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Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del premio letterario
G. L. Byron - Città di Terni
2005
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Sommario
- Introduzioni di
Giuseppe Boccolini di Annarita Boccolini di Domenico
Cialfi - Albo d'Oro dell'edizione 2005 -
Gilda
Mele -
Domenico Luiso - Ugo De Francesco - Daniele Rossi - Mara
Abbondi - Massimo Agnolet - Raffaella
Alladio -
Claudio Ardemagni - Maria
Ebe Argenti
- Gabriella Atanasi - Elena Auddino - Alda Belletich -
Leonardo Benivegna - Francesco Bergamasco - Nicoletta
Berliri - Maria Giovanna Bianchi - Luca
Biribanti -
Vincenzo Bolia - Mario Borghi - Simonetta Bottinelli -
Oriene
Bratti -
Maria Rita Brustolin - Rita Califano - Franco
Callegaro - Luciano Cammaroto - Celestino Casalini -
Adua Casotti - Bruna Cerro - Pîera
Maria Chessa
- Alma
Chiment -
Patrizia Cignarelli - Marialuisa
Contarin -
Renzo Corona - Margherita Costanzini - Gaetano Cugno -
Vincenzo D'Alise - Aurora De Luca - Francesca
de' Manzoni
- Elisabetta De Rocco - Clara Demarchi - Angela
Dibuono - Sara Dinaro - Diego Fantin - Rossella
Ferorelli - Francesco Ferrari - Emilia Fragomeni -
Nadia
Frascheri -
Domenico Giuseppe Friolo - Franco
Frittella -
Maurizio Fusco - Giulio
Gasperini -
Laura
Gasperini -
Giancarlo Genovese - Edda Ghilardi Vincenti - Alessia
Ghisi Migliari - Giulia Maria Giardini - Virginia
Grassi - Giacomo
Guglielmelli
- Giuseppe
Guidolin -
Gianni Iacobitti - Pietro
Imbrogno -
Andrea
Ingemi -
Giovanna Lazzara - Mario Longhi - Claudia
Luzi -
Laura
Macchia Canesi -
Maria
Teresa Malacarne
- Mauro Marchesotti - Barbara Martiri -
Giuseppe
Mascia -
Emanuele Mazzoni - Lidia
Mileto -
Mimsy Colli - Simona Carmen Mirandola - Francesca
Moretti - Roberto Morpurgo - Luigi Mussio - Mario
Napolitano - Luigi Nosenzo - Mario
Nurchis -
Giovanna Oro - Chiara Ortolani - Lea Pacciardi -
Valeria Palmieri - Gabriele Panfili - Paolo
Panzeri -
Matteo Papini - Simona Perini - Elio Picardi - Maria
Teresa Piccardo - Rossella
Pompeo -
Cristiano Ravasi - Marinella Reale - Edoardo Recchi -
Paolo Rendini - Paola
Roela -
Dario
Roman -
Lorenzo Romoli - Attilio
Rossi -
Lorenzo Rutolo - Maria
Rosaria Salito
- Anna
Salvati -
Adriano Scandalitta - Rosa Speranza - Filomena
Stanziale - Elisabetta Stentella -
- Carla Tedde -
Stefano
Tonelli -
Suor
Maria Franca Tonini -
Serena
Trentin -
Simona Maria Grazia Trevisani - Roberto Tummarello-
Claudia E. Turco - Francesco Turolla -
Amelia
Valentini -
Liliana Valentini - Paola Valle - Pietro Valle -
Giovanna Varnero - Luciana
Vasile -
Gian
Claudio Vassarotto
- Emanuela Venier - Claudia
Vetrò
- Paolo Villa - Antonio Visconte - Stefano Vitale -
Leonardo Vitto - Chiara
Vuillermoz -
Martina Zanin - Mariateresa Zara - Vincenzo Zazzaro -
Maurizio
Zicche
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Antologia del Premio
G. L. Byron - Città di Terni 2005 formato
14x20,5 - pagg. 146 - Euro 18,00 - ISBN
88-6037-098-1
Risultati
del Premio G. L. Byron - Città di Terni
2005
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Come
avere l'antologia
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Introduzione
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- In copertina una
elaborazione grafica con l'immagine di Lord George
Gordon Byron (1788-1824)
-
- Il poeta inglese
visse a lungo in Italia, dove scrisse alcuni dei suoi
capolavori. In Childe Harold, Londra 1918,
esaltò le belllezze del nostro paese ed il
poema fu una sorta di guida del Bel Paese in versi,
che viaggiatrici e viaggiatori inglesi amavano
declamare davanti ai monumenti ed ai paesaggi italiani
cantati dal poeta.
- Byron passò
dall'Umbria diretto a Roma nell'aprile del 1818, ma vi
tornò più volte.
- Da Roma, ad
esempio, per ben due volte tornò a cavallo a
Terni per rivedere la cascata "che batte ogni cosa"
come scrisse all'amico Moore ed alla quale
dedicò i versi più ispirati di questa
parte del suo viaggio: "...e sale in spuma verso il
cielo, per ricadere in incessante
scroscio...".
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Introduzione
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- Alla sua III
Edizione il Premio Nazionale di Poesia "G.L. Byron" -
Città di Terni 2005, nel quadro della
tradizionale "Festa delle Acque", ha avuto la sua
conclusione il 3 luglio nel suggestivo scenario che
dalla cittadina di Torre Orsina si offre al
visitatore, dominando dall'alto la Valnerina e la
cascata delle Marmore.
-
- L'Assessorato al
Turismo del Comune di Terni, con impegno e passione,
ha partecipato e sostenuto l'iniziativa nella profonda
convinzione che la cultura e il significato simbolico
della poesia sia il miglior veicolo per far conoscere
un territorio ricco di storia, ma anche aperto alla
contemporaneità di uomini e donne che sentono e
vivono il loro presente.
-
- Nell'opera di
ricostruzione ed adattamento alla modernità,
portato avanti dalle amministrazioni negli ultimi
decenni, si è cercato di tener conto delle
esigenze dei cittadini residenti ed ospiti con la
conseguente riqualificazione di aree, non solo in
ambito strettamente cittadino, ma anche in zone
più periferiche, con l'accortezza di
valorizzare, in un difficile equilibrio, bellezze
naturali e interventi umani, con uno sguardo attento a
quella rete di insediamenti umani, anche piccoli, che
sono, però, l'anima e la ricchezza del nostro
territorio.
-
- Una città
moderna deve saper parlare i linguaggi della propria
storia e deve, insieme, offrire se stessa alle
prospettive del domani.
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- La nostra
città ed il nostro territorio si pongono in
quest'ottica, anche se molto resta da
fare.
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- Giuseppe
Boccolini
-
- Assessore
al Turismo del Comune di
Terni
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Introduzione
Alle origini della
nostra storia, enigma, poesia e metafora erano
profondamente intrecciate, Aristotele ben lo sapeva.
La più alta delle metafore poetiche e il
più meccanico degli enigmi hanno in comune il
fatto che le parole possono dire di più di quel
che sembrano dire.
-
- Tra gioco di
parole, lapsus, sogno, invenzione corrono legami
sottili.
-
- I bambini adoperano
il gioco per testimoniare la loro realtà. Gli
adulti non possono che rifugiarsi nella poesia e
nell'espressione artistica, l'unico "gioco"
socialmente accettato.
- In questa terza
edizione del Premio Nazionale di Poesia "G. L. Byron -
Città di Terni 2005, i partecipanti ci hanno
consegnato componimenti poetici ricchi di invenzioni,
emozioni, immagini che testimoniano di un rapporto
intenso con la parola capace di svelare e
contemporaneamente velare la realtà in un gioco
"serio" di nascondimenti e disvelamenti e lasciare
affiorare punti di vista nuovi ed
inusitati.
-
- Quello che ha
differenziato questo premio dai precedenti è
senz'altro la maturità e la consapevolezza
dell'uso creativo della parola, capace di realizzare,
nella gratuità più assoluta, un
coinvolgimento sentito e sincero che ha fatto sentire
un po' tutti più liberi ed umani.
-
- Del resto è
proprio del poeta e dell'artista "vedere prima e
più in profonda".
- Un ringraziamento
va a tutte le istituzioni e a tutti coloro che hanno
reso possibile e sostenuto questa iniziativa e, giunti
ormai alla terza edizione del premio, un
ringraziamento particolare sento di rivolgere a Enrico
Bini, Presidente della VI Circoscrizione Valnerina,
che rese possibile la prima edizione è che non
ha mai fatto mancare preziosi suggerimenti e
incitamenti all'impegno realizzativo.
-
- Un augurio, infine,
mi sento di indirizzare a voi e a noi tutti: che tali
momenti possano ripetersi e durare nel tempo
perché accanto alla scienza ed alla tecnica il
nostro mondo sia ancora capace di ascoltare e produrre
poesia.
-
- Annarita
Boccolini
-
- Presidentessa
Associazione "2
colli"
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Albo d'oro
della III Edizione del Premio Nazionale di
Poesia
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"George
Lord Byron" Città di Terni
2005
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- (dal discorso che
ha preceduto la premiazione)
-
- Innanzitutto un
bravo a tutti i partecipanti e... grazie!... Abbiamo
letto, sforzandoci di entrare in sintonia e capire, e
assai spesso gustato buone sonorità, belle
scelte di parole sia come significanti che come
significati... Grazie!
-
- Grazie,
perché già conoscete "L'amore profondo
che collega le cose distanti... ed ostili", già
avete dimostrato di avere "rispetto della parola" e
non la sprecate, perché siete oltre lo
spontaneismo puro e semplice. Già avete
varcato, insomma, quella soglia che, rifacendosi ad un
"romanticismo" mal digerito, pretende di fare poesia
di... colpo, senza ripensamenti, senza filtri, senza
una benché minima distillazione della parola,
pensando che la poesia possa sgorgare per semplice
atto spontaneo, invece essa è intuizione e
intelligenza insieme... rivelandosi, per altro, come
una sorta di apertura verso l'indicibile, cui
aspiriamo in quanto uomini, senza mai, forse,
possederlo.
-
- Talvolta le parole
ci hanno coinvolto, tal'altra ci hanno creato un vero
e proprio rovello, volevamo vedere, intuire
sensibilmente qualcosa di più fisico,
attribuirle, insomma, ad un volto, a degli occhi, ad
un'esperienza vivente, ad una persona, ma...
tant'è! Cercavamo l'impossibile, invece... solo
parole disincarnate.
-
- Questa è la
condizione di un componimento di giuria in un premio
di poesia.
-
- Speriamo di non
esserci ingannati e di non aver ingannato... ed ora,
leviamo un inno alla "santità" della parola
poetica e terminiamo qui, con l'attribuzione dei premi
e la lettura delle poesie vincitrici da parte degli
autori.
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- Domenico
Cialfi
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Albo d'oro
della III Edizione del Premio Nazionale di
Poesia
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"George
Lord Byron" Città di Terni
2005
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- Opera 1a
classificata: "I giardini dell'anima" di Gilda Mele,
Foggia. Ha vinto Euro 700,00 - Attestato di merito -
pubblicazione della Poesia sulla rivista Il Club degli
autori e su internet www.club.it
- Questa la
motivazione della Giuria: "Belle immagini di tocco
simbolista si rincorrono drammaticamente nel
componimento, in sé dissonante, volutamente
dissonante, per preparare la chiusura distesa, quasi
piana... come in un approdo dopo la
tempesta.
- Consumata perizia
aforismatica nel dominare serrate metamorfosi,
esperienze e condizioni limite e loquaci immagini
simboliche.
- Il tutto senza
smarrirsi, ma generando un senso di spaesamento e...
di echi profondi".
-
- Premio Speciale per
la migliore Poesia avente a tema "L'Acqua"
"Navigatori" di Daniele Rossi, Sant'Arcangelo di
Romagna (RM).
- Ha vinto Euro
350,00 - Attestato di merito - pubblicazione della
Poesia sulla rivista Il Club degli autori e su
internet www.club.it
- Questa la
motivazione della Giuria: "L'Autore mostra con
sensibilità musicale ed una certa sicurezza di
saper usare un registro medio, naturalmente... medio,
come di un racconto che sa di storia sedimentata,
Dall'inizio si passa poi, in un crescendo a svelare il
nucleo fondamentale, che non è di poco conto
trattandosi del mito di Ulisse, senza mai,
però, scivolare nel declamatorio, senza mai
andare sopra le righe.
- Notevole pregio
questo che fa dell'autore un abile e consumato
"narratore" di miti.
- Il che equivale a
muoversi nei domini dell'universale!".
-
- Opera 2a
classificata: "Siamo ore sparse" di Domenico Luiso,
Bitonto (BA).
- Ha vinto Euro
500,00 - Attestato di merito - pubblicazione della
Poesia sulla rivista Il Club degli autori e su
internet www.club.it
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- Opera 3a
classificata: "Orme dell'anima" di Ugo De Francesco,
San Pietro Maida (CZ).
- Ha vinto Euro
300,00 - Attestato di merito - pubblicazione della
Poesia sulla rivista Il Club degli autori e su
internet www.club.it
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RAFFAELLA
ALLADIO
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- Purtroppo è
breve
-
- Io non son
io
- quando rimpiango
d'esser ciò che sono
- e cerco
altrove:
-
- Volo al di sopra di
UNO SPIRITO RABBIOSO
- sorvolo il mondo in
un batter di ciglia
- e sogno
- imbevuto di
desiderio
- PROVO A RESTAR
SOSPESO
- come avvolto da
inesistente peso
- mi
libero
-
- E poi
sovrasto
- GIGANTE BRICIOLA
alla ricerca di un becco AFFAMATO
- Canticchio sotto
l'acqua che scalda
- un desiderio
più grande di me
- per ritornare in
me
- in
me...
- Non c'è
più me e altro che me
- non c'è
più volo e sogno
- non c'è
libero desiderio
-
- ...
- Io son
io
- quando boccheggio
un sorso d'aria
- quando rigetto
tutto il fiato sul muro
- E ANNIDO ACIDO NEL
FONDO dei pensieri
- Io son
io
- io son
qualcuno
- poco più di
niente
- io sono il
becco
- CHE PERFORERA' LA
BRICIOLA
- e
insoddisfatto
- piangerà
sullo stomaco GONFIO.
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MARIA
EBE ARGENTI
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- Arcobaleno
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- Può
turbarti, violento ed improvviso,
- un rovescio di
pioggia, a tradimento
- la cui foga
è un autentico portento
- che trasforma in
inferno un paradiso.
-
- Ad un tratto, nel
cielo apparirà
- un arco luminoso
iridescente,
- promessa
allettatrice e convincente
- di lunga pace alla
posterità,
-
- dello spettro
solare avrà i colori,
- la chiara
apparizione può durare
- lo spazio d'un
momento e dileguare
- come un fumo di
evanescenti amori
-
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LUCA
BIRIBANTI
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-
- Specchio che culli
il sogno frettoloso,
- distorci la
battaglia e i vincitori sono
- gli
altri.
- Qualcosa di un
piccolo essere addormentato pur si muove:
- specchio!
- Attendi
invano...
- Non è
possibile essere ciechi,
- ma nei miei occhi
si cancellano
- le dolci richieste
e si dileguano
- in un fiume di
vetro.
-
-
-
- Contro quel tempo
è penoso percorrere il cammino.
- Non c'è
bisogno di affrettarsi
- ché l'ombra
lasciva della rosa
- è ancora
nascosta agli sguardi tremanti.
- La notte ha
già rivelato i frammenti del
chiaroscuro,
- ha letto i sospiri
degli amanti,
- soffiato via la
polvere dalle ali della luna.
- È tempo che
il sole ricordi ancora la lezione del donare
e
- l'ombra si fa
sentinella delle forme.
- La luce è
uno strappo della larghezza di un cuore.
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ORIENE
BRATTI
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-
- Silenzio terribile e
sublime
-
- Silenzio terribile
e sublime,
- terreno
impietoso
- delle amarezze
subite,
- il tempo della
nostra giovinezza
- c'è stato
rapito
- dal viaggio
vertiginoso.
- La nostra
giovinezza
- a mezzo
inverno
- sembra un
fiore
- su una tomba
d'acqua.
-
-
-
- Ho perduto la mia
guerra
-
- Ho perduto la mia
guerra, strana pace mi accoglie,
- mi
svuota,
- m'incammina
- dove nessuna
strada
- a te mi
riporta.
- Parlo
d'altro
- con altri che
t'ignorano,
- la notte è
profonda,
- non ha più
tinte liete il cielo.
- Lo spazio fra me e
te
- è
un'insormontabile
- universo.
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-
PIERA
MARIA CHESSA
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-
- Il Caffè di
Vincent
- (Su un quadro di Van
Gogh)
-
- È quasi
deserto
- il Caffè di
Vincent.
- Nessuno più
gioca
- al tavolo del
biliardo
- e i pochi
avventori,
- sopravvissuti al
giorno,
- si adagiano
stanchi.
-
- Bottiglie e
calici,
- disposti sui
ripiani,
- giacciono vuoti,
inerti.
- Solo le lampade
dorate,
- alle
pareti,
- attenuano il nero
della notte,
- mentre il grande
orologio,
- inseguendo le
ore,
- ammonisce gli
animi
- già
incerti.
-
-
-
- Istante
-
- Si affaccia lo
sguardo
- sulla
stanza
- e sui mobili in
ombra,
- d'improvviso
accesi,
- attraverso i
vetri,
- dal sole che
tramonta.
-
- Il passo si
ferma,
- gli occhi
stupiscono
- feriti
dall'intensità.
-
- È un
istante,
- il breve tempo di
un pensiero:
- le calde
tonalità
- abbandonano il
legno,
- subito riavvolto
dalla penombra
- che precede la
sera.
|
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-
ALMA
CHIMENT
-
-
- Briciole di
pensieri
-
- ... quando il
tiepido alito del sole
- già saluta
il sonnolento borgo,
- briciole di
pensieri
- - pigramente
affacciati
- sulle mie stanche
spalle -
- si crogiolano
beati
- tra fiumi di
ricordi
- e oceani di
parole,
- ... e fingendo
indifferenza
- spiluccano qua e
là
- - come schizzinose
signorine -
- tra righe segrete e
misteriosi suoni
- in cerca d'una
dolce vecchia melodia
- che solo a notte, a
notte fonda
- labbra innamorate
zufolavano discrete
- ... e la magia
ritorna
- il cuor riode il
caro ritornello
- ma oggi chi lo
zufola
- ... è solo
un piccolo monello.
-
-
-
- Io,
Cantastorie
-
- Non importa
all'Amor mio
- se la voce è
un po' stonata,
- non deride il
languidir d'ottave
- né il
rincorrersi arruffato
- di toni, crome e
biscrome
- quando i sogni, le
passioni e i palpiti
- di dame e cavalieri
io canto.
-
- L'Amor mio
pazientemente tace,
- le ciglia
sospirando cala...
- ma se il
narrar,
- tra baci,
giuramenti e giochi,
- alle dolci tre
parole alfine giunge...
- allora l'Amor mio
sorride, si ridesta
- e nuovamente chiede
il ritornello.
-
- ... sempre quello,
solo quello:
- "io t'amo, io
t'amo, io t'amo".
-
|
-
MARIA
LUISA CONTARIN
-
- Nella fuga dei
mandorli
-
- Nella notte
accovacciata
- Gli arti
brulicanti
- Cercando
improbabili
- vie
d'uscita
- Imbuti nelle
tenebre
- Di corazze
metalliche
- E filiformi
antenne
- Dove il geranio a
mia insaputa
- Un grasso
artropode
- Raggela in coaguli
vischiosi...
- ...
Perdermi
- Verde
fruscio
- Nella fuga dei
mandorli...
-
-
-
- Dalle tue mani a
conca
-
- L'acqua che
sgorga
- Da nicchie
odorose
- Di freschi
licheni
- E muschi
d'argento
- Tu la
raccogli
- Nelle tue mani a
conca
- Perché io ne
beva
- Sorsi
golosi.
- E ti
accontento.
- E sei
contento.
-
-
-
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-
FRANCESCA
DE' MANZONI
-
-
- Mare
Adriatico
-
- Vorrei cantarlo, il
mare
- anche solo per come
m'appare
- dall'altura di un
modesto colle:
- cintura blu
cangiante alle
- curvature della
bionda spiaggia.
- Gli occhi ne
spingono lo spazio
- fino alle corrose
coste d'opposta
- sponda: Dinariche
Alpi
- da duri montanari
frequentate.
- Immagino le acque
solcate
- da prepotenti vele
veneziane,
- in un passato quasi
favoloso;
- e i viaggi dolorosi
del presente:
- notturne carrette
sgangherate
- di quanti
clandestini tentano
- - in mezzo a
insidie e imbrogli
- e spesso già
scontata morte -
- un approdo di
lavoro e pace.
- Vorrei cantare il
sorgere del sole
- che si leva con
pulita luce
- dal bagno delle
verdi acque
- e tinge le spume di
arancione.
- Se pur non vi si
tuffa nei tramonti
- vi stende luce
orizzontale
- che acqua e cielo
si scambiano
- a vicenda. Ed
è incontro d'oro,
- finché la
luna non dà tremiti
- d'argento al
respiro delle onde.
-
- Vorrei cantarlo, ma
sarebbe furto.
- Non ci si immerge
nel segreto
- del mare, se non si
è nati sulla
- costa battuta da
marosi in lotta,
- se non si è
bevuta acqua salata
- come latte della
prima infanzia.
-
-
-
-
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-
NADIA
FRASCHERI
-
-
- Tra i
colli...
-
- Tutta la nostra
vita
- Rispecchia il
percorso dell'acqua con
- Alti e bassi, le
inevitabili
-
- Insidie che
dobbiamo superare, i nostri
-
- Comportamenti a
seconda delle circostanze
- Occorre mutare
e
- Logorati come gli
argini dei fiumi
- Lentamente tutto
scorre, noi
- Invecchiamo,
l'acqua si disperde nel mare...!
-
- L'acqua, fonte di
vita,
- Emerge dalle
sorgenti,
-
- Con
fragore
- Assordante, crea
tra i colli
- Spumeggianti e
incantevoli
- Cascate, noi da
sempre le
- Ammiriamo e
siamo
- Travolti da tante
bellezza della natura,
- Estasiati, lasciamo
spaziare la nostra fantasia...!
|
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-
FRANCO
FRITTELLA
-
-
- Primavera
-
- Finalmente
primavera,
- finalmente la
natura,
- quanti profumi,
quanti colori,
- ovunque guardi ci
son fiori.
-
- Tutto si risveglia
al tuo richiamo, sembra una festa,
- del generale
inverno niente più resta.
- Via cappotti,
giacche e maglioni,
- basta camini
accessi e termosifoni.
-
- Si apron le
finestre, si guarda il paradiso,
- flora e fauna, son
tutto un sorriso.
- C'è vita,
felicità, voglia di correre e di
volare,
- è gioia
vedere i bambini e gli uccelli giocare.
-
- Si svuotano le
serre, si lavorano le terre,
- orti, giardini e
balconi, iniziano a farla da padroni.
- Tutti fuori a
godersi il primo sole, a respirar quest'aria
nuova,
- a sentir melodie
d'uccelli, a vedere una rondine che vola.
-
- Primavera... ti
abbiamo tanto desiderata,
- finalmente, anche
se un po' in ritardo, sei arrivata.
- Vedi? Escono anche
gli anziani,
- han liberato per un
po' poltrone e divani.
-
- Se ne vanno a
spasso, presto, la mattina
- o se ne stan seduti
sulla solita panchina.
- L'importante per
loro però è stare fuori,
- sentirsi vivi fra
gente e rumori.
-
- Oh...! Arriva una
farfalla, ma non è la sola,
- si posa sopra un
fiore, poi di nuovo vola;
- ecco, adesso
è primavera, primavera vera,
- bella, fiorita e
colorata, or non sei più una
chimera.
-
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-
GIULIO
GASPERINI
-
-
- Ti rinascerò
semplicemente da una
- conchiglia d'alta
marea con una perla
- stretta tra le
ciglia cieche. Ti
- rinascerò
come un quarto di luna,
- come un pentagramma
ubriaco.
- Ti rinascerò
durante tutto ieri, fino
- a quando non
avrò il futuro nelle mani
- e potrò dire
di essere un poeta.
-
-
-
- Riesco a sentire le
tue indecisioni,
- le tue insicurezze
che per altri sono
- e sono state
solamente dei silenzi.
- Riesco a concepire
una vita dai
- folti rami e dalla
corteccia screziata,
- profumata di legno
umido. Ci
- riesco, lo sai, e
non hai paura, perché
- ti cullerò,
ti coccolerò come un giglio
- dentro il mio cuore
e sposerò di te
- anche la tua
irresistibile parte imperfetta
-
-
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-
LAURA
GASPERINI
-
-
- Si tratta di una
maculopatia
-
- Si tratta di una
maculopatia
- amorosa,
- un vuoto
incurabile
- nel
centro
- della
retina
- del
cuore.
- Giocoforza,
- ormai,
- affidarsi
- alla
- vista
periferica,
- ignorando
- la densità
accecante
- della
tua
- assenza.
-
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GIACOMO
GUGLIELMELLI
-
-
- Vorrei ci fossi tu nel
mio silenzio
-
- Vorrei ci fossi tu
nel mio silenzio,
- Amarti come fossi
la mia vita,
- Metterti al centro
di questo mio mondo,
- Tenerti come il mio
miglior pensiero.
-
- Vorrei che non ci
fosse più bisogno
- Di dirti tutto
quello che io sento
- Quanto ti guardo e
tu mi sei vicina
- Come se fossi la
mia stessa pelle.
-
- Vorrei che questo
tempo mai finisse
- Quando io sto con
te e mai mi stanco
- Perché per
me tu sei nuova scoperta
- Che più la
faccio e più mi piace farla.
-
- Vorrei che tu
sentissi questo amore
- Così
profondo quanto io lo sento
- E se m'immergo in
esso più mi sembra
- D'essere ancora
troppo in superficie.
-
- Vorrei che tu
provassi solo un poco
- Di quello che per
te io vo provando
- E non ci fosse un
solo giorno senza
- Ch'io t'abbia reso
un poco più felice.
-
- Vorrei che tu
gustassi tutti i frutti
- Di questa pianta
che per te coltivo
- E ti circonderei da
tutti i lati
- Come fa il mare
all'isola più bella.
-
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-
GIUSEPPE
GUIDOLIN
-
- Palinsesti
-
- Quale disegno
trasforma
- in maschere tristi
avvizzite
- arbusti di ossa
disseccate
- abbozza tele brune
di ragno
- su occhi sfusi e
sgualciti
- ricopre la carta di
pelli ossidate
-
- quale sigillo
rinchiude
- la vita tra sogni e
illusioni
- in bisogni
ambiziosi di incerte
- ed antiche
abduzioni a rinascere
-
- (quale costume
è gradito
- per arrivare alla
frutta?)
-
-
-
-
-
Imbuti
-
-
(A Chet
Baker
-
Un
trombettista)
-
-
Il respiro
di una tromba
-
sul filo
delle labbra
-
-
una nota
sfregiata
-
sgonfiata
-
un sorriso
sfondato
-
scavato in
una fossa
-
-
un assolo
spogliato
-
(grappoli
di solitudine)
-
frammenti
scoppiati
-
in ritagli
di cuore
-
e polvere
bianca
-
in frantumi
di cervello
-
-
Luci di
Amsterdam
-
calanti
-
lune
sommerse
-
un fiato
sospeso
-
(un alito
spento)
-
-
una tromba
cucita
-
ad un filo
di voce
-
un imbuto
buttato
-
in ossido
d'ottone
-
-
e
schianti
-
che
sembrano schiaffi
-
in polvere
di ruggine
-
-
|
-
PIETRO
IMBROGNO
-
-
- Entra nella mia
anima
-
- Entra nella mia
anima
- col tuo
fiato
- riempimi nel
profondo,
- affollami col tuo
respiro leggero
- e rendimi capace di
volare con le nuvole.
- Una tua parola non
detta
- la freccia
appuntita
- che mi farà
rapidamente precipitare
- in un vortice
impazzito, in luoghi non desiderati.
-
- Squarciate le vele
da un soffio turbolento
- di un Dio irritato
e furioso delle mie richieste:
- non si possono
accorciare distanze velocemente
- senza restarne
lacerati
- in balia dei venti
e delle onde irrequiete e instabili.
-
- La tua abile arte
di non concederti
- mi sgonfia, mi
sfianca,
- arriverò a
te in altro modo...
-
- Volterò
indietro il mio sguardo,
- ti
sorprenderò alle mie spalle
- annullando con un
gesto rapido
- la distanza che ci
separa.
- Incrocerò i
tuoi occhi spalancati
- e tu sbalordita e
meravigliata
- potrai cadere,...
se vuoi,
- tra le mie
braccia
- in un sonno
ipnotico simulato.
-
-
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-
ANDREA
INGEMI
-
-
- Cala la
notte,
- pensiero
angoscioso
- di un salto nel
vuoto
- antiche
paure
- credute
dimenticate.
- Torna la
notte
- il pensiero
angoscioso
- di una vita
sbagliata,
- di false
certezze
- e fragili
convinzioni.
- Pensiero
angoscioso
- di un salto nel
vuoto
- per una vita
futura.
-
-
|
-
CLAUDIA
LUZI
-
-
- L'onda
-
- In un
sussurro,
- depone
- sulla
battigia
- il suo sudario di
sassi e valve.
-
- Nel limbo del
tramonto,
- sulla
spiaggia
- si dilegua e
ricompone,
- immersa
- in un battesimo di
luce.
-
- Al richiamo della
risacca,
- precipitosa
- si riversa in
mare
- e al vento
invola
- baci fuggevoli di
schiuma.
-
-
-
- A
Roberto
-
- L'unica volta che
ho rifiutato la luce
- è stato
quando il buio si è fatto fiaccola
- per illuminare la
tua anima.
-
- È stato
allora che hai schiuso i tuoi pensieri
- ed io come un'ape
avida
- ho succhiato il
nettare dei tuoi segreti
- e ne ho fatto miele
prezioso
- per alimentare il
mio spirito.
-
-
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-
LAURA
MACCHIA CANESI
-
-
- Sorgente che
disseti
-
- Sorgente che
disseti
- occhi e
sorrisi,
- acqua che corre
lieta
- tra i primi
sassi
- della sua
discesa:
- non sono
scogli,
- sono giochi e
salti,
- brividi e
ruzzoloni
- tra due
sponde,
- a volte
ripide,
- a volte lente
- e tonde
- nel
maturare
- della sua
natura.
- Sorgente
inizio
- e ripido
cammino:
- l'acqua e la
vita
- sono assai
vicino.
-
-
|
-
MARIA
TERESA MALACARNE
-
-
- Un'antica
famiglia
-
- Le braccia della
mia antica famiglia
- mi avviluppano con
le loro radici
- trasudano di
storia
- vissuta in un
tempio di passioni
- di semplici
pensieri
- scarni come le mie
ossa.
- Una casa affollata
di autentica gente
- di porte
aperte
- alcove
disfatte
- diventate sudari di
morte
- che impietosa ha
strappato l'ancora al mio passato.
-
-
-
- A mio
figlio
-
- Il profilo del tuo
volto chino
- è simile ad
un ritratto
- è l'ombra
del passato
- quando la notte
è chiusa nei tuoi occhi
- misteriosi come
anemoni di mare
- che afferrano i
miei giorni
- da dolci tentacoli
trafitti.
-
- Ma il tempo
tarperà la tua presa
- con una metamorfosi
improvvisa
- ed io sarò
indifesa
- in un'urna di
ricordi.
-
-
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-
GIUSEPPE
MASCIA
-
-
- Tramonto sul
chiostro
-
- Il sole annega
roggio ormai lunghesso
- l'aspra giogaia
della fosca altura.
- Guizza da lungi un
raggio e sulle mura
- arde del chiostro
qual etereo messo.
-
- Talor lievi
bisbigli dal cipresso
- suonan di passeri
per l'aria pura.
- Sgrana il Rosario
fervido, a misura
- ch'addensan
l'ombre, il fraticel sommesso.
-
- D'un pipistrello i
silenziosi vanni
- or fendon l'aere ed
alle mite sera
- il lungo fil tesson
del negro scialle.
-
- Van nei ricetti
ortotteri e farfalle.
- Dai tetti d'ocra
scivola leggera
- l'imago lassa degli
umani affanni.
-
-
|
-
GILDA
MELE
-
- OPERA 1a
CLASSIFICATA
-
- I giardini
dell'anima
-
- Nemmeno il mare mi
volle morta,
- s'accostò
alle vergini aquile e mi fece cielo.
- Indietreggiai,
tutto mi sembrò irreale!
- E Dio a
ringraziarmi,
- per non aver
violato la sua ira.
- Restai silente, col
respiro dei morti,
- dipinsi, di
riflessi, il cielo,
- con il veleno di
serpente.
- Lessi il mio
nome,
- rividi il passato,
il presente, il futuro.
- L'ennesima ombra
scheletrica mi adulò,
- come fece per
incantar serpente:
- mi uccise! Eppur
scappai.
- S'udirono voci
confuse
- dagl'inferi della
terra a tremare
- e, il mio cuore
divenne farfalla
- si ribellò
alle burrasche, alle tempeste.
- Ora, le stelle,
sembrano tante piccole lucciole,
- figure geometriche
che danzano
- attorno agli
estremi del tempo,
- a seguire il volo
degli angeli
- come perle
d'azzurro
- per distinguere il
fiore giallo sulla terra.
- A rallegrar le
anime, la vita,
- per soleggiare il
temporale del destino.
- Solo poi... la
saggezza,
- sempre dopo la
morte, quando si è soli
- e le tenebre
prendono il sopravvento.
- Sono felice di
ritornar su questa terra,
- sotto il mio
tetto,
- per sognar spazi
tranquilli,
- germogliar di
petali rosa
- e condividere
l'estro esuberante della serra,
- a benedire
l'efflorescente esistenza
- tra i colori
dell'arcobaleno.
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-
LIDIA
MILETO
-
- Acquarello
-
- Sulla criniera
degli alberi
- oggi
- la pioggia
s'è accanita.
- Ha estenuato il
prato
- che sotto la suola
affoca
- e
attrita.
-
- I tetti rigurgitano
in gronda
- ciò che i
giganti hanno scartato.
- Neanche un
uccello
- ha osato la vite
sorvolare
- allor che l'acqua
s'è fatta gelo.
-
- Riposano le api
operaie
- finalmente
- dentro al vecchio
muro.
- Attorno alla regina
prigioniera
- le vedo
affollarsi
- e mormorarle quali
amori
- celano nei loro
profumi
- i fiori
- e che
meraviglia
- il
tuffo
- in quei caldi
veritieri colori.
-
-
-
- L'albero
-
- Pulsano
possenti
- e
mansuete
- le vene rigonfie
dell'albero.
-
- Fuori della terra
che cercate?
- L'oscurità
del vivere quotidiano
- anche voi
temete?
-
- Venuzze a raggiera
distese
- seguono
- fragili
- il profumo delle
viole che confonde.
-
- Fredde
- nude
braccia
- perché
proprio a voi
- chiedo
- conforto.
|
-
MARIO
NURCHIS
-
-
- Disegno
infinito
-
- Nel grigio
tramonto
- quando pensieri
tortuosi
- ti
conducono
- a sintesi incerte e
affrettate,
- puoi
scorgere
- in un semplice
olivo
- in
controluce
- nell'intrico dei
soliti rami
- un meraviglioso
ricamo,
- e
intravedi
- la mano
- del
tessitore,
- e ti
immergi
- per un
po'
- felice
- in quel
disegno
- che sa
- d'infinito.
-
-
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-
PAOLO
PANZERI
-
-
- Lavato dal
mondo
-
- Immerso nei
ricordi
- di un
passato,
- di una vita breve
vissuta
- in scale di
sogni;
- lasciato in
riva
- di mugolii
marci,
- sabotato da macabri
cigolii,
- a lungo visto e
saputo:
- riconosciuto.
- Libero lasciato
languire
- di limpide lapidi
loquaci;
- anima
animalesca,
- appassito stelo di
girasole.
- Se questa notte non
passerà,
- sarà
l'ultimo grido di fuga:
- fumo dagli
occhi
- tra campi di
grano.
- Passano i
giorni;
- la fame sale su di
me:
- trancia di utopia
sadica,
- bruciore di ripide
mura.
- Grido
forte!
- La mia voce
vagherà
- E non
arriverà
- fino a
te.
- Scaccio bugie
leggendo il cielo.
- Dormo tra sassi di
marmo,
- spaccato in
due
- da una ghigliottina
di freddo
- e
scopro,
- toccando il fuoco
acceso
- di un tizzone arso
dal tempo,
- il profumo della
speranza.
-
-
|
-
ROSSELLA
POMPEO
-
-
- L'urlo
-
- Le mani, quelle
della disperazione.
- Portate sul viso,
strette quasi a schiacciarlo.
- Lo sguardo fisso
nel vuoto
- occhi soli che
guardano ma non vedono nulla.
- Solo la
disperazione si fa sentire.
- È più
forte d'ogni altra sensazione.
- Tutti i desideri,
scomparsi.
- L'immobilità
ti blocca.
- La bocca è
incapace di emettere suoni.
- Il silenzio si fa
avvolgente,
- grigio ti circonda
quasi a volerti soffocare.
- Non c'è via
di scampo, non altre che te.
- Corri, corri in
fretta verso la tua solitudine,
- l'unica a
capirti,
- le non può
abbandonarti.
- Silente, ti
accoglie, tu la ricerchi, ti lasci coccolare
dal
- vuoto, grigio quel
vuoto,
- è l'unico
riparo sicuro del resto.
- Ti plachi, la tua
coscienza giace con te.
-
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-
PAOLA
ROELA
-
- Poesia per un
addio
-
- Quando ci
lasceremo
- non lo
so
- se piangere un
poco
- oppure
no.
- Ci lasceremo forse
- sorridenti
- fissandoci
magari
- appuntamenti.
- Oppure
qualche
- goccia
impertinente
- allagherà lo
sguardo
- mio
silente,
- ci abbracceremo
allora,
- stretti,
muti,
- il tuo silenzio e
il mio
- saranno
uniti.
- E così, un
po' confusi,
- emozionati,
- ripenseremo ai
bei
- tempi
passati:
- momenti belli,
brutti,
- a volte
tesi,
- istanti
intensamente
- condivisi.
- E
parleremo,
- parleremo
ancora,
- finché non
resterà
- che una
parola.
- Quando verrà
il
- momento
- tanto
odiato,
- tanto
temuto,
- mai
desiderato...
- so che la
più commossa
- sarò
io,
- perché alla
fine
- ci diremo
addio.
-
|
-
DARIO
ROMAN
-
-
- L'eternità
-
- Sera.
Costa.
- Rumore d'onde e
orizzonte...
- Mistero dentro a un
lamento...
- Ricordi
sposta
- Il mare, l'aria e
il vento.
-
- E dentro la
sera
- Riappare
- La tua immagine
dorata
- Pura come un
giglio
- o il sole a
primavera.
-
- Come posso non
riaccostare
- l'immagine, mistero
e natura?
- Come posso non
ricordare
- l'immagine tua e
l'anima pura?
- Come
posso?
-
- E vedo
te,
- non vedo che
te...
- te solo accanto
all'infinità;
- te
solo,
- soltanto per
l'eternità.
-
-
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|
-
ATTILIO
ROSSI
-
-
- La
salsedine
-
- Come profugo perso
nella sabbia
- rincorro fra le
nuvole pensieri
- che la brezza
avvolge nella nebbia
- per disegnar
più nitidi sentieri.
-
- Quell'aria, pur
pellegrina, accoglie
- quei profumi che
trasporta il mare;
- l'atmosfera che
sceglie le sue voglie
- col sentimento
forte dell'amare
-
- Poi sulle labbra,
lieve nel migrare,
- si posa l'acre
gusto della sera
- volteggia con le
ombre per trovare
- un fiore che saluti
primavera
-
- Quei petali
disegnano raggera
- nel chiarore
soffuso della notte:
- coriandoli sospesi
nella sera
- come gabbiani
disposti a frotte
-
- La melodia che
corre sulle note,
- pur lontana, nella
quiete espande,
- l'onda... vagante
anche l'aria scuote
- per penetrar
nell'universo grande
-
- Nel volgere ritmato
della vita
- la salsedine un
posto se lo fa:
- sulle labbra non fa
cosa gradita
- se l'acre forte in
bocca resterà
-
- Se guardi con
fiducia nel domani
- il tuo gusto di
salsedine va via:
- coccola il destino
fra le mani,
- cavalca l'onda,
seguendo la sua scia.
-
-
|
-
MARIA
ROSARIA SALITO
-
-
- Goccia d'acqua
story
-
- Un giorno, felice e
beata,
- da una sorgente
sono scappata
- Per una
strada,
- impervia e
scoscesa,
- in un corpo
cilindrico
- mi sono
infilata
- e lungo i suoi
fianchi son scivolata.
- Ho corso
tanto
- e ho avuto
paura
- di non riuscire a
uscirne fuori
- In un tubo
d'acciaio
- mi son
ritrovata
- che sulla
bocca
- mi ha presto
baciata;
- da quelle labbra
ero gravata
- perciò ho
urlato,
- urlato ed
urlato.
- Non so se
qualcuno
- mi abbia
sentito,
- ma sta di
fatto
- che mi son
liberata
- e, dentro una vasca
di plastica rosa,
- mi sono
trovata.
- Una bimba felice
con me ha giocato,
- ma nel
contempo
- calci mi ha
dato,
- una donna ridente,
poi,
- quella vasca ha
svuotato
- e a dei fiori,
posti in un vaso,
- mi ha
regalata,
- le rose sfiorite,
si sono riprese,
- le calde
corolle
- hanno aperto
all'istante
- e hanno intonato
insieme
- un bel
canto.
-
-
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|
-
ANNA
SALVATI
-
-
- Sull'onda del
mare
-
- Abbandonata a pelo
d'acqua
- respiro
Luce.
-
- Onda per
onda
- l'acqua
- scivola
- su me.
-
- Leggera.
- Accarezzata.
- Abbracciata dal
mare
- mi
dilato.
- Mi
sciolgo.
- Mi
fondo.
-
- Risalgo
- al blu del
cielo
- evanescente
- come
nube.
-
-
|
-
STEFANO
TONELLI
-
-
- Profumi
perduti
-
- Anche quest'anno il
profumo
- dei glicini e dei
tigli
- e dell'erba
tagliata di fresco
- mi rimanderanno ad
oscure
- accoglienti serate
di giugno
- di tanti anni
fa.
-
- Quante sensazioni
alludevano
- e promettevano
quegli odori!
- Quale conturbante
risonanza
- di ignoti abbandoni
e amorosi languori
- ne aveva il
giovinetto di allora!
- Già le
fragranze di nuovi calici fioriti
- inebriavano le
giovane età e
- le orgogliose
dimensioni del corpo...
-
- Come appariva
vicina, allora,
- la via dell'acerba
giovinezza
- e della
virilità adulta.
-
- Mai il virgulto di
allora avrebbe
- sospettato di
finire sepolto vivo
- in una catacomba -
i sensi e la mente
- eclissati dal Male
Oscuro.
-
- Quindi addio
magiche atmosfere notturne,
- addio profumi di
gioventù,
- addio orgogliosa
virilità.
- E addio dolce vita
nel mondo terreno.
-
- (Aprile
2005)
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|
-
SUOR
MARIA FRANCA TONINI
-
- Splendore del mare...
parla una madre
- col linguaggio del
cuore...
-
- Il mare,
lievemente, lambisce la spiaggia.
- Rotear di bianchi
gabbiani
- in folle volo, dal
cielo al mare.
- Riverberi, in un
variar di luce,
- sulle mobili
onde.
- Lontano,
nell'orizzonte,
- splende una vela
alla luce del sole.
- Dei pesciolini
argentei emergono e scompaiono.
- È bello il
bambino, dai ricchioli d'oro,
- spioventi dal
berettino,
- gioca sulla sabbia
con paletta e secchiello.
- Poco lungi, la
madre,
- segue il suo
bambino, con lo sguardo pien d'amore.
- Giace, inerte, il
settimanale.
- La spiaggia
incomincia a popolarsi.
- Per le
strade,
- il caotico
sfrecciar delle macchine...
- Pensa la madre...
"Se, un giorno, figlio mio
- per allettevoli
compromessi, per vili interessi,
- e, se ti
incanterà il canto delle "omeriche
sibille",
- fede e rettitudine,
da me insegnate, perderanno il loro
fascino...
- Invocami, chiamami,
IO, TUA MADRE,
- dalla terra o dal
cielo, ti parlerò.
- SII, UOMO, col
cuore di fanciullo.
- Riprendi il cammino
scosso dai venti contrari...
- Afferra "la
piccozza" e cammina; rompi il gelo...
- La vita è
bella, è una conquista,
- e il cuore canta
sol, se vi regna rettitudine di vita".
- E madre e bambino,
mano nella mano,
- in una via,
nell'ombra, scompaiono.
- In fondo, una
striscia di luce.
- Rimane la folla...
Calmo, il mare invita...
- Un tuffo e un
altro... si nuota... oltre la boa...
- Più ampio
è l'orizzonte, lo sguardo spazia
lontano...
- Or, si nuota verso
la spiaggia... Si è "folla"
- e si va, ad
abbronzarsi, allo splendore del sole.
-
-
|
-
TRENTIN
SERENA
-
- Il
cielo
-
- Pareva magico il
cielo
- la sera del
temporale forte
- e l'acqua e
l'acquazzone
- scuotevano finestre
e porte.
- C'erano i
lampi
- e io correvo sotto
una volta scura,
- tentennavano le
lacrime
- di un cielo dai
sogni infranti.
- Quando il cielo si
arrabbia e borbotta
- esprime a tutti
solo il suo dolore
- che, al levar del
sole,
- tramuta in
ghirlande
- di gioia e
amore.
-
-
-
- Acqua
-
- Rugiada di vita
che
- tempesti di
stelle
- al mattino i prati
sonnolenti,
- per noi diventi
arcobaleno di luce e di speranza,
- ti dondoli e ti
infrangi tra gli scogli
- o potente acqua che
solchi le rughe della terra.
- Mi sorprendi e a
volte mi spaventi,
- tanto umile e
prodigiosa
- quanto sconvolgente
e iraconda.
- Dimmi cos'è
che trasforma il tuo alito di vita
- in anelito di
morte.
- Scintilli,
luccichi, lavi ciò che ci sporca,
- in te ci immergiamo
come in una sacra abluzione,
- sorseggiamo il tuo
nettare divino.
- Ma a volte ebbri,
forse di noi stessi,
- ne veniamo
soffocati fatalmente.
- Chissà, se
tu ancora
- come nella magia
del deserto,
- ci farai almeno per
una volta rifiorire
- e ci scolpirai un
nuovo sogno di immortalità.
-
-
-
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|
-
AMELIA
VALENTINI
-
-
- Aurora
-
- Questo chiedeva il
mio cuore,
- il silenzio dolce
dell'ascolto,
- la pacata certezza
dello sguardo,
- profumo
leggero
- a tracciare nel
buio feroce
- nuova via
insperata.
- L'atteso respiro
dell'aurora
- scioglierà
il nodo oscuro dell'anima,
- notturno
deserto,
- come timida
carezza
- su una ferita
appena chiusa.
-
-
-
- Come il
mare
-
- Come il mare
è il mio cuore,
- orizzonte
remoto
- in cui rapida
svanisce
- vela gonfia
d'oblio,
- flutto ansioso di
riva
- tra arcate d'oro e
sabbia.
- Cadde il vento teso
di burrasca
- nel chiuso abisso
d'illusione.
- Quieta luce
cristallina
- increspa di teneri
bagliori
- la profonda
corrente:
- così
sull'ondulata via dell'acqua
- in docili
volute
- danza il verde
riflesso del tuo sguardo.
-
-
|
-
LUCIANA
VASILE
-
-
- Lui
- Lei
-
- L'uno riflesso
dell'altra
- Portavano lo stesso
nome
-
- Magia di puro
pensiero
- Lei si bagnò
di Lui
- di Lui
permeò il suo corpo
- di Lui nutrì
la sua anima
- Alle sue parole di
vento
- liquida si
perdeva
- calda
evaporava.
-
- Lui e Lei
nell'aria
- battito
d'ali
- profumo di
gelsomino
- carezza di
musica
- alito di
Vita
- sorriso di
fanciullo
- allegria del
Nulla
- luce
d'Amore
-
- Qualcuno
proibì le loro parole
- Lui sparì
con 'buon senso'
- La voce del
silenzio di Lui
- urlava ora nel
cuore di Lei
- Vuoti i giorni
dell'anima nuda
- Lei
piangeva
- e si
chiedeva
- - Perché?
-
-
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-
GIAN
CLAUDIO VASSAROTTO
-
-
- La
preghiera
-
- La preghiera
vola
- nell'intimo del
sole,
- penetra il
mistero,
- lo colma di
stupore.
-
- La preghiera
nuota
- nell'oceano del
cuore,
- raduna i
sentimenti,
- li fa sorridere
d'amore.
-
- La preghiera
viaggia
- nelle anime del
tempo,
- le fa cantare di
grazia,
- ne annienta il
tormento.
-
- La preghiera
zampilla
- sulla terra della
storia,
- ne irriga i
deserti,
- ne anticipa la
gloria.
-
- La preghiera si
sposa
- con le creature del
cielo,
- rende santo
l'universo,
- ne purifica il
sentiero.
-
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-
CLAUDIA
VETRÒ
-
-
- So di possedere
frammenti
- di ombre di questo
mondo immaginario
- colorato da visioni
incerte
- che vogliono essere
nel mondo.
-
-
- Guardo quelle
anime
- ormai
spente
- e mi
chiedo:
- "Dove sei
vita?"
- Vorrei
leggere
- il tuo
viso,
- ma tu sei il mio
mistero più grande,
- adorabile
strega.
- "Perché mi
sfuggi
- e mi danzi
intorno?
- Catturami, portami
con te.
- Guardo la tua
luce.
- Dammi la tua
mano,
- vorrei venire con
te.
- Lasciami,
corpo,
- scusami,
-
- la mia
materia
- mi
imprigiona,
- mi tiene
ferma
- mentre il mio
spirito
- vola
lontano.
-
-
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-
CHIARA
VUILLERMOZ
-
-
- L'acqua
-
- L'acqua unica cosa
indispensabile,
- l'acqua unica cosa
veramente pura,
- l'acqua la cosa
più potente che ci sia
nell'universo,
- l'acqua, la signora
che regna su tutti i pesci e le alghe.
- Acqua, strumento di
distruzione,
- acqua limpida e
sincera;
- quando la guardo mi
fa sentire bene.
- Forse a volta
sembra un tuono,
- può sembrare
imprudente e vanitosa,
- ma è dolce e
silenziosa.
-
- Estesa e
bella.
- Unica, nessuno
è in grado di domarla,
- è per questo
che mi piace,
- è energica e
sola,
- a tutti però
serve,
- a tutti è
amica
- e con tutti
è semplice.
-
- A volte veramente
scatenata,
- a volte veramente
tranquilla,
- semplicemente
l'acqua è il mio elemento
preferito.
- L'acqua mi fa
diventare felice,
- l'acqua mi fa
cantare,
- mi fa pensare alle
cose più allegre;
- quando c'è
lei sorrido
- quando c'è
lei l'ascolto.
- Mi piace tanto
farle compagnia quando non c'è nessuno con
lei.
- A volte mi
piacerebbe rimanere con l'acqua per
sempre!
-
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-
MAURIZIO
ZICCHE
-
-
- Occhi
-
- Raccolti
- come dal
vento
- le
foglie
- negli angoli delle
strade
- dove
algida
- la notte
spira
- occhi
- di
solitudine
- laceri
- mentono
silenziosi
- quasi un
attimo
- un'eternità
- si allunga una
mano
- "...grazie
signore..."
-
-
-
-
... e fa
male?
-
-
Nei colori
d'un inverno senza neve
-
Ogni
giorno, dietro al mio fiato
-
Io ti
cerco...
-
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