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            VIII
            edizione Premio LetterarioCittà di Melegnano 2003
 
            
            
                La
               Giuria della settima edizione del Premio Letterario
               Città d Melegnano presieduta da Benedetto Di
               Pietro per la Sezione Poesia e da Alessandra Crabbia
               per la Sezione Narrativa, ha stabilito la seguente
               classifica finale:  
               
                  | 
                        SEZIONE
                        POESIA  
                           1°
                           classificato: Alessandro
                           Bacci
                           di Tavarnelle Val di Pesa (FI) con
                           La
                           guerra più
                           lunga.
                           Motivazione della Giuria:
                           «Partendo da una forma di
                           immanente pessimismo, Alessandro Bacci
                           affida ai suoi versi messaggi di denuncia
                           del degrado sociale. Il percorso poetico
                           affronta situazioni variegate in uno
                           spazio confinato da un elemento comune, un
                           muro, per approdare ad una considerazione
                           che diventa analisi del comportamento dei
                           giovani che li vede protagonisti di
                           trasgressione nelle scuole e sulle strade
                           il sabato sera. Un messaggio forte
                           è dato nell'ultimo verso della
                           lirica: "
la pace è la guerra
                           più lunga". I fatti attuali e
                           contingenti fanno riflettere sul
                           significato stesso della parola "pace", il
                           cui contrario come facilmente si evince
                           non è soltanto la guerra in cui si
                           usano le armi convenzionali, ma anche
                           quella che tutti i giorni siamo costretti
                           a combattere perfino nei luoghi deputati
                           per definizione alla pratica e godimento
                           della pace, come la casa e la
                           scuola». (Benedetto Di
                           Pietro)Vince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui gli verranno assegnate 100 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet
                           www.club.it  
                        
                        
                           2°
                           classificato: Andrea
                           Sacchetti
                           di Vasto (CH) con Il
                           senso delle
                           cose.
                           Motivazione della Giuria: «Il
                           poeta s'interroga su problematiche che da
                           sempre sono state oggetto di ricerca
                           filosofica. E lo fa con la contatazione
                           espressa da Eraclito: "panta rhêi",
                           tutto scorre. La fine del percorso
                           è che pur nella sua imperfezione e
                           con tutti i problemi che lo assillano,
                           questo mondo "
è il migliore
                           dei mondi" dell'universo e "questa
                           è la vita che dobbiamo vivere".
                           Nonostante la rassegnazione necessaria per
                           un vivere accettabile, in cui l'uomo
                           può fare poco, bisogna tenere
                           presente che tutto ciò che
                           sarà fatto in vita sarà
                           registrato in un libro eterno a
                           testimonianza dell'esistenza di
                           ognuno». (B.D.P.)
                           Vince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui gli verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Attestato di merito -
                           Pubblicazione del testo premiato sulla
                           rivista Il Club degli autori -
                           Pubblicazione su Internet www.club.it
                            
                        
                        
                           3°
                           classificato: Vanes
                           Ferlini
                           di Imola (BO) con Il
                           tempio del
                           silenzio.
                           Motivazione della Giuria: «La
                           constatazione del degrado ambientale
                           diviene per Vanes Ferlim motivo di scelta
                           esistenziale: la rinuncia dell'utilizzo di
                           ogni espressione del progresso in favore
                           del silenzio. La parola vista in genere
                           come il bene più importante di cui
                           ogni uomo è dotato, diviene "una
                           scorza/che risveste la polpa pulsante
                           dell'esistenza." Il silenzio va ricercato
                           nel tempio che esiste in noi stessi, ed
                           è meditazione che tra l'altro
                           "dilava gli affanni
sradica le
                           frustrazioni". Una proposta quindi di
                           estraniamento rispetto a quanto ci succede
                           attorno, visto come elemento necessario
                           per entrare in noi stessi e riscoprire le
                           cose che hanno valore».
                           (B.D.P.)Vince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui gli verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet
                           www.club.it  
                        
                        
                           4°
                           classificato: Remo
                           Smacchia
                           di Ladispoli (Rm) con Il
                           sonno
                           occidentale.
                           Motivazione della Giuria: «Con una
                           visione protetta dalle mura domestiche, il
                           poeta si pone davanti ai fatti dei nostri
                           giorni, in cui la guerra aleggia sovrana
                           senza porre condizioni sui suoi effetti.
                           Il messaggio ci giunge chiaro e forte: non
                           possiamo nasconderci di fronte a
                           ciò che sta succedendo nel mondo,
                           né schierarci dalla parte di chi
                           intende affermare che soltanto la
                           civiltà occidentale sia quella
                           giusta. L'appartenere a questa, o quella,
                           parte del mondo non esime l'uomo dal dover
                           riconoscere i drammi degli altri e
                           contribuire ad evitarli».
                           (B.D.P.)Vince
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet
                           www.club.it - Buono valido per 50 copie
                           omaggio in caso di pubblicazione in volume
                           con la casa editrice
                           Montedit. 
                        
                        
                           5°
                           classificata: Maria
                           Rosaria
                           D'Alfonso
                           di Battipaglia (SA) con Non
                           so se
                           l'anima.
                           Motivazione della Giuria: «Il
                           senso di insoddisfazione procurato dalla
                           vita moderna fa sì che l'uomo si
                           rivolga alle cose dello spirito. La
                           poetessa affida ai suoi versi la
                           conclusione di un percorso interiore: la
                           convinzione sull'esistenza dell'anima come
                           parte divina -quindi facente parte del
                           Bene per difinizione- e nel contempo il
                           dubbio sulla sua influenza sull'agire
                           dell'uomo, visto che spesso egli è
                           vittima anche di eventi che non possono
                           essere attribuiti ai suoi simili. Comunque
                           vada, ed escludendo il libero arbitrio
                           agostiniano, la D'Alfonso s'interroga sul
                           fine dell'uomo che è quello di
                           operare "in questa perduta valle per
                           aprirsi una foce"».
                           (B.D.P.)Vince
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet
                           www.club.it - Buono valido per 50 copie
                           omaggio in caso di pubblicazione in volume
                           con la casa editrice
                           Montedit.  
                        
                        
                           Vincono
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club
                           degli autori - Pubblicazione su
                           Internet - Buono valido per 50 copie
                           omaggio in caso di pubblicazione in volume
                           con la casa editrice Montedit i seguenti
                           autori: 6°
                           class.: Patrizia
                           Chelini
                           di Roma con Dolce
                           un battito mi
                           prende; 7°
                           class.: Livia
                           Corona
                           di Milano con La
                           terra
                           promessa; 8°
                           class.: Arnaldo
                           Taverna
                           di Milano con Rispolveriamo
                           ricordi; 9°
                           class.: Federico
                           Fieri
                           di Prato con La
                           polvere degli
                           innocenti; 10°
                           class.: Federica
                           Tisato
                           di Padova con L'albero
                           di noci.
                             
                        
                        
 |  
                  | 
                           SEZIONE
                           NARRATIVA 1°
                           classificato:
                           Maurizio
                           Paganelli
                           di Bora di Mercato Saraceno (FC) con
                           Il
                           Presepe.
                           Motivazione della Giuria: «Una
                           busta nella quale è racchiusa una
                           sentenza di vita o di morte, una busta
                           nella quale fredde analisi cellulari hanno
                           l'inderogabile presenza dell'intrusione
                           dell'inevitabile. Per il protagonista del
                           racconto è l'occasione triste e
                           inesorabile di sperare ancora nella
                           catarsi di un miracolo stanco. Ma la
                           guarigione vera che egli matura è
                           la consapevolezza di ciò che di
                           prezioso ha smarrito nel corso degli anni:
                           la coscienza attonita e stupita di
                           ciò che di vero ha sepolto
                           nell'ostinarsi a perseguire le vie della
                           pura ratio. Egli viene colto dalla
                           solitudine amara imposta dalla sua
                           inadeguatezza all'amore, trascurato per la
                           carriera e una sorta di passivo fatalismo.
                           Ecco questo nomade dell'anima che cerca
                           nei luoghi antichi una consolazione
                           irreperibile. Ma la malattia vera è
                           l'aver smarrito il senso della
                           umanità spicciola, il senso
                           autentico del dolore. E d'improvviso e
                           magicamente, un presepe in una vetrina lo
                           riporta all'infanzia, e gli porge
                           inaspettatamente il folle coraggio di
                           ricominciare ad amare ciò che lui
                           ha poco amato. Ed è un attimo di
                           meravigliosa ed estatica esplosione,
                           quando, all'apertura della busta, con il
                           suo verdetto, egli sconfigge la morte,
                           decidendo di vivere pienamente le sue
                           passioni, i riscattarsi dal grigio della
                           vita, e di amare l'esistenza fino
                           all'ultimo respiro».
                           (Alessandra
                           Crabbia)Vince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui gli verranno assegnate 100 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori e su Internet www.club.it
                           
                           
                           
2°
                           classificata: Maria
                           Luisa
                           Bertolini
                           di Bologna con Il lungomare di
                           Mentone.
                           Motivazione della Giuria: «Sembra
                           quasi in questo racconto di percepire gli
                           odori marini, il sole sulla pelle, i
                           pensieri in volo della protagonista, che
                           si intrecciano ai sapori francesi di una
                           giornata particolare. L'autrice sa
                           cogliere con una lucidità
                           sconcertante i particolari di ciò
                           che la circonda, ma anche trarre da se
                           stessa con composto, intelligente e
                           ironico distacco, il meglio della sua
                           indipendenza emotiva, raggiunta dopo
                           illusioni e disillusioni. Volando tra i
                           ricordi di atmosfere passionali o di
                           conoscenti ridicoli e saccenti, ecco
                           uscire la sua saggezza pagata a caro
                           prezzo: l'amore va, viene, nulla d'eterno
                           può esistere per una donna
                           intelligente. Ed è questo senso
                           dell'impermanenza della vita, a insegnarle
                           l'accettazione, a darle il gusto delle
                           piccole grandi cose, e a non sentirsi
                           prigioniera delle consuetudini. Essere una
                           donna libera e consapevole è una
                           conquista impagabile». (A.
                           C.)Vince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui le verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Attestato di merito -
                           Pubblicazione del testo premiato sulla
                           rivista Il Club degli autori e su
                           Internet www.club.it 
                           
                           
3°
                           classificato: Andrea
                           Buffa
                           di Roma con Il
                           vecchio
                           Jack.
                           Motivazione della Giuria: «New
                           York, le sue luci che appaiono a Charles
                           sporche e malate: l'uomo disperato segnato
                           da terribili e antiche sciagure, diventa
                           il simbolo di una esacerbata solitudine.
                           In una ricerca che è la motivazione
                           velenosa della sua stessa misera
                           esistenza, lo scorgiamo attraversare una
                           città percepita come crudele,
                           perché piena dei ricordi strazianti
                           di chi ha perso le persone che più
                           amava in una sentenza senza appello.
                           L'estraneità agli altri esseri
                           umani, l'impossibilità di
                           resurrezione, il suo degrado fisico, hanno
                           un'unica consolazione, l'amico Jack, che
                           diventa il triste simbolo dei diseredati,
                           l'unico calore che può riempire le
                           viscere di Charles. L'autore descrive
                           questa disperata e affannosa ricerca fino
                           alla fine, quando, in un sorprendente
                           colpo di scena, ritrovato l'amico,
                           abbraccerà di nuovo tutto il dramma
                           della vita». (A.
                           C.)Vince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui gli verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club
                           degli autori - Pubblicazione su
                           Internet www.club.it  
                           
                           
 Vincono
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club
                           degli autori e su Internet www.club.it
                           - Buono valido per 50 copie omaggio in
                           caso di pubblicazione in volume con la
                           casa editrice Montedit i seguenti
                           autori: 4°
                           classificato: Saverio
                           Cardini
                           di Melegnano (MI) con Il
                           Grande
                           Slam.
                           Motivazione della Giuria: «In una
                           prosa ironica, graffiante e scattante,
                           l'autore descrive un fantomatico incontro
                           di tennis a Wimbledon. Sa dosare la
                           frenesia degli spettatori e le emozioni
                           intime, feroci, e tuttavia profondamente
                           umane dei giocatori. Narra l'assurdo del
                           caso, trascolora la realtà dandole
                           una tonalità surreale, e analizza
                           l'abitudine alla vittoria che rende a
                           volte ciechi e storditi dal proprio ego.
                           Al tempo stesso studia il fascino occulto
                           dei perdenti, delusi da una folla che
                           è come un grande circo che divora
                           insaziabile e insensibile coloro che non
                           vincono. Ma chi è davvero il
                           vincitore? La fine dell'incontro è
                           velata da misteriose ombre arcane e
                           divine. Un finale pirandelliano, nel quale
                           il vincitore è il perdente: ma
                           questo possono solo saperlo un vigilante
                           panciuto e un dio burlone».
                           (A. C.) 5°
                           classificato: Giovanni
                           Racalbuto
                           di
                           Ravenna con Quando
                           l'Euro ancora non
                           c'era.
                           Motivazione della Giuria: «Tutto
                           in questo racconto esprime l'inerme e
                           triste dolcezza poetica dei miseri, degli
                           esclusi, dei diversi, di coloro che non
                           avendo gli strumenti degli altri, vivono
                           ai margini della vita, ma in una magica
                           osmosi con la natura, che li accoglie come
                           i suoi figli più deboli, teneri, e
                           ugualmente fulgidi nell'accettazione del
                           fato. E gli altri, i normali, sono qui
                           descritti in tutta la loro crudeltà
                           infantile e inconsapevole, gli altri
                           minano l'universo simbolico del
                           protagonista, Alfio Cinni. Essi
                           ferocemente distruggono il talismano che
                           tiene lontane le paure del piccolo Cinni,
                           un misero berretto, che soltanto per lui
                           ha la magica valenza di allontanare gli
                           spiriti del male. Ma questa
                           malvagità non può prevalere:
                           un luccicante delfino affiorerà dal
                           mare per ridare al piccolo il
                           sorriso.E
                           questo ricordo, accompagnandolo per tutta
                           la vita, sarà rappresentato dal suo
                           piccolo tesoro di monetine da cinque lire,
                           con impresso il meraviglioso delfino,
                           simbolo di salvezza, purezza e
                           speranza». (A.
                           C.) 6°
                           classificata: Debora
                           De
                           Angelis
                           di Roma con Segreto
                           inconfessabile.
                           Motivazione della Giuria: «La
                           Maternità appare in questo scritto
                           nella sua accezione più dolorosa e
                           al tempo stesso più eterna. Solo la
                           morte può recidere carnalmente
                           questo legame che ha la sua santità
                           in tutto ciò che lega visceralmente
                           una madre al suo bambino.E
                           come può una madre già sola
                           e abbandonata confessare al suo sfortunato
                           bambino, che presto la morte la
                           ghermirà, ed egli dovrà
                           restare solo? In un dialogo che strappa il
                           cuore, sarà il bambino ad aiutare
                           la mamma a rivelare quel terribile
                           segreto, e con saggezza disincantata le
                           darà un miracoloso coraggio di
                           affrontare l'inesorabile. Toccante e
                           semplice, questa prosa, ci trasporta nel
                           mistero della vita, della morte, e
                           dell'amore senza limiti e
                           confini». (A.
                           C.) 7°
                           classificata: Giuliana
                           Rosini
                           di Città di Castello (PG) con
                           Clementino.
                           Motivazione della Giuria: «Il
                           dramma dell'abbandono del piccolo
                           Clementino, viene qui narrato con una vena
                           letteraria che ricorda gli scrittori
                           veristi. Sono le sventure del bambino che
                           toccano il cuore del lettore. Sono i suoi
                           sciagurati genitori ad essere descritti
                           come in una sequenza filmica, senza
                           condanna, soltanto con realismo lucido.
                           Come un oggetto, il bambino passa dalla
                           madre, alla balia, al brefotrofio.
                           Clementino non ha doti di bellezza, e
                           ciò che lo distingue dagli altri
                           bambini belli, è il suo aspetto
                           malaticcio e quel nocciolino sulla fronte,
                           una piccola malformazione ossea. E questo
                           suo cruccio diventa angustia, desolazione.
                           Ma c'è un angelo per ogni bimbo
                           abbandonato, e quello di Clementino
                           sarà il più splendente,
                           azzurro e pietoso. L'autore riesce in
                           questo racconto a usare un'affabulazione
                           pacata, fortemente incisiva e
                           originale». (A.
                           C.) 8°
                           classificato: Umberto
                           Li
                           Gioi
                           di Marsala (TP) con
                           Quando finisce la
                           strada.
                           Motivazione della Giuria: «Un uomo
                           senza memorie, se non di atrocità
                           belliche, un uomo nomade senza
                           identità che arriva come un
                           predestinato in un luogo funesto e
                           terribile, dove la morte ha lasciato il
                           suo odore di putrefazione e scempio. Solo
                           quel binario morto dinanzi a lui, quel
                           terribile binario, e baracche nelle quali
                           sembrano aleggiare i pensieri disperati e
                           le torture di chi vi ha soggiornato. E
                           d'improvviso l'apparizione di un ragazzo,
                           spirito rimasto intrappolato tra il
                           passato e il presente, tra la morte e la
                           vita, gli ricorderà che quel luogo
                           è Auschwitz, là dove " i
                           demoni si sono stancati del fuoco,
                           là dove gli innocenti diventano
                           cenere e si dissolvono nel
                           vento."In
                           questa atmosfera surreale e drammatica
                           l'autore sembra ripeterci instancabile:
                           non dimentichiamo, vi prego, ciò
                           che l'uomo riesce a fare
                           all'uomo». (A.
                           C.) 9°
                           classificato: Fabio
                           Pistone
                           di Toirano (SV) con Sogno.
                           Motivazione della Giuria: «In un
                           bivacco, alcuni partigiani, stretti in una
                           notte oscura vicino a un fuoco, tacciono i
                           loro pensieri, le loro paure: persino i
                           boschi sembrano avere una vita propria,
                           muta e pericolosa. È il personaggio
                           di Megu a spezzare quel silenzio attonito,
                           e narrerà il sogno della propria
                           morte, che lentamente apparirà
                           premonitore, facendo rabbrividire i
                           compagni. E durante il racconto, una donna
                           bella, eterea e pietosa, si renderà
                           visibile proprio alle spalle di Megu, che
                           continuerà a parlare ai suoi amici
                           senza accorgersi di questa arcana presenza
                           dietro di lui, tra il silenzio assorto dei
                           suoi compagni di guerriglia. Forse il
                           destino è già indicato dai
                           simboli onirici, o forse il contatto
                           continuo con la propria fine, dà a
                           questi piccoli grandi eroi il coraggio di
                           vedere la bellezza e la pietà della
                           morte e del suo mistero».
                           (A. C.) 10°
                           classificata: Raffaella
                           Poletti
                           di Finale Emilia (MO) con Colpisci
                           le
                           stelle.
                           Motivazione della Giuria: «Una
                           sciagura improvvisa, la morte di un
                           fratello: le voci e lo strazio cominciano
                           a riempire la casa, la ragazza non vuole
                           udire nulla, non vuole più vivere.
                           Ha presentito la fine del fratello pochi
                           attimi prima, ma ora corre verso il lago,
                           e qui si siede sulla riva. Nessuna fede la
                           sorregge. I morti sono
                           morti.Nulla
                           le riporterà mai l'amato fratello.
                           Il non senso la strazia, e fissa le stelle
                           riflesse nel lago cercando risposte
                           inesistenti. D'improvviso, il nonno le
                           appare e le si siede vicino, e in una
                           tormentata poesia la invita a spegnere le
                           stelle colpendole con sassi. Sopraggiunto
                           il buio, quando la superficie del lago non
                           riflette più alcuna luce, il nonno
                           la invita a riaccenderle. Un grande
                           afflato poetico e struggente pervade
                           questo racconto, che è anche un
                           corale invito a mantenere accese le nostre
                           speranze e la nostra
                           spiritualità». (A.
                           C.)
                           
                           
Risultano
                           segnalati dalla Giuria con Attestato di
                           merito i seguenti Autori: Francesco
                           Elpidio
                           Aimone
                           di Ivrea (TO) con Il
                           ritorno; Valentina
                           Fonte
                           di Pordenone con
                           Rapsodia; Anna
                           Denti
                           di Grandola ed Uniti (CO) con Dlen:
                           l'amico di tutti; Gabriele
                           Falco
                           di Mantova con L'uomo del
                           pollaio; Angela
                           Rizzo
                           di Mazara del Vallo (TP) con La
                           promessa; Virginia
                           Fabrizi
                           di Vigevano (PV) con L'uomo in
                           grigio; Irene Deborah
                           Giannini
                           di Rho (MI) con Il compagno di
                           viaggio; Giovanni
                           Bellisario
                           di Casarano (LE) con
                           Vania; Laura
                           Amisano
                           di Cormano (MI) con
                           Pensieri; Luca
                           Piatto
                           di Cassano d'Adda MI) con
                           Ipotesi; Amanda
                           Castello
                           di Bettola (PC) con Destini
                           paralleli; Corrado
                           Costantino
                           di Milano con Momenti di
                           Anna; Marina
                           Vio
                           di Venezia con Il segreto di
                           Burian; Jose Cheein
                           di
                           Forlì con Lettera alla mia
                           futura ex-moglie; Silvia
                           Pelizzari
                           di S. Felice d/B (BS) con Non so se
                           sono...
 
                        
                        
                        
                           
                              Le
                           opere di narrativa verranno pubblicate
                           prossimamente On Line
                                 | La
                                    cerimonia di premiazione si
                                    è tenuta sabato 10 gennaio
                                    2004 alle ore 15,30 a Melegnano
                                    (Milano) presso il Salone
                                    Predabissi in via Frassi, 2
                                    angolo via Predabissi. |  |  
                  | 
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                        all'inizio |  
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                     POESIA |  
                  | 
                        Alessandro
                        BacciOpera 1^ classificata
 La guerra più lunga
                            Oltre
                           quei brandelli di murodove
                           tutto è nientesbocciano
                           fiori di ventoche
                           stuprano l'ariaper
                           la perversa gioiadi
                           chi li ha seminati. Oltre
                           quel muro di cintadove
                           la luce è buiocadono
                           freddi coriandolidi
                           neve rubata ai montipresto
                           sciolta dal saledei
                           ricordi di un'estate. Oltre
                           quelle scritte sui muridove
                           il silenzio fa baccanoc'è
                           sempre una televisioneaccesa
                           da chi muove le ditasul
                           telecomando alla ricercadi
                           sesso e violenza. Le
                           stagioni cambianoma
                           la gente è la
                           stessa,quella
                           che al barostenta
                           ricchezzae
                           piange povertà. Dove
                           le strade hanno un nomee
                           la gente un prezzo,dove
                           i ragazzi a scuolacomprano
                           quella roba,dove
                           il sabato la stradanon
                           è che una gara...la
                           pace è la guerra più
                           lunga.   | 
                        Andrea
                        Sacchetti Opera 2^ classificata
 Il senso delle
                        cose
                        
                        
                            Quante
                           volte mi sono chiestoil
                           perché di questa
                           realtàdove
                           tutto scorre senza una
                           sosta,dove
                           regnano incertezza e
                           sofferenzaed
                           io inseguo sempre nel
                           futuroquella
                           felicità e quella
                           paceche
                           non ho nel presente.Quante
                           volte ho cercatoma
                           non ho trovato una
                           rispostache
                           ponesse fine alle mie
                           domande.Eppure
                           mi consolo pensandoseduto
                           a Caramanico su un gradinoche
                           ciò che vedo intorno a
                           me,la
                           gente che passa, i loro pensieri, i loro
                           problemi...tutto
                           questo non può
                           essereil
                           risultato di un errore,non
                           di un imprevisto,non
                           il frutto di una caduta.Che
                           in apparenza ingiusto e
                           contradditorioquesto
                           è il migliore dei
                           mondi,perché
                           è proprio come doveva
                           esserenel
                           disegno del suo
                           architetto,anche
                           se il significato di tutto
                           sfuggee
                           i tanti perché restano senza
                           risposta.Questa
                           è la vita che dobbiamo
                           vivere,questi
                           i sentieri che dobbiamo
                           percorrere,questi
                           i pensieri che dobbiamo
                           pensarequeste
                           le emozioni che dobbiamo
                           provare.Tutto
                           passa come polvereportata
                           via dal vento impetuoso del
                           tempoma
                           nulla è senza
                           senso,ogni
                           momento della nostra breve
                           storiabenché
                           piccolo e fuggevoleviene
                           scritto in un libro
                           invisibileed
                           è pieno di un
                           significatoche
                           dura per sempre. |  
                  | Torna
                     all'inizio |  
                  | 
                        Vanes
                        FerliniOpera 3^
                        classificata
 Il tempio
                        del silenzio
                        
                        
                            Procedo
                           e ansimo lungo il viottolo
                           aggrovigliatosui
                           fianchi aguzzi del colle
                           dell'esistenza,ai lati
                           sfilano scorie assortite del
                           vissuto:desideri
                           invecchiati scarti di sentimenti ammuffite
                           emozioni.Quanta
                           fatica scalare la propria
                           immondizia!Dalle
                           scorie clamori sottili
                           rimbombanoostinati
                           ottundono le nuove sensazioni.Nella
                           nebbia multicolore
                           dell'immaginazionescorgo
                           le linee serene dell'edificio
                           consacratoai
                           navigatori senza bussola nel mare della
                           banalità.Lascio
                           fuori le scarpe infangate della
                           coscienza...qui mai
                           fu detta parola... qui non esiste
                           parola.Galleggio
                           nel chiarore diffuso e discerno le vaghe
                           formeevoluenti
                           libere dalle costrizioni della
                           materia.E
                           finalmente odo, netto, il
                           silenzio:fluido
                           armonioso che permea lo
                           spazio,inizio
                           d'ogni preghiera, sintesi di tutti i
                           suonidenso
                           magnetico mi scorre
                           all'indentro,dilava
                           gli affanni scioglie il dolore sradica le
                           frustrazioniavvinghiate
                           al terreno marcescente della
                           vanità.Silenzio
                           che scardina la cassaforte dei
                           sognifa
                           esplodere i lampi della
                           speranzaincendia
                           la creatività, fa divampare
                           l'universodelle
                           emozioni soffocate dal battente clamore
                           dell'abitudine.Attraversa
                           il mio animo, si addensa contro gli
                           scoglidei
                           ricordi più duri per trascinarli
                           lontano...scarnifica
                           i miei ragionamenti sicché
                           possopesarli
                           uno ad uno e bilanciarli con la
                           fantasia.È
                           uno scudo eretto contro il chiasso
                           dell'inutileun
                           finissimo filtro per setacciare sentimenti
                           fasulliuna
                           radiografia per svelare l'ossatura del
                           cuore.Esco
                           dal lavacro di quel luogo
                           sacrocon
                           entusiasmo nuovo fiammante...Ora che
                           conosco la forza del silenziole
                           parole si riducono appena una
                           scorzache
                           riveste la polpa pulsante
                           dell'esistenza. | 
                        Remo
                        SmacchiaOpera 4^
                        classificata
 Il sonno
                        occidentale
                        
                        
                            Ho
                           ascoltatoda solo
                           in cucinai
                           silenzi della nottee da
                           quella finestra sul marequel
                           lamento triste di gabbianoe di
                           violino disperatoe ho
                           visto il mondoe lo
                           stesso cielo stellatofuori
                           dai vetri sporchicon gli
                           occhi disillusid'un
                           bambino kosovaro......poi
                           ho continuato a sentiresuoni e
                           singhiozzidi un
                           mondo che vive e muorefuori
                           dalle nostre finestreun
                           angosciato grido d'armonicacome
                           quel vento lontanoche
                           soffia e soffiaun
                           mesto lamento di guerrae ho
                           sentito ancoralatrati
                           e risatedi
                           sciacalli e iene ingobbitein
                           cerca di carognesulla
                           riva di un fiume di cadaveriche
                           lento scende a marein un
                           deserto di capanne bruciate...e ho
                           visto e ho sentito tutto
                           questoe poi
                           spenta la mia sigarettae
                           infine chiusi gli occhie le
                           mie orecchieho
                           lasciato fuori dalla finestraquesto
                           mondo di miserieper
                           tornare a dormirequel
                           tranquillo sonno occidentale. |  
                  | Torna
                     all'inizio |  
                  | 
                           Maria
                           Rosaria D'AlfonsoOpera 5^
                           classificata
 Non so
                           se l'anima Non so
                           se l'anima ospite siadi un
                           corpo atomico-perfetta
                           simbiosidi
                           materia con materia, finito con
                           finitocome
                           quando gli occhi si nutronodi un
                           dio pagano e mai si saziano di oro e
                           danaronemmeno
                           esalando l'ultimoe
                           ancora ultimo malaugurato
                           respiro. Non so
                           se l'anima spirito siaimpercettibile
                           essenza, vacua presenzadi chi
                           delle proprie vicendefa
                           strumento di un Essere Supremopiù
                           giusto, più abile, più...
                           tuttomentre
                           l'inazione impera e affondafrutto
                           di egoismo insensato,
                           sfrenato. Non so
                           se l'anima mente siauna
                           ghiandola pura e semplicefemmina
                           e non maschiosentimento
                           e non ragionepuro
                           dolore, alienazione del
                           piacereche
                           muore... lentamentescacciando
                           della vita gli eroici furori. Non so
                           se l'anima solo verbo siaalibi
                           di un'ingiustificata esistenzadi chi
                           lotta per la sopravvivenzadi chi
                           si redime con la penitenzadi chi
                           protagonista della Storia si
                           sentenel
                           vittimismo di un peccato insanabile e
                           perenne. Non so
                           se l'anima sia qui dentroquando
                           chino la testa in disprezzoquando
                           inetta il sangue umano osservoquando
                           invecchio con sdegno e interrogo il
                           pensieroquando
                           il Cielo si oscura e volo via
                           lontano. Non so
                           se l'anima abbia voceper chi
                           la cerca in ogni facie e mai si
                           stancain
                           questa perduta valle di aprirsi una
                           focedove
                           ognuno si disseti e ogni mio desìo
                           si plachi.
 
                        
                      | 
                        Patrizia
                        CheliniOpera 6^
                        classificata
                            Dolce
                           un battito mi prendenuovamente
                           il cuore (amo questaparola
                           dolce se pure non la mettoin
                           rima) dolci pensieri e dolcesoprattutto
                           il viso, non maschio,non
                           virile, quasi femmineo nella
                           suachiarezza,
                           e chiari gli occhi, nel modoche non
                           usa, che non vediamo spessoqui, da
                           noiD'altri
                           luoghi, d'altra lingua,
                           d'amoridifferenti
                           amante, della musicache
                           conosco poco, io che leggo e
                           scrivoe parlo
                           troppo, e poco ascoltoe molto
                           me ne duoleD'altri
                           luoghi venuto, d'altro sanguedi
                           popoli barbari un tempodi che
                           avemmo spavento, quando in
                           ognichiesa
                           il prete e il vecchio e la
                           giovanedonna
                           pregava per fermarnela
                           discesa; e oggi fieri, e
                           raffinatie
                           nobili forsenel
                           modo che da noi non usa,noi
                           pure grandi d'un passatoguerriero,
                           e ora chiusi un poco al mondoper
                           fierezza forse e per troppopassato.D'altre
                           terre venuto, tu chemi
                           parli dolcemente e un po'ti
                           perdi, e fai sperare di nascerdi
                           nuovo; ché meriti altri
                           cuoriforse,
                           ed una donna ingenuache
                           poco tema di perdersie non
                           tema il passato, ed il futuroe di
                           sperare ancora.  |  
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                        Livia
                        CoronaOpera 7^
                        classificata
 La terra
                        promessa
                        
                        
                            Arranca
                           la carrettaverso
                           la terra promessa.Si
                           agita, s'affannanel
                           mare in tempestacome
                           orca marinain
                           lotta per la vitae ad
                           ogni ondasi
                           dilata la pupillanei
                           cento occhidella
                           mostruosa testa.Dopo
                           giorni e giornidi
                           digiuno e angosciasi
                           avvista la costa."Tutti
                           a terra!La gita
                           è terminata!"urla
                           l'aguzzinogettando
                           in acquala
                           disperata zavorrama la
                           riva è lontana...Nel
                           mare affondal'ultima
                           speranzarintocca
                           a mortevicina,
                           una campana. | 
                           Arnaldo
                           TavernaOpera 8^
                           classificata
 Rispolveriamo
                           ricordi... Mentre
                           parliamo scende l'ombra pian
                           piano.Discreta,
                           estremamente lenta,
                           gradatamente,si
                           accinge ad avvolgere la stanzacominciando
                           dal soffittodove
                           aleggiano ancora le parolesospirate
                           tranquillamente poco prima.Ancora
                           protese verso l'alto,svolazzano
                           come frammenti di cenerementre
                           noi, davanti ad una tazza di
                           caffè,rispolveriamo
                           ricordi...Un
                           accenno alla gioventù,una
                           breve parentesi per un
                           sorriso,una
                           pausa di velata malinconia.Un
                           sereno pensare alla vita,il
                           gioire per ore felicied il
                           volto di una persona amica.Una
                           frase rimasta, chissà
                           come,nella
                           nostra memoria,ancora
                           ci fa brillare gli occhi.Con
                           malcelato stupore, ci ha coltiil
                           repentino ritorno alla
                           realtà.È
                           già sera anche per noi.
 
                        
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                        Federico
                        FieriOpera 9^
                        classificata
 La
                        polvere degli innocenti
                        
                        
                            Il
                           freddo d'inverno rallenta gli
                           odorie il
                           sangue di quelli innocentiche
                           portan le pene da fuoriin un
                           supermercato e si fingon
                           clienti.Anime
                           perse fra mille consumi,altalenanti
                           al banco del fresco,ricercano
                           nel genuino barlumi...intanto
                           matura silente l'innesco...Quanta
                           pietà muore
                           incosciente!Kamikaze
                           crudele che hai reso notoil tuo
                           cuore in un deserto di niente,quanto
                           perdono ricolma quel vuoto?Rabbia
                           e dolore allevan vendetta,e negli
                           occhi montagne di ghiaccio;perché
                           la forza dell'odio non conquista la
                           vettae
                           scioglie la neve in un soffice
                           abbraccio?Nel
                           creato disfatto immobili
                           sguardisi
                           scambiano dietro ai commenti;speranze
                           e virtù son giunte ormai
                           tardia
                           raccoglier la polvere degli
                           innocenti. | 
                           Federica
                           Tisato Opera 10^
                           classificata.
 L'albero
                           di noci Mi
                           lascio immaginatasotto
                           il tuo albero di nocie come
                           cera caldascivolo
                           tra le liriche vitree dei miei
                           ricordi.Ritrovo
                           la genesi delle nostre
                           illusionie
                           spalle sincereassopite
                           tra i rosei frutteti,lesi da
                           infauste tempeste.Rivedo
                           le conosciute mura, contarei
                           giorni vissuti sugli argini
                           sincerie
                           intrecci di desideri,come
                           lieve pietra,sostenere
                           gambe esitanti.Soffice
                           sotto questo mausoleo di noci,scrosto
                           gli occhi,ritrovando
                           piedi paffutigalleggiare
                           sopra l'oceano delle tue mani.Intravedo
                           corollari e radiciraggomitolata
                           dentro ataviche grotte,accendendo
                           lumi e musiche per simularespavalde
                           danze e velare ancestrali
                           urli.Itinerante,
                           ti interrogo sui significatidi
                           irrealizzabili spartitimentre
                           suono la speranzadell'estraneità
                           al dolore.Confluisco
                           nel mare della nostalgia!Nutro
                           muscoli e pensieri di
                           preghiereche
                           coltivo con ribellionedi
                           cavalli argentei nelle lande
                           silvestri.Il
                           silenzio si raduna e mi
                           risveglia.Io,
                           nipote, continuoa
                           tessere il presente,con
                           intreccio di fili che citano
                           notedelle
                           tue ninne nanne.
 
                        
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         25-11-2003
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