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                Piera Memmola, L'innocenza, la
               vita, l'al di là, editrice Montedit, 1998, pp.
               62, Lit. 12.000, ISBN 88-86957-29-7    PREFAZIONE
            
            
                Ricordate la "Bancarella
               dell'amicizia", quella singolare raccolta nata come
               per gioco tra i banchi di un mercato, osservando le
               strade e la gente? Certamente sì: quando si
               incontrano la spontaneità e il calore,
               raramente si dimenticano. Ed ora eccone qui il seguito
               ideale, la seconda fatica della poetessa piemontese
               Piera Memmola: "L'innocenza, la vita, l'al di
               là". Prima di sfogliare le pagine del libro-
               che contiene una sopresa non da poco su cui torneremo
               - soffermiamoci un attimo sul trittico di parole
               scelte dall'autrice per presentare la sua
               opera.Innocenza, vita, al di
               là. Parole importanti, dalla forte carica
               emotiva: unite così, ci fanno subito pensare
               che si tratti di una sorta di scala protesa verso
               l'alto. L'innocenza genera la vita, la vera vita, e
               quest'ultima conduce passo passo alla morte: che non
               è un capolinea, ma l'ingresso nel regno di Dio;
               l'al di là, appunto. Alcuni lettori avranno
               già fatto un sobbalzo. Ma chi sarà mai
               questa donna che con tanta immediatezza, senza astruse
               costruzioni filosofiche, si mostra sicura
               dell'esistenza di una siffata scala mistica, di un
               siffatto traguardo?Piera Memmola, lo
               scrivevamo già nella prefazione alla sua
               precedente raccolta, è una donna semplice.
               Predilige i contatti veri, diretti. Non teme di
               mostrare a tutti, compresi gli indifferenti e gli
               scettici, come sia riuscita a costruirsi una vita
               piena e ricca. Attenzione, non ricca di cose, oggetti,
               successi materiali. Ricca di pensieri e sentimenti, di
               emozioni e riflessioni. Come c'è riuscita? Lei
               risponderebbe con due sole parole: con l'amore e la
               fede. Che non sono due entità così
               separate: l'una trae alimento dall'altra, e insieme
               rappresentano la vera forza di questa donna, la sua
               ancora di salvezza nel mare agitato del caos
               contemporaneo.Perché l'autrice
               non ha certo gli occhi bendati, non vive in un mondo a
               parte. Vede benissimo quali e quanti siano i mali che
               affliggono l'uomo d'oggi. Lei stessa vi partecipa: sia
               quando cerca di gettare un ponte verso gli sfortunati,
               i reietti della società (come in "Chi sei?",
               "Coraggio", "A lui"), sia quando si sente pervadere
               dalla strana, inspiegabile - ma, purtroppo, nota a
               molti - angoscia di "Perché?" o dalla
               struggente nostalgia per la madre morta ("Ciao
               mamma..."). In un caso e nell'altro, persino quando la
               stanchezza prende il sopravvento (Dio
               deciderà"), la Memmola sa dove potersi fermare
               a riprendere fiato. E lo fa con umiltà e
               fiducia, che sono forse le due qualità che
               più scarseggiano alle soglie del Duemila.
               L'umiltà di chi ha capito che l'uomo è
               una straordinaria invenzione divina, ma che sempre a
               Lui dovrà render conto, e la fiducia che nasce
               dalla certezza di trovare l'amore, al di là del
               tempo.Non a caso una delle
               simbologie preferite dall'autrice è quella
               della vetta, della montagna; e se da un lato appare la
               montagna violentata e bruciata dell'uomo (a conferma
               del suo interesse per l'attualità più
               drammatica), dall'altro essa riacquista, in alcuni
               versi, tutta la sua purezza originaria, la sua
               capacità di rappresentare un passaggio
               obbligato per chi tenti di avvicinarsi al
               cielo.Non si aspetti, dunque,
               il lettore di trovare solo poesie "in rosa". Non
               è con occhiali di quel colore che la Memmola
               guarda il mondo, ma con la consapevolezza di una donna
               che ha fatto sua una scelta di fede, e da essa si
               lascia guidare. Senza, tuttavia, eccessi mistici o
               rigori claustrali. La nostra poetessa ama vivere
               intensamente, né ha falsi pudori nel gridare a
               tutti il suo amore per il compagno, il suo desiderio,
               la sua sensualità. Questo dell'amore al
               femminile è sempre stato un argomento piuttosto
               spinoso. Si sa, agli uomini è consentito
               parlare e scrivere della propria passione; alle donne
               un po' meno. Ma Piera non se ne cura, e dedica buona
               parte delle poesie qui raccolte alla sua storia
               d'amore, declinando versi coraggiosamente sensuali che
               colgono momenti d'amore autentico.Si è parlato di
               una sorpresa, che a questo punto forse non lo è
               più tanto. Chi ci ha letto sin qui avrà
               ormai capito che Piera Memmola ha la capacità
               rara di scrutare la verità nelle cose; ed ecco
               dunque che ha scelto, per illustrare le sue poesie,
               diverse foto. Estremamente raffinate, in bianco e
               nero, riassumono con un colpo d'occhio assai
               suggestivo il nucleo centrale della poesia cui si
               riferiscono. È una scelta di stile che la dice
               lunga sulla capacità dell'autrice di cogliere
               anche le moderne tendenze della cultura, di
               sperimentare nuovi strumenti di comunicazione che si
               avvalgano di tutti le arti che l'uomo ha a
               disposizione. Bianca
               Cerulli 
               
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