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- Parole di
mare
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- Cosa faccio qui? Parole di mare, forse niente
altro...
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- un faro rosso
- e proiettili di tramonto
- su un mare solitario
- e triste come neve
- come un sogno che cade
- e basta.
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- Fa un po' freddo. Avrei dovuto dar retta a mia
moglie e comprarmi un cappotto nuovo. Chissà
che freddo deve avere un pesce appena pescato...
quegli occhi... mi tormenteranno per tutta la vita.
Gli occhi che vedono la morte. Quando hai freddo negli
occhi, quando hai paura. Sono solo occhi di pesce
pescato. Si dice sempre: "che gli occhi non siano
opachi" ... forse chiudiamo gli occhi ai nostri morti
perché non siano opachi... sono solo pesci
senza nome, per il gatto zitto vicino agli ormeggi, in
posa per la sua parte, per il bambino, per tutti
quelli che un po' di opacità, negli occhi, ce
l'hanno già... come una certa tristezza nel
cuore che sembra arrivata oggi, proprio oggi... senza
nome, come quando arriva quella risposta... che
strozza il dolore di una vita nelle gambe... ecco
perché torniamo al mare. Vecchio mare... con
tante parole... tanti pesci... e poi dicono che i
pesci non hanno un'anima. Come ti possono diventare
opachi gli occhi se non hai un'anima? No, troppo
difficile per me. Allora, quanti siamo a cena? I
figli, le famiglie, noi due... e mia moglie mi dice:
"Fai te!". Si fa presto a mandarti al mercato del
faro, che cosa romantica poi... il faro, il mare, il
tramonto, le barche di pescatori... e io quanto pesce
compro? Bella storia però, l'anima dei pesci!
Io e lei... povero mare, quanto tempo... a te mica si
vedono le rughe però... però sai che ti
dico? Io vorrei essere un pesce. Per essere
dimenticato. Con gli occhi opachi e niente più
domande. Che domande poi possa farsi un vecchio... con
tutto quello che ha dentro... tanti rumori come tutti
questi rumori del mare a cui alla fine ti abitui, e ti
sembrano silenzio...
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- testimone silenzioso
- di un sole senza tempo
- ...che cade
- e basta in una sera
- in una notte come una vertigine
- in un cielo oscuro
- dall'altra parte nascosta
- del mondo dall'altra parte
- nascosta dell'anima dove
- finisce e inizia
- il mare nella parte nera
- dell'anima in un punto
- di un orologio
- appeso
- alla luce nera
- delle stelle
- senza nome di un mare
- dal colore livido
- del sangue
- dell'anima
-
- ...uno sfinimento che agli altri è
nascosto tra le ombre della mano... quelle che si
vedono solo attraverso il mare. Come un muro di
ombre... ecco, adesso vado lì e glielo dico:
"Scrivi del muro di ombre del mare". Chissà che
scrive su quei fogli! Ragazza dai capelli nero rame...
chiusa nella solitudine del faro solo perché
somiglia così tanto a quella del tuo cuore...
ci metterai una vita a capirlo... e intanto scrivi,
arrabbiata come una bambina... non dimenticherai, non
te ne preoccupare, tutto quel vuoto e quel freddo
così distratta dal mare... magari scrivi di
me... cosa ci fa un vecchio appoggiato al faro?
Chissà se ti ricordi dei pesci... ecco cosa ci
fa: ascolta le parole dei pesci... il mare è
così semplice che si fa presto ad
odiarlo...
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- ...cade
- e basta, un faro rosso
- e un segreto nel sonno
- ...la bianca semplicità del
mare,
- di una realtà
- sdrucciolosa
- ferma nel silenzio
- disarmato
- di un pensiero,
- di quell'infinità trasparente
- e pallida del vento di mare...
-
- vorrei le tue parole ragazza, per scrivere del
mare... scriverei del mare come un pesce, ci ballerei,
dentro il mare. Sai quello che mi incanta nel mare...
non è nemmeno l'infinitezza... bella questa,
adesso mi metto a parlare di infinito... non sono
nemmeno poi tutti i suoi colori, e nemmeno che sia un
po' la casa della nostra luna, nemmeno che sembri
così immobile da essere lago, eppure sempre
così sul punto di... piangere... come adesso.
Ha l'anima dentro, il mare, nella sua rabbia. Non mi
incanta nemmeno il fatto che sia come me... ma la sua
spudorata semplicità. È acqua, tanta
tanta acqua. E nonostante tutti i suoi colori e tutte
le sue notti, è trasparente. Prova a prendere
il mare in una mano, e non dirmi che non si
può... scommetto che qui ci sei arrivata anche
tu, ma sai a cosa serve essere vecchio? A dirti: "e i
pesci?". Non capisci che questa è tutta la tua
colpa? Sono belli i colori sopra l'acqua, bellissimi e
scuri quelli sott'acqua... ma sono riflessi vuoti di
mondi vuoti... ogni mondo vuoto a suo modo, chiuso a
suo modo in una battaglia continua... riflessi di
ombre... mi sembra di essere tornato in guerra... ma
immagina di vedere le nuvole di pioggia... da sotto il
mare... non ti apparirebbero che in tutta la loro
bellezza... in tutto il loro dolore... e immagina di
vedere il mare da sopra... in tutto il suo incostante
muoversi... piangere... a un tratto tutto il mare non
ti sembrerebbe che un muro d'ombre. Ecco vedi, te l'ho
detto, che il mare è un muro d'ombre. Tieni in
mano il mare allora... un fantasma del faro che
impasta tra le mani i colori della sua tela, una
città impastata nei ricordi e affogata nella
sabbia, la città di chiunque abbia lasciato le
sue parole nel mare... Darai la colpa a tutto il resto
del mondo per discolparti... e poi tornerai qua, e
troverai i pesci... bella la vita, vieni mandato a
comprare il pesce fresco per la cena, e ti ritrovi a
ridere di te, perché ti sei ricordato dei
pesci... il mare è morto senza pesci, ricordati
questo, e anche l'occhio opaco di un pesce ha la sua
vita dentro. Una vita bellissima. È tutto molto
più semplice di come sembra... tutto più
leggero, nel mare. A proposito, se non voglio essere
cucinato io stasera, qualche pesce lo devo pur
comprare...
- ciao mare
-
- della parte nascosta
- di notte dell'anima
- tra le lancette di un orologio
- appeso
- agli occhi distratti
- e lontani di un vecchio
- col cappotto stretto
- che dal mercato del pesce
- va da solo verso la notte
- bianca del mare
- e appoggia al faro rosso
- tutta l'ombra della sua vita
- perché non pesi troppo
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