Ha pubblicato il libro

Rino Passigato, I passi del tempo,

Collana I gigli (poesia) - pp. 48 -

L. 11.000 - Euro 5,68 ISBN 88-8356-033-7

Prefazione

 

"Ho intinto la penna / nel calamaio dei ricordi / sono scaturite parole / bagnate di nostalgia / di docili rimpianti..."

Sono versi che ben racchiudono il tema portante di questa nuova silloge di Rino Passigato, poeta che già in passato ha rivelato orecchio assai sensibile al ticchettio dell'orologio, individuando nello scorrere del tempo l'ambito privilegiato della propria riflessione. Riflessione che in questo lavoro assume contorni velati di tristezza e di nostalgia, nella consapevolezza che il tempo è un grandioso inganno: svuota i sogni, smaschera le fiabe, solleva i veli delle illusioni scoprendo la polvere che vi si nasconde.

Non ne scaturisce un grido di dolore ma la sofferta constatazione di una condizione ineliminabile, nel cui fondo pulsa la domanda antica quanto l'uomo: perché? "Signore, perché mi hai coinvolto / in questa parte felice e amara / costellata di umiliazioni / gioie e dolori, pene, angosce?" Cos'è questo mistero, "un astuto gioco" o "un ingarbugliato teorema zeppo d'incognite"?

Domande che non hanno né possono avere una risposta. Troppe le incognite dell'equazione, troppo fitto il mistero della sciarada. Solo considerando le due facce del tempo è possibile, forse, trovare non una certezza, che non è data all'uomo, ma un lenimento all'angoscia esistenziale. Il tempo scorre, certo, dilavando sogni e illusioni; ma al contempo lascia dietro di sé la scia della memoria: "I passi del tempo / tengono dietro alla corrente / nascondendo / nei riccioli del vento / l'istante passato / portando sulle spalle / la gerla della memoria". Gerla benedetta, quella della memoria, carica dei volti più cari e dei profumi più dolci: solo lì i sogni sono ancora tali, e possono ritrovare la loro magia; e se pure non hanno retto il contatto con la "ruvida realtà" possono essere rinnovati, diventare non progetto di vita futura ma sensazione più sottile, come un'aura di bosco e fiume che sfuma e arrotonda presente e futuro in una dimensione unica dove speranza e attesa sono più meste ma al contempo più lievi e luminose.

Ecco dunque che il poeta si immerge in quella natura, a lui così cara, che tanta parte aveva anche nelle raccolte precedenti; ma ora la natura non è più il rifugio dell'uomo stanco della vita di città, il luogo della quieta serenità di una fase matura dell'esistenza; diventa invece un posto mitico, ammantato dei colori della magia e del sogno. Così i boschi si popolano di gnomi ed elfi, e persino uccelli e alberi sembrano dialogare tra loro in un intrecciarsi fitto di sussurri e aliti di vento. È una natura profondamente animata nella quale è possibile perdersi, "essere profumo di bosco" e non sentire più "i passi del tempo"; presente e futuro, si diceva, sono diventati una cosa sola: "quando sarà l'ora" e il poeta se ne andrà "in un quadretto di terra / dove cresce l'erba e qualche tarassaco", anche allora egli diventerà "brivido di vento e stupore di cielo".

In un silenzio sospeso e come stupefatto il poeta ascolta i suoni del verde e del fiume, guarda le lente movenze delle figure che si avvicinano alle rive come danzando, liberando "il paracadute ai sogni": sono questi i momenti in cui l'uomo riesce ad andare oltre se stesso e a superare d'un balzo la tirannia del tempo.

Le tematiche sociali - la protesta contro la disumanizzazione urbana, il dolore per i martiri delle guerre (questa volta è il Kosovo, ma fa differenza? La guerra è sempre una) e per lo strazio degli immigrati - cui il poeta aveva dedicato particolare attenzione anche in passato, sono tuttora presenti, ma in maniera più defilata; come se in questa fase della sua produzione il poeta avesse compresso, sintetizzato nella riflessione sul tempo e sulla memoria tutta la sua esperienza di uomo, riconoscendo in queste categorie quelle che realmente possono avvicinare ogni essere umano, renderlo fratello ai propri simili. Anche il linguaggio, di conseguenza, muta. La già notata - nelle raccolte precedenti - precisione del lessico, soprattutto quello naturalistico, assume una dimensione maggiormente simbolica, sicché i versi si caricano di suggestioni e si arricchiscono di metafore, di pause, di silenzi evocativi; e ci sembra che in questo modo Passigato scopra una modalità espressiva che gli è particolarmente congeniale e che può rappresentare, per chi ancora non conoscesse la sua poesia, un occasione privilegiata per incontrarla.

 

Bianca Cerulli

 

 

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agg. 26 gennaio 2001