- VIII
edizione Premio Letterario
Città di Melegnano 2003
-
La
Giuria della settima edizione del Premio Letterario
Città d Melegnano presieduta da Benedetto Di
Pietro per la Sezione Poesia e da Alessandra Crabbia
per la Sezione Narrativa, ha stabilito la seguente
classifica finale:
- SEZIONE
POESIA
1°
classificato: Alessandro
Bacci
di Tavarnelle Val di Pesa (FI) con
La
guerra più
lunga.
Motivazione della Giuria:
«Partendo da una forma di
immanente pessimismo, Alessandro Bacci
affida ai suoi versi messaggi di denuncia
del degrado sociale. Il percorso poetico
affronta situazioni variegate in uno
spazio confinato da un elemento comune, un
muro, per approdare ad una considerazione
che diventa analisi del comportamento dei
giovani che li vede protagonisti di
trasgressione nelle scuole e sulle strade
il sabato sera. Un messaggio forte
è dato nell'ultimo verso della
lirica: "
la pace è la guerra
più lunga". I fatti attuali e
contingenti fanno riflettere sul
significato stesso della parola "pace", il
cui contrario come facilmente si evince
non è soltanto la guerra in cui si
usano le armi convenzionali, ma anche
quella che tutti i giorni siamo costretti
a combattere perfino nei luoghi deputati
per definizione alla pratica e godimento
della pace, come la casa e la
scuola». (Benedetto Di
Pietro)
Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui gli verranno assegnate 100 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet
www.club.it
2°
classificato: Andrea
Sacchetti
di Vasto (CH) con Il
senso delle
cose.
Motivazione della Giuria: «Il
poeta s'interroga su problematiche che da
sempre sono state oggetto di ricerca
filosofica. E lo fa con la contatazione
espressa da Eraclito: "panta rhêi",
tutto scorre. La fine del percorso
è che pur nella sua imperfezione e
con tutti i problemi che lo assillano,
questo mondo "
è il migliore
dei mondi" dell'universo e "questa
è la vita che dobbiamo vivere".
Nonostante la rassegnazione necessaria per
un vivere accettabile, in cui l'uomo
può fare poco, bisogna tenere
presente che tutto ciò che
sarà fatto in vita sarà
registrato in un libro eterno a
testimonianza dell'esistenza di
ognuno». (B.D.P.)
Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui gli verranno assegnate 50 copie
gratuite - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori -
Pubblicazione su Internet www.club.it
3°
classificato: Vanes
Ferlini
di Imola (BO) con Il
tempio del
silenzio.
Motivazione della Giuria: «La
constatazione del degrado ambientale
diviene per Vanes Ferlim motivo di scelta
esistenziale: la rinuncia dell'utilizzo di
ogni espressione del progresso in favore
del silenzio. La parola vista in genere
come il bene più importante di cui
ogni uomo è dotato, diviene "una
scorza/che risveste la polpa pulsante
dell'esistenza." Il silenzio va ricercato
nel tempio che esiste in noi stessi, ed
è meditazione che tra l'altro
"dilava gli affanni
sradica le
frustrazioni". Una proposta quindi di
estraniamento rispetto a quanto ci succede
attorno, visto come elemento necessario
per entrare in noi stessi e riscoprire le
cose che hanno valore».
(B.D.P.)
Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui gli verranno assegnate 50 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet
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4°
classificato: Remo
Smacchia
di Ladispoli (Rm) con Il
sonno
occidentale.
Motivazione della Giuria: «Con una
visione protetta dalle mura domestiche, il
poeta si pone davanti ai fatti dei nostri
giorni, in cui la guerra aleggia sovrana
senza porre condizioni sui suoi effetti.
Il messaggio ci giunge chiaro e forte: non
possiamo nasconderci di fronte a
ciò che sta succedendo nel mondo,
né schierarci dalla parte di chi
intende affermare che soltanto la
civiltà occidentale sia quella
giusta. L'appartenere a questa, o quella,
parte del mondo non esime l'uomo dal dover
riconoscere i drammi degli altri e
contribuire ad evitarli».
(B.D.P.)
Vince
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet
www.club.it - Buono valido per 50 copie
omaggio in caso di pubblicazione in volume
con la casa editrice
Montedit.
5°
classificata: Maria
Rosaria
D'Alfonso
di Battipaglia (SA) con Non
so se
l'anima.
Motivazione della Giuria: «Il
senso di insoddisfazione procurato dalla
vita moderna fa sì che l'uomo si
rivolga alle cose dello spirito. La
poetessa affida ai suoi versi la
conclusione di un percorso interiore: la
convinzione sull'esistenza dell'anima come
parte divina -quindi facente parte del
Bene per difinizione- e nel contempo il
dubbio sulla sua influenza sull'agire
dell'uomo, visto che spesso egli è
vittima anche di eventi che non possono
essere attribuiti ai suoi simili. Comunque
vada, ed escludendo il libero arbitrio
agostiniano, la D'Alfonso s'interroga sul
fine dell'uomo che è quello di
operare "in questa perduta valle per
aprirsi una foce"».
(B.D.P.)
Vince
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet
www.club.it - Buono valido per 50 copie
omaggio in caso di pubblicazione in volume
con la casa editrice
Montedit.
Vincono
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori - Pubblicazione su
Internet - Buono valido per 50 copie
omaggio in caso di pubblicazione in volume
con la casa editrice Montedit i seguenti
autori:
6°
class.: Patrizia
Chelini
di Roma con Dolce
un battito mi
prende;
7°
class.: Livia
Corona
di Milano con La
terra
promessa;
8°
class.: Arnaldo
Taverna
di Milano con Rispolveriamo
ricordi;
9°
class.: Federico
Fieri
di Prato con La
polvere degli
innocenti;
10°
class.: Federica
Tisato
di Padova con L'albero
di noci.
|
- SEZIONE
NARRATIVA
-
- 1°
classificato:
Maurizio
Paganelli
di Bora di Mercato Saraceno (FC) con
Il
Presepe.
Motivazione della Giuria: «Una
busta nella quale è racchiusa una
sentenza di vita o di morte, una busta
nella quale fredde analisi cellulari hanno
l'inderogabile presenza dell'intrusione
dell'inevitabile. Per il protagonista del
racconto è l'occasione triste e
inesorabile di sperare ancora nella
catarsi di un miracolo stanco. Ma la
guarigione vera che egli matura è
la consapevolezza di ciò che di
prezioso ha smarrito nel corso degli anni:
la coscienza attonita e stupita di
ciò che di vero ha sepolto
nell'ostinarsi a perseguire le vie della
pura ratio. Egli viene colto dalla
solitudine amara imposta dalla sua
inadeguatezza all'amore, trascurato per la
carriera e una sorta di passivo fatalismo.
Ecco questo nomade dell'anima che cerca
nei luoghi antichi una consolazione
irreperibile. Ma la malattia vera è
l'aver smarrito il senso della
umanità spicciola, il senso
autentico del dolore. E d'improvviso e
magicamente, un presepe in una vetrina lo
riporta all'infanzia, e gli porge
inaspettatamente il folle coraggio di
ricominciare ad amare ciò che lui
ha poco amato. Ed è un attimo di
meravigliosa ed estatica esplosione,
quando, all'apertura della busta, con il
suo verdetto, egli sconfigge la morte,
decidendo di vivere pienamente le sue
passioni, i riscattarsi dal grigio della
vita, e di amare l'esistenza fino
all'ultimo respiro».
(Alessandra
Crabbia)
- Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui gli verranno assegnate 100 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori e su Internet www.club.it
-
- 2°
classificata: Maria
Luisa
Bertolini
di Bologna con Il lungomare di
Mentone.
Motivazione della Giuria: «Sembra
quasi in questo racconto di percepire gli
odori marini, il sole sulla pelle, i
pensieri in volo della protagonista, che
si intrecciano ai sapori francesi di una
giornata particolare. L'autrice sa
cogliere con una lucidità
sconcertante i particolari di ciò
che la circonda, ma anche trarre da se
stessa con composto, intelligente e
ironico distacco, il meglio della sua
indipendenza emotiva, raggiunta dopo
illusioni e disillusioni. Volando tra i
ricordi di atmosfere passionali o di
conoscenti ridicoli e saccenti, ecco
uscire la sua saggezza pagata a caro
prezzo: l'amore va, viene, nulla d'eterno
può esistere per una donna
intelligente. Ed è questo senso
dell'impermanenza della vita, a insegnarle
l'accettazione, a darle il gusto delle
piccole grandi cose, e a non sentirsi
prigioniera delle consuetudini. Essere una
donna libera e consapevole è una
conquista impagabile». (A.
C.)
- Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui le verranno assegnate 50 copie
gratuite - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori e su
Internet www.club.it
-
- 3°
classificato: Andrea
Buffa
di Roma con Il
vecchio
Jack.
Motivazione della Giuria: «New
York, le sue luci che appaiono a Charles
sporche e malate: l'uomo disperato segnato
da terribili e antiche sciagure, diventa
il simbolo di una esacerbata solitudine.
In una ricerca che è la motivazione
velenosa della sua stessa misera
esistenza, lo scorgiamo attraversare una
città percepita come crudele,
perché piena dei ricordi strazianti
di chi ha perso le persone che più
amava in una sentenza senza appello.
L'estraneità agli altri esseri
umani, l'impossibilità di
resurrezione, il suo degrado fisico, hanno
un'unica consolazione, l'amico Jack, che
diventa il triste simbolo dei diseredati,
l'unico calore che può riempire le
viscere di Charles. L'autore descrive
questa disperata e affannosa ricerca fino
alla fine, quando, in un sorprendente
colpo di scena, ritrovato l'amico,
abbraccerà di nuovo tutto il dramma
della vita». (A.
C.)
- Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui gli verranno assegnate 50 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori - Pubblicazione su
Internet www.club.it
-
-
-
- Vincono
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet www.club.it
- Buono valido per 50 copie omaggio in
caso di pubblicazione in volume con la
casa editrice Montedit i seguenti
autori:
-
- 4°
classificato: Saverio
Cardini
di Melegnano (MI) con Il
Grande
Slam.
Motivazione della Giuria: «In una
prosa ironica, graffiante e scattante,
l'autore descrive un fantomatico incontro
di tennis a Wimbledon. Sa dosare la
frenesia degli spettatori e le emozioni
intime, feroci, e tuttavia profondamente
umane dei giocatori. Narra l'assurdo del
caso, trascolora la realtà dandole
una tonalità surreale, e analizza
l'abitudine alla vittoria che rende a
volte ciechi e storditi dal proprio ego.
Al tempo stesso studia il fascino occulto
dei perdenti, delusi da una folla che
è come un grande circo che divora
insaziabile e insensibile coloro che non
vincono. Ma chi è davvero il
vincitore? La fine dell'incontro è
velata da misteriose ombre arcane e
divine. Un finale pirandelliano, nel quale
il vincitore è il perdente: ma
questo possono solo saperlo un vigilante
panciuto e un dio burlone».
(A. C.)
-
- 5°
classificato: Giovanni
Racalbuto
di
Ravenna con Quando
l'Euro ancora non
c'era.
Motivazione della Giuria: «Tutto
in questo racconto esprime l'inerme e
triste dolcezza poetica dei miseri, degli
esclusi, dei diversi, di coloro che non
avendo gli strumenti degli altri, vivono
ai margini della vita, ma in una magica
osmosi con la natura, che li accoglie come
i suoi figli più deboli, teneri, e
ugualmente fulgidi nell'accettazione del
fato. E gli altri, i normali, sono qui
descritti in tutta la loro crudeltà
infantile e inconsapevole, gli altri
minano l'universo simbolico del
protagonista, Alfio Cinni. Essi
ferocemente distruggono il talismano che
tiene lontane le paure del piccolo Cinni,
un misero berretto, che soltanto per lui
ha la magica valenza di allontanare gli
spiriti del male. Ma questa
malvagità non può prevalere:
un luccicante delfino affiorerà dal
mare per ridare al piccolo il
sorriso.
- E
questo ricordo, accompagnandolo per tutta
la vita, sarà rappresentato dal suo
piccolo tesoro di monetine da cinque lire,
con impresso il meraviglioso delfino,
simbolo di salvezza, purezza e
speranza». (A.
C.)
-
- 6°
classificata: Debora
De
Angelis
di Roma con Segreto
inconfessabile.
Motivazione della Giuria: «La
Maternità appare in questo scritto
nella sua accezione più dolorosa e
al tempo stesso più eterna. Solo la
morte può recidere carnalmente
questo legame che ha la sua santità
in tutto ciò che lega visceralmente
una madre al suo bambino.
- E
come può una madre già sola
e abbandonata confessare al suo sfortunato
bambino, che presto la morte la
ghermirà, ed egli dovrà
restare solo? In un dialogo che strappa il
cuore, sarà il bambino ad aiutare
la mamma a rivelare quel terribile
segreto, e con saggezza disincantata le
darà un miracoloso coraggio di
affrontare l'inesorabile. Toccante e
semplice, questa prosa, ci trasporta nel
mistero della vita, della morte, e
dell'amore senza limiti e
confini». (A.
C.)
-
- 7°
classificata: Giuliana
Rosini
di Città di Castello (PG) con
Clementino.
Motivazione della Giuria: «Il
dramma dell'abbandono del piccolo
Clementino, viene qui narrato con una vena
letteraria che ricorda gli scrittori
veristi. Sono le sventure del bambino che
toccano il cuore del lettore. Sono i suoi
sciagurati genitori ad essere descritti
come in una sequenza filmica, senza
condanna, soltanto con realismo lucido.
Come un oggetto, il bambino passa dalla
madre, alla balia, al brefotrofio.
Clementino non ha doti di bellezza, e
ciò che lo distingue dagli altri
bambini belli, è il suo aspetto
malaticcio e quel nocciolino sulla fronte,
una piccola malformazione ossea. E questo
suo cruccio diventa angustia, desolazione.
Ma c'è un angelo per ogni bimbo
abbandonato, e quello di Clementino
sarà il più splendente,
azzurro e pietoso. L'autore riesce in
questo racconto a usare un'affabulazione
pacata, fortemente incisiva e
originale». (A.
C.)
-
- 8°
classificato: Umberto
Li
Gioi
di Marsala (TP) con
Quando finisce la
strada.
Motivazione della Giuria: «Un uomo
senza memorie, se non di atrocità
belliche, un uomo nomade senza
identità che arriva come un
predestinato in un luogo funesto e
terribile, dove la morte ha lasciato il
suo odore di putrefazione e scempio. Solo
quel binario morto dinanzi a lui, quel
terribile binario, e baracche nelle quali
sembrano aleggiare i pensieri disperati e
le torture di chi vi ha soggiornato. E
d'improvviso l'apparizione di un ragazzo,
spirito rimasto intrappolato tra il
passato e il presente, tra la morte e la
vita, gli ricorderà che quel luogo
è Auschwitz, là dove " i
demoni si sono stancati del fuoco,
là dove gli innocenti diventano
cenere e si dissolvono nel
vento."
- In
questa atmosfera surreale e drammatica
l'autore sembra ripeterci instancabile:
non dimentichiamo, vi prego, ciò
che l'uomo riesce a fare
all'uomo». (A.
C.)
-
- 9°
classificato: Fabio
Pistone
di Toirano (SV) con Sogno.
Motivazione della Giuria: «In un
bivacco, alcuni partigiani, stretti in una
notte oscura vicino a un fuoco, tacciono i
loro pensieri, le loro paure: persino i
boschi sembrano avere una vita propria,
muta e pericolosa. È il personaggio
di Megu a spezzare quel silenzio attonito,
e narrerà il sogno della propria
morte, che lentamente apparirà
premonitore, facendo rabbrividire i
compagni. E durante il racconto, una donna
bella, eterea e pietosa, si renderà
visibile proprio alle spalle di Megu, che
continuerà a parlare ai suoi amici
senza accorgersi di questa arcana presenza
dietro di lui, tra il silenzio assorto dei
suoi compagni di guerriglia. Forse il
destino è già indicato dai
simboli onirici, o forse il contatto
continuo con la propria fine, dà a
questi piccoli grandi eroi il coraggio di
vedere la bellezza e la pietà della
morte e del suo mistero».
(A. C.)
-
- 10°
classificata: Raffaella
Poletti
di Finale Emilia (MO) con Colpisci
le
stelle.
Motivazione della Giuria: «Una
sciagura improvvisa, la morte di un
fratello: le voci e lo strazio cominciano
a riempire la casa, la ragazza non vuole
udire nulla, non vuole più vivere.
Ha presentito la fine del fratello pochi
attimi prima, ma ora corre verso il lago,
e qui si siede sulla riva. Nessuna fede la
sorregge. I morti sono
morti.
- Nulla
le riporterà mai l'amato fratello.
Il non senso la strazia, e fissa le stelle
riflesse nel lago cercando risposte
inesistenti. D'improvviso, il nonno le
appare e le si siede vicino, e in una
tormentata poesia la invita a spegnere le
stelle colpendole con sassi. Sopraggiunto
il buio, quando la superficie del lago non
riflette più alcuna luce, il nonno
la invita a riaccenderle. Un grande
afflato poetico e struggente pervade
questo racconto, che è anche un
corale invito a mantenere accese le nostre
speranze e la nostra
spiritualità». (A.
C.)
-
- Risultano
segnalati dalla Giuria con Attestato di
merito i seguenti Autori:
-
- Francesco
Elpidio
Aimone
di Ivrea (TO) con Il
ritorno;
-
- Valentina
Fonte
di Pordenone con
Rapsodia;
-
- Anna
Denti
di Grandola ed Uniti (CO) con Dlen:
l'amico di tutti;
-
- Gabriele
Falco
di Mantova con L'uomo del
pollaio;
-
- Angela
Rizzo
di Mazara del Vallo (TP) con La
promessa;
-
- Virginia
Fabrizi
di Vigevano (PV) con L'uomo in
grigio;
-
- Irene Deborah
Giannini
di Rho (MI) con Il compagno di
viaggio;
-
- Giovanni
Bellisario
di Casarano (LE) con
Vania;
-
- Laura
Amisano
di Cormano (MI) con
Pensieri;
-
- Luca
Piatto
di Cassano d'Adda MI) con
Ipotesi;
-
- Amanda
Castello
di Bettola (PC) con Destini
paralleli;
-
- Corrado
Costantino
di Milano con Momenti di
Anna;
-
- Marina
Vio
di Venezia con Il segreto di
Burian;
-
- Jose Cheein
di
Forlì con Lettera alla mia
futura ex-moglie;
-
- Silvia
Pelizzari
di S. Felice d/B (BS) con Non so se
sono...
-
La
cerimonia di premiazione si
è tenuta sabato 10 gennaio
2004 alle ore 15,30 a Melegnano
(Milano) presso il Salone
Predabissi in via Frassi, 2
angolo via Predabissi.
|
Le
opere di narrativa verranno pubblicate
prossimamente On Line
|
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|
SEZIONE
POESIA
|
- Alessandro
Bacci
Opera 1^ classificata
-
La guerra più lunga
Oltre
quei brandelli di muro
dove
tutto è niente
sbocciano
fiori di vento
che
stuprano l'aria
per
la perversa gioia
di
chi li ha seminati.
Oltre
quel muro di cinta
dove
la luce è buio
cadono
freddi coriandoli
di
neve rubata ai monti
presto
sciolta dal sale
dei
ricordi di un'estate.
Oltre
quelle scritte sui muri
dove
il silenzio fa baccano
c'è
sempre una televisione
accesa
da chi muove le dita
sul
telecomando alla ricerca
di
sesso e violenza.
Le
stagioni cambiano
ma
la gente è la
stessa,
quella
che al bar
ostenta
ricchezza
e
piange povertà.
Dove
le strade hanno un nome
e
la gente un prezzo,
dove
i ragazzi a scuola
comprano
quella roba,
dove
il sabato la strada
non
è che una gara...
la
pace è la guerra più
lunga.
|
- Andrea
Sacchetti
Opera 2^ classificata
-
- Il senso delle
cose
Quante
volte mi sono chiesto
il
perché di questa
realtà
dove
tutto scorre senza una
sosta,
dove
regnano incertezza e
sofferenza
ed
io inseguo sempre nel
futuro
quella
felicità e quella
pace
che
non ho nel presente.
Quante
volte ho cercato
ma
non ho trovato una
risposta
che
ponesse fine alle mie
domande.
Eppure
mi consolo pensando
seduto
a Caramanico su un gradino
che
ciò che vedo intorno a
me,
la
gente che passa, i loro pensieri, i loro
problemi...
tutto
questo non può
essere
il
risultato di un errore,
non
di un imprevisto,
non
il frutto di una caduta.
Che
in apparenza ingiusto e
contradditorio
questo
è il migliore dei
mondi,
perché
è proprio come doveva
essere
nel
disegno del suo
architetto,
anche
se il significato di tutto
sfugge
e
i tanti perché restano senza
risposta.
Questa
è la vita che dobbiamo
vivere,
questi
i sentieri che dobbiamo
percorrere,
questi
i pensieri che dobbiamo
pensare
queste
le emozioni che dobbiamo
provare.
Tutto
passa come polvere
portata
via dal vento impetuoso del
tempo
ma
nulla è senza
senso,
ogni
momento della nostra breve
storia
benché
piccolo e fuggevole
viene
scritto in un libro
invisibile
ed
è pieno di un
significato
che
dura per sempre.
|
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|
- Vanes
Ferlini
Opera 3^
classificata
-
- Il tempio
del silenzio
-
- Procedo
e ansimo lungo il viottolo
aggrovigliato
- sui
fianchi aguzzi del colle
dell'esistenza,
- ai lati
sfilano scorie assortite del
vissuto:
- desideri
invecchiati scarti di sentimenti ammuffite
emozioni.
- Quanta
fatica scalare la propria
immondizia!
- Dalle
scorie clamori sottili
rimbombano
- ostinati
ottundono le nuove sensazioni.
- Nella
nebbia multicolore
dell'immaginazione
- scorgo
le linee serene dell'edificio
consacrato
- ai
navigatori senza bussola nel mare della
banalità.
- Lascio
fuori le scarpe infangate della
coscienza...
- qui mai
fu detta parola... qui non esiste
parola.
- Galleggio
nel chiarore diffuso e discerno le vaghe
forme
- evoluenti
libere dalle costrizioni della
materia.
- E
finalmente odo, netto, il
silenzio:
- fluido
armonioso che permea lo
spazio,
- inizio
d'ogni preghiera, sintesi di tutti i
suoni
- denso
magnetico mi scorre
all'indentro,
- dilava
gli affanni scioglie il dolore sradica le
frustrazioni
- avvinghiate
al terreno marcescente della
vanità.
- Silenzio
che scardina la cassaforte dei
sogni
- fa
esplodere i lampi della
speranza
- incendia
la creatività, fa divampare
l'universo
- delle
emozioni soffocate dal battente clamore
dell'abitudine.
- Attraversa
il mio animo, si addensa contro gli
scogli
- dei
ricordi più duri per trascinarli
lontano...
- scarnifica
i miei ragionamenti sicché
posso
- pesarli
uno ad uno e bilanciarli con la
fantasia.
- È
uno scudo eretto contro il chiasso
dell'inutile
- un
finissimo filtro per setacciare sentimenti
fasulli
- una
radiografia per svelare l'ossatura del
cuore.
- Esco
dal lavacro di quel luogo
sacro
- con
entusiasmo nuovo fiammante...
- Ora che
conosco la forza del silenzio
- le
parole si riducono appena una
scorza
- che
riveste la polpa pulsante
dell'esistenza.
|
- Remo
Smacchia
Opera 4^
classificata
-
- Il sonno
occidentale
-
- Ho
ascoltato
- da solo
in cucina
- i
silenzi della notte
- e da
quella finestra sul mare
- quel
lamento triste di gabbiano
- e di
violino disperato
- e ho
visto il mondo
- e lo
stesso cielo stellato
- fuori
dai vetri sporchi
- con gli
occhi disillusi
- d'un
bambino kosovaro...
- ...poi
ho continuato a sentire
- suoni e
singhiozzi
- di un
mondo che vive e muore
- fuori
dalle nostre finestre
- un
angosciato grido d'armonica
- come
quel vento lontano
- che
soffia e soffia
- un
mesto lamento di guerra
- e ho
sentito ancora
- latrati
e risate
- di
sciacalli e iene ingobbite
- in
cerca di carogne
- sulla
riva di un fiume di cadaveri
- che
lento scende a mare
- in un
deserto di capanne bruciate...
- e ho
visto e ho sentito tutto
questo
- e poi
spenta la mia sigaretta
- e
infine chiusi gli occhi
- e le
mie orecchie
- ho
lasciato fuori dalla finestra
- questo
mondo di miserie
- per
tornare a dormire
- quel
tranquillo sonno occidentale.
|
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|
- Maria
Rosaria D'Alfonso
Opera 5^
classificata
-
- Non so
se l'anima
-
- Non so
se l'anima ospite sia
- di un
corpo atomico-perfetta
simbiosi
- di
materia con materia, finito con
finito
- come
quando gli occhi si nutrono
- di un
dio pagano e mai si saziano di oro e
danaro
- nemmeno
esalando l'ultimo
- e
ancora ultimo malaugurato
respiro.
-
- Non so
se l'anima spirito sia
- impercettibile
essenza, vacua presenza
- di chi
delle proprie vicende
- fa
strumento di un Essere Supremo
- più
giusto, più abile, più...
tutto
- mentre
l'inazione impera e affonda
- frutto
di egoismo insensato,
sfrenato.
-
- Non so
se l'anima mente sia
- una
ghiandola pura e semplice
- femmina
e non maschio
- sentimento
e non ragione
- puro
dolore, alienazione del
piacere
- che
muore... lentamente
- scacciando
della vita gli eroici furori.
-
- Non so
se l'anima solo verbo sia
- alibi
di un'ingiustificata esistenza
- di chi
lotta per la sopravvivenza
- di chi
si redime con la penitenza
- di chi
protagonista della Storia si
sente
- nel
vittimismo di un peccato insanabile e
perenne.
-
- Non so
se l'anima sia qui dentro
- quando
chino la testa in disprezzo
- quando
inetta il sangue umano osservo
- quando
invecchio con sdegno e interrogo il
pensiero
- quando
il Cielo si oscura e volo via
lontano.
-
- Non so
se l'anima abbia voce
- per chi
la cerca in ogni facie e mai si
stanca
- in
questa perduta valle di aprirsi una
foce
- dove
ognuno si disseti e ogni mio desìo
si plachi.
|
- Patrizia
Chelini
Opera 6^
classificata
-
- Dolce
un battito mi prende
- nuovamente
il cuore (amo questa
- parola
dolce se pure non la metto
- in
rima) dolci pensieri e dolce
- soprattutto
il viso, non maschio,
- non
virile, quasi femmineo nella
sua
- chiarezza,
e chiari gli occhi, nel modo
- che non
usa, che non vediamo spesso
- qui, da
noi
- D'altri
luoghi, d'altra lingua,
d'amori
- differenti
amante, della musica
- che
conosco poco, io che leggo e
scrivo
- e parlo
troppo, e poco ascolto
- e molto
me ne duole
- D'altri
luoghi venuto, d'altro sangue
- di
popoli barbari un tempo
- di che
avemmo spavento, quando in
ogni
- chiesa
il prete e il vecchio e la
giovane
- donna
pregava per fermarne
- la
discesa; e oggi fieri, e
raffinati
- e
nobili forse
- nel
modo che da noi non usa,
- noi
pure grandi d'un passato
- guerriero,
e ora chiusi un poco al mondo
- per
fierezza forse e per troppo
- passato.
- D'altre
terre venuto, tu che
- mi
parli dolcemente e un po'
- ti
perdi, e fai sperare di nascer
- di
nuovo; ché meriti altri
cuori
- forse,
ed una donna ingenua
- che
poco tema di perdersi
- e non
tema il passato, ed il futuro
- e di
sperare ancora.
-
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|
- Livia
Corona
Opera 7^
classificata
-
- La terra
promessa
-
- Arranca
la carretta
- verso
la terra promessa.
- Si
agita, s'affanna
- nel
mare in tempesta
- come
orca marina
- in
lotta per la vita
- e ad
ogni onda
- si
dilata la pupilla
- nei
cento occhi
- della
mostruosa testa.
- Dopo
giorni e giorni
- di
digiuno e angoscia
- si
avvista la costa.
- "Tutti
a terra!
- La gita
è terminata!"
- urla
l'aguzzino
- gettando
in acqua
- la
disperata zavorra
- ma la
riva è lontana...
- Nel
mare affonda
- l'ultima
speranza
- rintocca
a morte
- vicina,
una campana.
|
- Arnaldo
Taverna
Opera 8^
classificata
-
- Rispolveriamo
ricordi...
-
- Mentre
parliamo scende l'ombra pian
piano.
- Discreta,
estremamente lenta,
gradatamente,
- si
accinge ad avvolgere la stanza
- cominciando
dal soffitto
- dove
aleggiano ancora le parole
- sospirate
tranquillamente poco prima.
- Ancora
protese verso l'alto,
- svolazzano
come frammenti di cenere
- mentre
noi, davanti ad una tazza di
caffè,
- rispolveriamo
ricordi...
- Un
accenno alla gioventù,
- una
breve parentesi per un
sorriso,
- una
pausa di velata malinconia.
- Un
sereno pensare alla vita,
- il
gioire per ore felici
- ed il
volto di una persona amica.
- Una
frase rimasta, chissà
come,
- nella
nostra memoria,
- ancora
ci fa brillare gli occhi.
- Con
malcelato stupore, ci ha colti
- il
repentino ritorno alla
realtà.
- È
già sera anche per noi.
|
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|
- Federico
Fieri
Opera 9^
classificata
-
- La
polvere degli innocenti
-
- Il
freddo d'inverno rallenta gli
odori
- e il
sangue di quelli innocenti
- che
portan le pene da fuori
- in un
supermercato e si fingon
clienti.
- Anime
perse fra mille consumi,
- altalenanti
al banco del fresco,
- ricercano
nel genuino barlumi...
- intanto
matura silente l'innesco...
- Quanta
pietà muore
incosciente!
- Kamikaze
crudele che hai reso noto
- il tuo
cuore in un deserto di niente,
- quanto
perdono ricolma quel vuoto?
- Rabbia
e dolore allevan vendetta,
- e negli
occhi montagne di ghiaccio;
- perché
la forza dell'odio non conquista la
vetta
- e
scioglie la neve in un soffice
abbraccio?
- Nel
creato disfatto immobili
sguardi
- si
scambiano dietro ai commenti;
- speranze
e virtù son giunte ormai
tardi
- a
raccoglier la polvere degli
innocenti.
|
- Federica
Tisato
Opera 10^
classificata.
-
- L'albero
di noci
-
- Mi
lascio immaginata
- sotto
il tuo albero di noci
- e come
cera calda
- scivolo
tra le liriche vitree dei miei
ricordi.
- Ritrovo
la genesi delle nostre
illusioni
- e
spalle sincere
- assopite
tra i rosei frutteti,
- lesi da
infauste tempeste.
- Rivedo
le conosciute mura, contare
- i
giorni vissuti sugli argini
sinceri
- e
intrecci di desideri,
- come
lieve pietra,
- sostenere
gambe esitanti.
- Soffice
sotto questo mausoleo di noci,
- scrosto
gli occhi,
- ritrovando
piedi paffuti
- galleggiare
sopra l'oceano delle tue mani.
- Intravedo
corollari e radici
- raggomitolata
dentro ataviche grotte,
- accendendo
lumi e musiche per simulare
- spavalde
danze e velare ancestrali
urli.
- Itinerante,
ti interrogo sui significati
- di
irrealizzabili spartiti
- mentre
suono la speranza
- dell'estraneità
al dolore.
- Confluisco
nel mare della nostalgia!
- Nutro
muscoli e pensieri di
preghiere
- che
coltivo con ribellione
- di
cavalli argentei nelle lande
silvestri.
- Il
silenzio si raduna e mi
risveglia.
- Io,
nipote, continuo
- a
tessere il presente,
- con
intreccio di fili che citano
note
- delle
tue ninne nanne.
|
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25-11-2003
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