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Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Maria Antonietta Bertaccini
Ha pubblicato il libro

Maria Antonietta Bertaccini, Pensieri come foglie, editrice Montedit,1998, Collana Le schegge d'oro, pp. 64, Lit. 14.000, ISBN 88-86957-60-2.
 
 
 
Prefazione
 
Preparatevi a leggerle d'un fiato, queste poesie, rincorrendo i colori dei gigli e delle mimose e annusando i profumi delle viole e della camomilla. Ma dopo, sentirete probabilmente il bisogno di riprenderle, le poesie della Bertaccini, e sorbirle piano, una ad una, sistemandole accanto al cuore: perché sono poesie piene di suggestioni e amore, che girano come un dito delicato sulla pelle solcandone ogni tratto, sostando appena un attimo laddove la pelle è più sensibile per suscitare un fremito di grazia sensuale. Grazia e sensualità sono le caratteristiche che, di queste liriche, colpiscono più immediatamente: liriche ognuna delle quali è cesellata come i ricami preziosi o i lucidi cristalli di cui sono intessute, con la tenace e amorevole pazienza di chi compone un bel mazzo di fiori. La similitudine forse non spiacerà a una poetessa che quasi in ogni verso fa comparire, ammorbiditi da un velo o esaltati dalla luce solare, fiori e fiori: una girandola di colori che rivela una predisposizione naturale oltre che un gusto probabilmente raffinato con l'esercizio della pittura. Il risultato è una poesia vibrante di tinte come un acquarello impressionista, dove a ogni suggestione coloristica è accompagnato un profumo intenso e un'emozione altrettanto profonda; senza mai eccedere nell'addobbo barocco, da un lato, o nell'enfasi retorica, dall'altro. Neppure quando la poesia &endash; e accade molte volte &endash; si chiude con un sospiro o una lacrima per quell'uomo, quella presenza amata e perduta che viene fatta rivivere nell'ala del falco come nelle perle che si portano al collo (Con me); una poesia, dunque, che è un canto d'amore perduto, ancora più straziante per la pienezza che quell'amore ha rappresentato; e, insieme, un cantico appassionato per la vita, anche quando la si guarda con il viso rivolto all'indietro. Una vita stemperata in momenti intensamente lirici, lontani da qualsiasi precisione autobiografica; e pertanto, come accade ad ogni vera poesia &endash; nemica dei riferimenti troppo puntuali &endash; universalmente valida, con accenti e toni condivisi o condivisibili; una vita, si intuisce, che avendo dato molto ha avuto anche la possibilità di ricevere molto; una vita, infine, che con il magico suggello della poesia acquista un senso anche quando sembra non averne più nessuno. La malinconia che si affaccia qua e là, e il rimpianto, non sono mai anticipatori di un atteggiamento rinunciatario nei confronti della vita stessa, perfino quando l'angoscia della perdita sembra prendere il sopravvento (si pensi, ad esempio, a "La mia domenica"). Come si potrebbero, infatti, evocare con accenti tanto suggestivi e parole tanto profumate gli incanti della natura nelle sue più mutevoli sfumature, legate al trascorrere delle stagioni o delle singole ore della stessa giornata, senza provare ancora un sia pure dolcemente malinconico amore per la vita che si manifesta in ogni corolla e fronda d'albero?
Il mondo delineato dalla Bertaccini è dunque quello del cuore che si rispecchia nella semplicità della natura, un mondo nel quale sembra che l'uomo contemporaneo &endash; quello degli scempi umani ed edilizi &endash; non abbia mai messo piede; e in ciò si manifesta un aspetto peculiare dell'anima della poetessa, mantenutasi libera da ogni tipo di contaminazione e declino; d'altra parte, la scelta della Bertaccini di rendersi estranea a un tipo di poesia, diciamo, di denuncia o di polemica con i guasti del mondo moderno è dettata, sembra, da una precisa scelta stilistica oltre che da una vocazione personale. I sentieri della poetessa sono infatti quelli dell'intimismo &endash; fortunatamente non compiaciuto &endash; e della lirica nel senso più stretto della parola: e in questa direzione si muove con mano sicura, intrecciando metafore brillanti come quelle di "L'ultimo volo del calabrone: La nostra primavera / fu una distesa di papaveri, / una luce in un campo / di girasoli / una promessa di verde smeraldo / al dito, / un radioso settembre, / occhi neri di bambini, / l'ultimo volo del calabrone; immagini di cristallina purezza come in Dalla finestra: Pesano gocce d'argento / ai rami dell'acero. / … / Si specchia il passero / nell'ombra liquida / di una pozzanghera / mentre passa la vita; o, ancora, enigmatici rimandi il cui filo conduttore è il colore: Di verde fresco sono / le foglie dipinte dal Veronese / col suo colore preferito. / L'anima si colora tra / sfumature di violacciocche. / Indosso un abito a scacchi / fucsia e neri / e gioco a dama con il giorno".
Alle scelte tematiche, così immediate e precise nella loro apparente semplicità, si accompagna un vocabolario ricco ma non arduo, appena complicato talvolta da termini presi a prestito dalla botanica, fatto in prevalenza di parole semplici e quotidiane, ciascuna calibrata, tuttavia, e soppesata attentamente sia nella scelta lessicale che nella disposizione all'interno del verso. Si veda, ad esempio, la lirica "Gli ultimi vapori", tutta giocata sulle sfumature del giallo che compare sia nei primi versi &endash; dapprima evocato attraverso il riferimento all'estate e poi reso concreto dal richiamo al topinambur &endash; sia alla fine, significativamente trasformato nell'aggettivo dorati che chiudendo la poesia rende ancora più efficace l'atmosfera di vaga indeterminatezza, al confine col sogno, che la pervade tutta; e si noti, ancora in questo testo, la presenza dell'unico essere vivente, "l'anatra muta / che ha fatto grandi i suoi piccoli / lascia il nido sotto i rovi del lago / e torna a casa": presenza malinconica e dolce, singolarmente umana, nella quale forse l'autrice trova qualche somiglianza con se stessa; mentre in ognuno di noi quel "tornare a casa" dopo aver fatto grandi i piccoli lascia un'aspettativa e un desiderio struggente di qualcosa che, forse, non dovremmo guardare sempre con tanta paura.
 
Olivia Trioschi
 
 
 
Per leggere alcune poesie tratte dal libro "Pensieri come foglie"
Per leggere la prefazione del libro "Petali di Rose"
Per leggere alcune poesie tratte dal libro "Petali di Rose"
Si è classificata 1a nel concorso Marguerite Yourcenar 1997
Si è classificata 3a nel concorso Poeti dell'Adda 1998
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agg. 24 marzo 2000