Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordientiGiovanni Scribano
Ha pubblicato il libro
- Giovanni Scribano, Frammenti d'infinito
- Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 12x17 - pp. 40 - Euro 6,80 - ISBN 88-8356-331-X
- Questo libro è stato stampato con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l'autore è 9° classificato nel concorso "Marguerite Yourcenar 2001" sez. poesia
Prefazione - L'apatia di questa vita potrà mai essere sconfitta? Potrà l'anima essere ristorata? Ecco due domande ricorrenti alle quali sovente cerchiamo di dare una risposta. Giovanni Scribano con questa raccolta di poesia si avventura alla ricerca di eventuali soluzioni. In "Frammenti d'infinito" le umane e comprensibili preoccupazioni a volte sono appena accennate altre volte ricercate nelle zone più profonde, i sogni dell'anima sono come foglie in uno spoglio teatro, la felicità fugge inesorabile nell'aria, il mondo è illusione e invano la mente ricorda e tenta di fissare una fedele immagine di se stessi, cercando di vivere giorni così fugaci. Il cuore di Giovanni Scribano è colmo di parole di un uomo ferito dal volto pensoso, pervaso da una inquietudine sempre tesa a disvelare le ombre che offuscano la vita e soffocano i sogni e le speranze. Un coraggioso tentativo di riempirne i vuoti, di medicare i cuori tagliati, di sanare l'anima gemente, di alleviare le dolorose pene, di annientare la mortale angoscia. Ecco allora che la natura può essere guaritrice e può venire in soccorso all'uomo grazie ai suoi incanti può rappresentare una potente medicina: le sue meraviglie, i bagliori dell'alba, i primi canti, il ritmico pulsare della vita possono ridonare la felicità ad un animo fremente.
- Le magiche parole di Giovanni Scribano fermano il tempo alla ricerca di qualcosa che si fatica a conoscere mentre lontano sprofonda il cuore e ci si incammina a vivere il proprio tempo ed il proprio destino.
- Tutto diventa un canto soave pervaso da un profondo lirismo che osserva lo sfiorire dell'estate, il lento declinare della bella stagione: le foglie scarlatte, i rossi bagliori, le bianche nubi, le grigie vallate.
- Tutto nasce da emozioni che sono la fedele immagine della sua visione poetica, della sua gioia per i colori, della magia della natura grazie alla quale elabora una scenografia di situazioni quotidiane di forte umanità.
- Vedere, cercare, sentire/... sorridere agli affanni/sopportare la pietà/... diventare bambino o uomo creatore/... versare dolore/ in uno schioccare di dita/ svanire: un profondo desiderio di vivere un futuro sereno nel quale finalmente i dissidi dell'anima siano placati. Forse scomparirà anche l'angoscia di sentirsi polvere nel vento e l'anima speranzosa prenderà il sopravvento sui dolori e le lacrime.
- Disvelare le parole che ancora una volta hanno ingannato, decodificare il quotidiano mistero attraverso escursioni dentro atmosfere rarefatte e colme di percezioni. La poesia è collegata ad un determinato momento della vita di ogni uomo o a un determinato luogo che viene rivisitato secondo le proprie percezioni e sensazioni così da rendere comprensibile la propria personalità attraverso ciò che si scrive. La creatività e le suggestioni aiutano a formare in modo originale la propria poesia: è fondamentale che l'espressività non resti chiusa in fondo all'anima o nella propria solitudine ma sprigioni la voglia di assurgere ad una occasione di incontro con la vita e con gli altri. Un dialogo fecondo che porti ad interrogarsi sul significato e sulle ragioni del fare poesia: sogni o disincanti sarà il poeta a svelarlo. La parola si trasforma, si rinnova, è rapita nelle circolari spire di questo quotidiano mistero, aiuta a dimostrare che la poesia aiuta a vivere e a strappare dal deserto il perduto respiro.
- Massimo Barile
- Sul fiume
- Conosco il tiepido respiro
- del fiume, là tra le canne,
- troppo diverso dal tuo,
- così convulso, così fremente.
- Vorrei che tu venissi con me
- laddove le nuvole sussurrano
- dolci promesse agli arsi campi,
- dove i salmoni risalgono liberi,
- di nuova vita gravidi,
- verso le cime innevate,
- dove granelli di polline e sabbia
- nell'aria giocano a far mulinello.
- Vorrei che venissi con me,
- ma lascia, ti prego, il tuo astioso
- orologio, i tuoi cruciverba
- e le musicassette.
- Al vento rivelerò il mio amore
- con parole calde come l'asfalto,
- questo amore così fremente,
- così impulsivo e mai calcolato.
- E porta con te la nebbiosa
- tua malinconia, così tagliente
- che il sole, ferito, ne sanguina.
- Al mattino, al risveglio, forse troveremo
- petali rugiadosi e boccioli ancor chiusi
- o forse nudi rami e fiori recisi.
- Allora, umile m'inginocchierò sulla riva
- e in ogni anfratto, in ogni roccia,
- in ogni ciottolo io vedrò il tuo sguardo,
- di dispettosa chimera.
- Idillio
- Il sole si specchia nel mare
- come il leone alla fonte
- e scioglie, scioglie i suoi bianchi destrieri
- a guisa di scozzesi colombe.
- S'impadronisce del duomo in
- ogni suo più recondito anfratto.
- Lungo i viali s'occultano i mirti
- e occhieggiano foglie scarlatte,
- e sui rami s'espande degli uccelli
- il dolce richiamo.
- Nell'ombra labbra innamorate
- si scambiano baci.
- Anch'io voglio sospirare.
- Autunno in campagna
- Si innalza e libera fluttua
- la mia anima,
- sopra cime e valli volteggia
- e indossa il vestito delle nuvole.
- Son nato in suoli nebbiosi,
- d'anatre regno e di fiori
- che rispecchiano il cielo.
- Miei sono i campi di grano
- ove echeggiano di ragazzi
- convulsi schiamazzi e mie
- le osterie, di raminghi viandanti rifugio.
- Malinconico, afono autunno, che
- fra l'erbe e le frasche, laggiù,
- nascondi le quaglie, ormai in te
- s'affratellano campi, boschi e fattorie.
- E quando al tramonto il sole sfarfalla
- e il contadino sulla soglia di casa
- carica la sua pipa di radica,
- una dolce leggerezza si spande
- e la pianura impronta.
- Ancora una volta un sottile silenzio
- tutto fagocita e ingloba.
- Natura Medicatrix
- Guardo le querce, possenti giganti
- ergersi al sole e sopra un cielo propizio.
- Sono felice.
- Fantasmi sono scesi da remote profondità
- per visitare i miei sogni e in lontananza
- scorgo misteriose figure sul mare.
- La primavera è nell'aria, la morte è lontana.
- Danzano i raggi di sole ed indorano l'acque
- di fiumi, di laghi e cascate.
- Si scorge un prato e poi fitti cespugli
- e, in lontananza un richiamo d'uccello.
- Compare una giovane donna e mi fissa,
- dolcissima.
- Grande, divina natura.
- A sera m'attendono a cena gli amici.
- Solitudine
- I pensieri ondeggiano nella segreta
- solitudine, gelano in oceani di malinconia.
- Ogni giorno e sempre di più si rivela
- l'usuale apatia di una vita contorta.
- I colori dell'estate sono ormai nel vento.
- Mi domando se questo flebile sole potrà
- accarezzare il mare infinito.
- Mi chiedo se un istante d'amore
- compenetrare potrà
- la mia perduta anima
- e ristorarla.
- Anelo al fuoco.
- Beatitudine
- Il nome della mia anima è raggio di luna.
- Attesa, è giunta la stella color argento
- marino (Silliver).
- Il mondo notturno dilegua,
- oh, beatitudine,
- dilegua nell'accendersi d'un cielo
- magico e fiammante.
- Anche al tramonto una fantasia mi sfiora:
- contemplo la mia nuda anima e le sue
- segrete attitudini,
- contemplo con occhi di sogno
- la stella color rubino.
- Sì, è proprio un giorno propizio.
- E tu fantasia, preziosa e solerte
- compagna, unisciti a me e canta
- l'amore e la primavera e rendi
- più ardita la speranza,
- tu, unico bene di cui m'è prodigo
- il tempo.
- Antiche presenze
- Nella valle dei cento sentieri,
- là, oltre la pineta, puoi talvolta
- sentire una voce, un'occulta e misteriosa
- presenza.
- Ed un corvo d'appresso vedrai, errante
- messaggero in fuga.
- All'alzarsi del vento
- trincherà il contadino,
- ed udrai il signore della torre,
- accompagnare la sua voce
- mentre questa
- si smorza e declina
- nella grande valle.
- Dentro e fuori dalla finestra
- Nello spazio angusto della camera
- folletti e spiritelli dagli angoli
- ridono, malefici ingannatori penetrano
- in credenze.
- Il vento della notte di rami riempie
- i loro fuochi incantati.
- Già le fate elargiscono infusi quando
- un livido biancheggiare mi coglie
- alla finestra.
- Aiuole assopite, taciturni uccelli,
- solitari chioschi mi salutano,
- da sotto ombrosi rami.
- Nell'aria del frutteto mille diavoli danzano
- e, nel verde cicaleggia
- una bianca chitarra.
- Le lumache dormono al veleno del sole
- sul davanzale e sui viali agglomerarsi
- di ambulanti e di bambini
- che riconosco.
- Entro le case, intanto
- un tempestare di
- antiche passioni
- si nasconde alla mia vista.
- Capriccio
- Si dissolvono l'ore
- sulle distese di fiori
- incombe il puro e rigoglioso
- respiro della terra.
- Danzate narcisi, figli delle grigie vallate
- al suono del crepitare di ghiaccio e neve.
- L'azzurra felicità, frutto d'antichi diluvi
- carpisce le dolcezze del cuore
- e fugge nell'aria.
- Esclusione o inclusione
- Esiste dimmi l'esclusione o l'inclusione,
- concepita così da un io fantasticante,
- dai più immortalato?
- Sono varie le possibilità di gioco,
- dirai (gioco delle perle di vetro?).
- Ma abbi nota di non piegarti per eludermi.
- Ed ecco dimmi: hai ribaltato e denudato,
- hai fatturato il santo male dell'ignoto?
- No?
- Su, nota tutto e nell'indigeribile mondo cerca
- te stesso.
Per leggere alcune poesie tratte dal libro "I labirinti della memoria"
Per leggere altre poesie
Per leggere la poesia inserita nell'Il Club degli autori 1999-2000
Per leggere la poesia inserita nell'Antologia Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone 1999
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Inserito il 25 giugno 2002