Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Grazia Maria Aricò
 
L'odore della pioggia
 
Mi piace il mare d'inverno, mi piace bagnato dalla pioggia, agitato dalle onde, mentre noi nel contemplarlo ci amiamo con gli occhi. E non c'è niente che lo ricordi com'è in estate: caotico, solare, azzurro. Amore mio, hai sempre ispirato le mie poesie ed ora è giunto il momento di scrivere questa storia per te, questa storia immaginata, ma così bella, vera, lontana per me. I nostri mondi apparentemente agli opposti, in questa storia magicamente si ricongiungono, come i nostri occhi, le nostre mani, le nostre labbra. In questo amore mi rivelerò, in questa storia che scrivo per te, ma che non vincerà.
È venuto, comunque, il momento di rivelarti quanto è bello ballare insieme, accompagnati dalle note delle tue canzoni, il nostro rincorrerci tra le onde bagnate dalla pioggia, bagnati noi dalla pioggia. In questa storia d'amore il mio corpo riesce a vibrare, facendosi coinvolgere dalla mente spregiudicata e libera.
Così ha inizio la mia favola, delle cui parole questi fogli sono finora gli unici testimoni. C'era una volta una donna innamorata del suo Sogno che
rincorreva fin da bambina. Amava restarsene in disparte a scrivere storie e poesie. Fin da piccola, quindi, era animata da un impulso che non riusciva
a controllare e ne era felice perché aveva già capito quale fosse la sua vera dimensione. Poi, un giorno nella sua vita ci fu lui, già giovanissimo, un
grande artista e un grande uomo. Lei lo amò, da subito per sempre. La sua vita immobile riesce ancora oggi a colorarsi di emozioni seppur mentali grazie a lui, poiché, pur sentendo dentro di sé di essere un'artista, quella sedia per
lei rimane il suo percorso artistico più lungo.
 
 
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Scuola, matrimonio, lavoro: la prima amata per la filosofia e le lettere, il secondo arenato già da subito nel video e nel televideo calcio-notizie, il terzo esiste ancora per poter contare su una base economica. Nel frattempo il Tempo corre; eppure ci deve essere un modo per fermarlo, forse correre più veloci di esso, cosicché non possa sorprenderci inchiodati a quella sedia, infine soli e
invecchiati, con lo sguardo gravato dal rimpianto per le azioni mai compiute e per i sogni che non hai mai neanche
provato a realizzare.
Questa è una storia d'amore inventata e quindi avrà un lieto fine: lui la conobbe e comprese subito soltanto guardandola negli occhi, senza fraintendere, il suo cuore, la sua mente, la sua anima, la sua poesia, il suo essere artista, quel suo
dare valore al passato, buono o cattivo che sia, per un presente da vivere attimo per attimo, prima che sia vissuto, prima che si trasformi in ombra, nell'ennesima esperienza. Davanti a un tramonto sul mare, nel momento in cui la linea dell'orizzonte si fa più netta, lei dà un grande valore al futuro perdendosi piacevolmente nei suoi sogni, nei suoi progetti, rendendosi conto, all'improvviso, che deve essere proprio lei a tentare di far sì che il suo futuro diventi presente, cioè vita, e inevitabilmente passato, buono o cattivo che sia.
Hai mai fatto caso all'odore della pioggia? parlo della pioggia di fine estate, che ti sorprende all'improvviso o che contempli dalla finestra che tieni aperta, perché non c'è freddo, anzi, è una pioggia fresca che dopo tanto caldo
penetra nella terra ridandole la vita e il profumo, che non dimenticherai mai.
Io ce l'ho nelle narici fin da bambina quell'odore.
 
 
- 3 -
Da quella finestra lo sguardo può arrivare al mare, al mare d'inverno, le cui onde lambiscono spiagge silenziose, bagnate dalla pioggia, e allora io, col cuore pieno d'amore, mi vedo là con te a camminare, a rincorrerci, a fare l'amore.
Ricordo bene cosa ti risposi quando tu dopo l'amore mi domandasti: "Come stai?". "Sono approdata nella mia isola, sono terra bagnata da pioggia di fine estate" dissi. Mi piace il mare d'inverno, mi piaci tu, anche se il mare d'inverno io non l'ho visto mai. Grazie Amore mio, per permettermi di immaginarlo
rendendolo vero, di amarti, anche se da una platea.
Libera è la mia mente: dove sono? Sono, mi basta.
 
 
Il Principe Azzurro è morto
 
Ai funerali del Principe Azzurro erano solo donne.
Stavano tutte col capo chino, mestamente assorte in pensieri tristi e nostalgici, portavano il lutto e chissà per quanto tempo l'avrebbero tenuto... era stata una morte atroce, una lenta agonia, che aveva spezzato loro il cuore, quel cuore che aveva palpitato tanto, solo al pensiero di quel sogno bellissimo e fugace che era stato per loro, il Principe Azzurro.
Egli se ne stava lì, come addormentato, in quella bara di cristallo, in modo che tutte lo potessero vedere, splendido nel suo bellissimo abito azzurro cielo, rifinito in oro zecchino. Una di loro, ad un certo punto, si avvicinò e pose leggermente una rosa rossa sulla bara, poi cominciò a parlare, quasi come se intonasse una filastrocca imparata da bambina, le altre l'ascoltavano in silenzio.
"Fin da bambina ho creduto in te, ti incontravo nei libri, nei films... dappertutto... poi ti trovai in 'Lui'. "Eccolo" pensai. Non so se ti avevo cercato, forse sì, forse no, però ti avevo trovato ed ero felice. Quando lo conobbi ero poco più che una bambina e lui era già un uomo affascinante, maturo, serio, ed era bello. Con gli occhi di una sedicenne innamorata mi perdevo nel suo sguardo. Era sicuro di sé e ogni suo gesto, ogni suo atteggiamento lo dimostravano ampiamente. Mi sentivo appagata, mi colmava di attenzioni, mi diceva quello che dovevo o non dovevo fare, pendevo letteralmente dalle sue labbra, mi appoggiavo, io inesperta, totalmente a lui, che sapeva tutto della vita.
In poco meno di tre anni ebbi tre figli, ero moglie e madre, e lui? lui negli anni, che sono ormai tanti, non è più il Principe Azzurro, e forse non lo sarà mai stato veramente, ma un uomo troppo vecchio per me, che pretende di comandarmi a bacchetta, anche oggi che ho tre figli adolescenti, che torna stanco dal lavoro, che fa l'amore in due minuti, riuscendo a non farmi neanche una carezza, che mangia in modo frettoloso e vorace, che ha dei modi di fare tutti suoi davvero insopportabili, lui che è pieno di dubbi, di angosce, di paure... lui che è così umano...
Trascino questa mia vita così com'è, ormai mi sono rassegnata, anche se da un po' di tempo ho cominciato a cercarti altrove, mio Principe Azzurro, e in questa disperata e angosciosa ricerca ho creduto di trovarti almeno altre mille volte, ora so perché non ti ho trovato mai, ma l'ho soltanto creduto... perché sei morto, e forse non sei mai nemmeno esistito...
Con queste tristi parole la donna, che teneva quasi il volto coperto da un velo nero fece un passo indietro, un leggero colpo di vento le scoprì il viso, un viso giovane, bello e triste.
Stettero tutte per qualche minuto in religioso silenzio, poi un'altra donna fece un passo in avanti e pose delicatamente una margherita sulla bara.
Anche lei cominciò a parlare molto lentamente:
"Mio caro Principe Azzurro, non posso credere che tu sia morto, mi hai spezzato il cuore, piango continuamente, non riesco proprio a smettere, ti sono sempre stata fedele, per quaranta, lunghissimi anni non ho fatto altro che aspettare pazientemente ogni sera il tuo ritorno, prendendomi scrupolosamente cura di te, del tuo aspetto, della tua salute, ho vissuto sempre per te, soltanto per te... perché allora? spiegami perché non ci sei più... in tutto ciò che ti ho dato, cos'è che non ti ho dato ancora?... volevi la mia vita? ma ce l'avevi! la tenevi stretta nel pugno della tua mano, non te ne sei accorto? so soltanto che dopo quaranta lunghissimi anni di totale dedizione senza chiederti nulla in cambio, sei andato via, blaterando sulla vecchiaia, sulle abitudini che ti stavano strette, sulla ventata di gioventù di cui avevi bisogno... ma quale ventata di gioventù, quale vecchiaia? non vedi che sei sempre giovane e bellissimo? Blateravi, sì, perché ogni tanto ritorni alle abitudini, e io sono sempre qui che aspetto, sai che ti dico? non credo affatto che tu sia morto, non avrebbe senso che io aspetti e che tu torni ogni tanto da me, alla vecchiaia, alle abitudini... stai solo riposando, tutto qui, e al tuo risveglio, stai tranquillo, come sempre, mi troverai".
Con queste parole la donna fece un passo indietro, alzò gli occhi verso il cielo azzurro come l'abito del Principe, il suo volto segnato dall'età lasciava trasparire una luce di speranza e di ottimismo, poi chinò il capo, come se pregasse, e la sua schiena parve ancora più curva.
Tra tutte quelle donne ce n'era una che si distingueva, era sì vestita di nero come le altre, ma il tipo di abbigliamento era diverso, pantaloni e giubbotto di pelle, capelli color rosso fuoco e il viso, molto giovane, non era coperto da nessun velo, non stava nemmeno col capo chino, anzi ostentava un atteggiamento quasi di sfida e di sdegno. Anche lei, ad un certo punto, si avvicinò alla bara e cominciò a parlare con voce decisa e squillante:
"Forse, per la prima volta, credo di avere le visioni, o magari sono dentro un brutto sogno, tra poco proverò a darmi un pizzico per capire se è vero quello che in questo momento mi sta accadendo. Mi viene quasi da ridere, caro Principe Azzurro, io non credo in te, non ci ho mai creduto, sono nata pochissimo tempo fa, non sei un Sogno dei miei tempi, io ho soltanto diciotto anni... e tu sei troppo antico per me... sappi che non ti ho mai cercato, d'altronde non posso cercare ciò che non c'è, giusto? Bisogna essere pratici, forse l'unica cosa vera di quest'incubo è che tu sei morto, morto davvero... non c'è nient'altro da dire o da fare, vero il mio bel Principe Azzurro? Io vivo in un Tempo in cui i sogni sono solo incubi e la realtà la loro concretizzazione, sono stata con mille uomini, di tutte le età, di tutti i generi, ma non ti ho mai cercato in nessuno di loro, sapevo già che non c'eri, era inutile sperare di trovarti in quei mille sospiri senz'anima, in quei mille baci appassionati senza passione, in quei mille sguardi profondi e di ghiaccio, non avrei potuto mai trovarti, neanche se ti avessi cercato disperatamente... sì, disperatamente..." qui la voce s'incrinò leggermente, continuando a parlare, ma molto più lentamente e con un tono più basso e più mesto "Perché sei morto prima che io nascessi? perché non fai parte dei miei sogni? avessi vissuto ai tempi di mia nonna! oggi avrei ottanta anni, ma ti terrei chiuso nel mio cuore e appeso ad una catenina d'oro e ogni tanto guarderei la tua foto appoggiata sul mio petto e vivrei di ricordi, avrei un passato almeno... ma sono qui, giovane, bella e con il cuore pieno di nulla...". La ragazza cominciò a piangere in silenzio e una lacrima andò a cadere sulla bara, accanto alla rosa e alla margherita.
Il Sole stava ormai tramontando, il Principe Azzurro dentro la sua bara di cristallo era circondato dalle cose che aveva sempre amato, il bosco, prima di tutto, e lui lì, in quella radura, si sentiva forse confortato dal canto degli usignoli sugli alberi.
Le donne erano ancora tutte lì, non riuscivano a staccarsi da lui, da quel volto spento ma sempre bellissimo.
Ad un tratto un rumore di passi nel bosco le fece sobbalzare tutte, nella radura calò la notte e l'angoscia, ma in cielo c'era la luna piena e il volto di lei che si stava avvicinando sempre più fu illuminato quasi a giorno.
Un mormorio generale accompagnò il suo passo deciso verso la bara.
Non era a lutto, lei, ma indossava un bellissimo abito da sera bianco, molto sobrio ed elegante.
Era una donna molto bella, giovane, poco più che trentenne, aveva uno sguardo deciso e sicuro di sé, ma al tempo stesso molto dolce e sensuale, come il tono della sua voce.
"Caro il mio bel Principe Azzurro, anch'io sono qui oggi combattuta da mille dubbi, sì, perché, lo sai anche tu, come loro, che in fondo sono proprio io la causa della tua morte, involontaria, naturalmente, non era quello che volevo, credimi, spero che tu lo capisca. Sai che ti ho amato tanto e forse ti amo ancora, ti ho anche sposato, ma vorrei chiederti che cosa ne volevi fare della mia vita, tu volevi avere il controllo totale, dovevi capire che non era possibile, ognuno di noi è l'unico responsabile della propria vita e la mia, così com'era, non mi bastava più, non mi soddisfaceva più, ho dovuto allargare i miei orizzonti, ho dovuto, capisci? L'ho fatto anche per te, per noi, perché pensavo che saremmo cresciuti ancora di più tutti e due, insieme, che sarebbe andato tutto a beneficio del nostro rapporto, credevo di farti contento se avessi realizzato me stessa, dedicandomi ai miei interessi senza tralasciare i tuoi, ma tu non hai capito e soprattutto non hai condiviso e accettato il mio evolvermi, il mio cambiamento interiore che mi migliorava, che mi faceva sentire bene con me stessa e anche con te, e non hai resistito. E allora ho capito che tutto ha un prezzo, scusami ma in fondo quello che io pago, ed è caro, credimi, è proprio la tua morte.
So che se ti dessi un bacio ti risveglieresti, ma un'altra cosa che ho imparato è che è impossibile tornare indietro. Oggi sono una donna sola, ma soddisfatta della mia vita, ogni tanto incontro un uomo, lo amo, credimi, ma non hanno il tuo volto, ognuno di loro ha il suo, forse credono di essere te e quando mi accorgo di ciò, tristemente ma consapevolmente, devo rinunciare e guardare sempre più avanti, sperando che, forse, un giorno, incontrerò l'uomo che sarà solo tale..."
Un coro si levò e allora tutte le altre donne vestite di nero cominciarono a pregarla di dare un bacio al Principe Azzurro, perché si risvegliasse, lei allora si avvicinò, scoperchiò la bara, avvicinò le sue labbra a quelle di lui, la Luna illuminava tutta la scena, le altre donne smisero di piangere, stando in trepidante attesa.
"Non ce la faccio - disse, allontanandosi - non posso, non ci riesco, non posso annullare così anni di battaglia interiore finalmente vinta, anni di attese, di sofferenze, di paure, di angosce, sarebbe la fine... cercate di capire, sforzatevi, vi prego...".
Con queste parole, pronunciate in tono deciso ma dolce, voltò le spalle, cominciando ad allontanarsi.
Una di loro mormorò tra le lacrime: "Solo tu puoi... perché no?...
"Non è vero che solo io posso, ognuna di noi può, ma in fondo perché? Per cercarlo in altri mille volti, pur rimanendo ancorate al passato con un presente invivibile, per non avere il coraggio di cambiare rotta, o per aspettarlo ogni sera sperando che apra la porta di casa almeno ogni tanto continuando a prenderci cura scrupolosamente della sua persona, o per cercare di farlo rivivere in una realtà che è solo la concretizzazione dei nostri incubi? Non voglio essere incoronata Regina per poi indossare vestiti da serva, voglio soltanto essere una donna, una donna ancora in cerca di un uomo".
 
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agg. 12 ottobre 2000