- Giovanni Teresi
è nato il 03/11/1951 a Marsala (TP) ove
risiede con la propria famiglia. Laureatosi
all'Università di Palermo in Economia e
Commercio, insegna Economia Aziendale presso
l'I.T.C. "S. Calvino" (TP), è abilitato
anche in Discipline Giuridiche ed Economiche.
Svolge attività di volontariato come
insegnante all'AUSER di Marsala; Università
della terza età.
- Artista
poliedrico, dal 1983 all'86 ha partecipato con
proprie opere a collettive di pittura nella
città di Breno (BS) e nel 2002 al III
Concorso Nazionale "Pittori di Marina" - Augusta,
ricevendo diplomi e vari attestati. Ha pubblicato
nel 2002 con la Casa Editrice Libroitaliano di
Ragusa due libri di poesie: "Ritratti di vita" e
"Il sapore dei ricordi", con l'Editrice "Nuovi
Poeti" Vaprio d'Adda (MI) di G. Grasso, raccolte di
poesie e racconti: "Sogno e realtà",
"Scrutando il mare", "Pantelleria tra natura e
poesia", "Canti d'amore in luoghi d'incanto" "Tra
il XX e il XXI secolo", "La vite e la vita",
"Viaggio in fondo all'anima", "Il volto senza
tempo" e "Il canto greco". Sue liriche si trovano
nell'enciclopedia dell'arte "Realtà e
fantasia" a cura di Tina Piccolo - Carello Editore
(CZ) e nella collana "I fiori" - Prospektiva
Editrice - Roma. Parecchie sue poesie sono inserite
in diverse Antologie di Premi Nazionali e
Internazionali del Club degli autori (MI). In
quanto finalista al Concorso Internazionale J.
Prévert 2004", ha pubblicato con il
contributo della Casa Editrice Montedit (MI) la
raccolta di poesie "Umori in libere parole".
- La lirica "Il
giorno del dolore", composta in memoria dei caduti
italiani in Nassiriya, è stata apprezzata
dalle Alte Cariche dello Stato Italiano.
- Fa parte
dell'associazione culturale "La Koiné della
Collina" di Paceco (TP) partecipando alle
iniziative antologiche.
- Il 28/11/2005
gli è stato conferito dall'Istituto Italiano
di Cultura di Napoli il Premio Internazionale di
Poesia e Letteratura "Nuove Lettere" - edizione XVI
- sez. II (poesia edita in rivista) per la lirica
"Pellegrini" in Club3 vivere in armonia - Edizione
San Paolo, XVI, 2004.
- Il 24/03/2006
gli è stato conferito ancora dall'Istituto
Italiano di Cultura di Napoli il Premio
Internazionale di Poesia e Letteratura "Nuove
Lettere" edizione XVII sez. V per la raccolta
inedita di poesie "Viaggio in fondo all'anima". Ha
pubblicato nell'aprile 2006 con il contributo dello
stesso Istituto il libro in lingua francese "La
Grande tradition des Muses"; il testo è
stato presentato al famoso Caffè Letterario
Le Procope di Parigi e depositato presso l'
Hòtel de Ville di Parigi e presso la
Biblioteca universitaria di Grenoble. Nel 2007 ha
pubblicato con Maremmi Editori - Firenze la
raccolta di poesie "Il mito e la poesia"; il testo
è stato presentato allo storico Caffè
Letterario Giubbe Rosse di Firenze il 01/03/2008.
Nel 2007, in quanto finalista al XIII Premio
Letterario Internazionale Trofeo Penna d'Autore, ha
pubblicato con Edizioni Penna d'Autore il testo "La
Trama del tempo" (Versione francese a fronte)
ottenendo la Menzione d'Onore. Nel dicembre del
2007 pubblica un saggio storico con Bastogi
Editrice Italiana "Sui moti carbonari del 1820-'21
in Italia &endash; Eventi ed adepti poco noti del
periodo". A luglio del 2008 la lirica "Io sono,
e...non so" viene pubblicata nell'antologia poetica
Navigando nelle parole Edizione Il filo. Nel mese
di luglio 2008 la Casa Editrice Montedit pubblica
il racconto storico "Sogno ad occhi aperti... un
viaggio nel Mare Nostrum tra antiche tradizioni"
perché l'autore è finalista al
Concorso Internazionale J. Prévert
2008.
- Alcune sue
poesie sono state pubblicate su quotidiani e
riviste nazionali.
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-
-
Per leggere la poesia inserita nell'antologia del
Premio Città
di Melegnano 2002
quella inserita nell'antologia del Premio
Il
Giro d'Italia delle Poesie in cornice
2003
quella inserita nell'antologia del Premio
Angela
Starace 2003
Giovanni Teresi nel mese di luglio 2008 ha
pubblicato con la casa editrice Montedit
"Sogno
ad occhi aperti - Un viaggio nel Mare Nostrum fra
antiche tradizioni - ROMANZO
STORICO"
- Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) -
14x20,5 - pp. 48 - Euro 7,00 - ISBN
978-88-6037-5902 in quanto l'autore è
finalista nel concorso letterario «J.
Prévert» 2008
Giovanni Teresi nel mese di settembre 2004 ha
pubblicato con la casa editrice Montedit
"Umori
in libere parole"
- Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi)
14x20,5 - pp. 44 - Euro 5,90 - ISBN 88-8356-751-X
in quanto l'autore è finalista nel concorso
Jacques Prévert 2004
-
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- L'aurora
-
- Dopo
che la bianca gondola
- trasporta
i sospiri della notte
- sul
leggero carro di stelle
- e
ancor la brezza
- ne
racchiude gli umori,
- d'incanto,
- lo
spazio profondo
- porta
gli accenni
- tepori
del sole
- sull'umida
terra.
- Voli
d'aironi
- prendono
dall'aurora
- la
delicata rosea essenza;
- sulle
piume gli effluvi del
mare,
- il
bianco riflesso del sale
- in
fragili tocchi...
- Allora
nugoli all'orizzonte
- dipartono
sulla rosea via
- ad
annunciar il giorno.
-
-
- La
trama del tempo
-
- Tessevano
eleganti fili d'oro,
- cucivano
pagliuzze e perle
- su
tagli di seta...
- le
sottili dita suonavano
anche
- note
eleganti di vita
- su
tasti d'avorio...
- Allegra
melodia più volte
sentita,
- appena
accennata
- negl'intervalli
di tempo.
- Le
giovani dita ornate
d'anelli,
- disegnavano
gentil grazia,
- parlavano
al suono della voce.
- I
fili di seta tessuti nel
tempo,
- le
perle e pagliuzze
seminate
- negli
anni...
- hanno
consumato le dita,
- anche
la voce è
tremula,
- indecisa
alle note del piano
- che
suona la stessa canzone.
-
-
-
- La
nascita di
Afrodite
-
- Era
un'alba radiosa di
primavera,
- la
terra sorrideva e tra le
fronde
- lo
zèfiro spirava leggero a
sera.
- Il
mare con lento moto
dell'onde
- carezzava
le coste di
Citèra.
- Si
cullava in una
conchiglia
- baciata
dal sole, in cocchio
regale,
- una
dea di Zeus figlia.
- "Afrodìte!
sull'azzurro mare
sale
- con
i tritoni e delfini!" disse
Zeus
-
/accostandosi a riva.
- Così
Afrodìte, con moto del capo
vezzoso,
- scrollò
l'acqua dai capelli, balzò
come diva.
- Al
suo passo si placò il mare
focoso.
- Erbe
e rose spuntaron al suo passo
graziato.
- Felice
fece tutto l'Olimpo in quel
dì radioso,
- germogliarono
le zolle al suo delicato
fiato.
-
-
- Serena
-
- Ti
specchi al caldo vento
- nelle
trasparenti acque
- della
laguna,
- bella
e sola
- ai
mutevoli accesi
tramonti,
- sogni
serena il tuo passato.
- Mothia!
- Coronata
d'abeti,
- porgi
le aculei agavi,
- i
salubri odori,
- i
saporiti frutti,
- i
cocci del passato
- d'ammaliante
ninfa.
- Serena,
apri le tue porte
- ai
vorticosi voli,
- ai
passanti,
- alle
vele,
- ai
sospiri...
- Nel
cothon serbi le memorie,
- vestita
d'alabastro
- ti
bagni nel salmastro mare
- ove
irruenti battaglie
- ruppero
le tue mura.
- Le
placide onde accarezzano
- le
tue rive, le tue vie
- e
serena guardi la
libertà
- in
libere ali bianche;
- tra
le nuvole
- assapori
gli sguardi
- e
i baci dorati nel
profumo
- di
macchia e sale.
-
-
- Pioggia
-
- Un
iniziale debole
ticchettio
- sottile,
penetrante
- d'affrettate
note
- accompagna
l'effluvio
- di
luminosi raggi.
- Si
sveglia fischiando
- il
conturbante Eolo.
- Entra
freddo vestito
- di
gocce negli anfratti,
- sposta
i rami e
- aggomitola
gli sterpi.
- Si
tinge d'argento
- il
cielo carico di rabbia
- ed
esplode incontinente.
- Piangono
le grondaie,
- girano
in celeri vortici
- gli
arrugginiti mulini...
- Gli
uccelli volano dai
tetti,
- avvertono
l'ira
- tra
le nuvole.
- Così,
tra elettrizzanti luci
- e
cupi suoni,
- si
spegne l'arsa
sterpaglia.
- Poi
un fumo si leva leggero,
- odoroso
e tremulo
- sulla
bagnata via.
-
-
-
- I
voli migratori
-
- Porteranno
i voli migratori
- i
semi della mia terra?
- Il
pensiero costante
- logora
la mia mente...
- Guardo
tra le soffici nuvole
- le
bianche ali,
- frammenti
di pensieri
- segnano
l'attesa...
- Porteranno
dei messaggi
- dai
nevati monti?
- Chiusi
in ricci di castagne
- sono
i sapori,
- chiusi
in duri gusci
- sono
i ricordi.
- Porteranno
le ali bianche
- i
teneri virgulti?
- Faranno
in altra terra
- le
solide radici?...
- Fioriranno
le stesse gemme
- a
primavera?
- Guardo
tra le nuvole...
- scrutando
le rondini plananti
- ai
soliti nidi familiari
- dalle
salde fondamenta.
- Di
là dall'orizzonte
- il
sole bacia il mio Paese
- nell'ora
tarda
- tra
il volo dei gabbiani.
-
-
- Sotto
il lampione
- Una
cascata di lumi sottili
- segnano
lo spazio breve
- sull'asfalto...
- attorno
il buio della notte.
- Solitudine
racchiusa
- in
intimo involucro
- trasparente
di voli,
- di
sogni, di attese...
- Il
fumo della cicca,
- dell'alito,
si confonde
- con
la brezza e su...
- le
luci del paese
- con
i bagliori
- delle
stelle.
-
-
- Bagliori
-
- Dietro
isole montuose
- e
lontane si nascondono
- i
raggi del sole...
- Un
alone si dipinge dorato
- tra
cielo e mare
- sin
al tramonto.
- Si
cullano lunghe e lente
- le
onde nell'ampio
orizzonte...
- Altri
bagliori di stelle,
- fisse
nell'azzurro più
profondo,
- si
posano copiosi,
- e
tra le soffici nuvole
- corre
leggera
- un'esile
gondola.
- Così
una danza armoniosa
- diparte
dal volo di stormi
- nella
culla di accesi colori
- e
nell'orme lasciate
- da
solitari velieri.
-
-
- Portavo
il berretto
d'alpino,
- un
mantello di lana turchino,
- una
tracolla con borraccia di
vino,
- un
anello al mignolo di puro
rubino.
- Ero
fiero, salutavo con un
inchino
- tutte
le donne del mio
paesino.
- Cantavo
al coro suonando il
violino
- un
stornello che fischiavo anche al
mattino.
- Portavo
nel cuore l'amore
giulivo
- per
la fanciulla più bella di
tutto il Corvino.
- Il
monte innevato era lì
vicino,
- le
case di legno come pure il
ponticino.
- Tra
gli abeti cresceva il fungo
porcino
- e
le renne affamate facevan un
sonnellino.
- Un
arco d'iridi colori si dipinse al
mattino,
- su
d'un barile dell'acqua bevve un
uccellino.
- Uno
schioppo s'udì; era un tiro
mancino!
- L'eco
s'espanse per tutta la valle e sul
paesino.
- La
nonna ricamava col suo
uncino
- i
sogni della fanciullezza sul
lenzuolo di lino.
- Il
gelo condensava il respiro
persino
- quando
ero seduto accanto il
camino.
- La
mia Patria, le mamme difendevo col
loro piccino,
- il
calore del Santo Natale ch'era
lì vicino.
- Il
cuore mi batteva d'emozione come un
bambino
- baciando
l'amata nel giardino
- innevato
col tenero biancospino.
- Portavo
il berretto d'alpino,
- due
verdi penne sul
berrettino,
- portavo
i sogni della speranza sul
ponticino,
- combattere
in guerra era il mio
destino.
- Piansi
a dirotto quando intrapresi il
cammino
- lontano,
lontano dal mio caro
paesino.
- Mi
chiedevo se fossi tornato
nell'angolino
- caldo
della mia casa, nel mio
giardino.
- Un
vento gelido scrollò i rami,
le cime del Corvino...
- i
fuochi di guerra si dipinsero sul
cielo e lungo il
confino.
- Ma
all'alba la libertà
infuocò come un
accendino
- i
cuori e tra i rami il sole fece
capolino.
-
-
-
- Nei
minuti che
scorrono...
-
- Nei
minuti che passano
- nelle
ore che vanno via
- vorrei
guardare innanzi
- e
non perdere un istante,
- rivivere
con nostalgia gli attimi
passati,
- assaporare
l'humus della terra,
- il
cielo colle sue nuvole,
- segnare
"Amore eterno!"
- nel
corruttibile tempo,
- essere
innocente,
- scrivere
una frase sola
- sulla
corteccia dell'albero della
vita
- "Dio
sei grande!"
-
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