| 
               
              Le
               antologiedei concorsi de Il Club degli
               autori
 | 
      
         | 
               
               
               
              Antologia
               del premio letterarioG. L. Byron - Città di Terni
               2005
 | 
      
         | 
               
               Sommario
Introduzioni di
               Giuseppe Boccolini di Annarita Boccolini di Domenico
               Cialfi - Albo d'Oro dell'edizione 2005 -
               Gilda
               Mele -
               Domenico Luiso - Ugo De Francesco - Daniele Rossi - Mara
               Abbondi - Massimo Agnolet - Raffaella
               Alladio -
               Claudio Ardemagni - Maria
               Ebe Argenti
               - Gabriella Atanasi - Elena Auddino - Alda Belletich -
               Leonardo Benivegna - Francesco Bergamasco - Nicoletta
               Berliri - Maria Giovanna Bianchi - Luca
               Biribanti -
               Vincenzo Bolia - Mario Borghi - Simonetta Bottinelli -
               Oriene
               Bratti -
               Maria Rita Brustolin - Rita Califano - Franco
               Callegaro - Luciano Cammaroto - Celestino Casalini -
               Adua Casotti - Bruna Cerro - Pîera
               Maria Chessa
               - Alma
               Chiment -
               Patrizia Cignarelli - Marialuisa
               Contarin -
               Renzo Corona - Margherita Costanzini - Gaetano Cugno -
               Vincenzo D'Alise - Aurora De Luca - Francesca
               de' Manzoni
               - Elisabetta De Rocco - Clara Demarchi - Angela
               Dibuono - Sara Dinaro - Diego Fantin - Rossella
               Ferorelli - Francesco Ferrari - Emilia Fragomeni -
               Nadia
               Frascheri -
               Domenico Giuseppe Friolo - Franco
               Frittella -
               Maurizio Fusco - Giulio
               Gasperini -
               Laura
               Gasperini -
               Giancarlo Genovese - Edda Ghilardi Vincenti - Alessia
               Ghisi Migliari - Giulia Maria Giardini - Virginia
               Grassi - Giacomo
               Guglielmelli
               - Giuseppe
               Guidolin -
               Gianni Iacobitti - Pietro
               Imbrogno -
               Andrea
               Ingemi -
               Giovanna Lazzara - Mario Longhi - Claudia
               Luzi -
               Laura
               Macchia Canesi -
               Maria
               Teresa Malacarne
               - Mauro Marchesotti - Barbara Martiri -
               Giuseppe
               Mascia -
               Emanuele Mazzoni - Lidia
               Mileto -
               Mimsy Colli - Simona Carmen Mirandola - Francesca
               Moretti - Roberto Morpurgo - Luigi Mussio - Mario
               Napolitano - Luigi Nosenzo - Mario
               Nurchis -
               Giovanna Oro - Chiara Ortolani - Lea Pacciardi -
               Valeria Palmieri - Gabriele Panfili - Paolo
               Panzeri -
               Matteo Papini - Simona Perini - Elio Picardi - Maria
               Teresa Piccardo - Rossella
               Pompeo -
               Cristiano Ravasi - Marinella Reale - Edoardo Recchi -
               Paolo Rendini - Paola
               Roela -
               Dario
               Roman -
               Lorenzo Romoli - Attilio
               Rossi -
               Lorenzo Rutolo - Maria
               Rosaria Salito
               - Anna
               Salvati -
               Adriano Scandalitta - Rosa Speranza - Filomena
               Stanziale - Elisabetta Stentella -Carla Tedde -
               Stefano
               Tonelli -
               Suor
               Maria Franca Tonini -
               Serena
               Trentin -
               Simona Maria Grazia Trevisani - Roberto Tummarello-
               Claudia E. Turco - Francesco Turolla -
               Amelia
               Valentini -
               Liliana Valentini - Paola Valle - Pietro Valle -
               Giovanna Varnero - Luciana
               Vasile -
               Gian
               Claudio Vassarotto
               - Emanuela Venier - Claudia
               Vetrò
               - Paolo Villa - Antonio Visconte - Stefano Vitale -
               Leonardo Vitto - Chiara
               Vuillermoz -
               Martina Zanin - Mariateresa Zara - Vincenzo Zazzaro -
               Maurizio
               Zicche      
               
               
              
 
              Antologia del Premio
               G. L. Byron - Città di Terni 2005 formato
               14x20,5 - pagg. 146 - Euro 18,00 - ISBN
               88-6037-098-1
 Risultati
               del Premio G. L. Byron - Città di Terni
               2005
 | 
               
              
              
                
            
               
            
              Come
               avere l'antologia
             | 
      
         | 
               
              Introduzione
            
               
            In copertina una
               elaborazione grafica con l'immagine di Lord George
               Gordon Byron (1788-1824) Il poeta inglese
               visse a lungo in Italia, dove scrisse alcuni dei suoi
               capolavori. In Childe Harold, Londra 1918,
               esaltò le belllezze del nostro paese ed il
               poema fu una sorta di guida del Bel Paese in versi,
               che viaggiatrici e viaggiatori inglesi amavano
               declamare davanti ai monumenti ed ai paesaggi italiani
               cantati dal poeta.Byron passò
               dall'Umbria diretto a Roma nell'aprile del 1818, ma vi
               tornò più volte.Da Roma, ad
               esempio, per ben due volte tornò a cavallo a
               Terni per rivedere la cascata "che batte ogni cosa"
               come scrisse all'amico Moore ed alla quale
               dedicò i versi più ispirati di questa
               parte del suo viaggio: "...e sale in spuma verso il
               cielo, per ricadere in incessante
               scroscio...".
               
             
               
             | 
      
         | 
               
              Introduzione
              Alla sua III
               Edizione il Premio Nazionale di Poesia "G.L. Byron" -
               Città di Terni 2005, nel quadro della
               tradizionale "Festa delle Acque", ha avuto la sua
               conclusione il 3 luglio nel suggestivo scenario che
               dalla cittadina di Torre Orsina si offre al
               visitatore, dominando dall'alto la Valnerina e la
               cascata delle Marmore. L'Assessorato al
               Turismo del Comune di Terni, con impegno e passione,
               ha partecipato e sostenuto l'iniziativa nella profonda
               convinzione che la cultura e il significato simbolico
               della poesia sia il miglior veicolo per far conoscere
               un territorio ricco di storia, ma anche aperto alla
               contemporaneità di uomini e donne che sentono e
               vivono il loro presente. Nell'opera di
               ricostruzione ed adattamento alla modernità,
               portato avanti dalle amministrazioni negli ultimi
               decenni, si è cercato di tener conto delle
               esigenze dei cittadini residenti ed ospiti con la
               conseguente riqualificazione di aree, non solo in
               ambito strettamente cittadino, ma anche in zone
               più periferiche, con l'accortezza di
               valorizzare, in un difficile equilibrio, bellezze
               naturali e interventi umani, con uno sguardo attento a
               quella rete di insediamenti umani, anche piccoli, che
               sono, però, l'anima e la ricchezza del nostro
               territorio. Una città
               moderna deve saper parlare i linguaggi della propria
               storia e deve, insieme, offrire se stessa alle
               prospettive del domani. La nostra
               città ed il nostro territorio si pongono in
               quest'ottica, anche se molto resta da
               fare. 
               
               
              
                
                  
                    
                      
                        
                          
                                    Giuseppe
                                    Boccolini 
               
               
              
                
                  
                    
                      
                              Assessore
                              al Turismo del Comune di
                              Terni
               
            
               
            
               
             | 
      
         | 
               
              Introduzione
               
               
              Alle origini della
               nostra storia, enigma, poesia e metafora erano
               profondamente intrecciate, Aristotele ben lo sapeva.
               La più alta delle metafore poetiche e il
               più meccanico degli enigmi hanno in comune il
               fatto che le parole possono dire di più di quel
               che sembrano dire. Tra gioco di
               parole, lapsus, sogno, invenzione corrono legami
               sottili. I bambini adoperano
               il gioco per testimoniare la loro realtà. Gli
               adulti non possono che rifugiarsi nella poesia e
               nell'espressione artistica, l'unico "gioco"
               socialmente accettato.In questa terza
               edizione del Premio Nazionale di Poesia "G. L. Byron -
               Città di Terni 2005, i partecipanti ci hanno
               consegnato componimenti poetici ricchi di invenzioni,
               emozioni, immagini che testimoniano di un rapporto
               intenso con la parola capace di svelare e
               contemporaneamente velare la realtà in un gioco
               "serio" di nascondimenti e disvelamenti e lasciare
               affiorare punti di vista nuovi ed
               inusitati. Quello che ha
               differenziato questo premio dai precedenti è
               senz'altro la maturità e la consapevolezza
               dell'uso creativo della parola, capace di realizzare,
               nella gratuità più assoluta, un
               coinvolgimento sentito e sincero che ha fatto sentire
               un po' tutti più liberi ed umani. Del resto è
               proprio del poeta e dell'artista "vedere prima e
               più in profonda".Un ringraziamento
               va a tutte le istituzioni e a tutti coloro che hanno
               reso possibile e sostenuto questa iniziativa e, giunti
               ormai alla terza edizione del premio, un
               ringraziamento particolare sento di rivolgere a Enrico
               Bini, Presidente della VI Circoscrizione Valnerina,
               che rese possibile la prima edizione è che non
               ha mai fatto mancare preziosi suggerimenti e
               incitamenti all'impegno realizzativo. Un augurio, infine,
               mi sento di indirizzare a voi e a noi tutti: che tali
               momenti possano ripetersi e durare nel tempo
               perché accanto alla scienza ed alla tecnica il
               nostro mondo sia ancora capace di ascoltare e produrre
               poesia. 
               
               
              
                
                  
                    
                      
                        
                          
                                    Annarita
                                    Boccolini 
               
               
              
                
                  
                    
                      
                        
                                 Presidentessa
                                 Associazione "2
                                 colli" | 
      
         | 
               
              Albo d'oro
               della III Edizione del Premio Nazionale di
               Poesia
            
               
            
              "George
               Lord Byron" Città di Terni
               2005
              (dal discorso che
               ha preceduto la premiazione) Innanzitutto un
               bravo a tutti i partecipanti e... grazie!... Abbiamo
               letto, sforzandoci di entrare in sintonia e capire, e
               assai spesso gustato buone sonorità, belle
               scelte di parole sia come significanti che come
               significati... Grazie! Grazie,
               perché già conoscete "L'amore profondo
               che collega le cose distanti... ed ostili", già
               avete dimostrato di avere "rispetto della parola" e
               non la sprecate, perché siete oltre lo
               spontaneismo puro e semplice. Già avete
               varcato, insomma, quella soglia che, rifacendosi ad un
               "romanticismo" mal digerito, pretende di fare poesia
               di... colpo, senza ripensamenti, senza filtri, senza
               una benché minima distillazione della parola,
               pensando che la poesia possa sgorgare per semplice
               atto spontaneo, invece essa è intuizione e
               intelligenza insieme... rivelandosi, per altro, come
               una sorta di apertura verso l'indicibile, cui
               aspiriamo in quanto uomini, senza mai, forse,
               possederlo. Talvolta le parole
               ci hanno coinvolto, tal'altra ci hanno creato un vero
               e proprio rovello, volevamo vedere, intuire
               sensibilmente qualcosa di più fisico,
               attribuirle, insomma, ad un volto, a degli occhi, ad
               un'esperienza vivente, ad una persona, ma...
               tant'è! Cercavamo l'impossibile, invece... solo
               parole disincarnate. Questa è la
               condizione di un componimento di giuria in un premio
               di poesia. Speriamo di non
               esserci ingannati e di non aver ingannato... ed ora,
               leviamo un inno alla "santità" della parola
               poetica e terminiamo qui, con l'attribuzione dei premi
               e la lettura delle poesie vincitrici da parte degli
               autori. Domenico
               Cialfi   | 
      
         | 
               
              Albo d'oro
               della III Edizione del Premio Nazionale di
               Poesia
            
               
            
              "George
               Lord Byron" Città di Terni
               2005
                 Opera 1a
               classificata: "I giardini dell'anima" di Gilda Mele,
               Foggia. Ha vinto Euro 700,00 - Attestato di merito -
               pubblicazione della Poesia sulla rivista Il Club degli
               autori e su internet www.club.itQuesta la
               motivazione della Giuria: "Belle immagini di tocco
               simbolista si rincorrono drammaticamente nel
               componimento, in sé dissonante, volutamente
               dissonante, per preparare la chiusura distesa, quasi
               piana... come in un approdo dopo la
               tempesta.Consumata perizia
               aforismatica nel dominare serrate metamorfosi,
               esperienze e condizioni limite e loquaci immagini
               simboliche.Il tutto senza
               smarrirsi, ma generando un senso di spaesamento e...
               di echi profondi". Premio Speciale per
               la migliore Poesia avente a tema "L'Acqua"
               "Navigatori" di Daniele Rossi, Sant'Arcangelo di
               Romagna (RM).Ha vinto Euro
               350,00 - Attestato di merito - pubblicazione della
               Poesia sulla rivista Il Club degli autori e su
               internet www.club.itQuesta la
               motivazione della Giuria: "L'Autore mostra con
               sensibilità musicale ed una certa sicurezza di
               saper usare un registro medio, naturalmente... medio,
               come di un racconto che sa di storia sedimentata,
               Dall'inizio si passa poi, in un crescendo a svelare il
               nucleo fondamentale, che non è di poco conto
               trattandosi del mito di Ulisse, senza mai,
               però, scivolare nel declamatorio, senza mai
               andare sopra le righe.Notevole pregio
               questo che fa dell'autore un abile e consumato
               "narratore" di miti.Il che equivale a
               muoversi nei domini dell'universale!". Opera 2a
               classificata: "Siamo ore sparse" di Domenico Luiso,
               Bitonto (BA).Ha vinto Euro
               500,00 - Attestato di merito - pubblicazione della
               Poesia sulla rivista Il Club degli autori e su
               internet www.club.it Opera 3a
               classificata: "Orme dell'anima" di Ugo De Francesco,
               San Pietro Maida (CZ).Ha vinto Euro
               300,00 - Attestato di merito - pubblicazione della
               Poesia sulla rivista Il Club degli autori e su
               internet www.club.it | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
             
               
                    | 
               
              RAFFAELLA
               ALLADIO
             
               
               
                  Purtroppo è
                  breve  Io non son
               ioquando rimpiango
               d'esser ciò che sonoe cerco
               altrove: Volo al di sopra di
               UNO SPIRITO RABBIOSOsorvolo il mondo in
               un batter di cigliae sognoimbevuto di
               desiderioPROVO A RESTAR
               SOSPESOcome avvolto da
               inesistente pesomi
               libero E poi
               sovrastoGIGANTE BRICIOLA
               alla ricerca di un becco AFFAMATOCanticchio sotto
               l'acqua che scaldaun desiderio
               più grande di meper ritornare in
               mein
               me...Non c'è
               più me e altro che menon c'è
               più volo e sognonon c'è
               libero desiderio ...Io son
               ioquando boccheggio
               un sorso d'ariaquando rigetto
               tutto il fiato sul muroE ANNIDO ACIDO NEL
               FONDO dei pensieriIo son
               ioio son
               qualcunopoco più di
               nienteio sono il
               beccoCHE PERFORERA' LA
               BRICIOLAe
               insoddisfattopiangerà
               sullo stomaco GONFIO.     | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
               
              MARIA
               EBE ARGENTI
              
               
               
                  Arcobaleno  Può
               turbarti, violento ed improvviso,un rovescio di
               pioggia, a tradimentola cui foga
               è un autentico portentoche trasforma in
               inferno un paradiso. Ad un tratto, nel
               cielo appariràun arco luminoso
               iridescente,promessa
               allettatrice e convincentedi lunga pace alla
               posterità, dello spettro
               solare avrà i colori,la chiara
               apparizione può durarelo spazio d'un
               momento e dileguarecome un fumo di
               evanescenti amori   | 
               
              LUCA
               BIRIBANTI
              Specchio che culli
               il sogno frettoloso,distorci la
               battaglia e i vincitori sonogli
               altri.Qualcosa di un
               piccolo essere addormentato pur si muove:specchio!Attendi
               invano...Non è
               possibile essere ciechi,ma nei miei occhi
               si cancellanole dolci richieste
               e si dileguanoin un fiume di
               vetro.
               
               
              
  Contro quel tempo
               è penoso percorrere il cammino.Non c'è
               bisogno di affrettarsiché l'ombra
               lasciva della rosaè ancora
               nascosta agli sguardi tremanti.La notte ha
               già rivelato i frammenti del
               chiaroscuro,ha letto i sospiri
               degli amanti,soffiato via la
               polvere dalle ali della luna.È tempo che
               il sole ricordi ancora la lezione del donare
               el'ombra si fa
               sentinella delle forme.La luce è
               uno strappo della larghezza di un cuore.   | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
               
              ORIENE
               BRATTI
             
               
               
                   Silenzio terribile e
                  sublime  Silenzio terribile
               e sublime,terreno
               impietosodelle amarezze
               subite,il tempo della
               nostra giovinezzac'è stato
               rapitodal viaggio
               vertiginoso.La nostra
               giovinezzaa mezzo
               invernosembra un
               fioresu una tomba
               d'acqua. 
               
               
              
                   Ho perduto la mia
                  guerra  Ho perduto la mia
               guerra, strana pace mi accoglie,mi
               svuota,m'incamminadove nessuna
               stradaa te mi
               riporta.Parlo
               d'altrocon altri che
               t'ignorano,la notte è
               profonda,non ha più
               tinte liete il cielo.Lo spazio fra me e
               teè
               un'insormontabileuniverso.  | 
               
              PIERA
               MARIA CHESSA
             
               
               
                   Il Caffè di
                  Vincent(Su un quadro di Van
                  Gogh)  È quasi
               desertoil Caffè di
               Vincent.Nessuno più
               giocaal tavolo del
               biliardoe i pochi
               avventori,sopravvissuti al
               giorno,si adagiano
               stanchi. Bottiglie e
               calici,disposti sui
               ripiani,giacciono vuoti,
               inerti.Solo le lampade
               dorate,alle
               pareti,attenuano il nero
               della notte,mentre il grande
               orologio,inseguendo le
               ore,ammonisce gli
               animigià
               incerti. 
               
               
              
                   Istante  Si affaccia lo
               sguardosulla
               stanzae sui mobili in
               ombra,d'improvviso
               accesi,attraverso i
               vetri,dal sole che
               tramonta. Il passo si
               ferma,gli occhi
               stupisconoferiti
               dall'intensità. È un
               istante,il breve tempo di
               un pensiero:le calde
               tonalitàabbandonano il
               legno,subito riavvolto
               dalla penombrache precede la
               sera.   | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
               
              ALMA
               CHIMENT
             
               
               
                   Briciole di
                  pensieri  ... quando il
               tiepido alito del solegià saluta
               il sonnolento borgo,briciole di
               pensieri- pigramente
               affacciatisulle mie stanche
               spalle -si crogiolano
               beatitra fiumi di
               ricordie oceani di
               parole,... e fingendo
               indifferenzaspiluccano qua e
               là- come schizzinose
               signorine -tra righe segrete e
               misteriosi suoniin cerca d'una
               dolce vecchia melodiache solo a notte, a
               notte fondalabbra innamorate
               zufolavano discrete... e la magia
               ritornail cuor riode il
               caro ritornelloma oggi chi lo
               zufola... è solo
               un piccolo monello. 
               
               
              
 
               
               
                  Io,
                  Cantastorie  Non importa
               all'Amor miose la voce è
               un po' stonata,non deride il
               languidir d'ottavené il
               rincorrersi arruffatodi toni, crome e
               biscromequando i sogni, le
               passioni e i palpitidi dame e cavalieri
               io canto. L'Amor mio
               pazientemente tace,le ciglia
               sospirando cala...ma se il
               narrar,tra baci,
               giuramenti e giochi,alle dolci tre
               parole alfine giunge...allora l'Amor mio
               sorride, si ridestae nuovamente chiede
               il ritornello. ... sempre quello,
               solo quello:"io t'amo, io
               t'amo, io t'amo". 
               
               
              
             | 
               
              MARIA
               LUISA CONTARIN 
             
               
               
              
                  Nella fuga dei
                  mandorli Nella notte
               accovacciataGli arti
               brulicantiCercando
               improbabilivie
               d'uscitaImbuti nelle
               tenebreDi corazze
               metallicheE filiformi
               antenneDove il geranio a
               mia insaputaUn grasso
               artropodeRaggela in coaguli
               vischiosi......
               PerdermiVerde
               fruscioNella fuga dei
               mandorli...  
               
               
              
                  Dalle tue mani a
                  conca  L'acqua che
               sgorgaDa nicchie
               odoroseDi freschi
               licheniE muschi
               d'argentoTu la
               raccogliNelle tue mani a
               concaPerché io ne
               bevaSorsi
               golosi.E ti
               accontento.E sei
               contento.   
               
               
                   | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
               
               FRANCESCA
               DE' MANZONI
              
               
               
                  Mare
                  Adriatico  Vorrei cantarlo, il
               mareanche solo per come
               m'apparedall'altura di un
               modesto colle:cintura blu
               cangiante allecurvature della
               bionda spiaggia.Gli occhi ne
               spingono lo spaziofino alle corrose
               coste d'oppostasponda: Dinariche
               Alpida duri montanari
               frequentate.Immagino le acque
               solcateda prepotenti vele
               veneziane,in un passato quasi
               favoloso;e i viaggi dolorosi
               del presente:notturne carrette
               sgangheratedi quanti
               clandestini tentano- in mezzo a
               insidie e imbroglie spesso già
               scontata morte -un approdo di
               lavoro e pace.Vorrei cantare il
               sorgere del soleche si leva con
               pulita lucedal bagno delle
               verdi acquee tinge le spume di
               arancione.Se pur non vi si
               tuffa nei tramontivi stende luce
               orizzontaleche acqua e cielo
               si scambianoa vicenda. Ed
               è incontro d'oro,finché la
               luna non dà tremitid'argento al
               respiro delle onde. Vorrei cantarlo, ma
               sarebbe furto.Non ci si immerge
               nel segretodel mare, se non si
               è nati sullacosta battuta da
               marosi in lotta,se non si è
               bevuta acqua salatacome latte della
               prima infanzia.       | 
               
              NADIA
               FRASCHERI
             
               
               
                   Tra i
                  colli...  Tutta la nostra
               vitaRispecchia il
               percorso dell'acqua conAlti e bassi, le
               inevitabili Insidie che
               dobbiamo superare, i nostri Comportamenti a
               seconda delle circostanzeOccorre mutare
               eLogorati come gli
               argini dei fiumiLentamente tutto
               scorre, noiInvecchiamo,
               l'acqua si disperde nel mare...! L'acqua, fonte di
               vita,Emerge dalle
               sorgenti, Con
               fragoreAssordante, crea
               tra i colliSpumeggianti e
               incantevoliCascate, noi da
               sempre leAmmiriamo e
               siamoTravolti da tante
               bellezza della natura,Estasiati, lasciamo
               spaziare la nostra fantasia...! | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
               
              FRANCO
               FRITTELLA
              
               
               
                  Primavera  Finalmente
               primavera,finalmente la
               natura,quanti profumi,
               quanti colori,ovunque guardi ci
               son fiori. Tutto si risveglia
               al tuo richiamo, sembra una festa,del generale
               inverno niente più resta.Via cappotti,
               giacche e maglioni,basta camini
               accessi e termosifoni. Si apron le
               finestre, si guarda il paradiso,flora e fauna, son
               tutto un sorriso.C'è vita,
               felicità, voglia di correre e di
               volare,è gioia
               vedere i bambini e gli uccelli giocare. Si svuotano le
               serre, si lavorano le terre,orti, giardini e
               balconi, iniziano a farla da padroni.Tutti fuori a
               godersi il primo sole, a respirar quest'aria
               nuova,a sentir melodie
               d'uccelli, a vedere una rondine che vola. Primavera... ti
               abbiamo tanto desiderata,finalmente, anche
               se un po' in ritardo, sei arrivata.Vedi? Escono anche
               gli anziani,han liberato per un
               po' poltrone e divani. Se ne vanno a
               spasso, presto, la mattinao se ne stan seduti
               sulla solita panchina.L'importante per
               loro però è stare fuori,sentirsi vivi fra
               gente e rumori. Oh...! Arriva una
               farfalla, ma non è la sola,si posa sopra un
               fiore, poi di nuovo vola;ecco, adesso
               è primavera, primavera vera,bella, fiorita e
               colorata, or non sei più una
               chimera.  | 
               
               GIULIO
               GASPERINI
              Ti rinascerò
               semplicemente da unaconchiglia d'alta
               marea con una perlastretta tra le
               ciglia cieche. Tirinascerò
               come un quarto di luna,come un pentagramma
               ubriaco.Ti rinascerò
               durante tutto ieri, finoa quando non
               avrò il futuro nelle manie potrò dire
               di essere un poeta. 
               
               
              
 Riesco a sentire le
               tue indecisioni,le tue insicurezze
               che per altri sonoe sono state
               solamente dei silenzi.Riesco a concepire
               una vita daifolti rami e dalla
               corteccia screziata,profumata di legno
               umido. Ciriesco, lo sai, e
               non hai paura, perchéti cullerò,
               ti coccolerò come un gigliodentro il mio cuore
               e sposerò di teanche la tua
               irresistibile parte imperfetta   
               
               
                  | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
               
              LAURA
               GASPERINI
               
               
                    Si tratta di una
                  maculopatia  Si tratta di una
               maculopatiaamorosa,un vuoto
               incurabilenel
               centrodella
               retinadel
               cuore.Giocoforza,ormai,affidarsiallavista
               periferica,ignorandola densità
               accecantedella
               tuaassenza.         | 
               
              GIACOMO
               GUGLIELMELLI
             
               
               
                   Vorrei ci fossi tu nel
                  mio silenzio  Vorrei ci fossi tu
               nel mio silenzio,Amarti come fossi
               la mia vita,Metterti al centro
               di questo mio mondo,Tenerti come il mio
               miglior pensiero. Vorrei che non ci
               fosse più bisognoDi dirti tutto
               quello che io sentoQuanto ti guardo e
               tu mi sei vicinaCome se fossi la
               mia stessa pelle. Vorrei che questo
               tempo mai finisseQuando io sto con
               te e mai mi stancoPerché per
               me tu sei nuova scopertaChe più la
               faccio e più mi piace farla. Vorrei che tu
               sentissi questo amoreCosì
               profondo quanto io lo sentoE se m'immergo in
               esso più mi sembraD'essere ancora
               troppo in superficie. Vorrei che tu
               provassi solo un pocoDi quello che per
               te io vo provandoE non ci fosse un
               solo giorno senzaCh'io t'abbia reso
               un poco più felice. Vorrei che tu
               gustassi tutti i fruttiDi questa pianta
               che per te coltivoE ti circonderei da
               tutti i latiCome fa il mare
               all'isola più bella.        | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
               
              GIUSEPPE
               GUIDOLIN
             
               
               
                  Palinsesti  Quale disegno
               trasformain maschere tristi
               avvizzitearbusti di ossa
               disseccateabbozza tele brune
               di ragnosu occhi sfusi e
               sgualcitiricopre la carta di
               pelli ossidate quale sigillo
               rinchiudela vita tra sogni e
               illusioniin bisogni
               ambiziosi di incerteed antiche
               abduzioni a rinascere (quale costume
               è graditoper arrivare alla
               frutta?)   
               
               
              
              Imbuti
            
               
            
              (A Chet
               Baker
            
              Un
               trombettista)
            
               
            
              Il respiro
               di una tromba
            
              sul filo
               delle labbra
            
               
            
              una nota
               sfregiata
            
              sgonfiata
            
              un sorriso
               sfondato
            
              scavato in
               una fossa
            
               
            
              un assolo
               spogliato
            
              (grappoli
               di solitudine)
            
              frammenti
               scoppiati
            
              in ritagli
               di cuore
            
              e polvere
               bianca
            
              in frantumi
               di cervello
            
               
            
              Luci di
               Amsterdam
            
              calanti
            
              lune
               sommerse
            
              un fiato
               sospeso
            
              (un alito
               spento)
            
               
            
              una tromba
               cucita
            
              ad un filo
               di voce
            
              un imbuto
               buttato
            
              in ossido
               d'ottone
            
               
            
              e
               schianti
            
              che
               sembrano schiaffi
            
              in polvere
               di ruggine
            
               
            
               
             | 
               
              PIETRO
               IMBROGNO
              
               
               
                  Entra nella mia
                  anima  Entra nella mia
               animacol tuo
               fiatoriempimi nel
               profondo,affollami col tuo
               respiro leggeroe rendimi capace di
               volare con le nuvole.Una tua parola non
               dettala freccia
               appuntitache mi farà
               rapidamente precipitarein un vortice
               impazzito, in luoghi non desiderati. Squarciate le vele
               da un soffio turbolentodi un Dio irritato
               e furioso delle mie richieste:non si possono
               accorciare distanze velocementesenza restarne
               laceratiin balia dei venti
               e delle onde irrequiete e instabili. La tua abile arte
               di non concedertimi sgonfia, mi
               sfianca,arriverò a
               te in altro modo... Volterò
               indietro il mio sguardo,ti
               sorprenderò alle mie spalleannullando con un
               gesto rapidola distanza che ci
               separa.Incrocerò i
               tuoi occhi spalancatie tu sbalordita e
               meravigliatapotrai cadere,...
               se vuoi,tra le mie
               bracciain un sonno
               ipnotico simulato.   | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
               
              ANDREA
               INGEMI
              Cala la
               notte,pensiero
               angosciosodi un salto nel
               vuotoantiche
               paurecredute
               dimenticate.Torna la
               notteil pensiero
               angosciosodi una vita
               sbagliata,di false
               certezzee fragili
               convinzioni.Pensiero
               angosciosodi un salto nel
               vuotoper una vita
               futura.       | 
               
              CLAUDIA
               LUZI
              
               
               
                  L'onda  In un
               sussurro,deponesulla
               battigiail suo sudario di
               sassi e valve. Nel limbo del
               tramonto,sulla
               spiaggiasi dilegua e
               ricompone,immersain un battesimo di
               luce. Al richiamo della
               risacca,precipitosasi riversa in
               maree al vento
               involabaci fuggevoli di
               schiuma. 
               
               
              
 
               
               
                  A
                  Roberto  L'unica volta che
               ho rifiutato la luceè stato
               quando il buio si è fatto fiaccolaper illuminare la
               tua anima. È stato
               allora che hai schiuso i tuoi pensieried io come un'ape
               avidaho succhiato il
               nettare dei tuoi segretie ne ho fatto miele
               preziosoper alimentare il
               mio spirito.   | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
               
              LAURA
               MACCHIA CANESI
             
               
               
                   Sorgente che
                  disseti  Sorgente che
               dissetiocchi e
               sorrisi,acqua che corre
               lietatra i primi
               sassidella sua
               discesa:non sono
               scogli,sono giochi e
               salti,brividi e
               ruzzolonitra due
               sponde,a volte
               ripide,a volte lente
               e tondenel
               maturaredella sua
               natura.Sorgente
               inizioe ripido
               cammino:l'acqua e la
               vitasono assai
               vicino.       | 
               
              MARIA
               TERESA MALACARNE
             
               
               
                   Un'antica
                  famiglia  Le braccia della
               mia antica famigliami avviluppano con
               le loro radicitrasudano di
               storiavissuta in un
               tempio di passionidi semplici
               pensieriscarni come le mie
               ossa.Una casa affollata
               di autentica gentedi porte
               apertealcove
               disfattediventate sudari di
               morteche impietosa ha
               strappato l'ancora al mio passato. 
               
               
              
                   A mio
                  figlio  Il profilo del tuo
               volto chinoè simile ad
               un ritrattoè l'ombra
               del passatoquando la notte
               è chiusa nei tuoi occhimisteriosi come
               anemoni di mareche afferrano i
               miei giornida dolci tentacoli
               trafitti. Ma il tempo
               tarperà la tua presacon una metamorfosi
               improvvisaed io sarò
               indifesain un'urna di
               ricordi.     | 
      
         | 
               
              Torna
               all'indice
               
               
              
 | 
      
         | 
               
              GIUSEPPE
               MASCIA
             
               
               
                   Tramonto sul
                  chiostro  Il sole annega
               roggio ormai lunghessol'aspra giogaia
               della fosca altura.Guizza da lungi un
               raggio e sulle muraarde del chiostro
               qual etereo messo. Talor lievi
               bisbigli dal cipressosuonan di passeri
               per l'aria pura.Sgrana il Rosario
               fervido, a misurach'addensan
               l'ombre, il fraticel sommesso. D'un pipistrello i
               silenziosi vannior fendon l'aere ed
               alle mite serail lungo fil tesson
               del negro scialle. Van nei ricetti
               ortotteri e farfalle.Dai tetti d'ocra
               scivola leggeral'imago lassa degli
               umani affanni.         | 
               
              GILDA
               MELE
               
               
                   OPERA 1a
                  CLASSIFICATA I giardini
                  dell'anima  Nemmeno il mare mi
               volle morta,s'accostò
               alle vergini aquile e mi fece cielo.Indietreggiai,
               tutto mi sembrò irreale!E Dio a
               ringraziarmi,per non aver
               violato la sua ira.Restai silente, col
               respiro dei morti,dipinsi, di
               riflessi, il cielo,con il veleno di
               serpente.Lessi il mio
               nome,rividi il passato,
               il presente, il futuro.L'ennesima ombra
               scheletrica mi adulò,come fece per
               incantar serpente:mi uccise! Eppur
               scappai.S'udirono voci
               confusedagl'inferi della
               terra a tremaree, il mio cuore
               divenne farfallasi ribellò
               alle burrasche, alle tempeste.Ora, le stelle,
               sembrano tante piccole lucciole,figure geometriche
               che danzanoattorno agli
               estremi del tempo,a seguire il volo
               degli angelicome perle
               d'azzurroper distinguere il
               fiore giallo sulla terra.A rallegrar le
               anime, la vita,per soleggiare il
               temporale del destino.Solo poi... la
               saggezza,sempre dopo la
               morte, quando si è solie le tenebre
               prendono il sopravvento.Sono felice di
               ritornar su questa terra,sotto il mio
               tetto,per sognar spazi
               tranquilli,germogliar di
               petali rosae condividere
               l'estro esuberante della serra,a benedire
               l'efflorescente esistenzatra i colori
               dell'arcobaleno. | 
      
         | Torna
            all'indice 
 | 
      
         | 
               
              LIDIA
               MILETO
             
               
               
                  Acquarello  Sulla criniera
               degli alberioggila pioggia
               s'è accanita.Ha estenuato il
               pratoche sotto la suola
               affocae
               attrita. I tetti rigurgitano
               in grondaciò che i
               giganti hanno scartato.Neanche un
               uccelloha osato la vite
               sorvolareallor che l'acqua
               s'è fatta gelo. Riposano le api
               operaiefinalmentedentro al vecchio
               muro.Attorno alla regina
               prigionierale vedo
               affollarsie mormorarle quali
               amoricelano nei loro
               profumii fiorie che
               meravigliail
               tuffoin quei caldi
               veritieri colori.  
               
               
              
                  L'albero  Pulsano
               possentie
               mansuetele vene rigonfie
               dell'albero. Fuori della terra
               che cercate?L'oscurità
               del vivere quotidianoanche voi
               temete? Venuzze a raggiera
               disteseseguonofragiliil profumo delle
               viole che confonde. Freddenude
               bracciaperché
               proprio a voichiedoconforto.     | 
               
              MARIO
               NURCHIS
             
               
               
                   Disegno
                  infinito  Nel grigio
               tramontoquando pensieri
               tortuositi
               conduconoa sintesi incerte e
               affrettate,puoi
               scorgerein un semplice
               olivoin
               controlucenell'intrico dei
               soliti ramiun meraviglioso
               ricamo,e
               intravedila manodel
               tessitore,e ti
               immergiper un
               po'felicein quel
               disegnoche sad'infinito.       | 
      
         | Torna
            all'indice 
 | 
      
         | 
               
              PAOLO
               PANZERI
             
               
               
                   Lavato dal
                  mondo  Immerso nei
               ricordidi un
               passato,di una vita breve
               vissutain scale di
               sogni;lasciato in
               rivadi mugolii
               marci,sabotato da macabri
               cigolii,a lungo visto e
               saputo:riconosciuto.Libero lasciato
               languiredi limpide lapidi
               loquaci;anima
               animalesca,appassito stelo di
               girasole.Se questa notte non
               passerà,sarà
               l'ultimo grido di fuga:fumo dagli
               occhitra campi di
               grano.Passano i
               giorni;la fame sale su di
               me:trancia di utopia
               sadica,bruciore di ripide
               mura.Grido
               forte!La mia voce
               vagheràE non
               arriveràfino a
               te.Scaccio bugie
               leggendo il cielo.Dormo tra sassi di
               marmo,spaccato in
               dueda una ghigliottina
               di freddoe
               scopro,toccando il fuoco
               accesodi un tizzone arso
               dal tempo,il profumo della
               speranza.         | 
               
              ROSSELLA
               POMPEO
              
               
               
                  L'urlo  Le mani, quelle
               della disperazione.Portate sul viso,
               strette quasi a schiacciarlo.Lo sguardo fisso
               nel vuotoocchi soli che
               guardano ma non vedono nulla.Solo la
               disperazione si fa sentire.È più
               forte d'ogni altra sensazione.Tutti i desideri,
               scomparsi.L'immobilità
               ti blocca.La bocca è
               incapace di emettere suoni.Il silenzio si fa
               avvolgente,grigio ti circonda
               quasi a volerti soffocare.Non c'è via
               di scampo, non altre che te.Corri, corri in
               fretta verso la tua solitudine,l'unica a
               capirti,le non può
               abbandonarti.Silente, ti
               accoglie, tu la ricerchi, ti lasci coccolare
               dalvuoto, grigio quel
               vuoto,è l'unico
               riparo sicuro del resto.Ti plachi, la tua
               coscienza giace con te.        | 
      
         | Torna
            all'indice 
 | 
      
         | 
               
              PAOLA
               ROELA
             
               
               
                  Poesia per un
                  addio  Quando ci
               lasceremonon lo
               sose piangere un
               pocooppure
               no.Ci lasceremo forse
               sorridentifissandoci
               magariappuntamenti.Oppure
               qualchegoccia
               impertinenteallagherà lo
               sguardomio
               silente,ci abbracceremo
               allora,stretti,
               muti,il tuo silenzio e
               il miosaranno
               uniti.E così, un
               po' confusi, emozionati,ripenseremo ai
               beitempi
               passati:momenti belli,
               brutti,a volte
               tesi,istanti
               intensamentecondivisi.E
               parleremo,parleremo
               ancora,finché non
               resteràche una
               parola.Quando verrà
               il momentotanto
               odiato,tanto
               temuto,mai
               desiderato...so che la
               più commossasarò
               io,perché alla
               fineci diremo
               addio.    | 
               
              DARIO
               ROMAN
              
               
               
                  L'eternità  Sera.
               Costa.Rumore d'onde e
               orizzonte...Mistero dentro a un
               lamento...Ricordi
               spostaIl mare, l'aria e
               il vento. E dentro la
               seraRiappareLa tua immagine
               dorataPura come un
               giglioo il sole a
               primavera. Come posso non
               riaccostarel'immagine, mistero
               e natura?Come posso non
               ricordarel'immagine tua e
               l'anima pura?Come
               posso? E vedo
               te,non vedo che
               te...te solo accanto
               all'infinità;te
               solo,soltanto per
               l'eternità.         | 
      
         | Torna
            all'indice 
 | 
      
         | 
               
              ATTILIO
               ROSSI
              
               
               
                  La
                  salsedine  Come profugo perso
               nella sabbiarincorro fra le
               nuvole pensieriche la brezza
               avvolge nella nebbiaper disegnar
               più nitidi sentieri. Quell'aria, pur
               pellegrina, accogliequei profumi che
               trasporta il mare;l'atmosfera che
               sceglie le sue vogliecol sentimento
               forte dell'amare Poi sulle labbra,
               lieve nel migrare,si posa l'acre
               gusto della seravolteggia con le
               ombre per trovareun fiore che saluti
               primavera Quei petali
               disegnano raggeranel chiarore
               soffuso della notte:coriandoli sospesi
               nella seracome gabbiani
               disposti a frotte La melodia che
               corre sulle note,pur lontana, nella
               quiete espande,l'onda... vagante
               anche l'aria scuoteper penetrar
               nell'universo grande Nel volgere ritmato
               della vitala salsedine un
               posto se lo fa:sulle labbra non fa
               cosa graditase l'acre forte in
               bocca resterà Se guardi con
               fiducia nel domaniil tuo gusto di
               salsedine va via:coccola il destino
               fra le mani,cavalca l'onda,
               seguendo la sua scia.       | 
               
              MARIA
               ROSARIA SALITO
              
               
               
                  Goccia d'acqua
                  story  Un giorno, felice e
               beata,da una sorgente
               sono scappataPer una
               strada,impervia e
               scoscesa,in un corpo
               cilindricomi sono
               infilatae lungo i suoi
               fianchi son scivolata.Ho corso
               tantoe ho avuto
               pauradi non riuscire a
               uscirne fuoriIn un tubo
               d'acciaiomi son
               ritrovatache sulla
               boccami ha presto
               baciata;da quelle labbra
               ero gravataperciò ho
               urlato,urlato ed
               urlato.Non so se
               qualcunomi abbia
               sentito,ma sta di
               fattoche mi son
               liberatae, dentro una vasca
               di plastica rosa,mi sono
               trovata.Una bimba felice
               con me ha giocato,ma nel
               contempocalci mi ha
               dato,una donna ridente,
               poi,quella vasca ha
               svuotatoe a dei fiori,
               posti in un vaso,mi ha
               regalata,le rose sfiorite,
               si sono riprese,le calde
               corollehanno aperto
               all'istantee hanno intonato
               insiemeun bel
               canto.   | 
      
         | Torna
            all'indice 
 | 
      
         | 
               
              ANNA
               SALVATI
             
               
               
                   Sull'onda del
                  mare  Abbandonata a pelo
               d'acquarespiro
               Luce. Onda per
               ondal'acquascivolasu me. Leggera.Accarezzata.Abbracciata dal
               maremi
               dilato.Mi
               sciolgo.Mi
               fondo. Risalgoal blu del
               cieloevanescentecome
               nube.         | 
               
              STEFANO
               TONELLI
              
               
               
                  Profumi
                  perduti  Anche quest'anno il
               profumodei glicini e dei
               tiglie dell'erba
               tagliata di frescomi rimanderanno ad
               oscureaccoglienti serate
               di giugnodi tanti anni
               fa. Quante sensazioni
               alludevanoe promettevano
               quegli odori!Quale conturbante
               risonanzadi ignoti abbandoni
               e amorosi languorine aveva il
               giovinetto di allora!Già le
               fragranze di nuovi calici fioritiinebriavano le
               giovane età ele orgogliose
               dimensioni del corpo... Come appariva
               vicina, allora,la via dell'acerba
               giovinezzae della
               virilità adulta. Mai il virgulto di
               allora avrebbesospettato di
               finire sepolto vivoin una catacomba -
               i sensi e la menteeclissati dal Male
               Oscuro. Quindi addio
               magiche atmosfere notturne,addio profumi di
               gioventù,addio orgogliosa
               virilità.E addio dolce vita
               nel mondo terreno. (Aprile
               2005) | 
      
         | Torna
            all'indice 
 | 
      
         | 
               
              SUOR
               MARIA FRANCA TONINI
             Splendore del mare...
               parla una madre col linguaggio del
               cuore... Il mare,
               lievemente, lambisce la spiaggia.Rotear di bianchi
               gabbianiin folle volo, dal
               cielo al mare.Riverberi, in un
               variar di luce,sulle mobili
               onde.Lontano,
               nell'orizzonte,splende una vela
               alla luce del sole.Dei pesciolini
               argentei emergono e scompaiono.È bello il
               bambino, dai ricchioli d'oro,spioventi dal
               berettino,gioca sulla sabbia
               con paletta e secchiello.Poco lungi, la
               madre,segue il suo
               bambino, con lo sguardo pien d'amore.Giace, inerte, il
               settimanale.La spiaggia
               incomincia a popolarsi.Per le
               strade,il caotico
               sfrecciar delle macchine...Pensa la madre...
               "Se, un giorno, figlio mioper allettevoli
               compromessi, per vili interessi,e, se ti
               incanterà il canto delle "omeriche
               sibille",fede e rettitudine,
               da me insegnate, perderanno il loro
               fascino...Invocami, chiamami,
               IO, TUA MADRE,dalla terra o dal
               cielo, ti parlerò.SII, UOMO, col
               cuore di fanciullo.Riprendi il cammino
               scosso dai venti contrari...Afferra "la
               piccozza" e cammina; rompi il gelo...La vita è
               bella, è una conquista,e il cuore canta
               sol, se vi regna rettitudine di vita".E madre e bambino,
               mano nella mano,in una via,
               nell'ombra, scompaiono.In fondo, una
               striscia di luce.Rimane la folla...
               Calmo, il mare invita...Un tuffo e un
               altro... si nuota... oltre la boa...Più ampio
               è l'orizzonte, lo sguardo spazia
               lontano...Or, si nuota verso
               la spiaggia... Si è "folla"e si va, ad
               abbronzarsi, allo splendore del sole.   | 
               
              TRENTIN
               SERENA
             
               
               
                  Il
                  cielo  Pareva magico il
               cielola sera del
               temporale fortee l'acqua e
               l'acquazzonescuotevano finestre
               e porte.C'erano i
               lampie io correvo sotto
               una volta scura,tentennavano le
               lacrimedi un cielo dai
               sogni infranti.Quando il cielo si
               arrabbia e borbottaesprime a tutti
               solo il suo doloreche, al levar del
               sole,tramuta in
               ghirlandedi gioia e
               amore. 
               
               
              
 
               
               
                  Acqua  Rugiada di vita
               chetempesti di
               stelleal mattino i prati
               sonnolenti,per noi diventi
               arcobaleno di luce e di speranza,ti dondoli e ti
               infrangi tra gli scoglio potente acqua che
               solchi le rughe della terra.Mi sorprendi e a
               volte mi spaventi,tanto umile e
               prodigiosaquanto sconvolgente
               e iraconda.Dimmi cos'è
               che trasforma il tuo alito di vitain anelito di
               morte.Scintilli,
               luccichi, lavi ciò che ci sporca,in te ci immergiamo
               come in una sacra abluzione,sorseggiamo il tuo
               nettare divino.Ma a volte ebbri,
               forse di noi stessi,ne veniamo
               soffocati fatalmente.Chissà, se
               tu ancoracome nella magia
               del deserto,ci farai almeno per
               una volta rifioriree ci scolpirai un
               nuovo sogno di immortalità.    | 
      
         | Torna
            all'indice 
 | 
      
         | 
               
              AMELIA
               VALENTINI
              
               
               
                  Aurora  Questo chiedeva il
               mio cuore,il silenzio dolce
               dell'ascolto,la pacata certezza
               dello sguardo,profumo
               leggeroa tracciare nel
               buio ferocenuova via
               insperata.L'atteso respiro
               dell'aurorascioglierà
               il nodo oscuro dell'anima,notturno
               deserto,come timida
               carezzasu una ferita
               appena chiusa. 
               
               
              
 
               
               
                  Come il
                  mare  Come il mare
               è il mio cuore,orizzonte
               remotoin cui rapida
               svaniscevela gonfia
               d'oblio,flutto ansioso di
               rivatra arcate d'oro e
               sabbia.Cadde il vento teso
               di burrascanel chiuso abisso
               d'illusione.Quieta luce
               cristallinaincrespa di teneri
               bagliorila profonda
               corrente:così
               sull'ondulata via dell'acquain docili
               volutedanza il verde
               riflesso del tuo sguardo.         | 
               
              LUCIANA
               VASILE
              
               
               
                  LuiLei  L'uno riflesso
               dell'altraPortavano lo stesso
               nome Magia di puro
               pensieroLei si bagnò
               di Luidi Lui
               permeò il suo corpodi Lui nutrì
               la sua animaAlle sue parole di
               ventoliquida si
               perdevacalda
               evaporava. Lui e Lei
               nell'ariabattito
               d'aliprofumo di
               gelsominocarezza di
               musicaalito di
               Vitasorriso di
               fanciulloallegria del
               Nullaluce
               d'Amore Qualcuno
               proibì le loro paroleLui sparì
               con 'buon senso'La voce del
               silenzio di Luiurlava ora nel
               cuore di LeiVuoti i giorni
               dell'anima nudaLei
               piangevae si
               chiedeva- Perché?
               -   | 
      
         | Torna
            all'indice 
 | 
      
         | 
               
              GIAN
               CLAUDIO VASSAROTTO
              
               
               
                  La
                  preghiera  La preghiera
               volanell'intimo del
               sole,penetra il
               mistero,lo colma di
               stupore. La preghiera
               nuotanell'oceano del
               cuore,raduna i
               sentimenti,li fa sorridere
               d'amore. La preghiera
               viaggianelle anime del
               tempo,le fa cantare di
               grazia,ne annienta il
               tormento. La preghiera
               zampillasulla terra della
               storia,ne irriga i
               deserti,ne anticipa la
               gloria. La preghiera si
               sposacon le creature del
               cielo,rende santo
               l'universo,ne purifica il
               sentiero.     | 
               
              CLAUDIA
               VETRÒ
              So di possedere
               frammentidi ombre di questo
               mondo immaginariocolorato da visioni
               incerteche vogliono essere
               nel mondo. 
               
               
              
Guardo quelle
               animeormai
               spentee mi
               chiedo:"Dove sei
               vita?"Vorrei
               leggereil tuo
               viso,ma tu sei il mio
               mistero più grande,adorabile
               strega."Perché mi
               sfuggie mi danzi
               intorno?Catturami, portami
               con te.Guardo la tua
               luce.Dammi la tua
               mano,vorrei venire con
               te.Lasciami,
               corpo,scusami, la mia
               materiami
               imprigiona,mi tiene
               fermamentre il mio
               spiritovola
               lontano.         | 
      
         | Torna
            all'indice 
 | 
      
         | 
               
              CHIARA
               VUILLERMOZ
              
               
               
                  L'acqua  L'acqua unica cosa
               indispensabile,l'acqua unica cosa
               veramente pura,l'acqua la cosa
               più potente che ci sia
               nell'universo,l'acqua, la signora
               che regna su tutti i pesci e le alghe.Acqua, strumento di
               distruzione,acqua limpida e
               sincera;quando la guardo mi
               fa sentire bene.Forse a volta
               sembra un tuono,può sembrare
               imprudente e vanitosa,ma è dolce e
               silenziosa. Estesa e
               bella.Unica, nessuno
               è in grado di domarla,è per questo
               che mi piace,è energica e
               sola,a tutti però
               serve,a tutti è
               amicae con tutti
               è semplice. A volte veramente
               scatenata,a volte veramente
               tranquilla,semplicemente
               l'acqua è il mio elemento
               preferito.L'acqua mi fa
               diventare felice,l'acqua mi fa
               cantare,mi fa pensare alle
               cose più allegre;quando c'è
               lei sorridoquando c'è
               lei l'ascolto.Mi piace tanto
               farle compagnia quando non c'è nessuno con
               lei.A volte mi
               piacerebbe rimanere con l'acqua per
               sempre!         | 
               
              MAURIZIO
               ZICCHE
              
               
               
                  Occhi  Raccolticome dal
               ventole
               foglienegli angoli delle
               stradedove
               algidala notte
               spiraocchidi
               solitudinelacerimentono
               silenziosiquasi un
               attimoun'eternitàsi allunga una
               mano"...grazie
               signore..."  
               
               
              
              ... e fa
               male?
            
               
            
              Nei colori
               d'un inverno senza neve
            
              Ogni
               giorno, dietro al mio fiato
            
              Io ti
               cerco...
            
               
            
               
             | 
      
         | Se
            non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla
            direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi al
            venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al numero
            0298233100 oppure ordina
            questo libro on line a Internet Bookshop
            iBS  |