- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del premio letterario
Fonopoli - Parole in movimento
2004
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- Sommario
- Presentazione
di Massimo Barile - Albo
d'oro dell'edizione
2004 - Iago
- Rosanna Spina - Mirella Morara - Maurizio Gramegna -
Fabio Massimo Amoroso -Claudio Fichera - Maurizio
Maglia - Michela
Salice -
Manuela Zazzara - Mariateresa Giustiniano
-Giuseppe
Abatantuono
- Emanuela Arcangeli -Paul Bacosca - Sergio Baldeschi
- Simone
Bambi -
Elena Bartone - Angela Bassani - Vincenzo Berlinguer -
Mauro Bertozzi - Massima Bertuccio - Elisabetta
Bertuzzi - Paola
Beschi -
Alessia Bianchi - Andrea Biondi -Eugenio Bolia -
Walter Borghisani - Fabiano
Braccini -
Luigi Brandi - Cristina Bruscoli - Biagio
Bucci -
Giusi Bugia - Marco Buzzetti - Dario Calossi -
Alex
Cangini -
Gastone Cappelloni - Anna
Cardellini -
Marzia Carocci - Pietro Catalano - Antonella
Cavallo -
Sania
Chiereghin -
Elisa Ciabattini - Antonella Cigliana -
Cinzia
Corneli -
Emanuela Corsello - Elisabetta Corveddu -
Marco
Costagliola
- Giuseppe Croce - Pierluigi
Curcio -
Mariangela D'Albenzio - Vittorio D'Errico - Donatella
David - Federica De Angelis - Francesca
De Angelis -
Domenico De Girolamo - Tiziana
De Pace -
Maria
Patrizia De Rose
- Grazia
De Vita -
Emilio Dezani - Alessia Di Loreto - Teresa Di Maria -
Stefano Di Pietro - Maria Luisa Farca - Marialba
Fasolo - Gianni Fassina - Francesco Ferrara -
Pietro
Filocamo -
Monica Fiorentino - Francesco
Forastiere -
Daniela Formiconi - Emilia Fragomeni - Massimiliano
Fulvi - Vladimiro
Furlan -
Luca
Gabrielli -
Fabrizio Galadini - Luca Galeotti - Claudio Gallicchio
- Marimilia Gastone - Agata Gennarini - Giacomo
Giannone - Giulia Maria Giardini - Luca Giovanelli -
Paolo Giubergia - Lucia Grazzini - Antonella
Guidi -
Maria
Celina Ibba
- Annamaria
Immesi Smorto
- Ada Incudine - Beatrice Irrera - Olga Karasso -
Yuriy Koval - Paolo
La Torre -
Calogero
Lauria -
Sileno
Lavorini -
Maria
Luisa Lazzara
- Pierluigi Lenzi - Giovanbattista Leone - Ettore
Locatelli - Renato Lonza - Sabrina Lorenzoni - Mariano
Luccero - Domenico Maccarana - Tiziana
Macciò
- Marcello Macrì - Maria Mammolenti - Michela
Mancini - Enrico Mancini - Gabriella Manzini -
Tiziano
Marchetti -
Giuseppa Masilla - Gabriella
Masoni -
Valeria Massarelli - Concetta
Massaro -
Giuseppe Mastarone - Emma Mazzuca - Maria Gabriella
Meloni - Giampaolo Merciai - Giorgio
Mereu -
Annarita
Migliaccio -
Walter Milone - Vincenzo Moggia - Giuseppe Mollica -
Gianluca Mollo - Adriana Moretto - Massimo Moretto -
Giada
Mugnaini -
Costantina
Mulas -
Marco
Musso -
Maria
Giovanna Napoletano
- Mario Napolitano - Danilo Naretto - Maria Concetta
Naro - Margherita
Nazzarro Riva -
Luigi Nosenzo - Cinzia
Nuvoli -
Emiliano Occhetta - Antonia Oggioni
-
Daniela Ori
- Wanda Ottina Smo' - Arianna
Ottolina - Dino Paiano - Massimo
Palladino - Valeria Palmieri -
Francesca
Papp
- Piero Pasculli - Pietro
Passanante
- Rosamaria
Pavan
- Roberto
Perfetto
- Iolanda
Pettinaro
- Aura Piccioni - Elena
Piccolo
- Annamaria Pieralisi Da Lio - Andrea
Polini - Franco
Porrera
- Giuseppe Provenzale - Elisa
Ramazzina
- Ermano Raso - Cristiano
Ravasi -
Giulia Ressia - Fabio
Riccardi
- Giulia Rinotti - Gabriella Rolli
Fantini - Carmine Rosano - Marta Rossi
- Gianfranco Rossodivita - Emma Rotini
- Lara Sanjakdar - Alessandro Sanscritto
- Maurizio
Santopietro -
Francesco Saturno - Adriano Scandalitta
- Andrea Scano - Antonio
Scardicchio
- Sabrina Sciani - Maria Sciuto -
Rita Claudia Scordino - Loretta
Sebastianelli
- Antonio Sorrentino - Veronica
Spedicato - Nadia Sussetto - Andrea
Tagliaferri - Maurizio Tantillo -
Giacomo Teofilo - Giovanni
Teresi
- Roberto Terranova - Giuseppina
Terranova
- Sara Tesei - Ezio Testa -
Angela Tizzano - Giacomo Tommei -
Stefano
Tonelli
- Davide Tortora - Claudia Turco -
Erika Mattea Vida - Giorgina
Vidoni
- Giorgio Villa - Leonardo Vitto
- Giuseppe Volpe - Tiziana Zago -
Maria Chiara Zippel - Antonio
Zocchi
-
-
-
- Antologia del Premio
Fonopoli -
Parole in movimento 2004 -
formato 14x20,5 - pagg. 216 - Euro 18,00 - ISBN
88-8356-905-9
- Risultati
del Premio Fonopoli - Parole in movimento
2004
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-
-
- Come
avere l'antologia
|
- Prefazione
- La
poesia si può leggere distrattamente e
vendicarsi con quell'alzata di spalle che è il
più espressivo gesto dell'indifferenza o si
può persino decidere di non pensare a quello
che si legge, ma se colui che la scrive in versi o la
declama con passione, sa suscitare l'anima, le sue
parole si insidieranno dentro di Voi, a scavare, a
poco a poco, a farvi pensare, forse a scatenare anche
solo una scintilla di un nuovo entusiasmo o comunque,
nella peggiore delle ipotesi, potrà servire a
tenervi compagnia anche per una sola notte, in un
letto caldo mentre fuori si scatena la
tempesta.
- Il
nostro cammino è una continua lotta contro il
tempo, sempre in vista di un'illusoria méta che
contempli uno spiraglio di felicità: tutto
ciò che viviamo sta lì a dimostrarlo.
- La
Poesia e l'Arte nascono dal travaglio, dalla
professione di Uomo e di Donna, non dalla lusinga del
venditore disposto a spacciare le parole in senso
proprio e in senso contrario pur di fare i propri
interessi e capace di stendere il suo banchetto
indifferentemente alle feste di piazza come alle
nozze.
- Allo
stesso modo potrete leggere, nelle poesie che
compongono la presente antologia del concorso
Fonòpoli - Parole in movimento, quel profluvio
continuo di emozioni, quell'incessante archivio in
divenire di stati d'animo: la parola illumina come
luce cosmica la capacità di avvolgere ogni
immagine di un alone magico, la gioia di vivere in
ogni fessura della vita così come l'ardire nel
solcare i mari più impetuosi. È proprio
in quello sprigionarsi del desiderio di "sentirsi
liberi" e in quell'incessante emergere dagli abissi,
che gli Autori sempre scandagliano il minimo gesto,
esaltano la più flebile seduzione,
ingigantiscono il temporaneo incanto davanti alla
vita.
- Il
tessuto esistenziale, trama sofferta e ordito
impaziente di incrociarsi per rivelare lo schema,
è intriso di fascino e abbandono, di
lacerazione ed estasi, di carne e sangue: e non
v'è parola che scivola via invano.
- Scrivere
è una necessità vitale, quasi uno
stratagemma, per incanalare tutta la passione nelle
pagine ancora immacolate: ecco allora che si
può dimenticare tutto, disperdersi nelle zone
più nascoste, recuperare frammenti esistenziali
ritenuti ormai perduti, cadere nell'oblìo,
sprofondare in zone oscure, bruciare tra le fiamme
divoranti.
- Il
fatale destino è lasciarsi coinvolgere, e
fatalmente subire le iniezioni d'entusiasmo
rappresentate da queste poesie, nient'altro che
soggettive scoperte, lampi di vitalità e
risvegli della coscienza, drammaticamente e
sapientemente distillate in personalissimi alambicchi
quasi a dimostrare che le parole nascono da una
operazione alchemica e l'esito finale, per quanto ci
si danni l'anima, rimane sempre enigmatico quasi
misterioso anche per lo stesso autore, dominus
effimero d'un limitato spazio, alchimista alle prese
con il suo forno, ricercatore di splendori e
peregrinatore tra misteri inesauribili.
- In
ogni avventura letteraria, con l'animo tra i giardini
segreti della vita o in caduta libera tra gli inferi,
ciò che inebria e fa esplodere la "parola"
è l'irrompere in un'altra esistenza, in
un'altra carne, a scalfirne la pelle e trafiggerne il
cuore, è mettersi in gioco davanti al nuovo
orizzonte: atto liberatorio, conversione senza
più memoria, vertiginosa agitazione, potenziale
risveglio dopo sofferte prove, demoniaca tentazione
dopo angelica rinuncia. Fino a completa
guarigione.
- Ardua
impresa risulta allora limitare la creatività o
l'impulso ad andare "oltre" la normale comprensione e
non v'è più ostacolo insormontabile
davanti alla possibilità di far volare in un
"sogno poetico".
- La
forza delle parole fa vacillare, fa perdere le
sicurezze, catapulta nella vertigine immane che fa
collassare, si impossessa di noi, e l'amore
straordinario, il tormento, la dannazione, il piacere
e l'estasi diventano il fardello di avventurosi
esploratori in terre sconosciute ed indagatori
dell'animo umano che non sembrano mai sazi.
- È
per questo che «scrivere è dapprima una
vocazione, quindi una professione e poi diventa
un'infezione» forse l'unica via concessa all'uomo
per sfuggire al tempo e alla morte.
- Sono
infatti innumerevoli le linee sotterranee che si
avvicinano, si allontanano, poi si ricongiungono e,
alla fine, collaborano a spaziare in un'atmosfera
superiore al fine di penetrare l'essenza delle
cose.
- Ciascuno
di noi è parte di questa aspirazione e deve
esserne all'altezza alimentando quotidianamente
l'energia per affrontare la sfida. Come fanno le donne
e gli uomini presenti con le loro poesie
nell'antologia di Fonòpoli.
-
- Massimo
Barile
-
-
-
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TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Giuseppe
Abatantuono
-
-
- pensieri
fugaci...
-
- carezzandoti...
- la mano
scivola
- lungo i contorni
del viso
-
- morbido
velluto
- sensuale
accordo
- di note
musicali
-
- gli
occhi
- ti si
illuminano...
- di luce
marina
-
- e
d'incanto
- tenue... il
riflesso...
- della luna
argentata
-
- ci
accompagna...
- lungo le onde
increspate...
- e la
sabbia...
-
-
-
- La
goccia
-
- Leggera,
- scivola lungo il
corpo sottile
-
- adattandosi... alle
pieghe
- ai
risvolti
-
- provocando...
sottili sensazioni
- tenere
emozioni
-
- brividi...
-
- la guardo
mentre...
- giunta in
fondo...
-
- cade...
-
- tra le mie
labbra...
-
- assaporando il tuo
sapore
-
-
-
-
|
- Simone
Bambi
-
-
- Sempre con
me
-
- Liberami o mio
Signore
- Da tutta questa
gente che mi sta addosso
- Liberami non della
loro presenza
- Ma dall'ombra che
fanno su di me
- Anche quando sono
da me lontani
- Che mi oscura mi
annebbia mi abbuia
- Mi impedisce di
vedere il mondo che mi circonda
- Di vivere e di
essere quello che sono
- Liberami dai
fratelli
- Dagl'insegnanti
dagli amici
- Dai colleghi dai
parenti
- Dai figli le
fidanzate e le amanti
- Mi
scordavo
- Anche da mia
moglie
- Liberami da tutti e
dopo che mi hai liberato
- Ridammeli tutti
perché sono miei
- Ed è di loro
che ho bisogno
- Liberami da mia
madre soprattutto
- Che mi porto dietro
davanti sopra e sotto
- Col suo sguardo che
parla
- La sua voce che
vede
- Lei tutta d'un
pezzo
- Che mi fa tanta
tenerezza
- Perché in
verità è tenera e dolce
- Permeata da dura
vita
- Liberami da lei e
ridammela
- Con la forza di
essere finalmente visto e capito
- Senza bisogno di
mettermi in luce o di urlare
- Ridammela zitta
senza che rida
- Con l'abbraccio
spalancato
- Magari con una
lacrima che non le scende
- Per la gioia di
stringermi a sé
- Liberami da lei
anche quando non ci sarà più
- Ridammela e fai che
stia sempre con me.
-
-
-
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-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Paola
Beschi
-
-
- A mio
padre
-
- Fai
così
- Sciogli le mie
trecce
- Apparecchiami una
tavola di stelle
- Stai
lì
- guardami col
cuore
- Stendi su di me il
calore di uno sguardo che sa
- Racchiudi in esso
tutti gli amori
- Ed
accoglimi
- Come se unica fosse
la mia voce
- dal mio stesso
sangue nata
- dal mio sole
cresciuta
- vive solo del tu
amore
- di debolezza scorto
sulla pelle
- di
plastica
- di sconosciuti
volti del ricordo di te.
-
-
-
-
|
- Fabiano
Braccini
-
-
- Totò
sorrisoamaro
-
- (il "lato nascosto"
di un comico incomparabile:
- principe, poeta e
altro ancora)
-
- Facciastorta dammi
allegria,
- mettimi un sorriso
in cuore.
-
- Fammi ricordare
ingarbugliati giochi di parole
- occhi sgranati,
pernacchie sonore,
- uomini-caporali,
orsussuvvia vivaddio
- ... e lei non sa
chi sono io!
-
- Sì, grande
buonumore ci vuole
- per raccontare
l'esistenza
- di un burlone
eternobambino.
-
- Ma dentro la
giacca, dimmi
- che essenza d'amore
celavi
- se scrivevi canzoni
così struggenti,
- brani toccanti di
vera poesia.
- Se volavi con
sentimenti discreti
- sulla bellezza di
ogni donna in fiore
- e ne cantavi poi
eterna nostalgia.
- Se tolleravi
perfino sottili offese,
- tradimenti cattivi,
il vuoto di inutili attese.
-
- Quali i tuoi
pensieri segreti e i sogni
- nelle notti
stellate di Marechiaro?
- E che tristezza
profonda hai provato
- a mostrarti
soltanto burattino snodato?
-
- Chissà
quante volte, silenziosamente,
- sotto la maschera
del riso,
- hai nascosto la
mestizia di un dolore
- o una lacrima di
pianto subito gettata via.
-
- Il sorriso allora
mi diventa amaro
- e l'allegria
svanisce lentamente.
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Biagio
Bucci
-
- La voce
-
- Regresso l'amore
reciproco,
- prima della luce
eri in lui,
- con infinito amore
ti ha nutrito
- portandoti alla
vita.
- Lo ami
all'infinito,
- lui è in
te.
- Per comprendere la
tua vita,
- ti culli nella sua
voce
- che come
onde
- avanza
nell'anima,
- infrangendosi
nell'Io
- tuo
profondo
- ritrovando la
serenità in lui.
- Grande
- è il tuo
amore,
- grande
- la sua
comprensione.
-
-
-
- Nella
musica
-
- Respirare a pieni
polmoni,
- sentire il calore
del sole,
- fluttuare con la
mente
- nella musica
danzare.
- Una danza fatta di
calore,
- sentirsi fuori del
mondo
- in un benessere
profondo.
- Salire i gradini in
noi stessi,
- raggiungere una
luce abbagliante
- che in noi si trova
da sempre
- ma mai vista
veramente.
- Cosa sono queste
sensazioni?
- Queste forti
emozioni?
- Trasmettono una
pace interiore
- che sia
questo
- il tetto del
mondo?
-
-
-
-
-
-
|
- Alex
Cangini
-
- Un tuo
grazie
-
- Un tuo grazie corre
vivo lungo il buio di questa notte,
- il mio scritto vive
di morte apparente sul bianco di questi
fogli
- il tuo sguardo
entusiasta da essi non togli.
- Si rilassa e sogna
il nostro battito dopo tante lotte.
-
- Ora i lampioni
ingrandiscono silenziosi, carezze e
abbracci,
- così
imponenti e sicure si muovono tali figure,
- paiono lontane da
paure di vicissitudini future.
- Impossibile coprire
un fuoco di certezze con insulsi stracci.
-
- Ora è la
silente danza di una ballerina esangue
- ad accompagnare la
nostra sete di emozioni,
- nutrendo di
significato le eventuali imperfezioni.
- La verità ad
attraversarci più non langue.
-
-
-
- Più non ti
nascondo
-
- Sono esule di
un'ampia coscienza
- che pretende ora di
abbracciarti
- e renderti
finalmente sua nell'amarti,
- di correre i giorni
affianco alla sua meta: la tua Essenza.
-
- I miei sensi
possono venir inventati e scossi dal tuo fascino
sopraffino
- mentre il mio ego
troverebbe strada completandosi nel tuo
profondo;
- il ritmo del mio
respiro già segue il tuo, più non ti
nascondo,
- voglio innalzare
ora ciò che da tempo per timore
trascino.
-
- Desidero che tu sia
il mio arrivo ed il mio inizio,
- la mia scoperta e
il mio scoprire, tu sei il mio unico
indizio.
- Amore, gioia, sesso
e dolore prendono significato
- se sei tu ad
impersonarli, ed allora io avrò
trionfato.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Anna
Cardellini
-
-
- Per mare, per cielo,
per terra
-
- Perché non
sei di carta
- ti hanno
deriso,
- perché non
conosci formule
- giocano con la tua
immagine.
- Canti la
vita
- e la
vita
- è
là
- semplice
- e sempre
nuova,
- da
raggiungere.
- Ti vestono di mille
colori
- ma nessuno è
il tuo,
- Renato,
- a giocare il
destino
- per questo i tuoi
occhi
- non
mentono
- e le tue mani si
protendono,
- per questo sei
artista fino in fondo
- e vinci la
paura
- con la
leggerezza,
- il
sorriso.
- Canta
ancora,
- Renato,
- c'è chi ti
ascolta
- in questo
silenzio
- fatto di mille
clamori,
- in questa morte
dell'anima
- che è un
mondo
- divenuto di
carta.
- Canta
ancora,
- c'è chi ti
ascolta
- e come te
va
- mendicante
- per
mare,
- per
cielo,
- per
terra.
-
-
-
-
|
- Antonella
Cavallo
-
- Con te... in
te
-
- Scivolisullamiapelle
- velo di
seta
- che
- copre
- scopre
- sfiora
- eccita e si
sofferma...
- ...lentamente...
- ...inesorabilmente...
- - disorientamento-
-
- volo
leggero
- prepotente
incalzare
- dell'immobilità
- skianto dei
sensi
- fragore
d'amore
- nell'intimo
abbraccio
- dell'appartenenza.
-
-
-
- Rinchiusa
-
- Bestia in
gabbia
- fiuto odori
primordiali
- di prede
irraggiungibili...
- scalpito
- al pulsare
ritmico
- dell'istinto
sedato...
- violento me
stessa:
- brutale e
crudele
- massacro
- la mia
energia
- imbriglio
- tutta la mia
forza
- in un solo
gesto...
- apro la
finestra...
- sorrido.
-
-
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Sania
Chiereghin
-
-
- La mia per la tua
vita
-
- Quando,
- Alla percezione
della prima luce,
- I tuoi occhi
s'apriranno,
- Scoprirai il mondo,
conoscerai la vita.
- Non aver timore,
non aver rancore,
- Se al tuo
fianco
- La mia presenza non
vedrai.
- Presente io
sarò,
- In ogni tuo
sorriso, in ogni tua lacrima.
- Ti
riscalderò il cuore,
- Qualora
- Il gelo ti
paralizzerà.
- Forza e coraggio ti
darò
- Per ogni tua
battaglia, per ogni tua lotta.
- La mia casa
sarà ora
- La tua
anima.
- Vedermi impossibile
ti sarà
- Ma,
- Attraverso la
melodia del tuo cuoricino
- Il mio grido
d'amore tu sentirai.
- Ti prego, non
piangere,
- Ho desiderato, con
tutta la forza vivente dentro me,
- Donarti il mio
unico grande regalo,
- La
Vita.
- Ricorda,
- Peccato tu non
hai.
- Perché,
ora,
- Solo grazie a
te,
- So cosa vuol
dire
- Volare.
- Grazie Angioletto
Mio
- Per
esistere.
- Eternamente
- Dentro
te,
- La tua
Mamma.
-
-
|
- Cinzia
Corneli
-
-
- Se ancora lo
vorrai
-
- È bastato
vederti
- per percepire i
tuoi frammenti
- fondersi dentro
me
- ed
espandersi
- ai confini
dell'infinito
- come alcool
inebriante
- fumo sprigionato in
un bicchiere
- gremito di
distillato di amore per te
- a braccare
cicatrici persistenti
- a colmare deserti
disabitati
- a squarciare
orizzonti dimenticati.
-
- E poi svuotato
all'improvviso
- bevuto di
colpo
- fino all'ultima
goccia
- fino all'ultimo
respiro.
-
- E sarò
ancora ai tuoi piedi ubriaca
- ubriaca come sempre
di te
-
-
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Marco
Costagliola
-
-
-
-
-
- Finalmente un
senso
-
- Oh poeta poeta,
folle poeta...
- sospeso a mezz'aria
tra cielo e terra
- creatura errante
dalla folta chioma
- essere multicolore
costretto al limite del bianco e del nero
- uomo tra gli
uomini, anima tra le anime
- cuore infranto dai
troppi amori difficili.
-
- Oh poeta poeta,
ostinato poeta...
- giullare di corte,
oratore e canterino
- spirito libero
incatenato in prigioni invisibili
- dolcissimo amante
dalle tenere mani
- valoroso
condottiero in nome della giustizia
- ispirazione che mai
verrà offuscata.
-
- Oh poeta poeta,
idealista poeta...
- inventa una favola
e trasformala in realtà
- fatti guidare
dall'istinto e non sbaglierai
- non abbandonare la
fede, sarà il tuo faro nel buio della
notte
- il tuo calore nel
gelo delle lande sperdute
- presto il tuo
vagare avrà finalmente un senso.
-
-
-
-
|
- Pierluigi
Curcio
-
- Solitudine
-
- Una pietra, un
sasso, le mura di quella vecchia
- fortezza,
rappresentano la vita, il sogno, il desiderio ed
il
- ricordo di gente
passata... gente viva.
- Respiro, sento il
sangue scorrere nelle vene,
- sento il dolore
della lotta, la rabbia nella sconfitta...
- l'ebbrezza nella
vittoria.
- Anche ora, in
questa vita, i grattacieli che invadono la
- terra, il semplice
asfalto, macchia oscura di morte,
- rappresentano il
pulsare di un mondo che cambia ma
- che pur sempre
vive.
- Respiro, sento il
sangue sgorgare dalle ferite, il dolore
- per la sua
scomparsa, l'ebbrezza dell'amaro calice.
- Vita, tutto intorno
a me è vita, tutto si muove,
- tutto scorre,
cambia...
- unico punto fermo
resto tra le correnti del mondo e
- questo cos'è
se non morte?
-
-
-
- Il lungo
inverno
-
- Or dunque vidi in
te l'ancella di un tempo
- che ancor scaldava
il bimbo
- al sacro fuoco
nella notte in tempesta, mentre su
- fredde pareti
veniano scagliate ombre di amore e morte
- dalle fiamme del
vecchio alare di pietra.
- Fuori impervia la
procella ed i fiocchi di neve
- si abbattono in su
per le valli,
- fin sul battente
della mia finestra...
- come vorrei poter
sognare ancora.
- I pensieri si
perdono, si torcono
- per tornare sotto
altra forma
- e che bello
rivedere il tuo viso anche solo per
un'ora.
- Un'altra alba
è giunta sotto questo plumbeo cielo
- mentre i fiocchi di
neve bussano impervi alla mia dimora...
- e si
arriverà la notte,
- con il ricordo che
ho di te,
- perché mai
nessuno ti amerà più di
me...
- piccola rosa
d'inverno
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Francesca
De Angelis
-
-
- Romanzo
-
- Ho
sognato,
- leggendo un
romanzo,
- di vivere
su un'isola,
- io,
adolescente,
- a piedi
nudi sugli scogli.
- La mia
pelle dorata dall'abbronzatura,
- i muscoli
tesi per camminare
- agile,
quasi felina, per i sentieri;
- il vento
marino
- mi
scompigliava i capelli
- neri e
mossi.
- Quell'isola
mi apparteneva,
- ed io a
lei,
- ma dovevo
andarmene al più presto.
- La partenza
non mise dolore.
- Fu
struggimento.
- Che dal
grembo saliva,
- innalzandosi,
- verso
l'urlo che ne uscì.
- La
mèta per me non vi fu.
- Vagabondando,
- andai per
non tornare.
- E non lo
feci.
- Neppure le
mie spoglie,
- esse sono
con me,
- cenere in
acqua.
- Da qui le
ho viste,
- gettate
giù da mani amiche,
- poi, pian
piano, mischiarsi al fiume.
- Sto bene
ora,
- dopo tanto
tempo
- Sogno
ancora...
- di vivere
su un'isola.
-
-
-
-
-
|
-
- Tiziana
De Pace
-
- ('cabra)
-
- Riversaggio
-
- Lego alla vita
frammenti di fragilità
- Sorreggo
l'involucro stringendo.
-
- Punti di sutura
ingabbiano ricordi negli occhi
- Oltre l'onda di
palpebra dorata
- Danzano corpi
antichi
- Relitti inabissati
richiamati alla memoria.
-
- Schegge di navi che
trasportano coscienze
- Toccano le mie rive
interne
- Spingendo
leggere
- Rivoli di acqua
sabbiosa sul volto
- Che
osservo
- Riflesso stanco e
segnato
- Su specchi da luna
park in fiamme.
-
- Il cotone
dell'essenza non mostra strappi
- Solo qualche angolo
spiegato
- Sfruttato da dita
impazienti.
-
- Sussurro a me dei
mondi che possiedo
- Terre infinite di
pensieri inascoltati
- Dei custodi che
intrattengono le ripetute indifferenze
- Perché non
arrivino in fretta a ferirmi.
-
- Denudata del
sottile velo di cinismo adulto
- Il candido riemerge
freccia un po' stinta.
- Offuscando il
visibile
- Nebbia
gentile
- Copre i sentieri
all'orizzonte
-
- Affinché non
vi sia ragionata scelta
- Affinché le
cadute non manchino
- Né la ferma
volontà di
-
- Tentare
- L'ennesimo
rialzo.
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Maria
Patrizia De Rose
-
-
- Padre a te mi
lega
-
- Ricordo le tue
stanche membra nel fango
- il volto scarno
reclinato tra le mani
- profondi sospiri al
ritmo di tango.
- Nel vuoto della
solitudine
- percorrendo il
dolore sfioravi
- rigagnoli
d'incensiosa inquietudine.
- Attraversavi i
viali del tormento,
- penetravi laddove
si annodavano ricordi,
- solcavi pensieri
alti con sentimento.
- Amavi, odiavi con
essenza e passione
- dal buio alla luce
avanzava l'amore,
- attimi trapuntati
al tempo lambivano illusione.
- Ti allontanavi
allora tra le dune esangue
- spaziavi sulle
immense distese vissute
- innanzi al caldo
sole africano sangue
- rosso scorreva
avvolgeva l'aurora
- simbiosi di
emozioni fuse col silenzio
- luminose speranze
vibravano ancora.
- Poi... quel grido
oltre l'ultimo dolore,
- sospensione di
amore annegata nella tempesta
- impetuoso vivere al
battito del cuore.
- Hai vissuto con
sentimento, lampo, tuono,
- tormenta nel
tormento, folgoranti speranze
- e nel vuoto della
morte, la memoria di un suono.
- Ora che sei luce,
padre a te mi lega, scorre con passione
- quel rosso sangue
rosso come il sole
- linfa vitale
germoglio dell'unione
- e... nel silenzio
incenso il mio dolore.
- Attraverso il
mistero oltre l'ultimo tuo respiro
- mi ricongiungo
all'infinito battito del cuore
- Là dove vivi
libero oltre quel tormento
- contento nella
luminosa distesa dell'eterno amore.
-
-
-
-
-
-
|
- Grazia
De Vita
-
-
- ...solo
momenti
-
- Giorni uguali e
lenti
- stentano a
passare
- sono pieni di
calcina bianca
- con l'odore di
pulizia
- pensieri
immacolati
- in una stanza
vuota.
- Sradicare dal
destino
- il freddo
malinconico
- che mi dorme
accanto,
- la paura
svegliandomi
- di vanire col
sogno
- il timore di
violare l'amore
- nell'intento di
viverlo.
- È solo un
gioco
- scomporre
parole
- ancorate alla
mente
- è solo un
gioco il girotondo
- che sconfina nel
tempo.
- opporsi non
serve
- poiché
quando il silenzio mi avvolge
- restituendo ricordi
lontani
- intuisce che sono
disadorna
- e si intrattiene,
facendosi amare.
- Un
singhiozzo
- si spegne
nell'aria
- artigli
d'ovatta
- nel cuore che
dorme
- il tuo viso di
nuvola
- è il
riflesso distante.
- Momenti, solo
momenti.
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Pietro
Filocamo
-
-
- Oltre il
silenzio
-
- E noi
- tranquilli
- ad
osservare
- un tramonto
morire.
-
- Pezzi di
cristallo
- certi di non
cadere,
- ombre
trasparenti,
- ingenue
speranze.
-
- Disincantati e
stanchi
- cercheremo
l'alba
- fino a che si
lascerà trovare,
- per poi inseguire
il nulla.
-
- ...e su quest'idea
di trascinar mi nutro,
- io che non sono mai
stato così trafitto:
-
- Un pugnale
affondato
- nel vuoto del mio
corpo.
-
- Crocifissione
unica.
-
- Sul monte
Calvario
- accanto a Cristo e
ai due predoni
- hanno piantato
un'altra croce,
- la mia:
- Pilato, anch'io
sono innocente!
-
-
-
-
|
- Francesco
Forastiere
-
-
-
- Uomo
-
- ...la voce della
coscienza ha smarrito il sentiero del proprio
candòre...
- ...le corde vocali
dell'anima si sono spezzate...
- ...sotto i colpi di
quel mostro che vive nella palude delle nostre
paure...
- ...dei nostri occhi
di vetro che taglian l'asfalto dei nostri
pensieri...
- ...come la speranza
negata alla orchidee che aspettano quell'unica
luce...
- ...come il cammino
del figlio dell'uomo...
- ...che va verso il
baratro delle proprie angosce...
- ...come il bambino
che seppellisce il seme inquieto della
violenza...
- ...per
raccogliere... domani...
- ...il frutto
dell'olocausto...
- ...come il sangue
che scorre...
- ...vivissimo...
- ...sulla
pelle...
- ...spaccata da
lacrime di grida...
- ...di
stupri...
- ...di corrosiva
saliva della lingua del disprezzo e del colore
emarginato...
-
- ...il mio canto non
odo...
- ...il mio sguardo
non vedo...
- ...il mio passo non
seguo...
- ...il mio sogno non
ricordo...
- ...il mio cuore non
sento...
- ...dov'è
l'uomo?
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Vladimiro
Furlan
-
-
- Siamo
nuvole
-
- Se apro la porta
del mio cuore posso vederti,
- che desolazione
quando non riesco a scovarti,
-
- la corteccia della
notte mi penetra le carni
- scricchiolano le
ossa del tempio e i dintorni,
-
- via tu, non
rimangono che vuote tele di ragni,
- artigli di ghiaccio
dilaniano il nido dei sogni,
-
- il sangue ha radici
di sasso, di pietra è il ramo,
- le foglie dei
pensieri, a cascata, precipitano:
-
- ma, puntualmente,
lumaca senza fretta d'arrivare,
- il giorno col
profilo supremo finalmente appare.
-
- Quando il tuo
sguardo radioso s'effonde,
- tutto il mondo a me
d'intorno risplende,
-
- riempi di te tutti
gli spazi, sciogli il gelo,
- sei padrona
dell'umore mutevole del cielo,
-
- davanti al tuo
fascino gli angeli s'inginocchiano,
- gli specchi della
mia casa soltanto te invocano:
-
- fiore nell'istante
di momentanea, assoluta perfezione,
- andiamo incontro,
insieme, alla nostra vera dimensione:
-
- la terra ci
osserva, è testimone delle nostre
parole,
- consoliamoci a
quest'unico sole: non siamo che nuvole.
-
-
-
-
-
-
|
-
- Luca
Gabrielli
-
-
- Vita
d'inchiostro
-
- Senza
amore,
- ciò che gira
intorno
- assume un
tono
- di grigio
profondo.
- Ma amore più
non voglio,
- si è
rischiarito il mio orgoglio
- e amore più
non voglio.
- Pur guardando il
delirio
- d'un'anima che
brucia
- e bruca
sentimento
- resto
- nell'amaro
pentimento,
- dormo
- su allori di
smarrimento,
- e
rinnego
- vanità di
Valentino,
- vi
ignoro
- involontà di
bambino.
- Ammiro la
pioggia,
- dono a lei
l'amore
- e ad un
airone
- sull'erba
planante
- nel verde
traslucido d'inverno.
- T'ignoro anima che
mi sfiori
- con sguardo d'amata
attrazione,
- il tuo sogno
infrango
- già prima
del Morfeo
- già prima
d'un sospiro.
- Io, vita
d'inchiostro,
- sentimento
sbiadito,
- amore ti
schivo
- tesoro di te non
faccio,
- non
voglio.
- A te più non
m'inchino.
-
-
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Antonella
Guidi
-
-
- Sguardo al
silenzio
-
- Voglio
guardare
- guardare
avanti
- vedere il
sole
- che
scompare
- verso le colline
blu;
- ora che mi sento
come goccia
- in un mare in
tempesta.
- Voglio guardare
avanti
- che il cuore sia
libero
- dalla paura, dal
rancore
- e
risentimento
- ora che le
emozioni...
- sono
vortici
- mulinelli di secche
foglie
- portate dal
vento
- di un freddo
autunno.
- Vorrei
guardare...
- il silenzio davanti
a me
- in antiche strade
di campagna.
-
-
-
-
-
-
|
-
- Maria
Celina Ibba
-
- Hiroshima
-
- Sei agosto
1945,
- il mattino era
chiaro,
- trafitto
d'azzurro,
- alle otto l'ora
funesta.
- Un bagliore
accecante
- avvolse ogni
cosa
- e un oscuro
sipario
- calò
sull'azzurro.
- Ovunque crepitio
d'incendi,
- Creature
arse
- su dune di
cenere.
- Uomini
urlanti,
- brandelli
vaganti
- di pelle e di
stracci
- lacrimando
andavano,
- verso l'onda
impietosa,
- che già di
rosso trascolorava.
- Scese il
crepuscolo
- su
Hiroshima,
- immolata per la
vita
- di più e
più anime.
-
-
-
- Risveglio
-
- Stille
d'amore
- risvegliano
- aride
zolle
- colorando di
gemme
- un lembo di
terra
- abbandonato,
- mentre nel mio
cuore
- riaccendono
- la
fiammella
- della fede
e
- della
speranza.
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Annamaria
Immesi
-
-
-
-
-
- Il mio
tempo
-
- Azzurri aironi su
un fiume stanco tracciano cerchi di fuoco
- che, rapidi,
l'anima mia raggiungono, circondandola,
- il loro viaggio per
svernare sta per cominciare,
- ed io fuggire con
loro vorrei...
- viaggiare
attraverso i deserti incontaminati del
tempo,
- vedere della
ragione le oasi, dove i pensieri si
dipingono,
- respirare l'aria
dove, esauste, si muovono le magiche ali della
speranza,
- toccare per un
attimo l'isola del sole...
- Acquietarmi...
- Ascoltare invece
dovrei della fede la voce profonda,
- scoprire quando il
mio inverno è cominciato
- e contare ad una ad
una le illusioni
- che, numerose,
hanno abitato con me.
- Le ore, stanche,
figlie del tempo, mi stanno addosso,
- non sembrano voler
andarsene, stasera, e implacabili,
- i loro rintocchi,
distaccano da me volute di fumo,
- piccole nuvole di
attimi vissuti che,
- evaporando,
svaniscono, ma fanno in tempo a farmi
vedere
- della mia vita le
piccole storie...
- Parlano di me...
che sono qui, e sto per dirti ancora
- quanto ti
amo.
-
-
-
-
-
-
|
- Paolo
La Torre
-
-
- Un cane
bastardo
-
- Un campo non
arato,
- ai lati delle
querce;
- un cane in
giro.
- Sono un cane
bastardo,
- un cane
bastardo,
- in cerca di un
osso;
- il mio osso sei
tu.
- Ti
rincorro,
- mi fai
fiaccare,
- fin quando vuoi
tu.
- Lentamente mi
avvicino a te,
- per essere
accarezzato,
- e tornare a
cuccia:
- mentre navighi nei
miei sogni.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Calogero
Lauria
-
-
- Vita
fiorita
-
- Col mio capo
adagiato
- sul tuo grembo
materno
- spio tutti i
segreti
- del tuo gravido
ventre
- movimenti
improvvisi
- come calchi di
gesso
- sono forme
bizzarre
- di una vita
fiorita
- solo pianta che
cresce
- nell'amore
infinito.
-
-
-
- Imperfezioni
-
- Cos'è questo
vento
- che sbatte le
finestre
- che annienta la
vita
- bizzarro e
dispettoso
- lo vedo
sobillare
- la quiete
esistenziale
- una barca in mare
aperto
- sballottata dalle
onde
- un rigagnolo di
sangue
- che arrossa
l'orizzonte.
-
-
-
-
-
-
|
- Sileno
Lavorini
-
-
- Armato di una bandiera
bianca
-
- Uccidere per
rigenerare
- distruggere per
ricostruire
- il potere la
guerra
- il petrolio
l'oro
- le multinazionali i
supermercati
- le autostrade
veloci
- e la vita
corta
- che scorre
inesorabile
- su di
noi...
- Ma io sono solo
armato
- di una bandiera
bianca
- e vorrei
essere
- un uomo
libero
- come Dio mi
promise
- per non
morire
- nei campi di
sterminio
- ma per
morire
- nei campi di
grano!...
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Maria
Luisa Lazzara
-
-
- Il volo dei
pensieri
-
- Né
briglia
- né
filtri
- metto ai
pensieri
-
- così
spiccano il volo
- frasi in
libertà
- volano
oltre
- le ali dei
gabbiani.
-
- Loro non
rinunciano
- e rimangono in
attesa...
-
- Ed ecco la
meraviglia
- dipinta sul
volto
- di chi non
raccoglie
- l'essenza.
-
-
-
- L'uranea pace
dell'oblio
-
- Scelsi l'uranea
pace dell'oblio
- priva di sogni e di
ricordi
- mi allontanai pian
piano dalla saggezza
- veleggiando lungo
le coste
- aguzze della
follia
- dove un vento
inclemente
- mi spinse alla
deriva
- lì, regnava
l'assoluto
- il tutto e il
nulla
- ed io mi
persi
- dentro l'uranea
pace dell'oblio!
-
-
-
-
-
-
|
- Tiziana
Macciò
-
-
- Oh, mio
amore...
- Mia luce
sommersa
- da una
passione
- che
accesa
- e non
consumata
- mi
inabissa
- nel fuoco della
vita!
- Mio
desiderio,
- mia
brama,
- mio
respiro...
- Inebriata
- in
un'orgia
- di platonico
amore
- e primaria
follia
- mi perdo nel
pensiero di te...
- Che mi sei
lontano,
- ma
stranamente,
- più
vicino
- di altro essere
vivente!
-
-
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Tiziano
Marchetti
-
-
- Cerco
-
- Mi alzo ogni giorno
sorridendo alla vista della luce...
- scalpito e respiro
nervosamente
- come un cavallo
alla vista di una vallata erbosa...
- con l'ansia di non
riuscire a percorrerla tutta,
- a mettere le orme
su tutto,
- a respirare tutte
le sensazioni di paglia sbiadita o di esplodenti
fiori...
-
- Sensazioni mi
spaccano lo stomaco o solamente mi
toccano,
- mi sfiorano
dolcemente o forse subdolamente il corpo
- ed ahimè la
mente che lavora a pieno ritmo,
- ritmo che sembra
non essere mai veloce abbastanza...
- ...faticoso, ma mi
fa sentire vivo...
-
- Percorro strade
grandi e piene di gente,
- gente che mi
assorda di niente,
- sentieri di terra
rubati alla natura
- ma non per questo
meno assordanti di vita.
-
- Sono come un cane
al primo od all'ultimo giro del giorno:
-
- CERCO.
-
-
-
|
- Gabriella
Masoni
-
-
- Come un
miraggio
-
- Che
strano...
- Trovare in un
attimo,
- una tale
affinità di movimento,
- di pensiero, di
parole, di respiro.
- Trovare in un
attimo,
- qualcosa di
così simile a te,
- da ritenere quasi
ti appartenga.
- E provare persino,
un tremendo dolore,
- nel vederlo
allontanarsi
- e non saper neppur,
se mai,
- riassaporare tale
emozione, potrai.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Concetta
Massaro
-
-
-
-
- Una sospirata
carezza
-
- È stato
sufficiente il battito d'ali d'un angelo
- consacrato dalla
nascente primavera
- a regalare la gioia
più naturale e sincera.
- Complici sguardo si
cercano al crocevia del cuore
- auspicando semplici
parole d'amore
- e nel ricordo di un
giorno ormai lontano
- si sfiorano
sfuggenti sorrisi
- in angoli sperduti
di paradisi.
- Trepidamente
s'indugia
- accantonando in
fondo ad un cassetto
- un infinito bisogno
d'affetto,
- naufragato
nell'invisibile orgoglio
- che in
quest'autunno, come un albero è
spoglio.
- Il miraggio di una
carezza,
- miracolosa e
adulante, fa sognare
- e d'un fiato
comincia a parlare:
- "È una
ferita che m'angoscia e tuttora duole
- è una ferita
che si è chiusa lasciando fuori luci e
colori.
- Invisibile mano...
sospirata lusinga...
- nelle fredde notti
d'inverno ti ho cercata
- e in frammentati
pensieri ritrovata
- mi compensa l'anima
una sospirata carezza
- gremita di
un'insaziabile dolcezza".
-
-
-
-
-
-
|
-
-
-
-
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Annarita
Migliaccio
-
-
-
-
-
- Anni
perduti
-
- Rughe aride,
scavate,
- che infittiscono la
trama degli anni perduti.
- Piega dopo
piega,
- rughe sofferenti
per strade difficili,
- e altre piacevoli
ad incorniciare le labbra in sorrisi.
- Calli su mani
consumate
- a ricordare il
sudore continuo
- versato negli anni
adolescenti, appena nati,
- per sogni speciali
lasciati a metà.
- Gambe stanche,
logore e sfinite,
- che non sorreggono
più i doveri umani,
- che non vanno
più nei passi decisi della vita.
- Ora gambe corte,
che si dondolano su una sedia,
- al tramonto,
davanti ad una finestra rotta,
- nella solitudine di
un giorno che se ne va
- nei pensieri
assorti della tua mente
- nei ricordi di un
corpo giovane e forte,
- pieno di memoria e
di potenza,
- che vibra ancora
però e che vola aspettando come sempre
l'alba.
-
-
-
-
|
-
- Giada
Mugnaini
-
- Uomini e donne
vestiti a festa
- giocano in segreto
il ruolo delle parti.
- Il sogno è
quello di una nuova vita,
- è il sogno
incessante di una storia che non è
- la nostra, di una
storia inafferrabile,
- di una storia che
non ci appartiene
- e ci
rifugge.
- Il desiderio ci
rende ciechi,
- costruisce maschere
con cui copriamo
- il volto dell'amore
e della speranza.
- La brama con cui
cerchiamo
- di afferrare voli
d'aquilone
- ci divora
lentamente occhi e anima
- traboccanti di
taciute emozioni.
- Questa è la
condanna della nostra umanità,
- è il
fardello con cui ci carichiamo,
- il dolore che nei
nostri occhi ristagna.
- Questa è la
pena che dobbiamo combattere,
- il debole difetto
di una coscienza ormai stanca;
- è la
sorgente di una trama prosciugata,
- che come in un film
scorre via
- lentamente,
fotogrammi di una tortura
- mai passata,
falsità come chicchi
- di pietrisco nella
mente.
- Ma il mio cuore
sussurra parole
- ed apre orizzonti
di mari, acque e fiori.
- Balbetta suoni
incomprensibili,
- che il vento
impetuoso trasforma in dolci litanie.
- Ed è allora
che capisco che il mio mondo
- era ghiaccio
spietato,
- e che il mio sole
scaldandomi piano,
- l'ha distrutto e mi
ha salvato.
- Mi ha salvato dagli
uomini e le donne
- che come in un
grande ballo in maschera
- danzavano intorno a
me, impedendomi di volare e vivere,
- impedendomi di
crescere e di costruire stelle.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Costantina
Mulas
-
-
- Emigrante
-
- Isola di
velo
- selvatico
pero.
- Isola
d'oro
- grano
maturo.
-
- L'impetuoso
vento
- veste l'Isola
d'argento.
- Son tinte
forti
- l'anima e i suoi
colori.
- Preziosa l'Isola di
smeraldo.
-
- Isola di
montagna
- mora
sanguigna.
- Isola di
legami
- eterni
nuraghi.
- Isola di
sole
- avvolta dal
mare.
- Isola di
tradizioni
- avvincenti
sensazioni.
- Isola
nell'Isola.
-
- Isola
lasciata.
- Mai
dimenticata.
-
- 2 1 2
-
-
|
- Marco
Musso
-
- Così è la
vita
-
- Il tuo cuore
permane come sospeso nel tempo.
- L'aria intorno,
pesante e leggera,
- innalza i tuoi
polmoni
- come in una qualche
atmosfera.
- Gote turgide,
rossori e pallori, gola secca e mente
persa
- dipingono
quell'idea in quel vuoto che non vuoi
- in quel silenzio
che non hai
- in quel frammento
della vita
- dove ogni secondo
vive d'infinito.
- Avvolto in una rete
di terrore,
- il pesce in acque
muore.
-
- (08/12/03)
-
-
-
- Cammino verso il
ritorno
-
- La pioggia che cade
dai tetti di sera,
- ha il sapore
d'amaro che ti stringe la gola,
- una lenta agonia
che nasconde i tuoi sogni
- in un pianto
d'automa, in una morsa di vita;
- non la vedi ma
senti una forte pressione
- una fulminea
impressione, una corsa e va via,
- il pensiero e il
ricordo, travolti dall'ira.
- Una rabbia
inconsulta, una cieca follia,
- che ti prende il
cuore, fibrillando darà
- il dolore d'amore,
il dolore e l'inganno
- una seria utopia
che nel volo si spiega,
- che spalanca le ali
per volarsene via...
- La tua mano
annaspando, nell'aria farà,
- una danza convulsa
e la pioggia cadrà,
- evitando il
contatto, la passione e l'impatto
- della vita che va,
non si ferma e non sa,
- quanti volti ha
incontrato, quanti incontrerà,
- d'esperienze di un
uomo che solitario non sa
- fermare il suo
tempo, ridiscendere la china,
- vero un nuovo
orizzonte che per tutti sarà,
- il tuo tempo
passato che non tornerà.
-
- (09/04/03)
-
-
- Il suo indirizzo
email: marco.musso@bluegold.it
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Maria
Giovanna Napoletano
-
-
-
-
-
- Solitudini
-
- E se nel vento
dell'estate
- tutte le forme
potessero
- riconoscersi
- allora questo
attendere
- non sarebbe
vano.
- Potremmo
parlarci,
- tutti,
- solo con lo
sguardo
- e con le
mani
- sfiorare
- timide
espressioni
- di vita che
nasce.
- E quella spiga di
grano
- ancora
verde
- sul
pendio,
- non rischierebbe di
spezzarsi
- col vento della
notte.
- E chi va e chi
viene
- E chi sospira e chi
si guarda
- Riderebbe della sua
esistenza
- Ché quello
che conta
- È
- Essere
- Solo
qui.
- Noi
- Soli
- Qui.
-
-
-
-
-
-
-
-
|
-
- Margherita
Nazzarro Riva
-
-
- Leggerò
l'angoscia dei poeti
-
- Finché
avrò libri da disporre sullo
scaffale
- leggerò
l'angoscia dei Poeti,
- fili dolorosi che
non m'appartengono;
- il cuore si
consola.
- Allora compero con
frenesia
- uno dopo l'altro,
un'infinità
- di libri scritti
dai poeti
- li leggo, li
dispongo sullo scaffale e rido:
- Meno male! Meno
male!
- Il mio dolore a lor
confronto è poca cosa.
- Meno
male!
- Poi, la piega amara
nel sorriso,
- frasi che scorrono
nel computer:
- - Conosci chi le ha
scritte?
- C'è da
spararsi in bocca! -
- (aveva solo idee
minute, era infelice...)
- dico che è
morta, dico, sai d'angoscia.
-
- Uno dopo l'altro
un'infinità di libri in fila
- sottile sofferenza
quotidiana
- non è quella
dei poeti.
- All'universale
angoscia della poesia,
- la mia
mediocrità è solo il
segnalibro.
-
-
-
-
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Cinzia
Nuvoli
-
-
- Occhi di
bimba
-
- Occhi di
bimba
- Bagliori di
luce,
- Innocenti,
candidi occhi scrutavano
- Sbirciavano
dalle piccole finestre
- Di quella
minuscola casetta.
- Nonno!
- L'arte
nelle tue mani,
- l'amore
nelle tue parole
- la tua voce
mi giungeva forte,
- risuonante
cristallina e, mi guidava
- tra quelle
sottili e profumate pareti di
legno.
- Immersa con
te in un verde infinito,
- galleggiante
in un azzurro
- spumeggiante
come onda nel mare,
- leggeri e
felici come due vele bianche,
- la nostra
scia si disperdeva
- libera nel
cielo e, fissava nell'anima
- anche il
più piccolo frammento di vita con
te.
- Strappato
da un violento temporale
- Mi hai
lasciata qui,
- naufrago
dalla vela lacerata
- tra queste
finestre che piangono,
- tra pareti
che trasudano tormento e,
- porte che
si chiudono al dolore.
- Mi hai
lasciata qui,
- In questo
presente di vuote parole,
- in questa
vita quasi un rantolo senza te,
- Mi hai
lasciata qui,
- Occhi di
bimba,
- di tanto
tempo fa
- A sostenere
il ricordo
- Di un amore
infinito,
- Mai
dimenticato.
-
-
-
-
-
-
-
-
|
-
- Daniela
Ori
-
- Odio
-
- Tutto il male del
mondo,
- tutto il male che
hai fatto alle persone che ti stavano
intorno,
- tutti gli inganni,
tutti gli affronti, tutte le menzogne e le
invenzioni,
- tutto.
- Si tramuterà
tutto in una palla di fuoco incandescente,
- come un
meteorite,
- con il fragore di
un tuono, con la rapidità di un
lampo,
- tutto si
scaglierà contro di te e ti
travolgerà,
- tutto in un
colpo,
- riducendo a pezzi
quell'inutile tua vita così sprecata nella
melma,
- sparpagliando in
brandelli lacerati membra di chi non è degno di
chiamarsi Uomo,
- affronto a Dio e
alla Sua creazione.
- Dal
fango,
- nel
fango,
- senza lasciare
lacrime, perché lacrime non ci
saranno,
- per
nessuno,
- di
nessuno.
- Dio, o chi per
lui
- farà
Giustizia,
- di chi se
n'è infischiato di ogni logica,
- di ogni sentire, di
ogni morale, di tutto,
- per
tutto,
- per
niente.
- Ora è odio,
sì, odio profondo,
- senza
perdono,
- senza
ritegno,
- senza
ritorno.
-
-
-
-
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Francesca
Papp
-
-
-
-
- Via delle
Carra
-
- Con la musica
assume, questa vita,
- fascino discreto.
Gusto.
- Cambi il volto,
tirato, dormiente,
- in ritardo o
ansioso di cadermi.
- La camera accanto.
Riposa.
- Lei, la piccola,
dorme.
- Nella sua piccola
casa azzurra.
- Arancio il
corridoio che lega
- tutte le stanze.
Torno alla mia. Il cielo aperto
- al ghiaccio del
mattino, viola
- pansé o
grigio sui tetti; ricordi, facevamo le
sei?
- Ora mi devo
voltare. Per dirti
- il mio scontento ti
do le spalle o mi tolgo gli occhiali.
- Tu ridi. E,
impazzito, mi baci.
- Tu esisti. Nella
vecchiaia
- mi compari vestito
da Charlot
- per farmi ridere. O
da clown.
- Ti scrivo dei
nostri giorni,
- del rosso del
ciliegio, del pelo del barbagianni.
- Del rosa bambino
delle tamerici.
- Dell'odore di erba
tagliata, dai monti.
- Sei contratto, sul
letto; guarda che ti vedo...
- con i tuoi muscoli
gonfi. Le braccia incrociate, dietro la
testa,
- per pararti dalla
luce; la serranda è rotta!
- Mi fai cascare lo
scialle.
-
-
-
-
|
- Pietro
Passanante
-
-
- Plexiglas
-
- Mangiano e
masticano alla vigilia
- Dei
giorni
- Che
- Li
ingurgitano...
- ... ma i
passi si persero nei
- propri
colori
- di
goderecce parole
- ed
- ebbero cura
nel
- sentirsi
- a
casa!
- Come
può il
- Suono
- Nutrire la
voce d'un
- Nome...
- Come
possono i
- Nomi
- Nutrirsi
della propria
- Voce,
- ora che la
parola sputa
- la
sua
- saliva
- e
- L'eremita
- Ha perso la
propria
- Barba...
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Rosamaria
Pavan
-
-
- Profumo di
te
-
- Odorano di spezie
le stanze
-
- Vedo bambini
d'avorio
- portare ricchi
doni
- alle madri
stanche
-
- E sento di
lontano
- il richiamo dei
mercanti di perle...
-
- Ho sognato
l'Oriente.
-
-
-
- Acquerello
-
- Sotto la
maschera
- si rincorrono
frammenti di tempo
-
- in cerca di una
cornice
- in cui potersi
posare
- a formare
un'immagine,
-
- ma sotto la
maschera
- non c'è che
un'altra maschera.
-
-
-
- A Emily
D.
-
- Portatemi il
Nulla
- lo avvolgerò
in funi dorate
- e lo farò
mio prigioniero.
-
-
-
-
-
-
-
|
- Roberto
Perfetto
-
-
-
-
- Eigentlich*
-
- Si possono
ascoltare,
- contemplare come
opere d'arte,
- avvolte in un caldo
"sbuffo" dell'anima,
- gemere
- di
piacere...
- Roteanti e sospinte
dal sensuale,
- veemente,
impulso... dimenticato...
- "Assoli"
vertiginosi,
- come "gocce di
luce",
- 'rigurgiti'
partoriti da identità inamidate,
- svestite e sepolte
da tempo,
- nell'inautentico
"limbo" artefatto...
- Più
eloquenti di un meraviglioso,
- chimerico,
sogno;
- irrompono e poi
svaniscono,
- come cristalline
lacrime
- dalle sfumature
simili a
- succose e cariche
note,
- pizzicate e
spolverate di
- malinconico
jazz;
- patinate,
- selvaggiamente e
scandalosamente
- reali,
- irriverenti,
- nostre,
- inestimabili,
- "esplosioni
d'Intimità",
- nell'oscurità
e
- nell'euforia della
luce...
-
- *Autentico
-
-
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Iolanda
Pettinaro
Polvere
Mani
di polvere coprono il viso
di
cittadini sepolti, Pompei.
Peso
di polvere piove improvviso,
ritorno
polvere, polvere sei.
Cataclismatica
polvere eterna
calpesto
ancor tra il basalto rovente,
impongo
impronta incosciente e moderna
sull'ombra
di un solar passo mercante.
Antica
polvere ci riunirà,
fuggiasco
pompeiano soffocato:
ora
attraverso intatta la tua
città,
poi
il tempo si cancella in un solcato.
Sbuffante
venticello solitario
mi
soffia polvere dentro i capelli,
così
il Vesuvio, d'indole precario,
coprì
con nera polvere le pelli.
Cammino
lentamente tra le mura,
volgendo
nel passato il mio pensiero,
facendo
mia l'ormai morta cultura
e
tocco e guardo e niente ormai è più
vero.
Dorata
e saggia pietra polverosa
carezzo,
brama di dita ansimanti,
follia
immedesimante ed affannosa,
spariscon
tutt'intorno i passanti.
Schiacciante
antico fascino imperiale
e
sorprendente umana attualità
investe
il mio sensibil viscerale
e
lega ciò che fu e ciò che
sarà.
|
- Elena
Piccolo
Fuori dalla
scena
Tenue
dolcezza della sera
vorrei
che tu amassi
ogni
lacrima del clown
che a
te torna
strappate
via le vesti
dello
spettacolo
(ma
ancora la gente applaude)
libero
da occhi vitrei
bagnati
da vuoto inganno.
Vorrei
che tu lo cullassi
odoranti
note che il silenzio
intona
e lo guardassi
senza
la sua maschera
e
senza i suoi vestiti
per
poi conservarne il
perenne,
doloroso segreto.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Franco
Porrera
-
-
- 11 luglio
1995
-
- Mi
odierai,
- questo lo
so.
- Mi
odierai,
- con tutte le tue
forze.
- Mi
odierai,
- perché non
ti ho saputo amare.
- Diventerò
- un ricordo da
cancellare
- un'erba
maligna
- da
estirpare
- dal tuo
giardino.
- Mi
odierai,
- già lo sento
dentro me
- l'odio che mi
serbi
- ma ti
combatterò
- come uno
scorpione
- inferocito.
- Cercherò di
ferirti
- ancora
- di affondare la
lama
- nel tuo
cuore
- finché
esangue
- non batterà
più.
- Solo
allora
- ti
permetterò di odiarmi
- tanto quanto ho
fatto io
- per
paura
- d'amarti.
-
-
-
-
-
|
- Elisa
Ramazzina
-
-
- Sublime
musica
-
- Sublime
musica
- che inebri
i nostri cuori
- di magici
profumi,
- a te che
parli
- di
ricordi
- di
gioie
- ed
amarezze,
- a te che
accompagni
- i sogni
dell'uomo,
- dedico
parole
- che la
mente
- esala fino
al cuore.
- Nostalgica
musica,
- tu che sei
dentro
- sopra e
sotto di noi
- rapisci i
nostri dolori
- e
trascinali con te
- negli
accordi della vita.
- A te
affidiamo
- i
più profondi pensieri.
- A te
chiediamo
- di
sollevarci
- tra le
altezze
- del tuo
regno
- e tra una
nota e l'altra
- cullaci nel
grembo
- della tua
anima.
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Cristiano
Ravasi
-
-
- Stringi da
solo
- La forza di ogni
granello di sabbia
- Che il Levantino
scupisce e
- Sparpaglia
- Venere
attende.
-
- Dipano nel
fiore
- Ciò che la
pianta nel vento mi
- Dice: "così
non si vive, si muore!"
- E la voce
sfinisce
- Nel canto
uniforme
- Della grossa
marmaglia.
-
- Ecco che livida
arriva la morsa
- Impenetrabile
affranta;
- l'Afflizione
accompiglia
- Le cose a cui
tieni.
-
- Ma allora morire
non vuoi
- E più
l'occhio alla notte non freni.
-
-
-
-
-
|
- Fabio
Riccardi
-
-
- La nostra
forza
-
- (a
Piera)
-
- Un pomeriggio di
sole
- nel quale
piangere
- per aver
perso
- una parte di
te,
- che ti ha
cresciuta,
- scomparsa nel
tempo.
-
- L'altalena
- riflessa sul tuo
volto
- dondola
ancora
- e per
sempre.
-
- L'anima
- di tua
nonna
- che dalle nostre
lacrime
- è ascesa
all'eternità
- vive in quella
altalena
- e ancora la
spinge
- verso i tuoi vitali
pensieri,
- che io
- amerò
proteggere.
-
- Mi
sento
- importante
- e
commosso.
-
- Sarò
nobile
- quanto
- le nostre
lacrime.
-
-
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Michela
Salice
-
-
- Opera 8a
classificata
-
- Sentimi
-
- Come
battito di ali
- Che si leva
dal nido
- Sentimi
- Viva
rondine che migra
- Frastuono
di petali schiusi
- Sentimi
- Fluire
azzurra
- È il
mare che ci divide
- Contatto
denso tra i nostri cuori
- Lontani
fratelli uguali
- Sentimi
- Pulsare
nelle tempie
- Risalire le
tue vene
- Arrivare
fino al centro
- Del tuo
amore
- Sentimi
- Ossessione
sulla pelle
- Come il
sole che brucia d'estate
- E acqua
salata da baciare
- Sentimi
- Come un
laccio che stringe
- Come dubbio
che ti assale
- Come voglia
di tornare
- Sentimi
- Come il
swing di una vecchia canzone
- In una
notte di giugno gonfia
- Di mille
parole ancora da dire.
-
-
-
|
- Maurizio
Santopietro
-
-
- Velluto di
nuvole cupe
- Squarcio di
lume
-
- Riflesso
molle
- Batte e
ribatte
- Sul
mallo
-
- Ma non
scava
- La
scorza
- Del
nocciolo di cuore
-
- Ma
dentro
- Mura di
tufo
- Il pulsare
ritmico delle vene
-
- Suono di
campane lontane
- Duole
-
- Fra nuvole
sparse
- e gocce di
sole
-
- 2 1
2
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Antonio
Scardicchio
-
-
- Fontana di
Trevi
-
- Quella sera
sarebbe diventata magica
- e chi per
caso passante
- involontariamente
protagonista.
-
- Il rumore
dell'acqua sempre vivace
- era ancor
più fragoroso e intenso
- quasi a
inorgoglir chi lì sotto
simulando
- si bagnava
veramente.
-
- Un corpo
voluttuoso dalla luminescente
chioma
- s'agitava
riflettendo su quei marmi
- che
scolpiti a modo
- con aria
tronfia e imperturbabile
- sembravan
scrutar le sinuose posture.
-
- Inzuppato
quel busto pareva ancor più
statuario
- esaltando
le procaci forme, ardite e pure allo stesso
tempo
- come una
dea che aveva trovato il suo
trastullo.
-
- Di
lì a poco una figura ammutolita e
attonita
- accogliendo
l'invito... come here... della Venere
danzante
- le va
dinanzi, e con aria bramosa e fare
maschio
- le sussurra
al lobo ed inizia ad assecondare
- le sue
dolci movenze.
-
- Che scena
mozzafiato...
- il tutto
diretto da un sornione ed impietrito re
Nettuno.
-
- Ma proprio
quando l'idillio sembra compiuto
- una voce
metallica disturba quella strana e surreale
atmosfera
- ...
Marcello ... Anita
- ciak ... si
gira.
-
-
-
|
- Loretta
Sebastianelli
-
-
- Risorgere dalla
cenere
-
- Odore marcato e
pesante di stanza chiusa,
- occhi provati
impregnati di dolore,
- mi strascino per la
stanza,
- annullo qualsiasi
forma di colore.
- Pugni chiusi,
disperazione ottusa.
-
- Tempo
scandito
- Corpo
morente
- Cuore
tremante
- Dolore
assopito...
-
- Ancora rabbia e
disperazione nera
- fino a morirne in
silenzio, qui,
- sotto gli occhi
bendati di tutti, stasera;
- fino a risorgere
dalla cenere
- spazzando via
l'indifferenza greve...
-
- ... io da
sola!
-
- Odore di vita sulla
mia pelle,
- sento la forza che
muove potenza, che scuote le stelle.
- Mi muovo sul mondo,
sulle strade sporche di verità;
- da lontano arriva e
sembra profumo di novità.
-
- Forza che stridi e
che trascini,
- prendimi, scuotimi,
svuotami,
- invadimi, e
pervadimi; amami
- e fino alla morte,
salvami;
-
- ... tu (la mia
forza) ed io, vicine!
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Giovanni
Teresi
-
- Fragilità
-
- Cosa può
offrire un'immagine riflessa
- da un sottile
vulnerabile specchio?
- L'aulica bellezza,
l'irreale verso
- del tempo appena
trascorso.
- Ombre, luci, colori
trasposti,
- copiati... o forse
mai esistiti.
- Il volto della
verità è nello sfuggente
sguardo,
- negli angoli di un
sorriso,
- nel sudore
dell'emozione.
- Fragilità!...
fragilità dell'attimo fugace,
- irripetibile,
ingannevole parte dell'essere.
- Passa in silenzio
nella vitrea apparenza
- l'anima segnata
nell'alone d'un respiro.
-
-
-
-
|
- Terranova
Giuseppina
-
-
- Una vita non
basta
-
- Ho percorso la
strada della conoscenza,
- impudente e
spietata ho strappato la pietosa tela
- e giù dal
crinale ho spinto i macigni
- che contenevano il
mio spirito.
- Magma bollente ha
lavato la mia ferita aperta
- sprigionando fiori
di fuoco e bagliori
- che accecano la
ragione.
- L'angolo buio
è stato illuminato,
- forze indomabili
hanno agitato il sonno del giusto,
- moti primordiali
hanno sconvolto una indifesa virtù.
- Ho chiuso gli occhi
per vedere
- la selvaggia
distruzione di una civile realtà,
- ogni muscolo del
corpo ho inarcato,
- pronta a scoccare
frecce letali.
- A pugni stretti
sono stata pervasa
- dall'ineffabile
potere della conoscenza.
- Mille soglie posso
varcare, mille emozioni posso provare,
- tutto lo spettro
del conoscibile posso esplorare...
- Ho dentro perle da
coltivare e sassi da infrangere
- contro cuori di
vetro.
- Nel tempo di un
attimo posso lacerare la notte
- e scuotere la
terra,
- fulmine terribile
posso imperversare sulle rovine
- e poi, conchiglia
vuota, lasciarmi trascinare
- da mille tempeste
di mare...
- Ma il tempo di un
attimo è lo spazio di una vita,
- un contenitore che
non contiene,
- una bottiglia dove
non entra il mare...
- Una vita sola
è poca cosa, solo una vita da spendere
bene,
- scia profumata di
rosa e viole...
- Mille vite vorrei
per dissetare mille labbra riarse dal
sole,
- una sola, l'ultima,
per bere
- un sorso inebriante
di veleno letale.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Stefano
Tonelli
-
-
- Primo Maggio
1981
-
- In questa
casa,
- or son vent'anni e
oltre,
- urla e grida
risuonarono feroci
- e coagularono nel
mio cuore
- un cupo lago di
terrore.
-
- Quelle acque oscure
sommersero
- il mio mite
fanciullo.
- Presto il lago
divenne
- oscuro mare senza
fine
- che affogò i
giochi lieti e i sonni sereni,
- ma sparse ben
vivi
- ansia di domestiche
guerre,
- spessi timori e
angosciose veglie notturne.
-
- Dopo tanti anni,
ancora oggi,
- il sordo rumore di
quel mare
- tutto rivive in
me.
- E quel bambino mi
parla
- di quella prima
sera di maggio
- e di quei terribili
gridi
- che coprirono per
sempre
- con dense e morte
acque,
- le dolci cure
infantili.
-
- (Primo Maggio
2004)
-
|
- Giorgina
Vidoni
-
-
- Sofferenza
-
- Un
fiume
- d'acque
impetuose
- è la
sofferenza
- che tutto
invade
- tutto
distrugge.
- Iniqua
- si
insinua
- nei meandri della
vita
- a cui,
beffarda,
- sorride la
morte.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Antonio
Zocchi
-
-
- Se Dio non vuole
11/05/2004
-
- Non
comprendo,
- e mai vorrò
arrendermi
- alla facile
illusione
- che tu
uomo
- sei più
forte e padrone
- dell'altrui
vita,
- che ti porta a
detestarla;
- a volte ti arroghi
il diritto
- di decidere sul tuo
simile.
- Per ira o per finto
amore,
- l'illusione sta
nella tua superbia,
- sollevi ed alzerai
sempre
- la mano contro il
tuo prossimo,
- come Caino verso
Abele
- perché non
sopportava la sua mitezza.
- Non
comprendi,
- ma la tua vita
respira solo nel tuo cuore,
- e quella di nessun
altro
- è talmente
forte da essere tua.
- Io so che nemmeno
la mia esistenza
- è in mio
possesso, e so anche
- di non essere in
grado
- di respirare se Dio
non vuole.
- Hai mai provato,
Uomo,
- a ridare la vita ad
un essere morto?
-
-
-
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Se
non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla
direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi
al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
numero 0298233100 oppure
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|
-
-
RISULTATI
DEI CONCORSI
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mesi)
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CLUB
E-Mail: concorsi@club.it
-
- Agg.
10-11-2005
|