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- Girandole di
emozioni mentali
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- Al di fuori del corpo
vago,
- libera è la mia
mente,
- avvolta da infinite
girandole di emozioni.
- Dove sono? Ma che
importanza può avere?
- Sono... basta, mi
basta.
- Volteggiare, arrivare dove
il corpo non arriverà mai:
- dentro al
Sogno,
- fuori dal ritmo alienante
della realtà.
- Il Sogno è in mio
potere,
- o, piuttosto, sono io ad
essere in suo possesso?
- Comunque sia, è
questa la mia vera dimensione.
- Quel tanto che basta, quel
poco di Passione...
- ... e anche il corpo
potrà muoversi,
- potrà seguire la
mente, facendosi coinvolgere:
- quel tanto che basta,
però non basta mai.
- Sogno,... sei tu a fare
vibrare il mio essere,
- fai, dunque, dono della
Passione al mio corpo,
- solo tu puoi: io ti
prego.
- Voglio viverti sulla
pelle.
- Voglio sentirti nel mio
respiro.
- Voglio sfiorarti con le
dita.
- Spregiudicato è il
mio desiderio:
- ma quale desiderio non lo
è,
- quando esso vorrebbe
sconfinare,
- andare oltre ogni
limite?
- La mia mente lo fa
già da tempo,
- lo fa già da
sempre.
- E il mio
corpo?
- È sempre qui,
inchiodato alle sue paure,
- contrastato dalla sua
inevitabile evidenza,
- invidioso della mente,
squisitamente spregiudicata,
- che, non
vista,
- perennemente sconfina
dentro al Sogno,
- protetta dalle sue
braccia.
- Libera è la mia
mente:
- dove sono?... Sono, mi
basta.
-

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-
- Nudità
-
- Un giorno decisi di non
indossare nessun abito
- e, accettando la
sfida
- di chi vuol essere se
stesso ad ogni costo,
- con la mia sola pelle
scesi in strada.
- Un sorriso ottimista e
passi leggeri
- guidavano il mio
cammino,
- senza paura, ma comunque
senza arroganza,
- coraggiosamente
andavo:
- ecco, guardate tutti come
sono,
- chi sono!
- Ma come in un sogno che
pian piano
- si trasforma in
incubo,
- i passi miei cominciarono
ad appesantirsi,
- avvertendo i miei piedi
financo i sassolini,
- ferendosi e sanguinando al
calpestio continuo
- di pezzi di vetro
taglienti sparsi qua e là.
- Pioggia, Venti ora freddi
ora caldi e, con essi,
- mi arrivava addosso di
tutto.
- Cercando invano riparo con
le mani,
- mi accorsi che, come tutto
il corpo,
- erano segnate da ferite e
tagli profondi...
- ... scoperto!... il mio
corpo era scoperto!
- Mi resi conto.
- Così, mentre
vagavo,
- di ciò che mi
arrivava addosso
- cercai di afferrare tutto
quello
- che mi poteva servire per
coprirmi,
- e disperatamente cominciai
ad indossare
- dei brandelli di
vestiti
- anche se lacerati e
sporchi...
- ... poi ad un tratto la
vidi là,
- in mezzo al vetro e ai
sassi,
- l'afferrai
indossandola:
- con quella maschera mi
sentii al sicuro.
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