LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Grazia Maria Aricò
- Girandole di emozioni mentali
- Al di fuori del corpo vago,
- libera è la mia mente,
- avvolta da infinite girandole di emozioni.
- Dove sono? Ma che importanza può avere?
- Sono... basta, mi basta.
- Volteggiare, arrivare dove il corpo non arriverà mai:
- dentro al Sogno,
- fuori dal ritmo alienante della realtà.
- Il Sogno è in mio potere,
- o, piuttosto, sono io ad essere in suo possesso?
- Comunque sia, è questa la mia vera dimensione.
- Quel tanto che basta, quel poco di Passione...
- ... e anche il corpo potrà muoversi,
- potrà seguire la mente, facendosi coinvolgere:
- quel tanto che basta, però non basta mai.
- Sogno,... sei tu a fare vibrare il mio essere,
- fai, dunque, dono della Passione al mio corpo,
- solo tu puoi: io ti prego.
- Voglio viverti sulla pelle.
- Voglio sentirti nel mio respiro.
- Voglio sfiorarti con le dita.
- Spregiudicato è il mio desiderio:
- ma quale desiderio non lo è,
- quando esso vorrebbe sconfinare,
- andare oltre ogni limite?
- La mia mente lo fa già da tempo,
- lo fa già da sempre.
- E il mio corpo?
- È sempre qui, inchiodato alle sue paure,
- contrastato dalla sua inevitabile evidenza,
- invidioso della mente, squisitamente spregiudicata,
- che, non vista,
- perennemente sconfina dentro al Sogno,
- protetta dalle sue braccia.
- Libera è la mia mente:
- dove sono?... Sono, mi basta.
- Nudità
- Un giorno decisi di non indossare nessun abito
- e, accettando la sfida
- di chi vuol essere se stesso ad ogni costo,
- con la mia sola pelle scesi in strada.
- Un sorriso ottimista e passi leggeri
- guidavano il mio cammino,
- senza paura, ma comunque senza arroganza,
- coraggiosamente andavo:
- ecco, guardate tutti come sono,
- chi sono!
- Ma come in un sogno che pian piano
- si trasforma in incubo,
- i passi miei cominciarono ad appesantirsi,
- avvertendo i miei piedi financo i sassolini,
- ferendosi e sanguinando al calpestio continuo
- di pezzi di vetro taglienti sparsi qua e là.
- Pioggia, Venti ora freddi ora caldi e, con essi,
- mi arrivava addosso di tutto.
- Cercando invano riparo con le mani,
- mi accorsi che, come tutto il corpo,
- erano segnate da ferite e tagli profondi...
- ... scoperto!... il mio corpo era scoperto!
- Mi resi conto.
- Così, mentre vagavo,
- di ciò che mi arrivava addosso
- cercai di afferrare tutto quello
- che mi poteva servire per coprirmi,
- e disperatamente cominciai ad indossare
- dei brandelli di vestiti
- anche se lacerati e sporchi...
- ... poi ad un tratto la vidi là,
- in mezzo al vetro e ai sassi,
- l'afferrai indossandola:
- con quella maschera mi sentii al sicuro.
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