LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Bruna Boschin
 
Altra dimensione
 
Chissà se un dì
quando altrove sarò
potrà avvolgermi ancora
l'oro e il rosa dell'aurora sorgiva,
il viola-azzurro del tramonto che incalza,
se potrò sostare
tra il verde dei prati
o il giallo-bruciato d'autunno,
se potrò scivolare sull'acqua
a specchiare la mia gioia
o camminare tra la gente,
guardarla negli occhi
e non vedervi l'ansia
d'una vita inquieta,
la preoccupazione nello sguardo,
il timore del lavoro che manca...
Chissà
se sarò io ancora
o altra
o nessuno.
Chissà!
 
 
Sulla rena
 
Sulla bianca rena
getta la schiuma
il mare adirato,
scaraventa detriti,
rompe solitudini,
distrugge silenzi
e avvolge il tuo corpo,
palpitante,
come piuma leggera,
ad ascoltarne la vita.
 
 
 
Libertà
 
Or è crollato il muro,
son caduti i miti,
invecchiano i partiti,
esplode la libertà.
 
Si uccidono i tiranni,
si scaccia l'oppressore,
per vivere si muore,
si vuol la libertà.
 
La Patria è frantumata,
fatica è camminare,
ma ognuno vuol andare
verso la libertà.
 
Si lotta per il pane
e pur per il lavoro,
ognuno grida in corso:
"è per la libertà".
 
Solo con la giustizia
rispetto, amore e pace
chi nel suo cuor si tace
avrà la libertà.
 
 
 
In pensione
 
Vuota sento la mia testa
via di botto sono andati
sogni, idee e illusioni,
vanno i giorni a precipizio,
il tempo
che ieri pareva lento,
fugge oggi a perdifiato,
come il vento.
Impazza e stupra,
divora forza e volontà,
la potenza che credevi?
tutto adesso è nullità.
Or puoi solo vegetare,
se ancor anni tu campassi,
la tua vita più non vale.
Fino a ieri hai lavorato,
"Qualcuno" eri,
ma il lavoro non l'hai più,
sei in pensione,
sei "Nessuno".
 
 
Il parco
 
Da una panchina,
in un angolo del parco,
con lo sguardo cerco il verde,
ma non lo trovo.
Poco più in là alte costruzioni
sorte a nuovo,
mi dicono perché quest'è scomparso.
Oltre la strada,
che ha diviso il parco in due,
uno sfascia carrozze
che odora di nafta, di gasolio,
di benzina,
di tutti i derivati del petrolio.
Nella via, gas di scarico
di macchine veloci,
di bolidi rombanti
si posano sull'erba intorno
e dei veleni lasciano la scia.
Or qui non più
i profumi della resina,
del tiglio, delle primizie
d'ogni stagione,
solo immondizie,
a tracce, sparse qua e là,
sterco di cane tra le cartacce.
Gli alberi alti nel verde del prato,
le querce solenni,
le profumate magnolie, le acacie,
son solo il desiderio
di chi ha sognato.
 
 
A Luciano Molin (marinaio-poeta)
 
Ho letto i tuoi versi
ed eccomi per mari lontani
con acqua di cielo
e cielo di mare,
per oceani in tempesta
o di quiete senza fine
dove attendevano amori
mai consumati,
a respirare l'immenso,
vita da vivere tutta diversa,
bisogno d'andare
di conoscere mondi
e poi gente
e gente ancora...
era bello quel sogno
che m'era compagno
nei miei giovani dì
... poi divenne ricordi,
ora la tua nave
mi tolse anche quello.
 
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Inserito il 21 marzo 2000