LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
I grandi poeti contemporanei
Andrea Zanzotto
- Da "Dietro il paesaggio"
- Elegia Pasquale
- Pasqua ventosa che sali ai crocifissi
- con tutto il tuo pallore disperato,
- dov'è il crudo preludio del sole?
- e la rosa la vaga profezia?
- Dagli orti di marmo
- ecco l'agnello flagellato
- a brucare scarsa primavera
- e illumina i mali dei morti
- pasqua ventosa che i mali fa più acuti
- E se è vero che oppresso mi composero
- a questo tempo vuoto
- per l'esaltazione del domani,
- ho tanto desiderato
- questa ghirlanda di vento e di sale
- queste pendici che lenirono
- il mio corpo ferita di cristallo;
- ho consumato purissimo pane
- Discrete febbri screpolano la luce
- di tutte le pendici della pasqua,
- svenano il vino gelido dell'odio;
- è mia questa inquieta
- gerusalemme di residue nevi,
- il belletto s'accumula nelle
- stanze nelle gabbie spalancate
- dove grandi uccelli covarono
- colori d'uova e di rosei regali,
- e il cielo e il mondo è l'indegno sacrario
- dei propri lievi silenzi.
- Crocifissa ai raggi ultimi è l'ombra
- le bocche non sono che sangue
- i cuori non sono che neve
- le mani sono immagini
- inferme della sera
- che miti vittime cela nel seno.
- Da "Vocativo"
- Esistere psichicamente
- Da questa artificiosa terra-carne
- esili acuminati sensi
- e sussulti e silenzi,
- da questa bava di vicende
- - soli che urtarono fili di ciglia
- ariste appena sfrangiate pei colli -
- da questo lungo attimo
- inghiottito da nevi, inghiottito dal vento,
- da tutto questo che non fu
- primavera non luglio non autunno
- ma solo egro spiraglio
- ma solo psiche,
- da tutto questo che non è nulla
- ed è tutto ciò ch'io sono:
- tale la verità geme a se stessa,
- si vuole pomo che gonfia ed infradicia.
- Chiarore acido che tessi
- i bruciori d'inferno
- degli atomi e il conato
- torbido d'alghe e vermi,
- chiarore-uovo
- che nel morente muco fai parole
- e amori.
- Da "IX ECLOGHE"
- "L'attimo fuggente"
- "Le front comme un drapeau perdu"
- Ancora qui. Lo riconosco. In orbite
- di coazione. Gli altri nell'incorposa
- increante libertà. Dal monte
- che con troppo alte selve m'affronta
- tento vedere e vedermi,
- mentre allegria irrita di lumi
- san Silvestro, sparge laggiù la notte
- di ghiotti muschi, di ghiotte correntie.
- E. E, puro vento, sola neve, ch'io toccherò tra poco.
- Ditemi che ci siete, tendetevi a sorreggermi.
- In voi fui, sono, mi avete atteso,
- non mai dubbio v'ha offesi.
- Sarai, anima e neve,
- tu: colei che non sa
- oltre l'immacolato tacere.
- Ravvia la mia dispersa fronte. Sollevami. E.
- E' questo il sospiro che discrimina
- che culmina, "l'attimo fuggente".
- E' questo il crisma nel cui odore io dico:
- sì, mi hai raccolto
- su da me stesso e con te entro
- nella fonte dell'anno.
- Da "La Beltà"
- Sì, ancora la neve
- "Ti piace essere venuto a questo mondo?"
- Bamb.: Sì, perché c'è la STANDA".
- Che sarà della neve
- che sarà di noi?
- Una curva sul ghiaccio
- e poi e poi... ma i pini, i pini
- tutti uscenti alla neve, e fin l'ultima età
- circondata da pini. Sic et simpliciter?
- E perché si è - il mondo pinoso il mondo nevoso -
- perché si è fatto bambucci-ucci, odore di cristianucci,
- perché si è fatto noi, roba per noi?
- E questo valere in persona ed ex-persona
- un solo possibile ed ex-possibile?
- Hölderlin: "siamo un segno senza significato":
- ma dove le due serie entrano in contatto?
- Ma è vero? E che sarà di noi?
- E tu perché, perché tu?
- E perché e che fanno i grandi oggetti
- e tutte le cose-cause
- e il radiante e il radioso?
- Il nucleo stellare
- là in fondo alla curva di ghiaccio,
- versi inventive calligrammi ricchezze, sì,
- ma che sarà della neve dei pini
- di quello che non sta e sta là, in fondo?
- Non c'è noi eppure la neve si affisa a noi
- e quello che scotta
- e l'immancabilmente evaso o morto
- evasa o morta.
- Buona neve, buone ombre, glissate glissate.
- Ma c'è chi non si stanca di riavviticchiarsi
- graffignare sgranocchiare solleticare,
- di scoiattolizzare le scene che abbiamo pronte,
- non si stanca di riassestarsi
- - l'ho, sempre, molto, saputo -
- al luogo al bello al bel modulo
- a cieli arcaici aciduli come slambròt cimbrici
- al seminato d'immagini
- all'ingorgo di tenebrelle e stelle edelweiss
- al tutto ch'è tutto bianco tutto nobile:
- e la volpazza di gran coda e l'autobus
- quello rosso sul campo nevato.
- Biancaneve biancosole biancume del mio vecchio io.
- Ma presto i bambucci-ucci
- vanno al grande magazzino
- - ai piedi della grande selva -
- dove c'è pappa bonissima e a maraviglia
- per voi bimbi bambi con diritto
- e programma di pappa, per tutti
- ferocemente tutti, voi (sniff sniff
- gran gnam yum yum slurp slurp:
- perché sempre si continui l'"umbra fuimus fumo e fumetto"):
- ma qui
- ahi colorini più o meno truffaldini
- plasmon nipiol auxol lustrine e figurine
- più o meno truffaldine:
- meglio là, sottomano nevata sottofelce nevata...
- O luna, ormai,
- e perfino magnolia e perfino
- cometa di neve in afflusso, la neve.
- Ma che sarà di noi?
- Che sarà della neve, del giardino,
- che sarà del libero arbitrio e del destino
- e di chi ha perso nella neve il cammino
- (e la neve saliva saliva - e lei moriva)?
- E che si dice là nella vita?
- E che messaggi ha la fonte di messaggi?
- Ed esiste la fonte, o non sono
- che io-tu-questi-quaggiù
- questi cloffete clocchete ch ch
- più che incomunicante scomunicato tutti scomunicati?
- Eppure negli alti livelli
- sopra il coma e il semicoma e il limine
- si brusisce e si ronza e si cicala-ciàcola
- - ancora - per una minima e semiminima
- biscroma semibiscroma nanobiscroma
- cose e cosine
- scienze lingue e profezie
- cronaca bianca nera azzurra
- di stimoli anime e dèi,
- libido e cupìdo e la loro
- prestidigitazione finissima;
- è così, scoiattoli afrori e fiordineve in frescura
- e "acqua che devia
- si dispera si scioglie s'allontana"
- oltre il grande magazzino ai piedi della selva
- dove i bambucci piluccano zizzole...
- E le falci e le mezzelune e i martelli
- e le croci e i designs-disegni
- e la nube filata di zucchero che alla psiche ne vie?
- E la tradizione tramanda tramanda fa passamano?
- E l'avanguardia ha trovato, ha trovato?
- E dove il fru-fruire dei fruitori
- nel truogolo nel buio bugliolo nel disincanto,
- dove, invece, l'entusiasmo l'empireirsi l'incanto?
- Che si dice lassù nella vita,
- là da quelle parti là in parte;
- che si cova si sbuccia si spampana
- in quel poco in quel fioco
- dentro la nocciolina dentro la mandorletta?
- E i mille dentini che la minano?
- E il pino. E i pini-ini-ini per profili
- e profili mai scissi mai cuciti
- ini-ini a fianco davanti
- dietro l'eterno l'esterno l'interno (il paesaggio)
- dietro davanti da tutti i lati,
- i pini come stanno, stanno bene?
- Detto alla neve: "Non mi abbandonerai mai, vero?"
- E una pinzetta, ora, una graffetta.
- ©1999 Il club degli autori, Andrea Zanzotto
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Agg 2 aprile 1999