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               Luigi La Cono è nato a Messina,
               città in cui vive e lavora. Capitano di lungo
               corso, all'età di 58 anni, più per
               piacere personale che per velleità artistiche,
               ha iniziato a mettere in versi la sua esperienza di
               osservatore della vita.Da qui è nata una ricca produzione di
               poesie, alcune delle quali sono state segnalate e
               pubblicate.Nel contempo ha assecondato la sua vena
               satirico-umoristica con la stesura di due commedie
               brillanti e racconti vari.Ultimamente si è dedicato alla musica
               leggera scrivendo canzoni di cui è autore di
               parole e musica. 
               
               
                  Per leggere la
                  prefazione del libro " Una scia di parole"
                  Per leggere alcune
                  poesie tratte dal libro " Una scia di parole"
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                  Sogni di... Vive di notterischiarata dalla lunama sogna i baci del solesulla sua faccia pallida.Cerca caloreIntirizzita dentroma trova conforto nei falòimprovvisati, sui marciapiedi.Si muove sui trampoliper farsi vedere montagnama sogna il fresco contatto
                  dell'erbasotto i suoi piedi stanchi.Ignuda si mostraappetibile preda di carnema sogna morbide seteper coprire il suo intimo io.Piccola rosaqualcuno l'ha colta,di strappo, dal suo cespo odorosoma sogna, ancora bambini,il profumo della vita. Smania La smania che prendeal calar della seranel cuore esiliatotrapassato da lame di fuoco.Estraneo tra folla,materia presente, pensiero
                  distrattocombattente in altri miraggi...e il giorno che chiude.Ci sarà un domani?Sarà un cielo diversoforse grigio...meglio la smania di adesso. Che senso
                  ha... Che senso hagodere di una serata in discotecaubricarsi di suonidi odorid'atmosferee non poterlo raccontarepoiil giorno dopo?Gianni ne sarà deluso.Lui non c'era.Già si sentiva escluso,con quel tam tam di tamburoche gli martellava in testavederli partire era stata una pena.Che botto!Lui non l'avrebbe permessonon avrebbe accettato certe bravatea quell'ora di nottecon i fantasmi maliosiche vanno e che vengonocome veli di donnenegli occhi ormai vinti.Che senso ha...E gli altri... di casa... Nobile d'antico Cruento partolo mette al mondo impuroa tante madrideve il suo sembiante.Medico il tempoguarisce il primo astiotrova confortoe s'addolcisce il core.Nobile d'anticovenerato ospitea raffinata scuolas'ammanta di noblesse.Sommelier, bouchet, perlageparla in boccacon varietà di tonima all'abuso fa girar la
                  tète.Giostra di coloriestasi d'affrantilascia sul più bello e acqua
                  impurascappa ad inumidirremoti angoli abbuiati. Quando le ragazze Quando le ragazzeportavano le gonne cortelasciavano al passareuna scia di piacere.Calde flanellel'avvolgevano dai rigorimorbide setegli procuravano frescura.Intrigante il venticellole alzava al cieloe leste manicorrevano al riparo.Erano le gambead attirare occhiate,peccati venialidi giudici ammirati;determinante doteper superar l'esamea pieni voti.Un piacere infrantodal mito americanoche prodigo di bluinalberò bandiera.Oggi le ragazzesono tutte in pantaloni,stretti, fascianti,dozzinali mute.Suscitano ancoramaliziose occhiatema viene menol'antico, incerto,fascinoso incontro. Vogghiu
                  coattari 
                  
                  
                     Vogghiu coattari na pinna
                     stilugrafica com'a cchiddi i na vota, ca
                  pumpettapi scriviri megghiu, comu u cori mi
                  diletta.
                  
                  
                     Vogghiu ccattari, assemi a pinna, tanti
                     quatenni chi righi o senza righi non ci
                  tegnu:basta chi durunu cchiussai du me regnu.
                  
                  
                     Vogghiu puru truvari nta me
                     testa tanti paroli degni di na festapi ghinciri ddi fogghi ianchi di
                  bisognica pinna ca pumpetta di me sogni. Messina, 17.V.1998  La stretta
                  amica 
                  
                  
                     Ignudo in ogni dove, sullo stretto sentierovia obbligata verso l'infinito,affida alla manol'intimo bisogno di compagno.
                  
                  
                     La stretta amica, sacca di emozioni,mutua calori diversinaviganti i più remoti rivi.
                  
                  
                     Occhi sorridono afflatati di piacerein prolungata estasi.
                  
                  
                     Percorso da brividi pungenti geme lo spirito donantegiunto al limite del dare.  Pendolari
                  dell'arrangiarsi Occhi felinisentinelle del disagiospiana o gli orizzonti vigilanticontro il subdolo nemico.Sacchetti di plasticanascondono il tesoroche la voce dolciastrainvita al passeggero.Storie di senza lavoroin bilico tra il male e il peggiopendolari dell'arrangiarsifantasmi di treno che corre. Messina, 01.2.99  L'attico Montagne azzurrefanno corona all'orizzontel'occhio vi affondastanco di monotona pianura.Dall'attico indugia lo sguardonell'estivo tepore del meriggiosorseggiando il piaceredi cristalline trasparenze.Immerso nella calma solitudine,in appartato angolo di strada,Stelvio, Cadore, Trentinoevocano cime e vallie brandelli di vita.Il freddo invernomuta lo scenario:dietro vetri appannatigenerose pennellate di biancobrillano ai raggi esangui di
                  calore.Rabbrividisceil cuore marinaro.Dolce l'eco dei monticorre in suo soccorso. Messina, 28.X.1998 
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