- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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-
Antologia
del premio letterario
I Poeti dell'Adda 2003
|
- Sommario
-
- Prefazione
di Massimo Barile - Ser
Parcival -
Laila Ammazzalorso - Michele Ammirati - Giuseppe
Andreoni - Antonia
Astarita -
Elena Auddino - Alessandro Bacigalupo - Pietro Barbera
- Valentina Barbieri - Egidio Belotti - Chiara Besozzi
Valentini - Aurelia Bogo - Maurizio Cafaggi -
Barbara
Caprari -
Marco Caroni - Matteo Casadei - Anna Maria Castignoli
- Marco Casula - Nadia Chiaverini - Vanessa Cimiero -
Cristiano Comelli - Manuela
Conti -
Patrizia Cozzolino - Alessandra Crabbia - Massimiliano
Croce - Pierluigi
Curcio -
Maria
Rosaria D'Alfonso
- Jacopo D'Ambrosio - Maurizio
d'Armi -
Enrico
Danna -
Giovanna
de Capitani
- Grazia
De Vita -
Francesca Di Cesare - Filippo
Di Giovanni
- Giuseppe
Diotto -
Claudio Dorenti - Mara Faggioli - Gianni Fassina -
Claudio Fichera - Federico Fieri - Franco Flamigni -
Nicola Frangioni - Giacomo Fumarola - Armando Galluzzo
- Matteo Ghirardi - Giuseppina
Giacco -
Nando Giangregorio - Giulia Maria Giardini - Amedeo
Giordani - Mariateresa Giustiniano - Elisa
Gobbo -
Simonetta
Gravina -
Stefano Grotti - Maria Antonia Iannantuoni -
Alessandro Lugli - Gabriella Maddalena - Andrea
Mancuso - Alessandro
Mariano -
Maria
Gabriella Meloni
- Giampaolo Merciai - Claudio Michelazzi - Luigi
Migliaccio - Massimo
Minelli -
Cristina Motta - Vincenzo Domenico
Panella -
Massimo Petruzziello - Michele Piacenza -
Aura
Piccioni -
Vittoria Pinato Mattiauda - Manuela Porpiglia -
Gianluca Puzzo - Francesco Quacquarelli -
Elisa
Rezzadore -
Andrea Riboni - Gianpaolo Ripamonti - Anna Rizzardi -
Edoardo Roncatti - Annamaria
Ronzio -
Antonio Rossi - Marta Rossi - Camillo Sangiovanni -
Emilio Sansone - Naide Sarti - Francesco Sassetto -
Enrica
Savino -
Adriano Scandalitta - Nicoletta
Scano -
Laura Scaramellini - Ines Scarparolo - Ida Scioscioli
- Jolanda Serra - Roberto Silleresi - Giuseppe
Sorrentini -
Marianna Spremberg - Sabrina Stentella -
Luciana
Tedeschi -
Silva Tenenti Giorgi - Giuseppina
Terranova -
Alessandro Testa - Anna Maria Tettamanzi - Mauro
Trapasso - Marcello Ungaro - Ivan Vicenzi - Fausto
Zanchin - Lorena
Zunino
-
-
- Antologia del Premio
Poeti dell'Adda 2003 - formato 14x20.5 - pagg. 112 -
Euro 18,00 - ISBN 88-8356-698-X
- Risultati
del Premio Poeti dell'Adda
2003
|
-
-
- Come
avere l'antologia
|
- Prefazione
- È
giusto credere che questi versi possano offrire lampi
emotivi capaci di riportare un sentore d'entusiasmo
con quell'onda
- improvvisa
di calore che sale alla testa in un travolgente quanto
disperato tentativo di illuminare, anche solo per un
istante, la nostra condizione umana già
così carica di solitudine. Un Uomo che sappia
usare la parola può suscitare l'anima e la sua
parola, tradotta in versi, si insedierà dentro
di voi fino a scavare, a farvi pensare, forse a
suscitare anche solo una scintilla di un ritrovato
entusiasmo. Il nostro cammino è una continua
ascesa al Golgota: tutto ciò che viviamo sta
lì a dimostrarlo ed è per questo che la
parola nasce dalla nostra professione di Essere Umano,
dal travaglio interiore, dalla tempesta di sentimenti
che si abbatte su di noi, dalle inquietudini di un
luogo deserto, dalle tenebre di una angoscia sottile,
dagli interrogativi senza risposte, dal tormento e
dall'estasi, dai sogni che svaniscono e dalle speranze
per nuove impetuose e travolgenti
emozioni.
- La
forza insuperabile della poesia sta nel fatto che
è un rifugio prima di essere un successo: a
volte coglie la pienezza di quella sorgente vitale che
ci conduce davanti al mondo per ascoltare la diagnosi
del nostro presunto male altre volte ci aiuta ad
evadere dalla nostra nicchia esistenziale e infine
può condurci a fissare «l'essenza delle
cose sottraendole al flusso depauperante e deformante
del contingente»: quindi l'arte come la poesia
è conoscenza ma anche salvazione. «L'unica
via concessa all'uomo per sfuggire al tempo e alla
morte» come scriveva Marcel Proust.
- Un
ringraziamento a tutti gli Autori che hanno
contribuito con le loro poesie alla realizzazione di
questa antologia e infine un augurio di tutto cuore a
coloro che sono alla ricerca dell'ispirazione per
comporre nuove liriche affinchè nessuno scriva
contro la volontà di Minerva.
-
- Massimo
Barile
-
- Presidente
della Giuria del Premio
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- SER
PARCIVAL
-
-
-
- La carezza di un...
filo d'erba
-
- Una leggera
brezza mi accompagna
- lungo mura
maestose...
- cancelli
giganteschi nascondono...
- la... vita...
- che qui... non
è più
-
- Entro
impaurito
-
- Un filo
d'erba
- ...
vicino,
- mi
accarezza.
-
- lo guardo...
rispettoso
- ...
inchinandomi...
- ricambio, quel
tocco... lieve,
-
- lo guardo...
cercando in lui...
- il suo...
nome,
-
- un nome... tra
tanti,
- che qui...
- si sono
consumati,
- persi...
-
- c a n c e l l a
t i,
-
- la domanda...
mi sorge...
- dal cuore...
- ... i fili
d'erba
- bastano a...
- a... ricordare
i nomi
- ... le
vite,
- ... di chi l'ha
solcato?
-
- sono tanti...
i... fili d'erba
- di questo...
campo.
-
- ... i fili
d'erba di Mathausen
-
-
-
|
- ANTONIA
ASTARITA
-
- Con te solo con
te
-
- Libera e
scontrosa
- In questo
sentimento vagante
- Sarò con
te scarna di parole
- Ad ascoltare
questo viaggio d'amore
- Perché
con te solo con te
- Ignoro la
vita
- Con te solo con
te
- Immagino il
bello
- Di un infinito
giorno
- Con te solo con
te
- Invito la mente
a sognare
- Con te solo con
te
- Divido lo
sguardo e la passione
- E rimuovo ogni
ricordo peggiore
- Con te solo con
te
- Il mio futile
desiderio diventa realtà
- Con te solo con
te
- Ricongiungo le
mani alle tue
- In un tutt'uno
d'amore
- In un tutt'uno
nella notte di stelle
- Restando orbita
al tuo
- Carisma ebbro di
fantasia d'amore e di passione
- Solo con te
riaffioro e m'aggrappo alla mia vera
identità
- Con te solo con
te
- Amo i disordini
della vita
- Ripudio i
sentimenti indesiderati
- Son felice
d'essere libera nei tormenti crogiolati
- E privazioni
desiderate
- Parodie di
sentimenti e attimi sterminati
- Fantasie
sconosciute e timidezze superate
- Con te solo con
te
- Sono veramente
me stessa... donna senza rimorso.
-
-
-
- Solo
oggi
-
- Luce corallina
al fresco mattino
- Miscuglio di
onde altalenanti nel mare cristallino
- Ritroverò
anche oggi la forza della vita
- Inquieta e
vagabonda sotto il sole cocente
- Remissiva e
incatenata ad ogni passato
- Anche oggi
solcherò il fondo di ogni terra
- Su passi
affrettati d'un cammino solitario...
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- BARBARA
CAPRARI
-
-
- Urlo il tuo
nome
-
- Urlo il tuo
nome
- amore
mio
- con la voce con
la mente
- con
l'intimità del mio essere
-
- tu sei negli
sguardi di infiniti volti
- tu sei nel fine
ultimo delle mie azioni
- tu sei nella mia
più nascosta fantasia.
-
- Sei la luce
inafferrabile
- che è in
fondo a una galleria di emozioni
- che non ti
appartengono
- ma che si
riducono a te
- sempre a
te
-
- Mi trasformai in
demonio distruttivo
- per paura di
afferrare questo infinito sentimento
- talmente grande
da spaventare
- il mio giovane e
inesperto animo
- e
ora
- commisero la mia
persona
- orfana della tua
stima
- Invidio
dolcemente colei che hai incontrato
- nel sentiero
sincero e schietto
- del tuo cammino
rigoglioso e fruttifero
-
- Vi stimo come si
stimano i giusti
- e piango lacrime
di disperata speranza
- io, che nascondo
questa mia sconfitta
- a tutto
ciò che è vivente
- per non essere
scoperta fragile e ingannevole
- alla via che
continua,
- ma è
morta col tuo disprezzo.
-
-
-
|
- MANUELA
CONTI
-
-
- OPERA
SEGNALATA DALLA GIURIA
-
-
- Cuore
immobile,
- scivolano come
latte
- sulla pelle gli
odori, una
- distesa di
sabbia
- intrappolata
nella marea
- dei miei
capelli
- di
lana.
-
- La mia bocca
divora
- il ghiaccio dei
tuoi
- respiri, fumo
bianco
- che
tinge
- i colori di
quest'inverno
- umido di
nebbia.
-
- Rettili
striscianti,
- le sillabe del
tuo
- nome nel vuoto
irreale
- dei miei gemiti
sommessi:
- la luna lascia
cadere gialli
- sospiri di
cera
- dalle lanterne
accese
- e l'aria
diviene
- spazio
eterno
- in un oceano di
lacrime.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- PIERLUIGI
CURCIO
-
-
-
- In un
magico sogno
- t'incontrai
per poi
- seguirti su
note di strass
- fatte di
blues...
- E che dire
delle notti insonni
- quando
cercavo la tua mano
- persa nel
vuoto. Tu c'eri... no, non eri.
- Andata via
negli anni ti sei presa gioco
- di me
un'ultima volta, mia cara
- dolce amica
mia e la serpe nascosta
- nel seno
è solo una triste
realtà,
- un ricordo
da buttar via.
- Nel magico
sogno t'incontrai
- per
seguirti su note di
- strass
fatte di blues...
- e questa
canzone non cerca
- né
amore né simpatia
- perché
tutto quello che so è che
- ti ho
odiata amica mia.
-
-
-
|
- MARIA
ROSARIA D'ALFONSO
-
-
- Nell'Ombra dei Miei
Pensieri
-
- Bagliori di
pensieri
- nell'oscurità
dell'Incubo
- tormentano menti
inquiete
- disegnando folli
spirali.
-
- Un pensiero
è un Sorriso
- della parola
superamento
- alimentazione di
indubbie emozioni
- volenterosamente
congelate.
-
- Un pensiero
è un Viaggio
- nel
passato
- vorticoso...
- futura
giuntura
- d'intensi
momenti di oggi.
-
- Un pensiero
è un Giglio
- danzante e
allegro
- compagno
dell'orizzonte
- alleato del
sogno
-
- pur nell'ombra
del mio esistere vano.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- MAURIZIO
D'ARMI
-
- La
musa
-
- Non di leggiadre
parole,
- né di
ricercate forme,
- né di
melliflue immagini,
- ma di spirito
libero e forte,
- di lacrime e
sangue,
- d'ineffabile
gioia
- si
pascerà la poesia tua;
-
- che sia vera
come la vita,
- profonda come il
sentimento,
- forte come il
tuo animo,
- fresca come
acqua che zampilla,
- rara come bene
prezioso
- eppur di
tutti
- e non solo
tua;
- tu che alla
Musa
- è
piaciuto farti suo mezzo.
-
-
-
- L'ultima
battaglia
-
- Nei venti della
montagna,
- tra il crepitio
delle armi,
- glorioso fu il
tuo nome;
- nella pace
repubblicana
- combattesti
fiero i costumi,
- rinunziasti
sdegnoso a molli compromessi;
- ma solo oggi,
padre,
- ti
riconosco:
- sereno e
calmo,
- dolce e
amorevole
- con tutti,
sempre.
- Solo
ora,
- smagrito e
tremante,
- dal fondo del
tuo letto
- t'ho
ritrovato:
- saggio e
dolcissimo,
- forte e
generoso,
- grande come una
montagna,
- lucente come il
sole,
- forte come
l'esempio
- nell'affrontare
la tua ultima battaglia.
-
-
|
- ENRICO
DANNA
-
-
-
- Poesia: Pensiero
Struggente
-
- Stringimi e
saziami,
- avvolgi le
tenebre della mia mente
- e riscaldami col
tuo raggio di sole,
- fai rinascere il
mio giorno
- col calore della
tua anima.
- E io sono
qui,
- bramo il tuo
desio,
- ed io sono
qui,
- adulatore delle
tue membra,
- del tuo corpo
armonioso
- delle tue labbra
prosaiche,
- del tuo
splendido essere.
- Rincorro
pensieri,
- argini frenano
le mie ali
- che già
sarebbero in volo verso il tuo nido.
- Un po' ti sento
mia,
- pensiero di ogni
sera
- anche se triste
è il camminare solitario.
- Spezzerò
le redini dell'indifferenza,
- armerò
l'arco con dardi infuocati
- e tu sarai
sole,
- in questa notte
d'estate...
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- GIOVANNA
DE CAPITANI
-
-
-
- Donna: progetto
divino
-
- Donne, mogli,
madri,
- benedetto il
frutto del vostro grembo,
- realtà
che concretizza il progetto del Divino
mistero.
-
- Donne sull'onda
della vita,
- mediatrici tra
cielo e terra,
- mezzo
d'intervento Divino nei rapporti umani.
-
- Donne e madri,
figure che pittori e poeti
- hanno dipinto e
descritto
- in mille modi
diversi,
- nel corso dei
secoli,
- dite sì,
accettate la maternità.
-
- Donne che
partorite nel dolore
- e trasformate,
da umano a Divino,
- questo amore
profano,
- attraverso
l'amore per i vostri figli,
- siate
benedette.
-
- Donne, siate
orgogliose di partecipare a questo
mistero,
- di offrire al
mondo i vostri figli,
- di nutrire i
loro corpi e le loro anime.
-
- Madri, fate
sì che essi seguano il loro
destino
- con la
dignità di uomini liberi,
- poiché
ognuno di essi è chiamato
- a vivere la
propria vita.
-
- Madri, i vostri
figli non sono vostri, ma affidati a
voi;
- questo è
il vostro destino:
- se riuscite a
staccarli da voi, senza rimpianti,
- per vederli
camminare, da soli, verso il loro
futuro,
- avrete la
certezza di aver realizzato pienamente il vostro
compito.
-
-
-
|
- GRAZIA
DE VITA
-
-
-
- La mia amica
Giuliana
-
- Quando perdo il
respiro della vita
- trovo aperta la
porta del tuo cuore.
- È
violento l'urlo che rivivo
- violento
è lo squarcio che produce
- l'abbandonare
una vita amata.
- ... ma tu sei
delegata.
- Alto è il
sentimento che mi porgi.
- Riduci lo
sgomento di una vita scaduta
- da me
accarezzata lungamente,
- cocciutamente
amata.
- Hai scavato
avanti me una traccia
- per portarmi
fuori...
- lontana dal
deserto.
- L'amore è
un canto magico
- se mi fermo ad
ascoltare
- in mezzo a tante
altre,
- distinguo la tua
voce.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- FILIPPO
DI GIOVANNI
-
-
-
- Oro
d'Adda
-
- Non pensarmi
sotto i tetti
- né sui
brucianti asfalti
- nei giorni del
riposo...
- - Dove sei?
-
- Mi troverai
nelle ondule immagini
- dei salci tenui,
sotto la rada
- ombra delle
tremule
- ch'empie di
guizzi il verde d'Adda.
- - Dove?
-
- Alle lingue di
magra ghiaiose
- mi vedrai nudo
al sospiro
- dell'ultimo,
rovente garbino
- che reca,
struggenti, a Rivolta
- da Comazzo i
rintocchi dell'ave.
- - Ma... sei
solo? -
- Oh no! Non
ignoro il rauco batrace
- né la
muta, oscillante natrice,
- l'acuta,
vibrante garzetta,
- i trilli, i
fischi, gorgogli e fruscii...
- - E allora, che
fai? -
- ma il
silenzio...
- il silenzio del
tenero occaso
- che indora il
gàttice
- e frena la
scabra batea...
- è l'oro
dell'Adda.
-
-
|
- GIUSEPPE
DIOTTO
-
-
-
- Liberi
-
- Il fiume scorre
lento
- la pioggia cade
fitta
- la quiete ha
preso il sopravvento
- due bambini
corrono felici
- calciando una
palla tra una pozzanghera
- e
l'altra
- sono zuppi e
sporchi sino al midollo,
- ma nella loro
infantile incoscienza
- continuano a
giocare
- felici di essere
liberi:
- liberi di poter
volare.
-
-
-
- Giorno
sfortunato
-
- Seduto accanto
al fiume
- con una lenza
gettata alla corrente
- un pescatore
aspetta fiducioso
- che l'esca aiuti
un pesce
- a diventare
bottino di giornata.
- Il tempo passa
ma nulla accade
- il quieto fluire
delle acque
- il sole caldo
alto all'orizzonte
- lenta ed
implacabile la noia avanza
- la segue un
sonno leggero.
- Un'improvvisa
folata di vento però
- risveglia per un
attimo la speranza perduta
- ma è
tutto lì: oggi è un giorno
sfortunato
- inutile
aspettare il bottino
- il pesce
è ormai lontano.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- GIUSEPPINA
GIACCO
-
-
-
- Una mimosa per
te
-
- Correvi
incontro alla vita,
- già
adolescente.
- Un
rimprovero
- da chi ti
amava di più,
- solo un
rimprovero,
- ed eccoti
in strada
- a correre
alla cieca,
- nella notte
buia.
- Mani
sconosciute
- fermarono
la tua corsa.
- Urlasti.
- Nessuna
pietà.
- Giacesti
per ore,
- povero
cencio,
- abbandonato
- come un
giocattolo rotto.
- Da
allora,
- un silenzio
assordante
- fa
compagnia alla tua follia.
-
-
|
- ELISA
GOBBO
-
-
- Ascolta il tuo
Cuore...
-
- Quante notti
trascorse ad ascoltare il silenzio,
- ad interrogare
il cuore
- e cercare di
capire
- quello che vuol
dire.
-
- Riflettere,
pensare,
- fino che il
pensiero ti fa male...
- la tua testa ora
non può ascoltare.
-
- La vita con il
giorno ricomincia,
- la gente parla,
lavora,
- sorride,
piange,
- e tu tra loro
cammini
- con occhi di un
cieco ed
- orecchie di un
sordo.
-
- La tua mente sta
viaggiando
- e il tuo Cuore
stai ancora interrogando...
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
|
|
- SIMONETTA
GRAVINA
-
-
- OPERA SEGNALATA
DALLA GIURIA
-
- L'ultimo
scacco
-
- E la Morte,
salì,
- sulla montagna
del Dolore,
- e raccolte tutte
le lacrime,
- le donò
alla Vita.
- E insieme
bevvero, alla stessa coppa.
- E ciascuna era
fine,
- e tutte due
principio.
- Rimbalza l'Uomo,
sul suo pensiero,
- credo rotondo,
di un re, prigioniero,
- costretto in un
mondo quadrato, non vero,
- tra scacchi
d'avorio e ebano nero.
- Danza la Vita,
al Fato abbracciata,
- la giostra gira,
la partita è iniziata.
- Il pensiero di
perderti,
- è una
lama rovente, aculeo che affonda,
- che adombra la
mente.
- Gli scacchi
ondeggiano sullo scacchiere,
- freme la Vita,
attendendo il suo Alfiere.
- In fondo al
tempo, non è più stretta,
- la Porta
Pallida, è là, che
aspetta.
- Sull'onda
terrea, di un fiume nero,
- scivola cupo,
vago, il pensiero.
- Gli scacchi
avanzano, in quel mistero.
- E Lei,
bleffò, con un re, ormai
sfinito,
- una torre
crollata, un arrocco fallito.
- Truffando se
stessa, inventò un gran finale.
- Sulla rotta di
un sogno, continuò a navigare,
- dominando le
onde, ostinata a salvare,
- ancora
qualcosa.
- Quel Qualcosa
che vale.
- Scacco Matto, la
partita è finita!
- Posta in gioco,
ha vinto la Vita.
-
-
|
- ALESSANDRO
MARIANO
-
-
-
- Esaltazione
-
- Io
entrerò nella storia e voi non potrete farci
nulla.
- Il mondo
cambierà ed io sarò protagonista
assoluto
- risaltando in
una folla di comparse.
- Il mio nome
sarà gridato in ogni angolo del globo ed
il
- destino della
moltitudine dipenderà dal mio
genio.
- La mia parola
echeggerà dall'Olimpo al
Fujiayama
- passando per
Detroit e qualcuno, chiedendo se Dio
esiste
- mi
guarderà e se ne andrà senza una
risposta perché il
- mio egocentrismo
non arriva a tanto,
- ma io ci
sarò,
- sarò
lì a fissarlo negli occhi,
- sarò
lì a mutare il corso degli
eventi,
- sarò
lì,
- storia nella
storia.
-
-
-
- Domani
-
- Il tempo
è ormai terminato.
- Non so cosa
impormi e cosa deve essermi imposto,
- ma le sensazioni
non sono nuove...
- Non so nemmeno
che sarà...
- Il soggetto
è nato sotto forma di una nuova sfida ma
il
- cuore non
muore...
- Domani...
- La luna si
incenerisce.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- MARIA
GABRIELLA MELONI
-
-
- Gli abissi
dell'io
-
- Avvertire nel
proprio essere
- il silenzio
dell'infinito,
- che lo fa
vibrare
- modulando con
dita diafane
- invisibili corde
sovrumane.
- Realtà
magmatica, informe,
- nella quale
è dolce sprofondare,
- come per una
creatura acquatica
- attingere al
fondo del mare.
- Venir
sommersi,
- avvolti in tale
infinità,
- e ritrovare per
un attimo impalpabile
- la propria
identità.
- Assaporare
questa realtà primordiale
- verso cui
l'animo ha dritte l'ale.
- Cercar
requie
- all'inquietudine
che lima e che divora,
- che dimora nel
mio essere ognora.
-
-
-
- Alle radici
dell'essere
-
- Mi sono immersa
in questi vicoli
- dove ogni pietra
ha la sua storia;
- ho camminato per
il corso
- aspirando
profondamente antichi odori;
- ho ritrovato il
contatto con la vita dei padri
- che ancora
aleggia in queste case,
- ancora striscia
sui muri scabri,
- ancora grida
sommersa
- ma non domata
dalla marea del tempo.
- Per un attimo ho
ritrovato me stessa.
-
-
|
- MASSIMO
MINELLI
-
-
-
- Piove
-
- Piove sulle
strade che non ho mai percorso
- e sui campi di
cui non sentirò il profumo.
- L'acqua scorre
su volti sconosciuti
- come ruscelli di
lacrime,
- come un pianto
universale
- che strazia il
tempo e lo spazio
- di cui sono
prigioniero.
-
-
-
- La rosa nel
giardino
-
- Cresce una rosa
forse in un giardino
- bella di petali
profumati al sole.
- Cresce odorosa
dietro le persiane
- della mia
stanza,
- dove la luce
filtra solo a lame.
- Sicché
baciato da chiarore ed ombra
- mi sembra a
volte di sentir profumo
- di primavera. E
già mi basta,
- ché aprir
finestre a vincere la sera
- poco s'addice a
noi,
- che il sole
dritto in faccia acceca.
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- VINCENZO
DOMENICO PANELLA
-
- All'alba ho visto il
mare
-
- Nella notte
occhiuta e stanca
- Appassisco le
mie ore
- Giaccio riverso
il corpo nudo
- Nell'aspra rena
che mi tormenta
- i
sensi
- Stanca la notte
sulla mia pelle
- Riflette
silenziosa il riverbero della luna
- e delle stelle
ancor lo stillicidio
- dei
lampi
- Che di novelle
al dischiudersi
- Null'altro resta
il fatuo fuoco
- E mi riprendo
dei sensi a poco a poco
- Il risveglio e
allo sguardo vasto
- all'orizzonte
- Coperto mi si
presenta immenso
- Filante dei
primi raggi al sole
- d'argentei
puntini luminosi
- A riflettere
quasi volesse il cielo
- E gli occhi
ancor socchiusi
-
- All'alba ho
visto il mare
-
-
-
- E
venne
-
- E
venne
- e il tempo
svanì
- e le mani che
prima
- giocavano
tra la sabbia
- ora stavano
ferme
- e l'odore del
mare
- copriva i miei
sensi.
- E
venne,
- il
crepuscolo
- arrossava la
riva
- e l'acqua che
tremula
- bagnava i
miei piedi
- si fece
tiepida.
- E
venne,
- venne la
sera
- con i suoi
ricordi.
-
-
|
- AURA
PICCIONI
-
-
- Esseri
-
- Messaggeri
giungono presso il mio letto,
- falene
brillanti, scie multicolori
- e sussurranti
esseri.
- Parlano,
tutt'intorno a me,
- mentre Morfeo
non può ancora
- portarmi nel suo
regno.
- Al di sotto
delle palpebre,
- balenio di ali
lucenti.
- Bisbigli,
nell'aria, quali folate di vento.
- Mi parlano:
«Noi siamo»,
- man mano che il
mio sguardo
- si chiude,
staccandosi
- dalla volta del
cielo...
-
-
-
- Fratelli
celati
-
- «Cosa
siete?» chiesi
- allora ad uno di
quegli esseri.
- «I figli, i
figli rinnegati
- di Eva, vostri
fratelli» rispose
- «viviamo
nascosti all'uomo,
- poiché
fievole è la vostra
- fede in noi...
».
- Abbassai lo
sguardo:
- le loro luci
evanescenti
- danzavano
nell'ombra
- e sembravano
splendidi arabeschi
- nell'aria...
- «Io credo
in voi», sussurrai...
- I suoi occhi si
riempirono
- di luce liquida,
mentre scompariva
- per l'imminente
e crudele avanzata
- di
Morfeo...
-
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|
- ELISA
REZZADORE
-
-
-
- Donna in
fiore
-
- Donna in
fiore
- che sta
sbocciando alla vita
- tu mi
regali il tuo tempo migliore
- ed io ti
vedo come vorrei essere io
- bella
- come una
meravigliosa camelia
- che vola
tra i capelli di una sposa
- il giorno
delle nozze
- che si
celebrano di maggio
- in un
candido mattino di sole
-
- Tu sei
bella
- ma io bevo
alla tua salute
- di giovane
in fiore
- che si
schiude
- alle prime
emozioni dell'amore
- Vero
- che
illumina i tuoi occhi
- color del
mare
- Verdeggiante
e schiumoso
- di prima
mattina.
-
-
-
|
- ANNAMARIA
RONZIO
-
- Rincorrendo un
ossessione
-
- Attraversi i
sogni
- trafiggi la tua
fragilità
- con tratto
sicuro
- con spade
appuntite
- con orgoglio
pensato
- sezionato
- frammentato
- ritrovato
- offerto
sospeso...
- in un rosso
sfumato.
-
-
-
- Musica
-
- attimo
d'infinito
- fissato in un
viso
- presente
- sulla scia del
tempo,
- levigata
armonia
- di tensioni
celesti
- sparse su
frammenti
- d'animo
alla
- ricerca di
un'onda
- d'oblio e di
ritrovata
- umanità.
-
-
- La
stufa
-
- Come un
grembo
- chiuso
- te ne stai in
attesa,
- c'è in te
un
- fuoco
- celato
- di vita
muta.
-
-
-
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|
- ENRICA
SAVINO
-
- Primavera a
Milano
-
- Milano sei bella
nel sole
- le case, i
giardini, i viali, le piazze,
- rispondono
pronti alla luce
- sembrando di
nuovo risorti.
-
- Nell'aria
traspira qualcosa di strano
- qualcosa che
invita alla calma, alla gioia,
- un profumo ti
avverte ch'è sbocciata una rosa
- che su quel
balcone è fiorito un geranio.
-
- Perfino la gente
che è sempre di fretta,
- rallenta il suo
passo per meglio osservarti.
- Ti trova diversa
dai mesi passati
- vestita di caldi
colori.
-
- Sei un grande
giardino stregato:
- per fiori,
palazzi in cemento
- gli insetti son
auto che corron veloci
- su foglie di
strade d'argento.
-
- L'azzurro tuo
cielo fa scudo a questi profili giganti
- che vibrano al
soffio di un vento leggero
- qua alti,
superbi, sottili,
- laggiù,
secolari e pesanti.
-
- Ti accorgi ad un
tratto che già si fa sera
- che il sole, le
luci ed i caldi colori
- si spengono
pigri, mentre, decisa ti assorbi
- quell'ombra
avvolgente color seta nera.
-
- Che il buio
invadente vorrebbe nasconderti
- ma luci a
distesa, chiamando in aiuto
- milioni di
stelle, ti fan luccicare
- in questa
notturna atmosfera.
-
- Ed ecco che
inizia un frenetico nuovo spettacolo,
- di gente che
vive, che balla, che canta
- che ama cercando
la luna, che sogna
- fra cori di
gatti che agili scendon dai tetti.
-
-
|
- NICOLETTA
SCANO
-
-
-
- OPERA 7A
CLASSIFICATA
-
-
-
- La casa delle
bambole
-
- Dipingendo
su pareti di cartapesta
- I colori
delle mie sicurezze
- Piantando
chiodi nel polistirolo
- Delle mie
fondamenta
- Così
aspetto
- Che si
addormenti il vento
- Carta
velina
- Come un
soffio fra le dita
- A misura
delle stelle
- La distanza
dai sogni
- Una porta
di piume
- Che lenta e
lieve
- Nasconde il
passato
- E lascia il
tempo in attesa.
- Come un
battito d'ali
- La paura
del dolore
- La
diffidenza dell'incontrarsi
- Così
lontani in un vicolo cieco.
-
-
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|
- GIUSEPPE
SORRENTINI
-
-
-
- Canto
(a
mia moglie)
-
- Ho rubato le
note
- che i
fiori,
- vibrando
nell'aria,
- affidavano al
vento;
- ho raccolto i
pensieri
- fugaci e
più belli
- e ho composto il
mio canto
- d'amore per
Te.
-
- Ansia
-
- ... potessi
penetrare l'ignoto futuro,
- allineare
pensieri
- come filari di
rose scarlatte,
- avrei qualcosa
da donarti, amore,
- invece
corro
- nel vento
incerto della vita,
- ansioso di
fermarmi.
-
-
- La
guerra
-
- Ascolta...
- non odi il
lamento
- infelice del
giorno
- che spinge ogni
cosa al tramonto?
- Non odi nel
buio
- il violento
cozzare
- del bello col
brutto?
- Ascolta...
-
-
|
- LUCIANA
TEDESCHI
-
-
- Rose e
tulipani
-
- Oh!
- Potessi stare
accanto a te.
- Fra le tue
braccia.
- E
lentamente
- perdermi nei
tuoi occhi
- che mi
bisbigliano
- frasi
d'amore.
- Il calore del
mio amore
- ti
scalderà
- più del
fuoco
- che arde nel
camino.
- E i miei
pensieri d'amore
- per
te
- entreranno
- come
gregge
- nell'ovile
- del tuo
cuore.
- E non
avrò più paura.
- Guarderò
il cielo
- con i tuoi
occhi
- dalla
finestra aperta
- scintillante
- come il mare a
mezzanotte
- tremulo di
stelle.
- E
contemplerò
- il tuo corpo
disteso
- che assomiglia
al bosco
- dove i
lupi
- si vanno a
rifugiare.
- E su di
me
- rose e
tulipani
- E
sentirò
- sulle
labbra
- il dolce
sapore
- della
felicità.
-
-
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|
- GIUSEPPINA
TERRANOVA
-
-
-
- Il tempo della
ragione
-
- Il tempo della
ragione ha il passo greve
- spegne il
sorriso appena sbocciato
- chiude la
finestra sul futuro.
- C'erano speranze
allora, c'erano sogni semplici da
cullare,
- c'era la forza
di un cuore giovane e indomito,
- c'era un cavallo
bianco che si impennava al destino...
- Il tempo della
ragione ruba la luce negli occhi
- e un vento
gelido piega gli abeti impavidi...
- Dentro di me il
ruggito di un leone ferito
- da questa vita
bugiarda...
- Solo un attimo
mi separa dall'abisso:
- sarebbe facile
lasciarsi andare...
- ma vedo una
fessura luminosa nel cielo plumbeo che mi
sovrasta,
- sento presenze
amorevoli che vegliano ancora sulle mie speranze...
- Come un delfino
spicco un salto sull'onda minacciosa, guardo il
sole e aspetto
- che finisca la
tempesta.
-
-
-
|
- LORENA
ZUNINO
-
-
- Vita
-
- "Qualche
volta si incontra l'ectoplasma
- di uno
scampato e non sembra
- particolarmente
felice.
- Ignora di
essere fuori, nessuno
- glien'ha
parlato.
- Gli
altri, nel sacco, si credono
- Più
liberi di lui".
-
- E.
Montale
-
- Non potrai mai
conoscere
- l'animo di un
uomo,
- gli occhi di un
vecchio, i segreti sulle labbra del mio
cuore.
-
- Non vedrai
mai
- il cielo del
mondo,
- la vita di un
insetto,
- i nodi di un
vecchio albero.
-
- È
l'apparenza l'anima del mondo,
- il saluto della
vita di ogni giorno.
-
- Ma, ad un
tratto,
- salta via il
tappo
- a
vite
- di una bottiglia
d'acqua.
-
- Ed io
riesco
- a
bere
- la
sincerità dei tuoi occhi.
-
-
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- Ins.
07-07-2004
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