Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Marguerite Yourcenar 2005

 Sommario
«Ritmo e immagine creano la poesia» di Maria Organtini - Albo d'oro dell'edizione 2005 - Massimo Agnolet - Elena Auddino -
Lorenzofilippo Bacchini - Davide Belacchi - Sara Bellingeri - Nicoletta Berliri - Roberta Bertoli - Rina Eugenia Bonanomi - Davide Bono - Maurizio Cafaggi - Andrea Campanella - Marina Canal - Cesare Cantù - Claudio Capponi - Giuliano Cardellini - Ernesto Casolari - Marisa Caspani - Maria Grazia Catanzani - Sania Chiereghin - Roberta Corbelli - Maria Costanza - Gaetano Cugno - Giuseppe D'Agrusa - Mario D'Alise - Maurizio D'Amico - Vincenzo De Crecchio - Maria Antonia Dei Negri - Paolo Del Guercio - Emilio Dezani - Elena Di Cunzolo - Marina Dionisi - Mario Dominici -
Valentina Draghi - Roberto Duca - Vincenzo Elefante - Elisabetta Fais - Gianni Fassina -
Massimo Fazzari - Claudio Fazzino - Valentina Fonte - Giacomo Fumarola - Susanna Galimberti - Michela Garella - Riccardo Gasperina - Francesca Gatti - Maria Rosa Gelli - Giovanni Ghirga - Ferdinando Giannone - Danila Adriana Giasotti - Amedeo Giordani - Maria Grazia Girola - Mario Giugovaz - Nirvana Granata - Simonetta Gravina - Elena Guidi - Iago - Pellegrino Iannaccone - Maria Antonia Jannantuoni - Pasqualino Latella - Eliana Leoni - Pamela Lodato - Mariano Luccero - Silvia Malavasi - Giuseppa Masilla - Savina Dolores Massa - Stefano Mastroiaco - Valerio Mello - Giampaolo Merciai - Silvia Miranda - Dino Valentino Moro - Margherita Nazzarro Riva - Francesco Negri - Luigi Nosenzo - Francesca Papp - Stefano Pasquale - Nadia Pasqualini - Angelo Passera - Annamaria Pieralisi Da Lio - Giuseppe Pietroni - Daniela Piras - Mara Pravettoni - Anna Quadracci - Enrico Radente - Ermano Raso - Cristiano Ravasi - Daniela Rizzo - Dario Roman - Daniela Rusconi - Luisa Sala - Michela Salice - Angelo San - Maria Grazia Savonelli - Adriano Scandalitta - Jolanda Serra - Daniela Sias - Patrizia Sparacia - Ombretta Suardi - Maurizio Tantillo - Carla Tedde -
Giuseppina Terranova - Stefano Tonelli -
Magaly Alina Toràn Marquès - Stefano Vitale - Leonardo Vitto - Ines Zanotti - Massimiliano Zulli
 

 

 
 
 
 
 

 
Antologia del Premio Marguerite Yourcenar 2005 formato 14x20,5 - pagg. 116 - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-103-1

Risultati del Premio Marguerite Yourcenar 2005
 
Come avere l'antologia
Prefazione
Ritmo e immagine creano la poesia
 
 
Se ci accingiamo a leggere le poesie di questa raccolta, sempre varia ed interessante, ci rendiamo conto di come il ritmo e l'immagine abbiano influenzato i poeti che hanno partecipato a questa edizione del Premio "Marguerite Yourcenar 2005".
Il senso del ritmo dato dalla cadenza dei versi, sfocia nell'immagine come naturale continuità del verso medesimo. Basta leggere la poesia 1a classificata: "Dissolvenze III" di Dino Valentino Moro che nella brevità del verso ha saputo condensare il senso profondo della ricerca con l'immagine che diviene essa stessa chiave di lettura del pensiero. Questo ci dimostra che la giuria, formata dagli stessi autori, ha saputo scegliere la sintesi poetica, immediata, riflessione dell'io dell'autore.
Al ritmo, fa da eco l'impostazione, la creazione del verso che diviene esso stesso immagine, prende forma e moltiplica l'emozione che si nutre di ricordi. La poesia "Una mattina d'estate" di Massimiliano Zulli s'identifica con questo meccanismo che approfondisce il senso di un affetto dove anche le immagini hanno spessore "…giù voci di biciclette bambine/e qui/lenzuola disegnate dal tuo seno…".
Ma questo discorso si può applicare alla maggioranza dei testi concorrenti. Certamente è possibile constatare che le opere partecipanti abbiano un "metro" di paragone diverso.
Quello che ci preme distinguere è la concomitanza di alcuni fattori che sembrano facenti parte di un modo di sentire e giudicare le emozioni quasi all'unisono. In queste poesie si trovano immagini poetiche molto belle e che v'invitiamo a leggere attentamente perché ogni poeta fa dono, a chi legge, di parte del suo vissuto più intimo dove ogni uomo può confrontarsi e riconoscersi.
È questo un grande dono che in ogni epoca ha fatto incontrare uomini diversi tra loro uniti da un percorso soggettivo costituito dalla massa collettiva delle risorse del linguaggio.
Il lettore attento percepisce gli strumenti idonei a rendere lingua e pensiero uniti nell'emozione di un verso di poesia.
 
Maria Organtini
Presidente della Giuria Sezione Poesia
 
 
 


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LORENZOFILIPPO BACCHINI
 
 
Galleggio
leggero in un sogno
Ricordo.
A pelo sull'acqua
non sento
che un vago rumore del cuore
ricordo un dolore
sottile
mi scivola addosso
immobile
mantiene il mio corso.
Galleggio
aspetto in silenzio un dolore
diffuso l'oblio nel mio corpo
ricordo un amore
che scivola
e lento percorre il trascorso
Galleggio
lo sento che arriva
dal buio
Ricordo
mi porta nel fiume del tempo
e vivo
di dentro.
 
 

 

 

DAVIDE BELACCHI
 
 
Ambiguità
 
Significati rimossi
pur sempre presenti
si fan preoccupazione
costante
di qualcosa
che comparir non deve.
 
Significati univoci
dati alle cose del mondo
non ci salvan
dall'incertezza
delle prospettive possibili.
 
È il nostro conoscere
che preferisce annullarsi
nel condiviso sapere.
 
(02/03/2005)

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ROBERTA BERTOLI
 
 
Il posto di sempre
 
Quando la notte è buia
Il respiro s'affanna
e il battito si fa irrequieto.
Là…
Mi ritrovo,
dove
lieve e lontano
l'odore della terra bagnata
e la parte
più vera e profonda di me
trema
costretta ad ascoltare
la sofferenza che prende voce,
perché la realtà è
più forte
della fantasia.
Pareti si sgretolano
e tu…
tu sogno voli via.
Percezioni
suoni
odori
pensieri emozioni
individualmente tradotti
Il respiro
rientra a poco poco…
si fa regolare con l'arrivo del giorno
ed io…
al posto di sempre.
 

CLAUDIO CAPPONI
 
 
Bruciata
 
(Bruciata è una zona alla periferia di Modena dove stazionano le prostitute di colore)
 
Vivi gazzella nera,
e scalda col tuo corpo
quelle serate buie
e fredde tra la Via
Emilia e la savana
Infuocata. Dispensa
un paradiso empio
di camere a due stelle
a chi non trova amore
che ai bordi delle strade;
inebria con gli aromi
forti della tua pelle
gli abitacoli lerci
delle auto clienti,
e osserva con quegli occhi
profondi i pregiudizi
di preti e benpensanti.
Ogni esistenza è sacra,
e copre un ruolo dato
da ciò che il mondo impone:
tu fuggirai degrado
e iniqua decadenza:
non più merce venduta
ad un mercato osceno.
Possa tu diventare
libera donna e madre,
in un futuro tempo
e bel luogo dove ogni
vita non è BRUCIATA.
 
 

 

 

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MARISA CASPANI
 
Buio infinito
 
Rabbia immensa, senza fine,
voglia di spezzare tutto,
di squarciare il cielo con le mani,
di penetrare in quel buio infinito!
Buco nero, senza fine,
senza speranza di luce!
Big bang,
miliardi di anni,
il nulla e all'improvviso un boato
e mille stelle si tuffano nel buio dell'immenso.
Sono lì,
pronte ad illuminare quella mia rabbia immensa
che non riesco a gettare su di te
ma che resta dentro di me e mi distrugge.
Uno scoppio, un boato,
e mille frantumi dentro,
che non vogliono e non riescono ad uscire.
Potessi buttarli contro di te, distruggerti,
distruggere ogni tuo pensiero,
ogni tua speranza,
come tu hai fatto con me, senza pietà,
senza una parola ma con il tuo silenzio,
silenzio di pietra contro cui non posso nulla,
nemmeno buttarmici addosso,
mi spezzerei, di nuovo,
ma tu non te ne accorgeresti nemmeno,
sei troppo preso dal tuo egoismo,
dal tuo vuoto,
della tua incapacità di dare qualcosa di te stesso!
Non meriti niente da me,
puoi solamente stare con qualcuno come te,
vuoto di tutto ed incapace d'amare con il cuore!
 

 

 

 MARIA GRAZIA CATANZANI
 
 
La notte
 
Questa notte.
In questa maledetta notte buia e scura
Non so se la mia è più angoscia o paura
La testa mi si spacca dal dolore
Per ciò che dovrà succedere domani
Domani
Questo giorno per noi sempre tanto santo e venerato
Pare uno sberleffo al nostro passato
Stessa città, stesso giorno e stesse persone
Ma, proprio come allora, che angoscia sostenere questa situazione
Il cuore a duemila mi lacera quasi il petto
Mentre con la penna scrivo queste parole, così, di getto
In preda all'emozione la mano non si ferma
Il sonno se n'è andato e guai a chi lo ferma
Cosa ci aspetterà domani?
Chi lo sa?
Gioie o dolori?
Fatiche e speranze si stanno consumando in questa notte romana
che mi avvolge e mi attanaglia
Come una candela accesa
Sta diventando una esilissima fiamma che sembra volersi spegnere da un
momento all'altro.
Ma nel profondo del mio cuore
Affidando tutto nelle mani dell'Onnipotente Nostro Padre e della Sua
Madre Amorosa
Anche una notte come questa,
buia, nera e angosciosa
potrebbe dar vita ad una festa gioiosa.
 
 
 

 

 

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 SANIA CHIEREGHIN
 
Vivere
 
Nel mondo c'è chi vive!
e chi lascia vivere.
 
C'è chi vive,
trasportato dagli eventi,
dalla contrapposizione di sentimenti
d'amor e d'odio, divenendo lo specchio naturale
del litorale dell'incertezza.
Assiste
il ticchettio del tempo in attesa dell'ultimo rintocco,
senza alcuna esplorazione, senza alcuna opposizione
allo svanire del proprio racconto.
Giunge all'inevitabile riposo scortato da rimpianti
di prati voluti e mai coltivati,
divenendo protagonista
di una vita trascorsa ma non vissuta.
 
C'è chi vive,
trafugando la notte al giorno
dalla brama di scoperta di terre solitarie
di piaceri creati nella miriade dei propri sogni.
Di lotte ha sfoggiato tra vinto e vincitore.
Non si dedica alla quiete per la coscienza del suo termine.
Di ragione e fantasia si favoreggia
e di pianti e risa ha sfoggiato
per poi far ritorno al suo campo
con ancor più passione e virtù.
Ama la vita non per virtù di bellezza
ma per la sua semplice trasparenza
di quella limpidità di cui si è tanto alla ricerca.
 
Del dichiarato riposo non teme
perché sarà la prima tregua
di una vita intera.
 
 
 

 

 

ROBERTA CORBELLI
 
 
Dicono
 
Dicono che piangere
Non serva,
non è vero;
in ogni lacrima
sono racchiuse mille parole
che la voce
non oserebbe pronunciare.
Bruciano sulla pelle,
come quelle parole
ardono nell'anima.
 
E scorrono,
scorrono su di noi
lasciandoci l'amaro
che la verità dei nostri pensieri,
stilla nel cuore.
 
Ci purificano
E pur se attoniti
O nella spossatezza
Di tal emozioni
Il ventre è libero
Ed il peso,
che opprimeva l'anima,
si è disciolto,
nelle mille parole
di ogni lacrima.
 
 

 

 

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GIUSEPPE D'AGRUSA
 
 
Baci di fata
 
Dolce fata dei sogni
che raccogli ricordi in
gocce di rugiada,
che porti alla mente giorni
di tenerezze che rapiscono
in giochi di luce in finestre di
mosaici di cristallo.
Fata dalle delicate tenerezze
e passioni che regali sorrisi e
dolcezze,
che avvolgi con le tue braccia
come donne del passato
in teneri ricordi.
Dov'è finito quel tempo di
fanciullo con labbra
sporche di more, che correva
in prati vestiti con brezze
di primavera e luccicanti manti
di brillanti gocce di cristallo.
Fata con cappello di luce
che nei sogni di bambino venivi,
non svegliarmi con i tuoi baci
con le tue carezze, meravigliami
ancora con le tue magie di silenzi
e tenerezze portandomi nei
sogni del passato.
 

 

MAURIZIO D'AMICO
 
 
Come una corda legata in vita
e la corda legata a un carro,
pieno di pietre nere…
Un passo alla volta,
anzi no, mezzo passo per volta.
Le ruote del carro,
non fanno mai più di mezzo giro per passo.
Cammino così per la strada polverosa
La polvere,
secca
si posa sul viso e sui capelli
nessun gesto per spostarla
anzi quasi immobile,
m'entra negli occhi
Senza curarmi, continuo il mio cammino
Nessun pensiero nella testa
Come quasi ipnotizzato in un sogno in bianco
e nero,
forse un film…
nessun essere vivente tutt'intorno,
solo un vento lento che fischia,
quasi come un singhiozzo…
portando via le foglie
prima avanti e dopo indietro
Quasi le sfioro con le gambe
poi mi fermo,
dritto verso l'orizzonte
Guardo fisso e intensamente, ma non vedo
Intravedo qualche cosa con la mente,
ma non è la dove sto fissando…
È un altro posto fino ad ora sconosciuto
sensazione d'una vita precedente
o forse immagine futura
non lo so
come quasi senza spazio
e senza tempo.
 
 

 

 

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ELENA DI CUNZOLO
 
 
Parole
 
Non rimane molto di quello ch'eravamo
prima che questa fame ci scavasse dentro
prima che la follia ci imprigionasse gli occhi
per non aprirli mai, se non sul buio della vita
 
e poi tornare a dormire il nostro sonno di febbre.
 
Poche ormai, le mie parole a sfidare il silenzio
come pesci orgogliosi, risalendo la corrente
a fatica lambiscono il tuo cuore lontano
poi si spengono piano, senza dirti più nulla
 
come un'eco di noia in una valle straniera.
 
 

 

 

ELISABETTA FAIS
 
Sola…
 
Sola…
davanti ad una finestra.
Sola…
davanti alle onde scure e minacciose del mare
che si infrangono sulla scogliera.
Sola…
davanti alla tua solitudine.
Sola…
davanti allo specchio.
Sola…
Davanti ai problemi senza soluzione.
Sola…
in mezzo alla gente
che ti guarda ma non capisce niente.
Sola…
perché c'è chi ti crede talmente forte
da non aver bisogno di niente.
Sola…
perché per conquistare quello che vale la pena
di possedere…
hai perso tutto quello che avevi.
Sola…
perché non si capisce…
che di solitudine si muore,
e… forse è quello che qualcuno vuole.
Sola…
perché sei scomoda… e… fai pensare.
Sola…
perché fai male a te stessa…
con la tua solitudine.
Sola…
perché non vuoi testimoni del tuo dolore.
Sola…
ma con la speranza… un giorno…
di non esserlo più…
 
 

 

 

 

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VALENTINA FONTE
 
 
Memoria
 
Memoria è un pezzetto di chi amiamo
Nell'anima
Rimane in noi
E questo è confortevole
Memoria è quel gusto retroattivo
Che fruga nel passato
Riporta in vita
Istanti
Emozioni che ci seguono
Come una trama sottile
Si disegna nella mente
Non sa mentire
Se non lo vogliamo
Per camuffare ricordi
Per travestire immagini
Memoria è un'ombra
Di luce e chiaroscuro
A volte ci travalica
Ci ispira o ci tormenta
Scia di delizia
o amaro struggimento
Memoria è uno scrigno
Che appartiene solo a noi
Diadema prezioso
Quanto il nostro sentire
Perché di esso è intessuto
Perché di esso si nutre
Attinge a frammenti
E vastità di pensieri.
 
 

 

MICHELA GARELLA
 
 
La ragazza di Patong
 
Un sole accecante mi strappò una lacrima
Mentre aspettavo un nuovo amico straniero
E camminavo, sensuale, sulla spiaggia di Patong.
 
Il corpo di bambina cercava i castelli di sabbia
La mente adulta vagava tra i giochi di un mare che non c'è
Il ricordo andò a mio padre, alle sue ripetute percosse
Pensai a mia madre e ne condivisi le femminee sofferenze.
 
L'onda incontrò la mia anima
Il suo riflusso cancellò il mio nome
Di lei fui per sempre nella marea
Nel suo riflesso compresi il mio vero volto.
 
 

 

 

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FRANCESCA GATTI
 
 
Alle mie due querce
 
Secolari querce,
mille intemperie e percosse
non hanno vinto su di voi.
Prepotenti e con perfetta sincronia
siete lì
forti
maestose.
Pare che l'un renda l'altra così
a vicenda e nello scorrere del tempo
vorrei imitarvi…
siete innanzi a me
dall'alba al tramonto,
cerco di estirpare il segreto
della vostra forza:
vi osservo… vi scruto…
ma è tale
da rendermi impotente
… perché sola…
china pensierosa… vorrei penetrare
la vostra misteriosa conoscenza
e divenir padrona.
Perché a voi è dato di star lì… miti,
ad osservare lo scorrere secolare
di mille e poi mille creature della natura
la cui esistenza non è pari alla vostra?…
L'incuria non vi disturba,
radici ben radicate nelle viscere della terra
vi rendono regnanti sulla terra…
e l'incuria non vi disturba.
 
 
 

 

 FERDINANDO GIANNONE
 
 
La minestra fredda
 
La tua donna, papà, a tavola mi guardava:
oh, non proprio per affetto, li mio odiava ed io odiavo lei.
Tu
scommettevi un sorriso per scheletrire il mio disprezzo:
la giudicavo grassa, le labbra troppo tonde
e gli occhi cattivi quando arricciava naso e bocca.
Quel giorno mangiavamo minestra fredda,
e mi guardava fitta fitta:
io avevo sei anni e lei non sopportava il mio odio.
Disse:
"Mangia e abbassa 'giù' gli occhi".
Io li alzai al soffitto,
così scatto col piatto di fagioli in mano
e lo rovesciò sulla mia testa.
Tu, naturalmente, non l'hai mai saputo.
 
 

L'orologio di compleanno
 
Una mattina mi regalasti un orologio,
importante, da polso,
con scritto dal tuo "paparino" per il tuo compleanno:
ero piccolo, sconoscevo le lancette e le ore,
così non l'indossai aspettando di crescere.
Una magnifica domenica d'agosto,
lo notai addosso alla tua donna,
mi disse:
"Poiché non lo usi, lo tengo in prestito…"
Non vidi più quell'orologio,
e lo ricordo ancora,
mentre, tu, papà, non me ne hai più parlato
 
 
 

 

 

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 NIRVANA GRANATA
 
 
 
La finestra
 
C'è una finestra in ogni esistenza,
una finestra posta dinanzi al nostro sguardo e,
da quello scorcio di "mondo" la nostra quotidianità
si sporge.
Come passeggeri di un treno di cui non conosciamo
alcuna destinazione,
osserviamo estati, inverni e primavere fiorire.
E, come anime in trepida attesa tra pulviscoli
che a tratti si stemperano in nebbie assolute,
tentiamo disperatamente di poter guardare oltre il
nostro orizzonte,
ben consapevoli che alla fine del tragitto,
dinanzi alla nostra ultima finestra,
non desidereremo altro che poter essere infiniti…
 
2 1 2
 

ELENA GUIDI
 
 
Echi di guerra
 
Il vento lontano porta echi di guerra,
trepidanti bambini invocanti pietà
s'accalcano alle gambe nerborute
del soldato sperduto.
Lo sguardo assente, la mente distrutta
dal fragore delle bombe, il cuore affranto…
dagli occhi profondi e disperati
dei fanciulli nudi e piangenti
che arrancano
nel bagliore notturno dei fuochi,
alla ricerca di un oscuro rifugio.
L'inarrestabile pazzia improvvisa,
l'inutilità degli scoppi funesti delle armi…
Uomo!
Quando riuscirai finalmente
ad amare il fratello invece d'ucciderlo?
Uomo!
Quando mai il tuo arido cuore
inasprito dal terrore della diversità
imparerà ad accettare lo sconosciuto?
Forse solamente quando
non sarete che tu e lui
di fronte ad un mondo distrutto ed inospitale,
quando ormai l'inutile odio profondo
incuneato nei meandri dei cuori
avrà creato solitudine e desolazione
avrà azzerato la terra… e voi
solinghi ed ancora diversi
vi guarderete negli occhi e piangerete…
per un'unica ultima volta insieme.
 
 

 

 

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PELLEGRINO IANNACCONE
 
 
Attesa
 
Attesa d'un sole superbo
che riscatti il pigro splendore
dal groviglio di raggi e umori
d'un grigio roveto di nubi.
Attesa di un sorriso di donna
che squarci il broncio d'un volto
e dilaghi ai volti contigui
onda rovente di luce
che porti ai cuori il disgelo.
Attesa d'un suono inaudito
né acuto né grave, una parola forse
o un alito di grazia divina
che raggiunga i recessi dell'io
e tutti li faccia insieme vibrare
come corde d'un arpa segreta.
E sole e sorriso e arpa
frammischi lo stesso momento d'eterno
su questo dolente lembo del cosmo
mentre arde, ancora per poco, una vita.
 

 

 

 STEFANO MASTROIACO
 
 
Da solo
 
"Passando giorno dopo giorno senza Te,
mi accorgo di lasciare sul mio cammino
parti di me;
mi accorgo di consumare
mente e corpo;
ma fino alla fine…
anche quando l'anima mi lascerà
ardente, lo sarà per Te…
in eterno".
 
 

 

 

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SILVIA MIRANDA
 
 
(Ho smesso gli abiti abusati)
 
Ho smesso gli abiti abusati
del frastuono. Come Venere di Milo
cade in pezzi la mia destrezza,
m'abbandona l'espressione, il verbo
audace stinge. Mi stanano con l'Alba
drappi di parole inefficaci e malcontento;
Pagine bianche inviperite masticano
e sputano le mie forzate sillabe.
Si slega l'Alba. E la Sera
È già ristagno, segue il coraggio
effluvi di tendenza e mal rosi
ovviomi. Eppure cerca ancora la mano
procaci sussulti indomiti.
 
 

 

DINO VALENTINO MORO
 
 
OPERA 1A CLASSIFICATA
 
 
dissolvenze III
 
T'inseguo mia essenza
per sapere
cosa c'è di vero nel divenire.
Niente!
O forse, solamente,
il salto di una trota
quando l'esca
l'ha tradita.
 
 

 

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FRANCESCA PAPP
 
 
Bianca
 
Una valigia di luce,
di boschi, di gatti, di archi.
Un nastro lilla
e conchiglie come gioielli.
Donna
annodata
a un cuscino dorato,
d'infanzia.
Libri capolavori, arnesi stranieri di storie
straniere, di grida, di cibi, di odori,
contrari alla stampa,
nel gioco dei pesci.
Lei apre
le porte del sotterraneo
all'arancio, al rosso
spensierato di un vestito
che salta e avanza
su sentieri diritti,
lasciando andare le curve
dei monti verso
l'uva di campagna,
la tenacia del giaggiolo
e la forza di aprire la mano
per far nascere
un pesce.
 
 

 

 

DARIO ROMAN
 
 
A te…
 
A te…
A te che ti vedo e non ti vedo,
a te nell'ombra e in penombra,
visibile e invisibile,
distinta e riservata,
immobile creatura
sospesa nel nulla…
imperturbabile e discreta…
 
Statuaria e bellissima,
Anima discreta e solitaria…
 
A te che mi sei così vicina e così lontana,
a te che non afferro e non comprendo,
a te donna misteriosa e riservata,
a te che m'ispiri la passione
e la dolcezza del mistero
a te dedico questi versi.
 
 

 

 

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LUISA SALA
 
 
Un sorriso
 
Portami un sorriso Dio mio,
portami il sorriso con il tuo esistere.
Dammi la luce che mi è ignota.
Svuotami dal male
che mi attanaglia.
Angeli di creta che non volano,
ruotano nella mia mente.
Lacrime che scivolano sulla mia pelle
come perle liquefatte,
mi spingono verso il basso.
La voce infuocata del maligno
che traspare da dietro una tenda,
mi trascina in un vortice di calore,
verso un antro buio.
Non voglio perdermi.
Portami un sorriso Dio mio,
adagialo su di un tavolo,
apparecchia lo spazio dell'essere
e brinderò
in aulici calici
l'abbraccio di mio Padre.
 

 

 

MICHELA SALICE
 
 
 
Maternità
 
Vivo e respiro abbarbicata a un sogno
quello di stringerti presto al mio seno
rigoglioso di madre forte.
Adoro del mio grembo la forma rotonda
di culla lunare che biancheggia serena.
Tu vita nella mia vita
lancia dolorosa che trafiggerà i miei giorni
felicità indistinta di cui godrà ogni mia età.
Mi guardo ora nuda di maternità
e già riconosco nei miei occhi i tuoi.
Mi hai distaccata da me
come un serpente che rinasce dal suo guscio di pelle
mi hai resa partecipazione di un mistero
hai restituito a tutto una dimensione di verità
offrendo un contraltare, l'altra parte dell'intero
il sole alla luna, il bianco al nero.
Ti aspetto figlio, quasi a violare
questa solitudine immatura
che inarca le mie spalle di rassegnazione
e aspetto il tuo vagito come il canto del mattino
come la luce che dissipa i contorni di paura.
Ti aspetto figlio per tingere di oro
le lunghe notti in cui ti cullerò felice,
per stenderti la mano a camminare
e appoggiare il capo stanco sul tuo petto,
continuando in te la vita mia.
 
 

 

 

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STEFANO TONELLI
 
 
Giugno d'amore
 
Inizio di giugno. Passeggio accanto
alla mia compagna in un sentiero montano,
ove gli alberi si piegano in una galleria.
Pochi refoli di caldo vento muovono
le chiome verdi e gialle, stanche e prostrate anch'esse.
 
Umidi di sudore ci distendiamo
in uno spiazzo erboso e fresco d'ombra.
Il sole ha aperto un varco nel folto degli alberi
e i raggi baciano il volto della mia dolce amica.
Non resiste il sole, come potrei resistere io?
Il mio bacio ha ragione del caldo e dell'afa,
il desiderio è oramai acceso in entrambi.
Il nostro talamo un tappeto d'erba…
Le nostre lenzuola i vestiti stropicciati…
Dopo avere abbandonato il nostro paradiso personale,
il nostro unico corpo si scioglie e
quasi imbarazzato e timido, ciascuno
si riveste dei suoi pochi indumenti.
"E se qualche invidioso guardone
ci avesse spiati?" osserva lei.
"Può darsi…" noto io.
 
Ci riportiamo sul sentiero
ormai tornati in noi, sulla terra
dopo alcuni minuti di cammino,
pensoso, rompo il silenzio:
"… e magari, senza rendercene conto,
in questo momento tu stai diventano madre"
Mi ferma, mi prende dolcemente le mani
e con gli occhi lucidi, traboccanti d'amore
sussurra: "… e tu padre!"
"Può darsi…" sorrido io.
 
(Marzo 2005)
 
 

 

 

MAGALY ALINA TORÁN MARQUES
 
 
Tramonto sull'isola
 
A lezione finita
volare al lungomare
presso la Baia dell'Avana.
I suoi scogli intrisi
di salsedine e petrolio
invocavan mio nome
- Viendanoi! - riecheggiava.
Allora, libri sottobraccio
trascinavo crucci di ragazza
fino al masso più ampio;
un posto lo trovavo sempre.
 
Brulicava
di vietate evasioni
il Malecon * dell'Avana:
tradimenti del corpo,
dell'anima;
cangianti ideali
censurati dalla nascita,
e dal tuffo più alto,
i marmocchi a capofitto
nel sudiciume
delle acque portuali.
 
Sognavo l'avvenire
e spesso mi son chiesta
- può patire l'Avana
dolore più forte
che assistere impietrita
lo sfracello
delle sue fondamenta?
Il nucleo frantumato
In verdi banconote ingoiate
dal vento elargitore di slogan
e vaghi principi.
 
Ma Cuba,
chi la sa
la ama.
 
* lungo muro che cinge la città dell'Avana affacciato sulla Baia ed il porto.

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Ins. 13-02-2006