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               Le
               antologiedei concorsi de Il Club degli
               autori
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               Antologia
               del premio letterarioMarguerite Yourcenar 2005
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                Sommario
«Ritmo e
               immagine creano la poesia» di Maria Organtini -
               Albo d'oro dell'edizione 2005 - Massimo Agnolet -
               Elena Auddino -Lorenzofilippo
               Bacchini -
               Davide
               Belacchi -
               Sara Bellingeri - Nicoletta Berliri - Roberta
               Bertoli -
               Rina Eugenia Bonanomi - Davide Bono - Maurizio Cafaggi
               - Andrea Campanella - Marina Canal - Cesare
               Cantù - Claudio
               Capponi -
               Giuliano Cardellini - Ernesto Casolari -
               Marisa
               Caspani -
               Maria
               Grazia Catanzani -
               Sania
               Chiereghin -
               Roberta
               Corbelli -
               Maria Costanza - Gaetano Cugno - Giuseppe
               D'Agrusa -
               Mario D'Alise - Maurizio
               D'Amico -
               Vincenzo De Crecchio - Maria Antonia Dei Negri - Paolo
               Del Guercio - Emilio Dezani - Elena
               Di Cunzolo -
               Marina Dionisi - Mario Dominici -Valentina Draghi -
               Roberto Duca - Vincenzo Elefante - Elisabetta
               Fais -
               Gianni Fassina -Massimo Fazzari -
               Claudio Fazzino - Valentina
               Fonte -
               Giacomo Fumarola - Susanna Galimberti -
               Michela
               Garella -
               Riccardo Gasperina -
               Francesca Gatti
               - Maria Rosa Gelli - Giovanni Ghirga -
               Ferdinando
               Giannone -
               Danila Adriana Giasotti - Amedeo Giordani - Maria
               Grazia Girola - Mario Giugovaz - Nirvana
               Granata -
               Simonetta Gravina -
               Elena Guidi -
               Iago - Pellegrino
               Iannaccone -
               Maria Antonia Jannantuoni - Pasqualino Latella -
               Eliana Leoni - Pamela Lodato - Mariano Luccero -
               Silvia Malavasi - Giuseppa Masilla - Savina Dolores
               Massa - Stefano
               Mastroiaco -
               Valerio Mello - Giampaolo Merciai - Silvia
               Miranda -
               Dino
               Valentino Moro -
               Margherita Nazzarro Riva - Francesco Negri - Luigi
               Nosenzo - Francesca
               Papp -
               Stefano Pasquale - Nadia Pasqualini - Angelo Passera -
               Annamaria Pieralisi Da Lio - Giuseppe Pietroni -
               Daniela Piras - Mara Pravettoni - Anna Quadracci -
               Enrico Radente - Ermano Raso - Cristiano Ravasi -
               Daniela Rizzo - Dario
               Roman -
               Daniela Rusconi - Luisa
               Sala -
               Michela
               Salice -
               Angelo San - Maria Grazia Savonelli - Adriano
               Scandalitta - Jolanda Serra - Daniela Sias - Patrizia
               Sparacia - Ombretta Suardi - Maurizio Tantillo - Carla
               Tedde -Giuseppina
               Terranova - Stefano
               Tonelli
               -Magaly
               Alina Toràn Marquès
               - Stefano
               Vitale - Leonardo Vitto - Ines Zanotti - Massimiliano
               Zulli   
               
                     
               
               
 Antologia del Premio
               Marguerite Yourcenar 2005 formato 14x20,5 - pagg. 116
               - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-103-1
 Risultati
               del Premio Marguerite Yourcenar
               2005
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                 Come
               avere l'antologia | 
      
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               PrefazioneRitmo e
               immagine creano la poesia  Se ci accingiamo a
               leggere le poesie di questa raccolta, sempre varia ed
               interessante, ci rendiamo conto di come il ritmo e
               l'immagine abbiano influenzato i poeti che hanno
               partecipato a questa edizione del Premio "Marguerite
               Yourcenar 2005".Il senso del ritmo
               dato dalla cadenza dei versi, sfocia nell'immagine
               come naturale continuità del verso medesimo.
               Basta leggere la poesia 1a classificata: "Dissolvenze
               III" di Dino Valentino Moro che nella brevità
               del verso ha saputo condensare il senso profondo della
               ricerca con l'immagine che diviene essa stessa chiave
               di lettura del pensiero. Questo ci dimostra che la
               giuria, formata dagli stessi autori, ha saputo
               scegliere la sintesi poetica, immediata, riflessione
               dell'io dell'autore.Al ritmo, fa da eco
               l'impostazione, la creazione del verso che diviene
               esso stesso immagine, prende forma e moltiplica
               l'emozione che si nutre di ricordi. La poesia "Una
               mattina d'estate" di Massimiliano Zulli s'identifica
               con questo meccanismo che approfondisce il senso di un
               affetto dove anche le immagini hanno spessore
               "
giù voci di biciclette bambine/e
               qui/lenzuola disegnate dal tuo
               seno
".Ma questo discorso
               si può applicare alla maggioranza dei testi
               concorrenti. Certamente è possibile constatare
               che le opere partecipanti abbiano un "metro" di
               paragone diverso.Quello che ci preme
               distinguere è la concomitanza di alcuni fattori
               che sembrano facenti parte di un modo di sentire e
               giudicare le emozioni quasi all'unisono. In queste
               poesie si trovano immagini poetiche molto belle e che
               v'invitiamo a leggere attentamente perché ogni
               poeta fa dono, a chi legge, di parte del suo vissuto
               più intimo dove ogni uomo può
               confrontarsi e riconoscersi.È questo un
               grande dono che in ogni epoca ha fatto incontrare
               uomini diversi tra loro uniti da un percorso
               soggettivo costituito dalla massa collettiva delle
               risorse del linguaggio.Il lettore attento
               percepisce gli strumenti idonei a rendere lingua e
               pensiero uniti nell'emozione di un verso di
               poesia. 
               
               
                                       Maria
                                       Organtini
Presidente della
               Giuria Sezione Poesia    
            
            
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               LORENZOFILIPPO
               BACCHINI  Galleggioleggero in un
               sognoRicordo.A pelo
               sull'acquanon
               sentoche un vago rumore
               del cuorericordo un
               doloresottilemi scivola
               addossoimmobilemantiene il mio
               corso.Galleggioaspetto in silenzio
               un dolorediffuso l'oblio nel
               mio corporicordo un
               amoreche
               scivolae lento percorre il
               trascorsoGalleggiolo sento che
               arrivadal
               buioRicordomi porta nel fiume
               del tempoe vivodi
               dentro.       | 
               DAVIDE
               BELACCHI 
               
               
                   Ambiguità  Significati
               rimossipur sempre
               presentisi fan
               preoccupazionecostantedi
               qualcosache comparir non
               deve. Significati
               univocidati alle cose del
               mondonon ci
               salvandall'incertezzadelle prospettive
               possibili. È il nostro
               conoscereche preferisce
               annullarsinel condiviso
               sapere. (02/03/2005) | 
      
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               ROBERTA
               BERTOLI 
               
               
                   Il posto di
                  sempre  Quando la notte
               è buiaIl respiro
               s'affannae il battito si fa
               irrequieto.Là
Mi
               ritrovo,dovelieve e
               lontanol'odore della terra
               bagnatae la
               partepiù vera e
               profonda di metremacostretta ad
               ascoltarela sofferenza che
               prende voce,perché la
               realtà èpiù
               fortedella
               fantasia.Pareti si
               sgretolanoe
               tu
tu sogno voli
               via.Percezionisuoniodoripensieri
               emozioniindividualmente
               tradottiIl
               respirorientra a poco
               poco
si fa regolare con
               l'arrivo del giornoed
               io
al posto di
               sempre. 
               
                | 
               CLAUDIO
               CAPPONI  
               
               
                  Bruciata  
               
               
                  (Bruciata
                  è una zona alla periferia di Modena dove
                  stazionano le prostitute di colore)  Vivi gazzella
               nera,e scalda col tuo
               corpoquelle serate
               buiee fredde tra la
               ViaEmilia e la
               savanaInfuocata.
               Dispensaun paradiso
               empiodi camere a due
               stellea chi non trova
               amoreche ai bordi delle
               strade;inebria con gli
               aromiforti della tua
               pellegli abitacoli
               lercidelle auto
               clienti,e osserva con
               quegli occhiprofondi i
               pregiudizidi preti e
               benpensanti.Ogni esistenza
               è sacra,e copre un ruolo
               datoda ciò che
               il mondo impone:tu fuggirai
               degradoe iniqua
               decadenza:non più
               merce vendutaad un mercato
               osceno.Possa tu
               diventarelibera donna e
               madre,in un futuro
               tempoe bel luogo dove
               ognivita non è
               BRUCIATA.       | 
      
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               MARISA
               CASPANI 
               
               
                  Buio
                  infinito  Rabbia immensa,
               senza fine,voglia di spezzare
               tutto,di squarciare il
               cielo con le mani,di penetrare in
               quel buio infinito!Buco nero, senza
               fine,senza speranza di
               luce!Big
               bang,miliardi di
               anni,il nulla e
               all'improvviso un boatoe mille stelle si
               tuffano nel buio dell'immenso.Sono
               lì,pronte ad
               illuminare quella mia rabbia immensache non riesco a
               gettare su di tema che resta dentro
               di me e mi distrugge.Uno scoppio, un
               boato,e mille frantumi
               dentro,che non vogliono e
               non riescono ad uscire.Potessi buttarli
               contro di te, distruggerti,distruggere ogni
               tuo pensiero,ogni tua
               speranza,come tu hai fatto
               con me, senza pietà,senza una parola ma
               con il tuo silenzio,silenzio di pietra
               contro cui non posso nulla,nemmeno buttarmici
               addosso,mi spezzerei, di
               nuovo,ma tu non te ne
               accorgeresti nemmeno,sei troppo preso
               dal tuo egoismo,dal tuo
               vuoto,della tua
               incapacità di dare qualcosa di te
               stesso!Non meriti niente
               da me,puoi solamente
               stare con qualcuno come te,vuoto di tutto ed
               incapace d'amare con il cuore!      | 
                MARIA
               GRAZIA CATANZANI  
               
               
                  La
                  notte  Questa
               notte.In questa maledetta
               notte buia e scuraNon so se la mia
               è più angoscia o pauraLa testa mi si
               spacca dal dolorePer ciò che
               dovrà succedere domaniDomaniQuesto giorno per
               noi sempre tanto santo e veneratoPare uno sberleffo
               al nostro passatoStessa
               città, stesso giorno e stesse
               personeMa, proprio come
               allora, che angoscia sostenere questa
               situazioneIl cuore a duemila
               mi lacera quasi il pettoMentre con la penna
               scrivo queste parole, così, di
               gettoIn preda
               all'emozione la mano non si fermaIl sonno se
               n'è andato e guai a chi lo fermaCosa ci
               aspetterà domani?Chi lo
               sa?Gioie o
               dolori?Fatiche e speranze
               si stanno consumando in questa notte
               romanache mi avvolge e mi
               attanagliaCome una candela
               accesaSta diventando una
               esilissima fiamma che sembra volersi spegnere da
               unmomento
               all'altro.Ma nel profondo del
               mio cuoreAffidando tutto
               nelle mani dell'Onnipotente Nostro Padre e della
               SuaMadre
               AmorosaAnche una notte
               come questa,buia, nera e
               angosciosapotrebbe dar vita
               ad una festa gioiosa.   
               
                   | 
      
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                SANIA
               CHIEREGHIN 
               
               
                  Vivere  Nel mondo
               c'è chi vive!e chi lascia
               vivere. C'è chi
               vive,trasportato dagli
               eventi,dalla
               contrapposizione di sentimentid'amor e d'odio,
               divenendo lo specchio naturaledel litorale
               dell'incertezza.Assisteil ticchettio del
               tempo in attesa dell'ultimo rintocco,senza alcuna
               esplorazione, senza alcuna opposizioneallo svanire del
               proprio racconto.Giunge
               all'inevitabile riposo scortato da
               rimpiantidi prati voluti e
               mai coltivati,divenendo
               protagonistadi una vita
               trascorsa ma non vissuta. C'è chi
               vive,trafugando la notte
               al giornodalla brama di
               scoperta di terre solitariedi piaceri creati
               nella miriade dei propri sogni.Di lotte ha
               sfoggiato tra vinto e vincitore.Non si dedica alla
               quiete per la coscienza del suo termine.Di ragione e
               fantasia si favoreggiae di pianti e risa
               ha sfoggiatoper poi far ritorno
               al suo campocon ancor
               più passione e virtù.Ama la vita non per
               virtù di bellezzama per la sua
               semplice trasparenzadi quella
               limpidità di cui si è tanto alla
               ricerca. Del dichiarato
               riposo non temeperché
               sarà la prima treguadi una vita
               intera.   
               
                   | 
               ROBERTA
               CORBELLI  
               
               
                  Dicono  Dicono che
               piangereNon
               serva,non è
               vero;in ogni
               lacrimasono racchiuse
               mille paroleche la
               vocenon oserebbe
               pronunciare.Bruciano sulla
               pelle,come quelle
               paroleardono
               nell'anima. E
               scorrono,scorrono su di
               noilasciandoci
               l'amaroche la
               verità dei nostri pensieri,stilla nel
               cuore. Ci
               purificanoE pur se
               attonitiO nella
               spossatezzaDi tal
               emozioniIl ventre è
               liberoEd il
               peso,che opprimeva
               l'anima,si è
               disciolto,nelle mille
               paroledi ogni
               lacrima.       | 
      
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               GIUSEPPE
               D'AGRUSA  
               
               
                  Baci di
                  fata  Dolce fata dei
               sogniche raccogli
               ricordi ingocce di
               rugiada,che porti alla
               mente giornidi tenerezze che
               rapisconoin giochi di luce
               in finestre dimosaici di
               cristallo.Fata dalle delicate
               tenerezzee passioni che
               regali sorrisi edolcezze,che avvolgi con le
               tue bracciacome donne del
               passatoin teneri
               ricordi.Dov'è finito
               quel tempo difanciullo con
               labbrasporche di more,
               che correvain prati vestiti
               con brezzedi primavera e
               luccicanti mantidi brillanti gocce
               di cristallo.Fata con cappello
               di luceche nei sogni di
               bambino venivi,non svegliarmi con
               i tuoi bacicon le tue carezze,
               meravigliamiancora con le tue
               magie di silenzie tenerezze
               portandomi neisogni del
               passato.    | 
               MAURIZIO
               D'AMICO  Come una corda
               legata in vitae la corda legata a
               un carro,pieno di pietre
               nere
Un passo alla
               volta,anzi no, mezzo
               passo per volta.Le ruote del
               carro,non fanno mai
               più di mezzo giro per passo.Cammino così
               per la strada polverosaLa
               polvere,seccasi posa sul viso e
               sui capellinessun gesto per
               spostarlaanzi quasi
               immobile,m'entra negli
               occhiSenza curarmi,
               continuo il mio camminoNessun pensiero
               nella testaCome quasi
               ipnotizzato in un sogno in bianco e nero,forse un
               film
nessun essere
               vivente tutt'intorno,solo un vento lento
               che fischia,quasi come un
               singhiozzo
portando via le
               foglieprima avanti e dopo
               indietroQuasi le sfioro con
               le gambepoi mi
               fermo,dritto verso
               l'orizzonteGuardo fisso e
               intensamente, ma non vedoIntravedo qualche
               cosa con la mente,ma non è la
               dove sto fissando
È un altro
               posto fino ad ora sconosciutosensazione d'una
               vita precedenteo forse immagine
               futuranon lo
               socome quasi senza
               spazioe senza
               tempo.       | 
      
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               ELENA
               DI CUNZOLO  
               
               
                  Parole  Non rimane molto di
               quello ch'eravamoprima che questa
               fame ci scavasse dentroprima che la follia
               ci imprigionasse gli occhiper non aprirli
               mai, se non sul buio della vita e poi tornare a
               dormire il nostro sonno di febbre. Poche ormai, le mie
               parole a sfidare il silenziocome pesci
               orgogliosi, risalendo la correntea fatica lambiscono
               il tuo cuore lontanopoi si spengono
               piano, senza dirti più nulla come un'eco di noia
               in una valle straniera.       | 
               ELISABETTA
               FAIS 
               
               
                  Sola
  Sola
davanti ad una
               finestra.Sola
davanti alle onde
               scure e minacciose del mareche si infrangono
               sulla scogliera.Sola
davanti alla tua
               solitudine.Sola
davanti allo
               specchio.Sola
Davanti ai problemi
               senza soluzione.Sola
in mezzo alla
               genteche ti guarda ma
               non capisce niente.Sola
perché
               c'è chi ti crede talmente forteda non aver bisogno
               di niente.Sola
perché per
               conquistare quello che vale la pena di
               possedere
hai perso tutto
               quello che avevi.Sola
perché non
               si capisce
che di solitudine
               si muore,e
 forse
               è quello che qualcuno vuole.Sola
perché sei
               scomoda
 e
 fai pensare.Sola
perché fai
               male a te stessa
con la tua
               solitudine.Sola
perché non
               vuoi testimoni del tuo dolore.Sola
ma con la
               speranza
 un giorno
di non esserlo
               più
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               VALENTINA
               FONTE  
               
               
                  Memoria  Memoria è un
               pezzetto di chi amiamoNell'animaRimane in
               noiE questo è
               confortevoleMemoria è
               quel gusto retroattivoChe fruga nel
               passatoRiporta in
               vitaIstantiEmozioni che ci
               seguonoCome una trama
               sottileSi disegna nella
               menteNon sa
               mentireSe non lo
               vogliamoPer camuffare
               ricordiPer travestire
               immaginiMemoria è
               un'ombraDi luce e
               chiaroscuroA volte ci
               travalicaCi ispira o ci
               tormentaScia di
               deliziao amaro
               struggimentoMemoria è
               uno scrignoChe appartiene solo
               a noiDiadema
               preziosoQuanto il nostro
               sentirePerché di
               esso è intessutoPerché di
               esso si nutreAttinge a
               frammentiE vastità di
               pensieri.     | 
               MICHELA
               GARELLA  
               
               
                  La ragazza di
                  Patong  Un sole accecante
               mi strappò una lacrimaMentre aspettavo un
               nuovo amico stranieroE camminavo,
               sensuale, sulla spiaggia di Patong. Il corpo di bambina
               cercava i castelli di sabbiaLa mente adulta
               vagava tra i giochi di un mare che non
               c'èIl ricordo
               andò a mio padre, alle sue ripetute
               percossePensai a mia madre
               e ne condivisi le femminee sofferenze. L'onda
               incontrò la mia animaIl suo riflusso
               cancellò il mio nomeDi lei fui per
               sempre nella mareaNel suo riflesso
               compresi il mio vero volto.       | 
      
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               FRANCESCA
               GATTI 
               
               
                   Alle mie due
                  querce  Secolari
               querce,mille intemperie e
               percossenon hanno vinto su
               di voi.Prepotenti e con
               perfetta sincroniasiete
               lìfortimaestose.Pare che l'un renda
               l'altra cosìa vicenda e nello
               scorrere del tempovorrei
               imitarvi
siete innanzi a
               medall'alba al
               tramonto,cerco di estirpare
               il segretodella vostra
               forza:vi osservo
 vi
               scruto
ma è
               taleda rendermi
               impotente
               perché sola
china
               pensierosa
 vorrei penetrarela vostra
               misteriosa conoscenzae divenir
               padrona.Perché a voi
               è dato di star lì
               miti,ad osservare lo
               scorrere secolaredi mille e poi
               mille creature della naturala cui esistenza
               non è pari alla vostra?
L'incuria non vi
               disturba,radici ben radicate
               nelle viscere della terravi rendono regnanti
               sulla terra
e l'incuria non vi
               disturba.   
               
                 | 
                FERDINANDO
               GIANNONE  La minestra
               fredda La tua
               donna, papà, a tavola mi
               guardava:oh, non
               proprio per affetto, li mio odiava ed io odiavo
               lei.Tuscommettevi
               un sorriso per scheletrire il mio
               disprezzo:la
               giudicavo grassa, le labbra troppo
               tondee gli occhi
               cattivi quando arricciava naso e
               bocca.Quel giorno
               mangiavamo minestra fredda,e mi
               guardava fitta fitta:io avevo
               sei anni e lei non sopportava il mio
               odio.Disse:"Mangia e
               abbassa 'giù' gli occhi".Io li alzai
               al soffitto,così
               scatto col piatto di fagioli in
               manoe lo
               rovesciò sulla mia testa.Tu,
               naturalmente, non l'hai mai
               saputo.  
               
               
L'orologio di
               compleanno Una mattina
               mi regalasti un orologio,importante,
               da polso,con scritto
               dal tuo "paparino" per il tuo
               compleanno:ero
               piccolo, sconoscevo le lancette e le
               ore,così
               non l'indossai aspettando di
               crescere.Una
               magnifica domenica d'agosto,lo notai
               addosso alla tua donna,mi
               disse:"Poiché
               non lo usi, lo tengo in
               prestito
"Non vidi
               più quell'orologio,e lo
               ricordo ancora,mentre, tu,
               papà, non me ne hai più
               parlato   
               
                  | 
      
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                NIRVANA
               GRANATA   
               
               
                  La
                  finestra  C'è una
               finestra in ogni esistenza,una finestra posta
               dinanzi al nostro sguardo e,da quello scorcio
               di "mondo" la nostra quotidianitàsi
               sporge.Come passeggeri di
               un treno di cui non conosciamoalcuna
               destinazione,osserviamo estati,
               inverni e primavere fiorire.E, come anime in
               trepida attesa tra pulviscoliche a tratti si
               stemperano in nebbie assolute,tentiamo
               disperatamente di poter guardare oltre ilnostro
               orizzonte,ben consapevoli che
               alla fine del tragitto,dinanzi alla nostra
               ultima finestra,non desidereremo
               altro che poter essere infiniti
 2 1 2  | 
               ELENA
               GUIDI  
               
               
                  Echi di
                  guerra  Il vento lontano
               porta echi di guerra,trepidanti bambini
               invocanti pietàs'accalcano alle
               gambe nerborutedel soldato
               sperduto.Lo sguardo assente,
               la mente distruttadal fragore delle
               bombe, il cuore affranto
dagli occhi
               profondi e disperatidei fanciulli nudi
               e piangentiche
               arrancanonel bagliore
               notturno dei fuochi,alla ricerca di un
               oscuro rifugio.L'inarrestabile
               pazzia improvvisa,l'inutilità
               degli scoppi funesti delle armi
Uomo!Quando riuscirai
               finalmentead amare il
               fratello invece d'ucciderlo?Uomo!Quando mai il tuo
               arido cuoreinasprito dal
               terrore della diversitàimparerà ad
               accettare lo sconosciuto?Forse solamente
               quandonon sarete che tu e
               luidi fronte ad un
               mondo distrutto ed inospitale,quando ormai
               l'inutile odio profondoincuneato nei
               meandri dei cuoriavrà creato
               solitudine e desolazioneavrà
               azzerato la terra
 e voisolinghi ed ancora
               diversivi guarderete negli
               occhi e piangerete
per un'unica ultima
               volta insieme.       | 
      
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               PELLEGRINO
               IANNACCONE  
               
               
                  Attesa  Attesa d'un sole
               superboche riscatti il
               pigro splendoredal groviglio di
               raggi e umorid'un grigio roveto
               di nubi.Attesa di un
               sorriso di donnache squarci il
               broncio d'un voltoe dilaghi ai volti
               contiguionda rovente di
               luceche porti ai cuori
               il disgelo.Attesa d'un suono
               inauditoné acuto
               né grave, una parola forseo un alito di
               grazia divinache raggiunga i
               recessi dell'ioe tutti li faccia
               insieme vibrarecome corde d'un
               arpa segreta.E sole e sorriso e
               arpaframmischi lo
               stesso momento d'eternosu questo dolente
               lembo del cosmomentre arde, ancora
               per poco, una vita.      | 
                STEFANO
               MASTROIACO 
               
               
                   Da solo  "Passando giorno
               dopo giorno senza Te,mi accorgo di
               lasciare sul mio camminoparti di
               me;mi accorgo di
               consumaremente e
               corpo;ma fino alla
               fine
anche quando
               l'anima mi lasceràardente, lo
               sarà per Te
in
               eterno".  
               
                   | 
      
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               SILVIA
               MIRANDA  
               
               
                  (Ho smesso gli abiti
                  abusati)  Ho smesso gli abiti
               abusatidel frastuono. Come
               Venere di Milocade in pezzi la
               mia destrezza,m'abbandona
               l'espressione, il verboaudace stinge. Mi
               stanano con l'Albadrappi di parole
               inefficaci e malcontento;Pagine bianche
               inviperite masticanoe sputano le mie
               forzate sillabe.Si slega l'Alba. E
               la SeraÈ già
               ristagno, segue il coraggioeffluvi di tendenza
               e mal rosiovviomi. Eppure
               cerca ancora la manoprocaci sussulti
               indomiti.     | 
               DINO
               VALENTINO MORO  
               
               
                  OPERA 1A
                  CLASSIFICATA  
               
               
                   dissolvenze
                  III  T'inseguo mia
               essenzaper
               saperecosa c'è di
               vero nel divenire.Niente!O forse,
               solamente,il salto di una
               trotaquando
               l'escal'ha
               tradita.     | 
      
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               FRANCESCA
               PAPP  
               
               
                  Bianca  Una valigia di
               luce,di boschi, di
               gatti, di archi.Un nastro
               lillae conchiglie come
               gioielli.Donnaannodataa un cuscino
               dorato,d'infanzia.Libri capolavori,
               arnesi stranieri di storiestraniere, di
               grida, di cibi, di odori,contrari alla
               stampa,nel gioco dei
               pesci.Lei
               aprele porte del
               sotterraneoall'arancio, al
               rossospensierato di un
               vestitoche salta e
               avanzasu sentieri
               diritti,lasciando andare le
               curvedei monti
               versol'uva di
               campagna,la tenacia del
               giaggioloe la forza di
               aprire la manoper far
               nascereun
               pesce.       | 
               DARIO
               ROMAN 
               
               
                   A
                  te
  A
               te
A te che ti vedo e
               non ti vedo,a te nell'ombra e
               in penombra,visibile e
               invisibile,distinta e
               riservata,immobile
               creaturasospesa nel
               nulla
imperturbabile e
               discreta
 Statuaria e
               bellissima,Anima discreta e
               solitaria
 A te che mi sei
               così vicina e così lontana,a te che non
               afferro e non comprendo,a te donna
               misteriosa e riservata,a te che m'ispiri
               la passionee la dolcezza del
               misteroa te dedico questi
               versi.       | 
      
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               LUISA
               SALA  
               
               
                  Un
                  sorriso  Portami un sorriso
               Dio mio,portami il sorriso
               con il tuo esistere.Dammi la luce che
               mi è ignota.Svuotami dal
               maleche mi
               attanaglia.Angeli di creta che
               non volano,ruotano nella mia
               mente.Lacrime che
               scivolano sulla mia pellecome perle
               liquefatte,mi spingono verso
               il basso.La voce infuocata
               del malignoche traspare da
               dietro una tenda,mi trascina in un
               vortice di calore,verso un antro
               buio.Non voglio
               perdermi.Portami un sorriso
               Dio mio,adagialo su di un
               tavolo,apparecchia lo
               spazio dell'esseree
               brinderòin aulici
               calicil'abbraccio di mio
               Padre.      | 
               MICHELA
               SALICE   
               
               
                  Maternità  Vivo e respiro
               abbarbicata a un sognoquello di
               stringerti presto al mio senorigoglioso di madre
               forte.Adoro del mio
               grembo la forma rotondadi culla lunare che
               biancheggia serena.Tu vita nella mia
               vitalancia dolorosa che
               trafiggerà i miei giornifelicità
               indistinta di cui godrà ogni mia
               età.Mi guardo ora nuda
               di maternitàe già
               riconosco nei miei occhi i tuoi.Mi hai distaccata
               da mecome un serpente
               che rinasce dal suo guscio di pellemi hai resa
               partecipazione di un misterohai restituito a
               tutto una dimensione di veritàoffrendo un
               contraltare, l'altra parte dell'interoil sole alla luna,
               il bianco al nero.Ti aspetto figlio,
               quasi a violarequesta solitudine
               immaturache inarca le mie
               spalle di rassegnazionee aspetto il tuo
               vagito come il canto del mattinocome la luce che
               dissipa i contorni di paura.Ti aspetto figlio
               per tingere di orole lunghe notti in
               cui ti cullerò felice,per stenderti la
               mano a camminaree appoggiare il
               capo stanco sul tuo petto,continuando in te
               la vita mia.       | 
      
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               STEFANO
               TONELLI  
               
               
                  Giugno
                  d'amore  Inizio di giugno.
               Passeggio accantoalla mia compagna
               in un sentiero montano,ove gli alberi si
               piegano in una galleria.Pochi refoli di
               caldo vento muovonole chiome verdi e
               gialle, stanche e prostrate anch'esse. Umidi di sudore ci
               distendiamoin uno spiazzo
               erboso e fresco d'ombra.Il sole ha aperto
               un varco nel folto degli alberie i raggi baciano
               il volto della mia dolce amica.Non resiste il
               sole, come potrei resistere io?Il mio bacio ha
               ragione del caldo e dell'afa,il desiderio
               è oramai acceso in entrambi.Il nostro talamo un
               tappeto d'erba
Le nostre lenzuola
               i vestiti stropicciati
Dopo avere
               abbandonato il nostro paradiso personale,il nostro unico
               corpo si scioglie equasi imbarazzato e
               timido, ciascunosi riveste dei suoi
               pochi indumenti."E se qualche
               invidioso guardoneci avesse spiati?"
               osserva lei."Può
               darsi
" noto io. Ci riportiamo sul
               sentieroormai tornati in
               noi, sulla terradopo alcuni minuti
               di cammino,pensoso, rompo il
               silenzio:"
 e magari,
               senza rendercene conto,in questo momento
               tu stai diventano madre"Mi ferma, mi prende
               dolcemente le manie con gli occhi
               lucidi, traboccanti d'amoresussurra: "
 e
               tu padre!""Può
               darsi
" sorrido io. (Marzo
               2005)       | 
               MAGALY
               ALINA TORÁN MARQUES  
               
               
                  Tramonto
                  sull'isola  A lezione
               finitavolare al
               lungomarepresso la Baia
               dell'Avana.I suoi scogli
               intrisidi salsedine e
               petrolioinvocavan mio
               nome- Viendanoi! -
               riecheggiava.Allora, libri
               sottobracciotrascinavo crucci
               di ragazzafino al masso
               più ampio;un posto lo trovavo
               sempre. Brulicavadi vietate
               evasioniil Malecon *
               dell'Avana:tradimenti del
               corpo,dell'anima;cangianti
               idealicensurati dalla
               nascita,e dal tuffo
               più alto,i marmocchi a
               capofittonel
               sudiciumedelle acque
               portuali. Sognavo
               l'avveniree spesso mi son
               chiesta- può patire
               l'Avanadolore più
               forteche assistere
               impietritalo
               sfracellodelle sue
               fondamenta?Il nucleo
               frantumatoIn verdi banconote
               ingoiatedal vento
               elargitore di slogane vaghi
               principi. Ma
               Cuba,chi la
               sala ama. * lungo muro che
               cinge la città dell'Avana affacciato sulla Baia
               ed il porto. | 
      
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                  13-02-2006   |