
-
- Con amore, alle mie
figlie
- Sabrina e Costanza
-
-
- Ritorno a
scuola
-
- Svelto ora il sol tramonta
- la giornata adesso vola,
- la cartella ormai è pronta
- si ritorna tosto a scuola.
-
- Se l'autunno piange foglie
- sul suo grigio e cupo viso,
- la tristezza non ci coglie
- siamo forti col sorriso.
-
- Invadiamo lieti i banchi
- non pensiamo più a giocare,
- di riposo siamo stanchi:
- c'è bisogno di studiare.
-
- Qui il tempo scorre lento
- e talvolta il cielo è scuro
- ma in fondo son contento
- diverrò presto maturo.
-
- Le maestre ci daranno
- le risposte che vorremo,
- nei ricordi resteranno
- quando il mondo affronteremo!
-

-
-
- Maestrina
-
- Quando a scuola ce ne andiamo
- e la mamma a casa resta
- mai da soli rimaniamo,
- lì ci aspetta la maestra.
-
- Sta seduta e spiega piano
- è paziente e non si lagna,
- ci controlla da lontano
- s'alza e scrive alla lavagna.
-
- Quanto bene sa insegnare
- spiega tutto come un gioco,
- a noi tanto fa imparare
- senza lei sapremmo poco.
-
- È davvero molto buona
- carismatica e bellina,
- la campana adesso suona:
- a domani, ciao maestrina!
-

-
-
- L'angelo
custode
-
- Al risveglio, ogni mattino
- quando scendo giù dal letto,
- già qualcuno mi è
vicino:
- è il custode mio angioletto.
-
- Dal momento che son nato
- come figlio dell'amore,
- al mio fianco lui è restato:
- l'ha mandato Dio Signore.
-
- Il mio cuore poi sorregge
- tra i meandri della vita
- e dal male mi protegge
- con la sua bontà infinita.
-
- Non si fa mai vedere
- ma io immagino il suo viso,
- compie sempre ogni dovere
- senza perdere il sorriso.
-
- Caro amico con le ali,
- presto lascerò il mio nido
- e, tra sole e temporali,
- la mia anima ti affido.
-

-
- La
nuvoletta
-
- Oggi è un dì colmo di
sole
- or non servono parole,
- noi bambini fuori andiamo
- e sui prati poi corriamo.
-
- Giunge lenta e vaporosa
- una bianca nuvoletta
- che in silenzio, dispettosa,
- nel grigiore il giorno getta.
-
- Ti cacciamo col cannone,
- allontanati una spanna,
- nella tua faccia di panna
- ci si impiglia l'aquilone.
-
- Su di me il mondo poggia,
- con la forza mia infinita
- faccio scendere la pioggia
- e alla terra do la vita.
-
- Hai ragione, vuoi scusare?
- Beh, mi sposto un pochettino,
- ora il sole può tornare:
- su, giochiamo a rimpiattino!
-

-
-
- Pescatori
-
- Han le rughe sopra il viso
- ma non perdono il sorriso,
- belli dentro e forti fuori
- sono i nostri pescatori.
-
- Con le barche sopra il mare
- giorno e notte per pescare
- sempre vanno silenziosi,
- tanto onesti ed operosi.
-
- Non conoscono paura
- anche se la vita è dura,
- lottan contro pioggia e vento
- con il cuor tutto contento.
-
- Voglion bene al paesello
- che ritengono il più bello,
- la famiglia è per loro
- un autentico tesoro.
-
- Non son certo boriosi
- ma soltanto orgogliosi
- e nessuno gli potrà
- rubar mai la libertà.
-

-
-
- Tonnarella
-
- Sulle rive del Tirreno
- c'è un paese assai ameno
- su cui brilla una stella,
- il suo nome è Tonnarella.
-
- Qui c'è sempre tanta gioia
- e lontana è la noia,
- è grazioso e colorato
- questo posto immacolato.
-
- Tra le case v'è una
piazzetta
- e una splendida chiesetta,
- poi la spiaggia, l'acqua chiara
- e la nostra scuola cara.
-
- Vi son tanti pescatori
- con l'orgoglio dentro i cuori,
- quindi un parco tutto verde
- dove il gioco mai si perde.
-
- C'è la vita, il sole, il
mare
- sempre qui voglio restare.
- Sei davvero molto bello,
- t'amo tanto o mio paesello!
-

-
-
- Il giorno dei
morti
-
- Oggi il sole ha messo il velo
- brutto e grigio appare il cielo,
- è il giorno di chi non c'è
più
- e sta sempre con Gesù.
-
- E dagli occhi scende il pianto
- ma la bocca intona un canto,
- sulla triste ombra del viso
- sorge timido un sorriso.
-
- Noi portiamo tanti fiori
- a chi è vivo dentro i cuori,
- tutto mangia il tempo ingordo
- ma non logora il ricordo.
-
- Nel silenzio della sera
- nasce forte una preghiera:
- che Iddio sempre conforti
- e dia pace ai nostri morti.
-

-
-
- L'estate di San
Martino
-
- Nell'autunno freddo andava
- un meschino poverello,
- silenzioso egli tremava
- ricordando il tempo bello.
-
- Un cavaliere avanzava baldo
- tra le nebbie del mattino,
- nel mantello stava caldo:
- il suo nome era Martino.
-
- O signore carità
- a chi mesto te la chiede,
- egli mosso da pietà
- mezzo manto tosto diede.
-
- E Iddio ne fu contento
- tra le ultime viole,
- sorridendo fermò il vento
- e improvviso tornò il sole.
-

-
-
- Inverno
-
- Via l'autunno ecco l'inverno,
- la stagione del tormento
- che racchiuso al suo interno
- tiene il seme del frumento.
-
- Or la neve muta fiocca
- in un modo assai perfetto,
- lenta copre quel che tocca
- con il bianco suo merletto.
-
- Il laghetto s'è ghiacciato,
- ci si può quasi specchiare,
- sul suo viso levigato
- vanno i bimbi a pattinare.
-
- Freddo e triste urla il vento
- calpestando forte il tetto
- ma il fuoco arde contento
- nel prezioso caminetto.
-
- Sopra il mare i cavalloni
- corron svelti e senza posa,
- aspettando tempi buoni
- quieto il pescator riposa.
-
- Il tuo fiato fuori getta
- se battendo i denti stai,
- vedrai far la nuvoletta
- ed allor sorriderai!
-
-
|