Autori contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

Lori Marchesin Boer Con questo racconto ha vinto il sesto premio del concorso Marguerite Yourcenar 1998 sezione narrativa

Universo   Ci sono momenti, come ora, momenti febbrili che tessono realtà e memoria e mi proiettano nel corpo minuto di mia figlia, bimba di sette anni.   Guardo le signore vestite in nero e mia madre in lacrime; fissano quel contenitore che chiamano bara; fissano i volto congelato di papà. Le sue mani dure come pietra formano una croce sul vestito nero. E io, raggomitolata sul marmo, grido la mia rabbia e disperazione. Papà non può essersene andato. Lui mi insegnava a respirare; lui mi addormentava tra gnomi e fati in cantilena e le sue mani grandi raccoglievano schiuma per bolle di fiori.   Un giorno, donna con cuore di bimba, stringo mia figlia al seno: «Claire, il tuo papà se n'è andato in cielo» le dico. I ricordi si accavallano come onde e sbattono sulla riva sassosa del dolore mentre guardo la mia immagine in miniatura. Claire ha gli occhi lucidi, ma non vi è disperazione in quella trasparenza verde. È possibile sappia che l'amore sopravvive al corpo? Mi chiedo come possa aver già assimilato questa verità; io ho impiegato anni. Claire tiene la foto del padre in una cornice d'argento; io conservo la foto congelata di mio padre nella mente.   Stringendoci per mano, a volte ho l'impressione sia Claire a condurre me, viaggiamo alla ricerca di miti, di un mondo magico dove i vivi e i morti comunicano e trasmettono il loro amore. Stese sull'erba ascoltiamo il canto dei grilli. I nostri occhi osservano il cielo mentre si toglie la veste rossa del tramonto per indossare l'abito blu della notte ricamata di stelle. Chiedo a Claire di scegliere alcune stelle, non le più luminose, quelle che trasmettono un battito speciale al suo cuore. Non chiede il perché, le sue piccole dita fremono sul palmo della mia mano. «Fatto!» sussurra. «Sono stelle speciali, Claire?». «Sì! Sono vicine, stanno scendendo verso di me, mamma». «Siamo distese sul corpo della madre del sole e della luna, piccola». «Non capisco. Non capisco, mamma». «Ti va di ascoltare una leggenda, Claire? Il mito dei Moicani?». «Mi piacciono le tue storie, mamma. Ma perché le stelle, perché?», Claire è impaziente, ma non distoglie lo sguardo dal cielo. «I Moicani sono convinti che generando il sole e suo fratello luna, la loro madre morì. Il sole, allora, donò il corpo della madre alla terra, sorgente di vita». «Perché sua madre è morta? È troppo triste». «Per creare un legame eterno nell'universo, Claire: cielo e terra, corpo e anima. Il sole creò madre terra e dal suo petto raccolse l'anima che lanciò nel cielo, spargendo stelle sulla notte. Le stelle gli ricordano l'anima di sua madre; ogni stella ci ricorda l'anima delle persone che abbiamo amato e che ancora amiamo». «Allora la stella più vicina è l'anima di papà». «Sì, Claire. E c'è anche la stella del mio papà e molte altre anime: da lassù ammiccano il loro amore». «È… è bellissimo. Posso guardare papà ogni notte… Ma se piove? Dove vanno le stelle quando piove?». «Se piove, Claire, le stelle si riposano sulle nuvole e ci mandano il loro affetto in milioni di gocce».

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