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Il primo libro di Paulo Coelho uscì quando
lo scrittore compiva quarant'anni: "El peregrino de
Compostela", (Diario di un mago).
- Tra torture
interiori, esperienze estreme come il carcere, la
droga e il manicomio, amori falliti, e fatali crisi
di auto-distruzione, Coelho aveva desiderato
ardentemente fin da bambino di essere uno
scrittore, ma le circostanze avverse della vita, e
la sua indole di genio ribelle, gli avevano
riservato un successo tardivo. E ciò viene
espresso con grande incisività in una frase
di uno dei suoi libri più famosi,
"L'alchimista": «Realizzare la propria
Leggenda Personale è il solo dovere degli
uomini. Tutto è una cosa sola. E quando tu
desideri qualcosa, tutto l'Universo cospira
affinché tu realizzi il tuo desiderio».
Ed è ben vero, se consideriamo che Coelho
è attualmente uno degli scrittori più
famosi della nostra tormentata epoca, uno dei
più tradotti, un ammaliatore di milioni di
lettori che hanno trovato nei suoi scritti la
risposta spirituale e l'afflato mistico che
rispondano alle inquietudini dell'uomo moderno,
attanagliato a volte da una dimensione esistenziale
snaturata e violenta. Coelho è nato a Rio de
Janeiro, il 24 agosto 1947, da una famiglia rigida
e tradizionalista, appartenente alla borghesia
puritana di vecchia data della città.
Frequenta la scuola dei gesuiti, sottoposto a una
ferrea disciplina che però lo allontana
decisamente dal cattolicesimo. Accanito lettore,
esaltato declamatore, amante del teatro classico,
viene scoraggiato e punito per tale impeto creativo
e passionale dalla famiglia e dalla scuola. Questa
continua repressione delle sue energie più
solari e geniali, esplode in una rabbia
incontrollata.
- I genitori lo
rinchiudono allora in manicomio, nella Casa de
Salud del Doctor Erias, a Rio. A questo ricovero
forzato ne segue un secondo, nel quale subisce
elettroshock e cure farmacologiche devastanti. Dopo
un mese riesce a fuggire dall'ospedale e come un
clochard dorme per strada e suona la chitarra per
procurarsi da mangiare. Stremato dagli stenti,
torna a casa, comincia a lavorare in teatro, ma i
genitori di nuovo lo rinchiudono in manicomio, da
cui fugge. Rientrato in casa, in un terribile
attacco d'ira, distrugge tutti gli oggetti che gli
capitano sotto mano. Subito dopo, come
scriverà poi in "Veronica decide di morire",
comprende i due aspetti sperimentati nella sua
"pazzia": la violenta imposizione esterna della
famiglia, che non accetta la sua diversità,
e quella sua interna, che cerca nella follia di
sottrarsi alle responsabilità concrete e
logistiche della vita quotidiana.
- Questo libro
uscirà solo nel 1998, e narra la catarsi
dell'amore tra Veronica, ossessionata dal suicidio,
e Eduard, un giovane pittore schizofrenico. Il
libro è ambientato a Lubiana, in un
manicomio di regime, nel quale i diversi vengono
rinchiusi perché tolgono forza alla
dittatura costituita. Ma è proprio il
miracolo dell'amore che salverà i
protagonisti e li consacrerà in una leggenda
quasi ieratica.
- L'enorme
successo del libro fu una sorpresa incredibile per
Paulo, che ricevette centinaia di lettere di
ringraziamento da lettori che avevano trovato in
questo romanzo la speranza di uscire dal buio delle
loro torture interiori e psicologiche. In Brasile,
dopo l'uscita di "Veronica decide di morire" si
discusse una legge in parlamento che diede un freno
agli internamenti forzati. Ma torniamo agli anni
'60 '70, quando la rivoluzione giovanile e il
movimento hippy crearono una "controcultura" che
contestava i valori patriarcali, capitalistici e
obsoleti dell'epoca. L'eco che si propagò in
America Latina e soprattutto in Brasile fu
poderoso: proprio in quegli anni i regimi
dittatoriali stavano rafforzando il loro sciagurato
potere.
- In Brasile,
vessato da una feroce dittatura militare, nacque
una generazione di artisti ribelli,
anticonformisti, che attaccavano il regime con una
creatività letteraria, pittorica, teatrale e
cinematografica davvero prodigiosa. Tra questi
intellettuali alternativi c'era naturalmente il
nostro Paulo Coelho. La ricerca sessantottina non
escluse le droghe e la vita border-line, ma
ricercò anche, in un corale inno all'anima
della natura, tutte le voci nascoste
dell'esoterismo e del misticismo. È in
questo periodo che Paulo trova la libertà:
si unisce a una "comune" hippy e si guadagna da
vivere facendo teatro.
- Il suo spirito
si espande, la sua mente ritrova indipendenza, e
Coelho studia le dottrine orientali e l'alchimia
esoterica, passione che lo accompagna per tutta la
vita. Dopo un viaggio negli Stati Uniti, fonda la
rivista underground "2001", che lo porta a
conoscere colui che l'avrebbe salvato dalla
povertà e dalla precarietà delle sue
misere condizioni, il musicista Raul Seixas. Paulo
Coelho scrive i testi delle sue canzoni, mistici e
provocatori, ed è il successo: con i diritti
d'autore guadagna moltissimo. La famiglia si
riconcilia con lui, anche se l'amarezza dello
scrittore è constatare che solo la fama e il
denaro hanno convinto i genitori del suo valore.
Forse per questa triste consapevolezza, Paulo ha un
periodo di regressione e disagio: perde la rotta e
si affilia alla società segreta "Sociedad
Alternativa", che pratica stregoneria e magia nera.
Ne fugge poi terribilmente spaventato. Ma la sua
depressione aumenta: cerca nelle droghe e negli
allucinogeni quel mondo interiore pieno di bellezza
e pace che non riesce a trovare nella
realtà. Stremato e tradito nel corpo e
nell'anima, riesce poi a liberarsene con molta
fatica, ma questa esperienza gli servirà
negli anni della maturità a impegnarsi in
una lotta contro l'abuso delle droghe, monito per
le nuove generazioni.
- Coelho conosce
il carcere duro. La prima volta viene arrestato per
una serie di vignette caricaturali che mettevano in
ridicolo la dittatura e il potere costituito, la
seconda volta per un errore di persona: viene
scambiato per un rapinatore, ma resta in carcere
finché questi non viene acciuffato. Il terzo
arresto avviene per alcune incaute dichiarazioni
pubbliche contro la dittatura brasiliana. Il quarto
e più terribile è quello che
più ha segnato lo scrittore: viene fermato
mentre guida l'auto da un gruppo di militari,
sequestrato e portato in una località
segreta dove viene bastonato e torturato. Il potere
lo teme. Lo scrittore hippy, mistico e un pò
sognatore, sta diventando un simbolo pericoloso,
perché la sua consapevolezza, la sua
lucidità e il suo coraggio iniziano a
diventare mitici e leggendari. Dopo questa crudele
esperienza, Paulo inizia i suoi viaggi in Europa, e
qui, in una folgorazione, si riavvicina al concetto
di compassione cristiana, e decide di intraprendere
quel fatidico pellegrinaggio a Santiago, alla
ricerca della sua identità spirituale
autentica.
- Nell'86 compie
il Cammino di Santiago, e apprende le tre
verità che lo illumineranno: è
necessario avere un ideale e portarlo avanti con
coraggio inaudito; bisogna liberarsi dai falsi
bisogni come di scomode e pesanti zavorre; si deve
apprendere la vita dalla gente semplice e dalla sua
voce genuina. Il cammino spirituale non sta nella
ricerca intellettuale di pochi prescelti, ma nella
storia comune di ogni uomo, nella semplicità
che sgorga da un cuore pulito e
misericordioso.
- E come
già si disse all'inizio, da tale viaggio
nacque il suo primo romanzo, "El peregrino de
Compostela". In esso si narra di questo percorso,
che dalla città francese di
Saint-Jean-Pied-de-Port giunge presso i Pirenei,
alla cattedrale di Santiago di Compostela, nella
quale si trova la tomba dell'apostolo Giacomo. Nel
libro, suo compagno di viaggio è il
misterioso Petrus, maestro iniziatico. Pubblicato
dapprima da una piccola casa editrice, il libro non
fu nemmeno notato, e così il secondo, nel
1988, "L'alchimista". Ma Coelho non si diede per
vinto.
- E non
perché gli mancasse denaro, ma
perché, come in seguito dichiarò,
riteneva suo dovere farne dono all'umanità.
Contattò un'importante casa editrice, e
avvenne il miracolo: in poche settimane il libro
vendette più di 500.000 copie, e ancor oggi
è il libro più venduto dell'idioma
lusitano, entrando così nel Guinness dei
Primati. I grandi editori americani se lo contesero
e Hollywood comprò i diritti per portare
sullo schermo la straordinaria vicenda. Questo
successo si propagò in Europa con vendite
spettacolari, e critiche più che
incoraggianti. In tutto il mondo si vendettero 43
milioni di copie in centocinquanta paesi, tradotte
in cinquantasei lingue. È l'editore Bompiani
che pubblica nel 1995 "L'Alchimista", e il libro
balza subito al primo posto nella classifica dei
libri più venduti. Coelho scrive poi "Monte
cinque", nel quale si narra l'odissea del giovane
profeta Elia, che deve abbandonare Israele e
battersi contro tutte le superstizioni e i culti
falsi per poter incontrare infine il suo dio. Il
successo si ripete, e nel 1997, Paulo pubblica "Il
manuale del guerriero della luce", una sorta di
saggio filosofico che incoraggia ogni uomo a
combattere per trovare nel proprio "inner" quella
fonte inesauribile di forza e speranza che ridia un
senso alla vita, e quella passione ardita e
guerriera che risollevi dal vuoto e dalla
disperazione. Alcune sue opere vengono
rappresentate nei teatri: tra esse ricordiamo
"Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho
pianto", e "Il diavolo e la Signorina Pryn". Coelho
scrive racconti, rilascia interviste in tutto il
mondo, appare in numerosi documentari televisivi, e
il suo messaggio di pace, amore e
spiritualità si diffonde incantando e
ammaliando, ma anche educando le coscienze e
risvegliando la dignità di ogni essere
umano. Grande attenzione Paulo rivolge alla
dimensione femminile. Ogni vero uomo, dice lo
scrittore, deve avere dentro di sé una
componente femminile, perché è questa
che lo illumina con l'intuizione, la compassione e
la saggezza ancestrale. Il libro "Brida" è
l'espressione di tale convinzione. Pubblicato nel
1990, narra la storia dell'irlandese Brida, e il
suo passare come neofita attraverso l'insegnamento
di vari maestri spirituali, fino alla scoperta che
solo l'amore le insegnerà la saggezza
delicata della verità. E ancora, l'opera
già citata "Sulla sponda del fiume Piedra mi
son seduta e ho pianto", narra la storia di due
amanti che si ritrovano dopo undici anni e che, tra
tensioni e rancori, ritrovano la dolcezza
dell'esistere, riscoprendo il volto femminile di
dio. Nel 2003 esce "Undici minuti", il diario di
Maria, una donna brasiliana delusa dalla vita, che
si prostituisce per comprarsi una fazenda. Ma
l'amore la costringerà a rivedere tutta la
sua esistenza e a farla rinascere in una catarsi
miracolosa, perché, come dice Coelho,
«bisogna conoscere bene l'amor profano per
approdare a quello sacro». Paulo Coelho
è stato però molto irrequieto anche
nella sua personale vita amorosa: ha avuto quattro
mogli. La prima, Vera, aveva dodici anni più
di lui, era jugoslava, e condivise con lui il
periodo dei "figli dei fiori", che non
contribuì alla stabilità del
rapporto. Separatosi da Vera, sposa la donna con
cui sarà sequestrato e torturato, la donna
da lui definita "senza nome", dalla quale
divorzierà a causa di questa sventurata
circostanza. La terza moglie, Cecilia MacDowell,
era una collega da cui si separò dopo alcuni
mesi.
- Paulo Coelho si
è risposato nel 1981 con la sua attuale
compagna, la brasiliana Christina Oiticica, che lui
definisce "la mia migliore amica". È lei ad
occuparsi dell'Istituto Paulo Coelho, che offre
occasione di riscatto agli emarginati e ai
diseredati brasiliani, e a tutti coloro che
soffrono la fame, che non possono istruirsi, che
hanno subito violenze psicologiche e fisiche. Con
lei lo scrittore ha viaggiato in tutto il mondo,
cercando di entrare in contatto spirituale con
l'anima e le tradizioni dei suoi lettori, cercando
di interpretare un grande mosaico di
nazionalità.
- E sebbene Coelho
ami ripetere che lo scrittore è sempre solo
con se stesso, e che debba passare attraverso il
travaglio a volte cupo e difficile della creazione,
si è sempre offerto con enorme
disponibilità all'incontro e ai quesiti dei
suoi lettori, in una compartecipazione davvero
straordinaria. È riuscito, (come nel 1999 a
Buenos Aires, per la presentazione del suo libro
"Veronica decide di morire"), a radunare folle
incredibili, a regalare infinite emozioni col suo
linguaggio semplice diretto, a firmare libri per
dieci ore di fila, senza mai stancarsi, e sempre
conservando l'innata modestia. E Paulo stesso, nei
suoi itinerari, trovando persino un beduino che nel
deserto del Sahara leggeva "L'alchimista", disse
commosso: «La mia anima era arrivata prima di
me, i miei libri erano presenti. Mai, nemmeno per
un istante, mi sono sentito uno straniero, e questo
fatto mi ha colmato di gioia, perché ho
capito che su questa terra esiste una
possibilità di dialogo con qualsiasi essere
umano». Questa sua accessibilità,
questo suo non rinchiudersi in una gabbia d'oro,
questo suo mostrare la propria
vulnerabilità, fanno di lui un esempio non
solo letterario, ma anche profondamente umano per
tutti noi. Coelho si adopera anche affinché
i suoi libri vengano venduti a prezzi accessibili
nei paesi del terzo mondo, perché il prezzo
non sia un impedimento.
- In una
intervista del 2001, Coelho disse: «...Sono
una persona impegnata in una ricerca spirituale
nella quale trova posto anche la magia, ma non
quella descritta nelle caricature di terza
categoria.
- La magia
è il cammino delle persone comuni: è
la capacità di sviluppare i nostri doni e le
nostre qualità, di saper reagire seguendo la
nostra inclinazione, e per fare ciò è
indifferente che sia io, un tassista, o chiunque
altro. E' la ricerca che tutti dobbiamo affrontare.
Come gran parte delle persone, anch'io avevo l'idea
sbagliata che la conoscenza fosse solo per pochi
eletti. Adesso però, dico che non è
così: la conoscenza è per tutti, ed
è questo che io chiamo magia.
- E i segni della
vita, noi dobbiamo ascoltarli, perché sono
l'alfabeto di dio».
- E ancora:
«...Non dimenticare mai per cosa vivi. Il
senso della vita è quello che tu hai dato
alla tua esistenza. Di solito la gente si chiede
perché vive quando si trova a dover
affrontare una tragedia.
- Nel momento in
cui una persona stabilisce quale è il senso
della propria vita, ecco che la sua esistenza
cambia. Ci si è posti una domanda alla quale
bisogna assolutamente rispondere, e a cui si
risponde non con le parole, ma con i fatti».
Ed è proprio nell'opera "Il diavolo e la
Signorina Pryn", che si riflette la continua e
inquietante dialettica tra senso e nonsenso, tra
dubbio e certezza, tra bene e male. In questo libro
i protagonisti devono affrontare il lato oscuro di
se stessi e compiere la scelta di accettarlo e
trasmutarlo in consapevolezza luminosa. Come il
Pascoli, Paulo ha sempre creduto al fanciullo
nascosto dentro di noi, e gli dà voce, e lo
recupera esplorando l'universo magico dell'anima
umana. Crede nei simboli e nei segni che la vita
offre quotidianamente, sceglie uno stile semplice e
quasi infantile, parole chiare e limpide, ma dai
significati profondi e metaforici. Scrive insomma
per il popolo intero, e mantiene la modestia e
l'umiltà di un apprendista.
- È questo
il suo fascino pieno di luce e candida bellezza.
È questo che fa vibrare e innamorare. E la
sua storia personale, inizialmente così
tragica e violenta, colma di cadute, di
avversità e di irrequieta
passionalità, è forse per tutti noi,
lettori o scrittori, un lampo tra le tenebre, una
fiaccola nell'ombra, una speranza che anche i
nostri sogni, piccoli o grandi che siano, si
avverino.
- Bisogna essere
fanciulli, bisogna essere guerrieri, bisogna essere
pellegrini, bisogna essere femminili, bisogna
essere pazienti e luminosi per comprendere il
significato dei nostri giorni.
- Il grande
scrittore è un mago, un alchimista delle
parole che devono riscoprire il divino che
c'è in ognuno di noi.
- «L'impossibile
è una parola ingannevole. Ci lasciamo
scoraggiare non perché le cose sono
impossibili, ma perché le pensiamo
così.
- Niente è
impossibile. La bellezza è la purezza
dell'animo.
- E la
serenità non è la mancanza di
movimento, ma la concentrazione assoluta. Il tempo
è sempre il momento presente». Paulo
Coelho)
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Alessandra
Crabbia
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