Presentazione
di Mino Damato
- Il
modo più sicuro per non affrontare le tempeste
è di rimanere in porto. Ma quando il mareoceano
della vita ti strappa dalla calma del porto e ti
costringe ad affrontare le onde e il vento, anche al
marinaio più navigato si stringe il cuore.
Soprattutto se sulla barca c'è un bambino e
l'equipaggio è una famiglia. Perché il
bambino deve essere portato là fino
all'orizzonte che si chiama futuro e ogni onda
rallenta la navigazione, ogni onda fa perdere la
posizione e la rotta: ogni onda fa star male
l'equipaggio e il bambino; ogni onda fa salire il
livello dell'acqua sul fondo della barca: E per
salvare tuo figlio sai già che forse dovrai
svuotare la barca con un bicchiere di plastica. Una
navigazione contro il tempo, contro la tempesta,
controvento.
- Contro tutto e contro
tutti.
- Questa è la
navigazione nel mareoceano della malattia tra la
presunzione e l'arroganza di molti medici e la cieca
burocrazia, in bilico tra inesperienze, indolenze,
indifferenze, sofferenze, alternando speranze e
illusioni al duro impatto con la
realtà.
- Questo è successo
anche a M.Simona Bellini, mamma di Letizia, una
bambina cerebrolesa della quale in un primo momento si
era ignorata la patologia e per la quale
successivamente era stata emessa la sentenza di una
vita senza futuro.
- Ma le sentenze dei
medici, e in particolare quelle dei neurologi, si
rivelano appellabili.
- Il cervello, questo
pianeta sconosciuto, consente qualche vittoria
completa e molte vittorie seppur parziali. Non sono
miracoli. La lesione cerebrale si può superare,
si può bypassare.
- Di nome e di fatto,
Letizia sorride alla vita e ha fatto tornare il
sorriso alla
- sua famiglia: Letizia che
non camminava oggi cammina; Letizia va a scuola e fa
i
- capricci come tanti altri
bambini. E questo è merito di una mamma che non
si è arresa all'indifferenza e all'indolenza,
ai pregiudizi, ai luoghi comuni, al conformismo,
all'arroganza di certa scienza, alla presunzione dei
medici e alla burocrazia del sistema sanità.
Niente nomi, niente lamentazioni. M.Simona Bellini, la
mamma di Letizia, ha fatto un patto con sé
stessa: dare spazio soltanto a quanti hanno illuminato
la loro strada, ignorando «quei campioni di umana
ignoranza» che hanno reso ancora più
difficoltoso il loro cammino. Un cammino in salita,
faticoso ma che porta a vette considerate
irraggiungibili e che sono invece raggiungibili anche
da una famiglia normale.
- Letizia è ora
perfettamente integrata nella sua famiglia, con la sua
famiglia, in
- una società che
era pronta a rifiutarla. Il sorriso della Letizia di
oggi - come
- dice la mamma -
rappresenta la fiducia in un mondo dove ognuno possa
dare quanto può, nella certezza di avere
comunque un ruolo, una missione da poter integrare a
quella degli altri. Perché è questo il
senso della vita di bambini come
Letizia.
- Ed è importante
che M.Simona Bellini abbia avuto la forza, il
coraggio, la generosità di passare la sua
esperienza, la storia sua e di Letizia, a chi cerca,
nel cielo buio e tempestoso del mareoceano della
malattia, una luce. Forse una stella per
orientarsi.
-
- Lo ripeto: il modo
più sicuro per non affrontare le tempeste
è di rimanere in porto.
- Ma qualcuno di voi
ricorda una sola scoperta che sia avvenuta senza
sfidare o attraversareil mareoceano?
Mino
Damato Roma,
Aprile 1995
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Maria Simona Bellini vive e lavora a Roma. Vestita
di Nuvole è il suo primo libro. Sia lei che il
marito Tony ed i loro figli Valentina (17 anni), Serena
(14) e Tiziano (13), sono a disposizione per chiunque
volesse un consiglio o anche, più semplicemente,
una parola di conforto.
 simo.tony@flashnet.it
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Inserito 10 dicembre 1997