- Kahlil
Gibran
«Le
parole sussurrate nel giardino del
Profeta»
Cosa vuol dire amare veramente? Cos'è
l'amore vero? È riversare sulla persona
amata tutto il proprio amore seguendola anche
all'inferno, con una fedeltà assoluta.
L'amore è invisibile come il tempo, emozione
divina che rende l'Essere veramente Umano. Pochi
sono coloro che conoscono l'amore e, ancor meno,
come dinosauri in via d'estinzione, coloro che sono
capaci di amare.
- A volte mentre scrivo
guardo fuori dalla mia finestra, e vedo il cielo.
Un meraviglioso cielo azzurro proprio come quello
del pacchetto di Camel sulla mia scrivania. E
penso. In alto c'è la limpidezza, l'amore
puro, in basso, al mio fianco, il veleno. Il fumo
acre della vita che corrode e sgretola e soffoca il
mio respiro. Ecco la dicotomia, l'antitesi, di
questa nostra vita: il dolce e l'amaro, l'elisir e
il veleno.
- I giorni sono come gocce
che distilliamo da personali ampolle e non rimane
che l'entusiasmo come un brivido caldo che sale
dalla schiena, la passione per ciò che si
fa, l'amore che infiamma il nostro
corpo.
- Quante promesse e quante
bugie dobbiamo ascoltare. Non è mica facile.
Non basta essere belli "fuori", si deve essere
belli "dentro".
- Ed è in quei
momenti che mi viene in mente un'antica storia. Un
giorno, un uomo onesto, un uomo probo, dopo tanto
lavoro divenuto ricco, volle capire quale delle
quattro donne che aveva conosciuto lo amava
veramente e dovesse diventare sua moglie. Con la
scusa di un lungo viaggio in luoghi lontani si
allontanò da loro. Scrisse quattro lettere e
chiese ad ognuna cosa volesse in regalo. La prima
donna, che era sempre stata di salute cagionevole,
chiese gli ultimi ritrovati medicamentosi e le
ultime medicine scoperte e assai
costose.
- La seconda donna che amava
le letture, gli chiese edizioni di libri antichi e
rarissimi. La terza donna che amava vestirsi in
modo elegante e con tessuti pregiati, gli chiese
vestiti alla moda assai raffinati e qualche
gioiello con pietre preziose. La quarta donna gli
scrisse:
- «Non voglio nulla,
è abbastanza se torni a casa sano e
salvo». Quando lui tornò,
consegnò ad ognuna ciò che avevano
chiesto. E visse con la donna che aspettava solo il
suo ritorno. Le altre tre donne chiesero indignate
il perché di questa scelta. E lui rispose:
«Perché vi meravigliate. Vi ho dato
quello che volevate. Tu volevi le medicine e i
medicamenti più costosi. Tu volevi libri
antichi e rarissimi. Tu volevi vestiti raffinati e
preziosi gioielli. Lei voleva solo me e
nient'altro». L'amore deve essere messo alla
prova. L'amore viene sempre allo scoperto, non si
può fingere l'amore dove non c'è.
L'amore non contempla false maschere, artifizi o
infingimenti. L'amore vero scoperchia gli inganni e
le falsità così come le parole
melliflue ed incantatrici. Amare una donna (o un
uomo) significa volere solo il suo bene:
preservarla dalle contaminazioni, sentirla come un
essere unico, soffrire per la sua assenza e gioire
delle sue carezze quando è al nostro fianco,
accoccolarsi vicino e confortarla nel momento
difficile, essere con lei o lui, essere in lei o in
lui. Se non esiste questa fusione di due anime non
v'è amore vero ma solo sottile e tremendo
inganno reciproco.
- Ecco allora che leggere un
poeta che parla d'amore può essere utile per
molte donne e molti uomini.
- La nostra vita è
svelare l'enigma. La parola d'un uomo deve essere
sciamanica, il suo pensiero deve essere
taumaturgico. Solo in questo modo il suo amore
rivela la bellezza senza tempo, la sua forza
interiore fa esplodere il falso, la sua bocca
domina il silenzio, la sua mano offre
l'estasi.
- Non vi sono parole
più belle da dire ad una donna che:
«Lascia che io possa fare rivivere il nostro
amore tenendoti tra le mie braccia, giorno dopo
giorno, come se il tempo non esistesse, come se il
profumo della vita fosse dentro di noi». La
"porta" da aprire è questa.
- Anche se vi sono
esperienze così dolorose al termine delle
quali si sente che più nulla potrebbe avere
un senso, non si deve mai rinunciare
all'amore.
- Ecco perché ricordo
la gioia negli occhi, i gesti, i sorrisi: sono
stati sempre con me. Sono stati un dono unico,
capace di creare un incantesimo.
- «Il vero viaggio di
scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma
nell'avere nuovi occhi» scriveva Marcel
Proust.
«Quando l'amore vi chiama, seguitelo, anche se
le sue strade sono ardue e ripide.
- E quando le sue ali vi
avvolgono, abbandonatevi a lui, anche se la spada
celata tra le sue piume vi potrà ferire. E
quando vi parla, credetegli, anche se la sua voce
può infrangere i vostri sogni e
disperderli»: queste parole di Kahlil
Gibran penetrano nell'essenza dell'amore,
colgono nel segno, catapultano nella vertigine
immane che l'amore porta con sé.
- L'amore è una
"sostanza" invisibile così come lo è
il tempo eppure rappresentano le due colonne
portanti della vita: il "tempo" che passa,
inesorabile e spietato, non permettendoci di
tornare indietro o di fare altre mille cose che
avremmo voluto o desiderato fare eppure segna le
stagioni della nostra esistenza e ci regala
esperienze meravigliose ed irripetibili: l'"amore"
che può innalzarci fino al settimo cielo e
poi gettarci nella più dolorosa e lacerante
perdita della nostra identità fino a
renderci "malati d'amore".
- Queste mie parole nascono
al suono di una cascata d'una sorgente d'acqua
cristallina che diventa, simbolicamente, "fonte di
vita", e capita di ritrovarsi quasi ammaliati da
una visione-illuminazione, di fermare la mente come
a fissare un "istante eterno", allo scroscio dello
scorrere dell'acqua. E torna il ricordo, e rivivono
frammenti dispersi della memoria, come ad
alimentare le parole del saggio «non siamo che
gocce d'acqua alla ricerca della
sorgente».
- E si rafforza la
convinzione che nell'umano vivere non esiste una
verità ma si devono fare i conti con le
"verità": ci affanniamo senza sosta ma non
siamo che pulviscolo cosmico alla ricerca della
felicità, seppure tutti noi sappiamo che,
forse, non è altro che una "sottile
astrazione".
- Eppure la ricerca è
incessante: così nei sentimenti come nelle
manifestazioni del vivere, così nel
quotidiano divincolarsi tra le gioie e i dolori
come nelle parole d'un poeta. Le porte della
conoscenza vanno aperte, per scrutare ciò
che esiste oltre il confine d'una visione
squisitamente materiale. Sotto le nuvole, all'ombra
di alberi secolari, accarezzati dall'aria fresca,
come fanciulli inventiamo figure d'animali o segni
del destino, ascoltiamo il fragore della vita e il
frusciare dei giorni.
- Asserragliati in un mondo
che tenta disperatamente di rivitalizzare
l'ennesima emozione, lottiamo per difendere, con
energia e con tenacia, l'esistenza d'un lampo
d'amore, di un nuovo entusiasmo che possa offrirci
un approdo ad un "porto sicuro", il raggiungimento
d'una méta che ci siamo
prefissati.
- Ecco allora che ci
rendiamo conto che è fondamentale rendere
viva e coltivare la propria "oasi mentale", il
luogo del rifugio della mente, dove non esistono
più le costrizioni, le limitazioni del tempo
e le incombenze del quotidiano vila
tragicità degli avvenimenti: il rifugio
dell'Uomo. L'amore conduce alla fusione con la
persona amata fino a creare una sola anima in due
corpi e il poeta offre parole che bruciano:
«Provo la più grande delizia quando
sento l'anima affamata ed il cuore assetato
d'amore.
- L'anima che non nutre fame
per 'amore non naviga nello spazio dei sogni. E il
cuore che non ha sete non si libra sopra i meandri
della bellezza».
- E Gibran guarda in ogni
direzione perché la sfera dell'essere prende
il sopravvento su quella della terrena
realtà.
- Fin dall'inizio del suo
percorso Gibran ha venerato la Natura come una Dea
che lo ha accompagnato e sostenuto nella speranza,
nei sogni, nei desideri: la sua visione lo ha messo
al sicuro dal padre alcolizzato e giocatore
d'azzardo nonché finito in prigione per
evasione fiscale a causa di traversie non ben
chiarite; la sua concezione della vita lo ha
aiutato ad affrontare a drammatica situazione del
Libano, la sua terra d'origine, e poi a far fronte
alle difficoltà quotidiane del vivere che lo
hanno sempre visto barcamenarsi per tirare avanti
in modo decoroso. Al contrario, nella Natura tutto
parla d'amore e, per Gibran, si tratta di autentica
sacralità della Natura come una rivelazione
della divinità.
- Una casa modesta e un
piccolo terreno, poi l'emigrazione in America,
prima a Boston e poi a New York: da artista ha
trasportato nei luoghi dove ha vissuto, le
atmosfere della sua infanzia e della sua terra, i
colori dei suoi tramonti, le suggestioni e la
bellezza del mondo naturale che ha sempre osservato
con lo sguardo d'un poeta.
- Gibran fu un poeta e un
pittore fino a vere e dibattersi. Nel virtuale
"giardino del profeta" ritroviamo noi
stessi.
- Una donna chiese al
Profeta: «Parlami dell'Amore». E il
Profeta le disse:
- «Quando l'amore vi
comanda, seguitelo. Anche se le sue vie sono dure e
scoscese.
- E quando le sue ali vi
abbracciano, arrendetevi a lui, anche se la lama
nascosta tra le sue piume, vi potrà
ferire.
- E, quando vi parla,
credete in lui.
- Anche se la sua voce
può cancellare e sconvolgere i vostri sogni,
come il vento del nord scompiglia il
giardino».
- Ecco allora che ci
troviamo davanti all'amore, quello vero, senza
limiti, senza regole, senza differenze ed è
fondamentale accoglierlo. L'amore per
- Gibran è armonia ed
è la salvazione dell'Uomo che spesso deve
combattere dire «amo le mie poesie e i miei
disegni». Autentica fu la passione di Gibran
per la letteratura ma anche per le opere d'arte
come quando fu a Parigi e passò molto tempo
ad ammirare le opere dei grandi maestri nei
musei.
- Uomo dal carattere
individualista e fiero, conosce la sofferenza e il
dolore, inietta nelle sue vene l'amore e
l'amicizia, indaga nei segreti dell'esistenza,
assapora la gioia della vita e deve fare i conti
con la caduta nell'abisso. La sua vita è
contrassegnata dal dolore: la sorella Sultana muore
di tubercolosi così come il fratellastro
Boutros e la madre morirà malata di cancro
dopo poco tempo. E Gibran scriverà «in
questa vita possiamo raggiungere la vera gioia solo
tramite il dolore».
- Scrive fino a tarda notte
e, in una lettera indirizzata a Mary Elizabeth
Haskell che lo stimola ad esporre i suoi quadri,
gli offre una borsa di studio e un viaggio a Parigi
per studiare all'Académie Lucien, lo aiuta
in ogni modo possibile e rimarrà legata al
poeta da un'amicizia che durerà tutta la
vita, saranno proprio le parole di Gibran a rendere
immortale il loro rapporto e il senso di
gratitudine del poeta. «In una notte, in una
sola ora, con un solo sguardo lo spirito è
sceso dal centro di un cerchio abbagliante di luce
e mi ha guardato attraverso i tuoi occhi, ha
parlato con me attraverso la tua lingua. Da quello
sguardo e da quella magica parola è spuntato
l'amore che risiede nelle profondità del mio
cuore. Questo grande amore ora è seduto
nella parte vitale del mio petto»...
«È l'amore che con la sua eco ha
restituito vita ai miei giorni morti, ha fatto
ritornare con il suo tocco la luce nei miei occhi
arrossati dalle lacrime e ha sollevato con il suo
braccio la mia brama dagli abissi della
rassegnazione».
- Mary Haskell
contribuì alla formazione culturale di
Gibran, corresse le bozze de Il Profeta e lo
aiutò nell'uso della lingua inglese
favorendo una svolta decisiva al percorso
letterario del poeta che proprio in una lettera del
1923, anno della pubblicazione de Il
Profeta, così scrive alla sua diletta
Mary: «La nostra vita non è altro che
un passaggio verso una vita immensa e profonda
nella quale saremo più vicini allo spirito
madre»...«Tu hai creduto in me e nella
mia poesia»...«Ogni mattina e sera ti
immagino seduta davanti a me mentre mi leggi
l'ultimo articolo che ho scritto oppure l'ultimo
tuo articolo che non è ancora stato
pubblicato. Ti penso, Mary, allo spuntare del sole
e di sera».
- Dopo anni di continua
elaborazione, Il Profeta venne pubblicato a
New York nel 1923 e fu subito un successo che
regalò fama e gloria al poeta
Gibran.
- La poesia in prosa, le
parabole e le allegorie di Gibran riportano
indubbiamente alla tradizione sufica e i ricordi
sono legati alla sua terra, al significato biblico
che le sue parole esprimono. Gli insegnamenti di
Almustafà, l'Eletto e l'Amato de Il
Profeta sono formulati con un linguaggio simile
a quello biblico, sono i sermoni di un maestro
illuminato, apologhi che si rifanno alle
meditazioni arabe, parabole poetiche per scoprire
la verità delle cose. Così le
suggestioni della Natura, il continuo stato di
visione, quel fluttuare poetico tra figurativo ed
immaginario non sono altro che il faticoso viaggio
dell'Uomo per perseguire la maturità
spirituale, quello stesso uomo assediato dalle
false apparenze, cieco davanti al mondo, soffocato
dall'effimero rinasce nella visione gibraniana e
assapora la felicità, la bellezza della
vita, la gioia dell'amore nella parola del Profeta:
«L'amore, quando è amore, annienta la
misura e il calcolo del tempo» perché,
paradossalmente, possono esistere «istanti che
contengono secoli di separazione". Ecco allora
l'esistenza di mondi spirituali, il poeta come un
profeta, il dominio del cuore sulla
mente.
- Sino a quando il cuore non
ritroverà se stesso, la vita non
tornerà mai sul piano dell'equilibrio
né l'uomo si accorgerà che tutto
quello che cerca, vagando e spasimando nel mondo,
talvolta anche dimenticando la dignità,
è quasi sempre in se stesso.
- Kahlil Gibran, è un
"cercatore di silenzi", un affascinante visionario
che ha speso i giorni della sua vita a poetare,
dopo aver attraversato la nebbia della solitudine,
quella che avvolge tutte le cose ma non si fonde
con esse, dopo aver parlato d'amore come ad esser
venuto alla luce solo per illuminare il cuore
dell'uomo: «sognando i sublimi mondi dove
abitano gli spiriti degli innamorati e dei
poeti».
- «A volte vago nello
spazio dietro le nuvole... a navigare in luoghi
appartati e sconosciuti» eppure ci sono notti
in cui «l'anima diventa arida e la bellezza
che esiste nel mondo durante il giorno non è
sufficiente a saziarla».
- Le sue parole sono
permeate da una saggezza antica e da una profonda
attenzione al quotidiano vivere e, come in una
miscela poetica, riconducono alla passione
dell'uomo, al suo attingere senza sosta alla
verità dell'amore.
- L'avvicinamento all'Essere
per andare oltre la mera esistenza terrena,
l'intuizione di una prosa idealistica, la costante
difesa dei valori eterni dell'Uomo hanno fatto
sì che la sua condizione sia stata quella
d'un uomo che s'è posizionato in una zona di
confine, al limite tra questa realtà e
"un'altra realtà", una dimensione dove regna
la sacralità della Natura, l'armonia divina.
La stessa figura di Almustafà, l'Eletto e
l'Amato, impersonifica la visione profetica e quel
suo peregrinare terreno conduce al cuore della
verità, parlando d'Amore, di Bene e Male, di
Gioia e Dolore, di Conoscenza e Bellezza, di Vita e
Morte.
- Il fascino di Gibran
è in questa sua visione simbolica che si
fissa nel "silenzio eterno", nella forza della
Creazione, nel divenire dell'Uomo che deve sempre
affrontare degnamente le difficoltà
dell'esistenza. Esserne degno è la
prova.
- Tutto il resto non
è che una lenta agonia come la malattia che
farà peggiorare sempre più le
condizioni di Gibran fino a dire «sono come un
vulcano la cui bocca è stata
chiusa».
- Ecco il vero dramma
dell'uomo che veglia sul palcoscenico eterno del
tempo.
Massimo
Barile
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