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- Vite
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- Segreto
profilo
- nel buio
distendi le fredde membra antiche
- di pace e
saggezza
- dal
dimentico dipinte.
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- Rugosa ed
acre è la tua storia
- che chi
ancor non nato
- anela
invano il tuo ricordo,
- che chi
ancor non morto
- dimentica e
tace;
- rifugge
velando di cemento la tua ombra
- ma paventa
e sa,
- d'incontrarti
ancor nel suo cammino.
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- E
già la rugiada
- ricopre il
velo appassito della sposa
- che legge
nell'iride dell'amato la sua
stirpe
- che gonfia
di stupore
- chiede
d'esser assolta.
-
- Chiede in
nome dell'amore
- di non
essere mai nata,
- chiede in
nome dell'amore
- di non
esser mai morta.
-
-
-
- Mi nutro
d'infinito
-
- È
vero, sono come il mare
- Fa risacca,
a volte
- Ed in
alcuni punti è così
profondo...
- Un grande
buco che attende invano d'esser
empio
- ma empio
è già
- di Tesori,
Ricordi, Forme trasfigurate...
-
- La
superficie è in movimento,
continuo.
- Se si
chetasse, morirebbe lentamente tutto ciò che
vive di quel
- movimento.
- In
burrasca, altre,
- così
forte, a tratti, da rimescolarne tutto
l'interno,
- da esser
tutt'uno col cielo, il vento, le
stelle
- ed i
pensieri naufraghi che incrocian le loro
rotte.
-
- Son viva,
son grande.
- Non scorgo
il mio orizzonte, a volte, non vedo la mia riva e
nei
- giorni di
bonaccia mi tedio del mio uniforme
colore.
- Ma di notte
svanisco le mie brame nel nulla,
estasiata,
- sotto il
manto dei lontani mondi che
giacciono
- al di
là del conoscibile terreno
- Al di
là di questo tempo.
-
- Son grande,
infinita come l'oceano
- ma per
quanto grande io sia
- Mi nutro
d'infinito.
-
-
- Il mio fischio
del treno
-
- Ed io voglio
restare seduta qui
- su questo
scomodo duro macigno.
- L'inverno mi
gira attorno,
- gelato come
la punta delle mie immobili dita.
- Sto qui, come
la nebbia leggera,
- ad aspettare
il passaggio ed il fischio del
treno.
-
- Ma quanti
treni passeranno e quanti treni
fischieranno!
-
- Di questa mia
vita vedo chiaro il presente,
- come i binari
davanti ai miei occhi ora.
- Il passato ed
il futuro, scompaiono a poco a poco nella
nebbia,
- diventando
tutt'uno col nulla.
-
- Questa vita
che corre lungo i binari,
- ora gelidi ed
irrigiditi dal freddo del cuore,
- una volta
caldi e languidi d'una primavera
inoltrata...
-
- Ma quanti
treni passeranno e quanti treni
fischieranno!
-
- Aspetto il
fischio del treno,
- questo treno
che passa veloce, come tutta la vita
- e fischia,
fischia forte ogni tanto.
- Mi fischia
dentro ed interrompe tutto il mio rumore del
nulla.
- Me ne sto
qui, aspettando che la vita mi scorra
così vicina,
- da poterla
annusare, da poterla toccare.
-
- Ma quanti
treni passeranno e quanti treni
fischieranno
- che mi
vedranno sempre qui, ferma,
- ad aspettare
il mio fischio del treno!
-
- Stanotte ho
sognato:
- camminavo
forte, correvo forte lungo il
binario,
- e fischiavo,
fischiavo forte ogni tanto,
- verso una
nube spezzata dal sereno.
-
-
Ai creatori di
poesia
A volte
parole sgorgano
dai
più remoti anfratti
attecchiscono
tenaci teneri virgulti
portavoce
di nuove speci
aggrappate
al filo dell'immaginazione.
Altre
volte
pensieri
veloci
come frecce
scagliate senza meta
vanno a
perdersi nell'etere della
malavoglia
o indugiano
planando
verso le
paludi e le rovine della
quotidianità.
Oggi si
accalcano come fiumane informi
girando e
rimestando e premendo forte
contro una
porta chiusa
morendo
senza neppur esalar
il primo
respiro.
Affinché
nulla si perda
affinché
ogni silenzio non sia vano
nutrite il
nostro affamato spirito
e fateci
poesia.
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