico
-
- Chi ha potuto
perderti o lasciarti,
- caro Toby? Forse
chi non ha ben guardato
- il tuo lucido
pelo nero,
- le mille
inflessioni dei tuoi occhi nocciola,
- la perfetta
architettura delle tue zampe,
- il grazioso
punto di domanda
- che ti fa da
coda.
-
- Ma non hanno
visto neppure la gioia
- che porta la tua
cara esistenza,
- l'amicizia e
l'affetto
- che insegni
anche ai duri di cuore...
- Cosa vogliono
sapere d'amore
- quelli che non
hanno mai guardato
- negli occhi il
loro cane?
-
- Ti sono negati
la parola e il riso,
- ma col fragile
timore
- che ti invade di
essere abbandonato,
- con le gioie e
le ire che ti animano
- e la
fedeltà che dimostri,
- sei creatura di
umanità
- fin troppo
nobile.
-
-
- Sparissero nella
morte la madre e il padre,
- si eclissassero
nell'oblio gli amici cari,
- tacessero per
sempre tutti i miei maestri,
- si smarrissero
interi la mia ragione e il sentimento
- nel duro sasso
dell'avarizia e
- nelle sabbie
immobili della malinconia,
- tu sarai sempre
volto verso i miei occhi,
- in attesa di un
cenno, di un biscotto,
- di una carezza,
di un gioco.
-
- A te basta poco:
sono nel tuo DNA
- Amore e
dedizione cieche.
- Sarà
dunque un cane
- - che alcuni
stolti pretendono senz'anima -
- ad insegnarmi
l'amicizia?
-
-
|
- MARIATERESA
ZARA
-
-
- Poeti
-
- Amavo poesie, ma
non sapevo
- perché,
l'incanto del verso gentile
- scende nel cuore
in subbuglio, la pace
- compare sovrana,
inonda smagliante.
- Qualcuno mi
disse, leggo la storia
- in versi
altrimenti banali. No, solo
- vedevo sottili
sconforti in gesti
- d'angoscia, nudo
quel cuore vicino
- al mio cuore,
dolore e accanto l'eco,
- l'attesa vicina
di fine. Ancora
- m'incanta la
siepe, su lunghe scale
- la mimosa
esplodente, ancora estati
- solari sul lido
salso di mare,
- ancora quel
limone aspro pungente
- eppure denso di
sole accecante.
- Ecco il geranio
m'appare improvviso
- la sera, rosso,
mi parla di morte.
- Tanti ne pianto
su vasi affacciati
- al cupo giardino
di voci silenti,
- tu, madre,
ritorni nel fiore appena
- fiorito, mi dici
perdoni tardivi
- all'anima
spersa, chiusa dal fango
- di scelte
fallaci, bruschi sconforti
- vissuti al
chiuso di stanze solinghe.
- Ma poi la siepe
rimanda profumi
- lontani di mare
pacato, placa
- quell'ansia in
slarghi di pace raggiunta,
- ricordi, seppure
pungenti, d'altri
- momenti, futuro
imminente d'albe
- fiorite di luce
abbagliante, pace
- raggiunta,
completa, tarda allegrezza.
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- MARIA
CHIARA ZIPPEL
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- Sola
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- Sola,
- in un
mondo di soli.
- Dove;
- il destino
è imprigionato.
- Nel
continuo;
- inesorabile,
- tic-tac
del tempo.
- Al
contempo;
- onde si
infrangono sugli scogli del mio
cuore,
- con forza
e furore.
- Miriadi di
uomini e donne,
- accalcati
attorno al mio corpo.
- Libera,
- di essere
sola.
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-
- Antichità
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- Un
portico.
- Il
continuo cigolio di un dondolo.
- Ormai
usurato dal tempo,
- dai
ricordi.
- Una
donna,
- dai
capelli grigi.
- Immersa,
- nel
proprio passato.
- Fiori e
piante,
- testimoni
del suo destino.
- Profumo di
torta di mele,
- dalla
cucina.
- Antichità,
- di un
mondo antico.
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- Ins.
15-06-2004
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